Mente chi detto ha di non aver peccato, mente chi dice vero sia mestizia parte della vita. Non è vero. La unica umana vita detta è somma, tanto somma, se detta è serena. Dove c?è vita detta serena, là è Dio. Dio della umana vita è amore e pace; Dio della somma vita è vero, leale, portato ponte tra Padre Eterno e i Suoi figli. (Comunicazione del 1.10.87)
Alma Sacco Ferrara
Presentazione Al lettore del Volume II
Non c'è parola, detta in presentazione del Volume I di questa Opera con lo spirito di una sincera confessione (e tale ne è il valore), che possa essere ora aggiunta o tolta. Tuttavia il cammino di fede da me compiuto durante questi anni, accompagnata e ispirata dal divino Maestro, ha prodotto in me i suoi f rutti.
È per questa ragione che presento anche questo secondo Volume con le stesse parole, ma con l'esame di ciò che in me nel frattempo è avvenuto. Il Signore, però, con la Sua infinita benevolenza, ha voluto togliermi l'imbarazzo di questo esame, facendolo al mio posto. Trascrivo, quindi, ciò che Egli mi ha dettato:
" Scrivi:
Rumore non si è fatto, valore non avuto ha, finito giorno è della oscura fede del mio sano, desto, valido sentimento vero di amore grande, legato alla destinata fede tanto già ferma. Ora valida fede resa si è o veramente volta- amata gioiosa già - più ferma, gioiosa, più fiorita della rosa rossa di amore per Santa Trinità e vera orata immagine della Vergine Maria gloriosa. Felice vedo, infine, per il Suo forte volere, vinto il gioco fatale del feroce demone contro, e assai persistente, la mia amata e venerata gioia fedele a Lei.
Pure oro della "Opera" fu esente da notorietà, ma Gesù e Spirito Santo e il Padre amorevole, con la loro genuina dunque dottrina, portata mi hanno a pura gioia e vera elevazione dello spirito.
Alle Vie mai, gelosamente, partite dalla mia vita, mai perse, la fedeltà volli sempre netta. Immensa gioia fu a me parsa, fu a me vista puramente pallida posa, gentile veduta giornaliera veste di fede. Ma riletta fu la mia gelida verità in me, verità fatta luce nella gloria felice, valida, giusta rievocata in mio giudizio.
È vero: immutato gioioso sentimento di amore vivo per Padre nostro io serbo in cuore. Ora, amici lettori, ciò: che vero, doveroso, fermo, immenso anelito fu detto, ed è ancora, vero ".
Questo lavoro, diviso in più Volumi, è la raccolta di comunicazioni dal buon Dio fatte, a partire dal 26 Aprile 1984, direttamente ad una persona come me, che, attraverso errori, peccati e atroci pentimenti, sperimentata la vanità dei beni terreni, ha teso la sua anima a Dio, unica vera fonte di Bene, unico vero Amore.
In epoca precedente il 26 Aprile 1984 avevo ricevuto comunicazioni (che io definisco non straordinarie per distinguerle da quelle ricevute nel periodo successivo) ad opera di Giovanni prima e di Anania poi, i quali si definivano rispettivamente "curatore" e "tutore" della mia anima, nel senso che, con il loro insegnamento, mi istruivano alla fede e all'amore di Dio. Il Signore ha permesso, peraltro, rari interventi di altre anime.
Le comunicazioni non hanno una trama che le faccia dipendere una dall'altra, ma sono a se stanti e contengono rivelazioni, insegnamenti, esortazioni, conforto.
Preciso che la trascrizione del dettato viene da me eseguita con assoluta fedeltà circa quanto mi viene trasmesso, sia in sostanza che in forma, ponendomi in atto quasi di scolara che scrive esattamente le parole dettate dal suo Maestro.
La punteggiatura viene da me apposta secondo l'opportuno uso comune e naturalmente a mio giudizio.
Attraverso la Sua presenza costante nelle vicende anche più intime della mia vita, il Signore vuole rendere manifesta l'amorevole cura che Egli ha non solo di me, ma di tutti i Suoi figli, per la loro anima e per il loro corpo, per la vita spirituale e per le loro tipiche umane vicende.
Coloro che cercano nelle comunicazioni profetici "messaggi", apocalittiche precisazioni di date o qualcosa che esuli dalla dottrina insegnata da Gesù, testimoniata e divulgata dai Vangeli, fanno cosa vana. Sarebbe come supporre che nostro Signore abbia potuto omettere un qualche Suo insegnamento, durante la Sua permanenza sulla Terra, e voglia aggiungere o completare qualcosa ora, tramite una umile persona quale sono io.
Se proprio di messaggio si vuole parlare, esso è individuabile nell'antico e rinnovato messaggio di amore di Dio all'uomo e nella pressante richiesta di una risposta d'amore dell'uomo a Dio: amore che non si riduca ad un sentimento di religioso, timoroso rispetto per l'Eterno Padre e la Trinità tutta, ma un amore vivo, umanamente sentito per il Creatore, il Padre, il Redentore, il Consolatore, per il Tutto della nostra esistenza.
Per delucidare al lettore lo spirito con il quale è opportuno leggere queste comunicazioni, riporto ciò che il Signore stesso ha detto nella comunicazione del 11-11-'87:
" Vero è, vero è, vero: lettore non solo tuo atto di fede deve amare, ma deve ardentemente sentirsi dentro la tua vita, perché valore ha universale. Vero è, vero è, vero ".
È Sua espressa volontà che nemmeno una parola dettatami sia omessa o modificata.
I11inguaggio non è di uso comune, ma gli attenti lettori, a Suo dire, devono avere: "intelletto e pensiero profondo, fede e vero amore ": essi sono " coloro che possono capire ".
" Queste parole non sono a mondo lieto destinate, ma a mondo pensoso "; " Parola Mia sommo dono portato a pochi è"; "tu, oro della Mia parola, dono assai ben dato, portare devi a rari nomi, che tu renderai assai coro della Mia, Messo sono, pura Essenza "; " tento di analizzare tuo comportamento ai tuoi destinati lettori: voglio che tuo amore, tutto, sia conosciuto per non avere, mortale errore della svalutazione della santa Via, resa tortuosa nella sua svolta, nella sua durata, nella sua passata, lenta evoluzione a Me diretta. Non tutto è alto, mentre tutto è amore. Vero è, vero è, vero ".
Ho scelto, fra i numerosi cenni fatti alle finalità delle comunicazioni, questi frammenti dedicati ai lettori e che evidentemente rispondono alla mia, e non solo mia, perplessità dinanzi alle possibili difficoltà nella lettura. Essa dunque va fatta con l'umile volontà di interpretare la parola del Signore.
Anche amando il nostro Dio con confidenza e avendo avuto il privilegio della Sua parola, non mi reputo certamente in grado di conoscere in tutta la sua completezza l'utilità e il fine del compito affidatomi. Sono arresa alla Sua volontà, che non può essere che volontà di Bene.
Desidero precisare che tutte le possibili piccole variazioni di parole fatte sia sui quaderni originali che nella successiva battitura a macchina non sono state variazioni arbitrariamente da me fatte, ma dettate dal Signore nella sempre presente Sua alta funzione di Maestro e Collaboratore nella compilazione di "Opera d'oro". Come nella vita terrena il Maestro rispetta lo stile del discepolo correggendo, eventualmente, il contenuto, così è stata l'azione di Maestro sulla parte del mio lavoro, per esempio: le note.
ALMA SACCO FERRARA
Al lettore
È desiderio dell'Autrice precisare quanto segue:
- Le note sono state apposte per spiegare stati d'animo, fatti della sua vita a cui si riferisce il Signore, pensieri e proprie considerazioni. Ella non pretende addentrarsi, quasi in forma sostitutiva o competitiva, in questioni strettamente teologiche o presunte tali. Tuttavia tutte le note di questo secondo Volume sono state scrupolosamente sottoposte alla approvazione del Signore, non nella forma, lasciata libera e propria, ma nel contenuto.
-- Il Signore ancora una volta, per precisare la ragione di riferimento costante alla vita dell'Autrice e per definitivamente vincere l'imbarazzo che l'ha turbata lungamente, nella Comunicazione del 10/6/'92 le ha dettato quanto segue:
" Vano fu tuo gemente, pure se quasi fervente, implorato veto. Io non potevo, era nel!' arrivo e mai velo fu particolare giovamento, ma fu esempio voluto, vero dunque, ai destinati lettori, di una fede assoluta e di un amore caldo, vivo, santo per il Tutto: Figlio, Padre e tenero Santo Spirito ".
Parimenti, dove ella si sentiva imbarazzata per le espressioni affettuose del Dio Padre e si sentiva colpevole di sospetta vanagloria,. il Signore le ha così precisato in un dettato del giorno 11/6/'92:
" Il dire alla figlia di essere cara non dice una lode ma un sentimento paterno ".
S.E. IL CARDINALE SILVIO ODDI
PRESENTAZIONE AL LETTORE DI S.E. S. ODDI
Sono rimasto subito colpito per il modo completamente diverso da come ci sono pervenuti e ci pervengono numerosi libri delle cosiddette "Rivelazioni private". Infatti la lettura si è presentata subito difficile perché non in linguaggio corrente e piano, bensì ermetico, con parole non comunemente usate, in una costruzione che ricorda a volte la lingua latina e a volte pare sia parte di un linguaggio poetico trascritto in forma prosaica.
La prima sensazione, dopo aver letto qualche riga, è quasi dolorosa, perché la mente viene sforzata per captare il significato della frase. Tuttavia, rileggendo, si rimane colpiti dalla esattezza di ogni termine adoperato e dal suo significato che porta a meditare più profondamente. Spontaneamente si vorrebbe ricomporre la frase nel linguaggio corrente, ma in tal modo si toglierebbe l'originario valore alle parole usate e alla costruzione della frase. A mano a mano che ci si inoltra nella lettura si penetra l'ermetismo linguistico con l'aiuto di alcune note di Alma Ferrara, scritte in linguaggio profondo, ma corrente.
Nel corso di una sua visita la signora Ferrara mi ha spiegato di aver raggiunta la relativa facilità di interpretazione perché sostenuta dal suo già immedesimato modo di essere nella fede e nell'amore in Dio.
Le note sembrano diradare le tenebre dalla mente e fanno scoprire significati insospettati. Nonostante la difficoltà. il pensiero si àncora ad alcune frasi, alla meditazione e alla analisi del contenuto profondo in esse espresso.
Tutte le pagine di "Opera d'oro" sono permeate di uno struggente e intenso sentimento di amore vivo. palpitante e umanamente sentito.
Inoltre vi è riferimento continuo ad avvenimenti e fatti che potrebbero riferirsi alla vita ordinaria di ognuno di noi. Vi sono continui riferimenti storici, politici; confidenze sui rapporti con la Madre; sono messi in rilievo, per le alte qualità spirituali, importanti personaggi storici.
Nulla nel libro si rivela negativo e contrario ai principi della nostra religione Cattolica, ma è confermata positivamente la definizione di "Colloqui con il Padre".
La compilatrice del libro, Alma Ferrara, afferma di vivere in amorevole confidenziale quasi, rapporto quotidiano con Dio Padre. Si considera laica e con profonda fede; affronta tutto ciò che giornalmente la vita riserva in pensieri, valutazioni dubbi e scontri, flessioni e superamenti tipici della umana difficoltà del CREDERE.
Cardinale SILVIO ODDI
PRESENTAZIONE DI PADRE A. DEL VECCHIO
"...avete ricevuto uno spirito di figli adottivi per mezzo del quale gridiamo: Abbà, Padre " (Rm 8, 15).
Dopo aver attentamente analizzato dal punto di vista teologico le comunicazioni del secondo Volume di "Opera d'oro - Colloqui con il Padre" non posso che riconfermare il giudizio positivo già da me espresso per il primo Volume.
Il Signore, che si propone Maestro di Alma, parla a lei affamata e assetata della Sua parola, prendendola per mano nel percorso della sua terrena vita, con tutti i caratteristici ostacoli materiali e spirituali di cui essa è disseminata, per aiutarla a superare le vicissitudini personali e più ampiamente operanti nel mondo intero.
Tutto è teso alla visione di una più alta meta oltre il ristretto interesse personale della umanità intera verso Dio.
Durante questo percorso gli insegnamenti dati dal Signore, naturalmente a Suo modo, non sono necessariamente collegati da un filo, secondo la logica umana, come in un racconto di fatti concatenati e conseguenti. Così come Alma stessa dice "Colloqui con il Padre" seguono pensieri ed interrogativi di varia natura da lei rivolti al Padre sempre presente nella sua mente e nel suo cuore.
Ma anche se non è evidente un tracciato, vi è, e si svolge e si concretizza nello spirito di Alma in maturazione, senza che ella se ne renda conto, ma viene evidente dagli appellativi con i quali il Signore si rivolge a lei ripetutamente e per lunghi periodi, prima di "figlia", poi di "rondine" e infine di "gemma".
Gli insegnamenti e le cure particolari di natura fisica, materiale e spirituale dati ad Alma si estendono a tutti coloro che, avendo fede, amore e leggono le Sue parole, si sentano figli a loro volta curati e amati da Dio Padre.
Fede e amore non sono scindibili, né vi è priorità fra loro, ma dalla vera fede deriva l'amore per Dio Padre, Uno e Trino. Le tre Persone nelle quali Dio si manifesta durante i colloqui si interpongono e si distinguono in una sorta di successione unitaria e distinta, così come è la Santa Trinità: Padre, Figlio e Spirito Santo. Molto è valutato il "Duo in Tris" dalla varia, interiore manifestazione di pura fede di Alma, resa partecipe alla totalità vera e illata della Trinità in sua fede.
Porto qualche esempio delle Loro parole:
" Non senti che sono lo, amato Padre? A tuo fianco sono Io..." (comunicazione del 4-1-'88);
" L'atto della Sua Redenzione, Gesù a tutti ha dedicato..." (com. 14-4-'87);
" Morto Gesù è per anime tutte. Amaro calice della Sua pena beve ancora perché si è detto che Dio è a monte dove morì, dove resuscitò. Ora è in Cielo e verrà a giudicare..." (com 9-2- 87);
" La Sua lontana Sindone è resa vera immagine in lontana Sua mirabile, immortale immagine. Non è esatto l'esame del Carbonio quattordici. Avvenuta è una sovrapposizione di puro carbonio. Jeter non amato ha tutta la letteratura umana della Sindone. Lo so, si è tanto detto e blaterato da sentire nausea delle parole e delle viste riproduzioni..." (com. 28-9-'88);
" Dio della tutela della salute e della ragione: sono Dio dell'anima e del corpo..." (com. 23-7-'87);
" La dottrina che morto Gesù dettata ti ha, che lo Spirito Santo ti ha a mente data, la portata Sua pace dà..." (com.31-12-'88);
" Amare Dio anche nella nota di dolore. Amore atteso alla pietà, amore per la somma tutela dell'anima..." (com. 24-3-'87);
" Amare vuol dire voto di assoluzione, amare vuol dire pace, amare vuol dire perdono, amare vuol dire volere dono della tua vita fare al Mio amore per tutti i Miei figli..." (com.17 -12-'88).
Il Signore dà grande valore all'amore; rilevo perciò eventi straordinari di aiuto spirituale elargito a parenti e amici vivi e defunti, nonché aiuto fisico.
È stato annoverato come sentimento di amore dl Alma per il prossimo e, quindi, valorizzato il sentimento di pena e di pietà. Gesù, durante la Sua predicazione, ha considerato l'amore per il prossimo come amore per Se stesso.
" Abbi nella tua mente Me, abbi nel tuo cuore Me, abbi dentro tua vita Me..." (com. 30-1-'87);
" Abbi posto per Me nella tua giornata, abbi posto per Me nella tua mente, abbi posto...nel tuo cuore, abbi posto per Me nei tuoi discorsi..." (com. 7-4-'87).
Ho creduto bene citare alcune tra le tante comunicazioni che riguardano l'amore di Dio, per sottolineare il tema generale del secondo Volume di "Opera d'oro- Colloqui con il Padre"
Dobbiamo essere grati ad Alma Ferrara, perché con i suoi scritti torna a sollecitarci a stabilire con Dio- nostro Padre- un confidente, amoroso rapporto filiale, così come in tutto il Vangelo ci viene raccomandato da Gesù Cristo.
Ci sono nel cristianesimo verità fondamentali e consolanti che se si rifiutano o si dimenticano portano l'uomo al fallimento dei suoi più alti ideali. Una di queste verità- anzi la prima, fondamentale verità - è la paternità di Dio. Un passo dei Sinottici ci illumina meravigliosamente a riguardo: attraverso un'immagine tratta dalla vita familiare (il rapporto padre- figlio) Gesù afferma che Dio gli ha partecipato la conoscenza di Se stesso in modo che solo Lui può partecipare agli altri la vera conoscenza del Padre.
" Tutto mi è stato dato dal Padre Mio; nessuno conosce il Padre se non il Figlio e colui al quale il Figlio lo voglia rivelare " (Mt. II, 27).
Come Dio rivela Suo Figlio agli uomini (Mt. 16, 27), così il Figlio soltanto può rivelare Dio agli uomini. Questa rivelazione del Padre agli uomini viene fatta da Gesù attraverso la propria attività: ogni Suo gesto d'amore verso i malati, i bisognosi in genere, i peccatori, rivela il disegno di Dio verso l'umanità intera: disegno di amore e di misericordia. Dimenticare questa verità è la perdita più grave per l'umanità; vivere questa carità è ritrovarsi in cammino con Gesù per le vie del mondo sempre premurosi, attraverso la propria testimonianza di vita evangelica, verso i fratelli bisognosi.
La storia della salvezza dell'uomo è la storia dell'amore di Dio manifestata da Gesù, accettata e vissuta dagli Apostoli e da tutti i cristiani. Ricordare questa verità è affrancare l'uomo da ogni schiavitù, prima di tutto dalla schiavitù del peccato. " E voi non avete ricevuto uno spirito da schiavi per ricadere nella paura, ma avete ricevuto lo spirito dei figli adottivi per mezzo del quale gridiamo: Abbà, Padre " (Rm. 8,15).
P. ANGELO DEL VECCHIO
Missionario Passionista
PRESENTAZIONE DI A.GIORDANO
PARLANDO CON ALMA FERRARA "SENTO" DIO
Leggendo le Opere della scrittrice Alma Ferrara si entra in un mondo di fede ricco di visioni e di pensieri; sono pensieri colmi di verità che hanno interessato il Cardinale Silvio Oddi ed altri esponenti della Chiesa.
"Opera d'oro- Colloqui con il Padre", la prima Opera "parlata" di Alma Ferrara mi fece scoprire, nel corso della presentazione a Roma alla "Fondazione Dragan", i profondi significati di parole dettate al cuore di una Donna stupenda che sa captare nell'infinito e nel suo "io" sensazioni diverse. Leggendo, ora, l'Opera seconda di Alma Ferrara, entro in un cielo terso e ricco di veri pensieri: dove sembra quasi di sentire la voce del "Padre" che parla a mezzo di Alma Ferrara, che vuole insegnarci ad essere figli di Dio per dare il Suo Bene al mondo, per portare il Bene nel mondo; e si esprime con parole dolci e "toccabili", parole che penetrano nel cuore perché dettate dal Cielo.
Sono felice di tornare a parlare di Alma Ferrara, sono felice di aver emesso dal GR 2 -R.A.I. dieci minuti di intervista alla grande scrittrice Alma Ferrara, perché così la gente ha potuto sentire nella voce di Alma la voce del "Padre".
S. E. Oddi, incontrando me, Alma Ferrara ed un suo nipote, ha posto interessate domande, è "entrato" nelle nostre parole, ha poi letto il libro e, parlandone con me, si è così espresso: "Un libro di Fede dove il Padre si "vede" e parla, come un dono enorme per quanti, leggendo, potranno capire la Fede".
Lettrici, lettori, dopo le Edizioni "Sallustiana", ora le Edizioni "Segno": dunque Dio ancora vuole parlarci per donarci il vero bene attraverso Alma Ferrara. Quanto a me, come Cattolico, ammiro sue ormai parole di alta Fede.
Augusto Giordano
Giornalista
TRE COMUNICAZIONI ESTRATTE DAL SECONDO VOLUME
ASPETTA, SII PAZIENTE: DOVE NON È ASPETTATA MIA VENUTA, LÀ SI
AVVERERÀ MIO INTERVENTO
1/1/?87
(1) No, sono vicino a te, sono Dio della sana vita allegra. Zero Io sono, a tuo amore volto, quell?amore buono e umano, velato da sorto, unito, urrà, a dono molto gradito della "salute", Me, ciò si è avuto in caso di tuo caro amore, Me, Alma. Assai te rara Io riodo, un caro augurio tu mi hai fatto. Reale tuo mondo non dai, pare, in somma, costante Mia pena: tuo augurio mi è ben reso. Vorrei a te, amata donna, sorridere.
(2) Lo so assai bene che tua anima è attorniata da barriere, parte Io sono attorno a te e parte sono in te. Tu non puoi liberarti delle barriere vere, parte a tua anima date, che sono assai coraggiosamente tolte con tuo animo verso Padre offerto in olocausto vero, a tuo Padre, Io, morto. Tu dominata rimanesti dalla benedizione del tuo povero Toro.
(3) Vo morte Mia nella spassionata realtà rappresentare: vi era nella sensoriale, orribile, terribile attuazione sorte offerta a Me, Me alto Dio, tanta ? a ciò, te ne prego?bè, mi pento di averti rattristata ? tanta rovina in dominio dei Popoli che arresi non si erano.
(4) Deh, devi attestare verità per aspetto non assentito della Mia dottrina.
(5) Per ben sette anni domenica rea non è della Mia penosa, seria, in uno con velata pena per una donna senza umano amore. Vero amore tuo, tuo marito è stato. Ma senza rendere la tua pena veramente dorata Io sorte tua voglio che sia somma. Basta avere non coraggio e ricca posa, ma sostenere ancora aspetto assai pieno di amore, come realmente è. Vedo che sei stanca.
Dopodomani molto sarò a te vicino per a una sana tua domanda assai dorata, seria, personale risposta dare (6). Non sono a tuo dono attento; momentaneo, amorevole atto sei, nero, sporadico atto corrisposto a te, Mio arato amore: arato, perché è Nostro portato campo di tua semina, tua semina accorta e assai buona. Darti posso acconcia assonanza, ma dove tuo mondo non è assorto, là devi agire. Cara, tuo mondo è assai deragliato, non è assente ora da attesa, ma è, pare, non molto a te osannante. Non a somma sapienza, sappi, ora può arrivare senza Mio aiuto, ma con buon dono della base ciò terrò assai, o noiosa figlia, in rotta.
(7) Non coraggio tu, lenta a capire, hai; devi errore non fare di porti a sorte "attore" non essere ma succuba. Abbi dose di attore e non dare dono della somma tua adorata vita a chi non sa valutare "Pane e Vino" a te dato.
(8) Aspetta, sii paziente: dove non è aspettata Mia venuta, là si avvererà Mio intervento. Tu devi ancora amaro calice bere: sarai detta pazza. Amaro, sappi, è tuo mare. Darti non voglio aiuto né apporto, sappilo, e andrai ben lontano ormai per bene della sorte non tua ma di, ciò ti è assai vortice, S., per via della sua parte di attuazione avuta dove pensa di darti aiuto (9).
(10) Morto Gesù domare non può Iq., né lo può domare An.. Arreso mai mondo fu alla donata, portata fede. Vero destino di Tn. è di averti dato modo di attuare tuo mondo e suo mondo.
Ti benedico nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo.
Va?.
Note di Alma
(1) Avevo avuto timore che il Signore mio Dio non volesse essere disposto a concedermi una Sua comunicazione. Non oso dare un significato alla parola "zero", ma mi pare un segno di grande umiltà.
A mezzanotte, al momento del brindisi all?inizio del nuovo anno, non ho potuto escludere dal mio pensiero il mio Dio ed io misera ho così rivolto un mio augurio all?Ente Supremo: " Mio Dio, auguro al tuo sommo Cuore che tutti i tuoi figli ti amino come Tu li ami ".
(2) Talvolta è proprio soffocante la prigionia dell?anima.
(3) Molto spesso Gesù si definisce "tuo povero morto Gesù". Il ritorno che sovente fa all?evocazione della Sua morte appare non sia solo all?orribile olocausto fisico e morale ma alla pena per la inutilità del Suo Sacrificio (con il quale voleva tutti salvi) per i popoli non arresi e la loro rovina, che il Padre aveva legata alla Sua sorte.
(4) Credo mi esorti ad asserire la verità di ciò che Egli mi dice, anche se non ha aspetto, ufficialmente definito, di dottrina.
(5) Da sette anni la santificazione della Domenica è stata regolarmente da me effettuata; da altrettanto tempo, prima indirettamente e poi direttamente, ho avuto manifestazione della pena che il buon Dio ha avuta per me.
(6) Ora non ricordo.
(7) Penso si riferisca alla mia mancanza di coraggio di sottrarmi alla persuasione di attendere le comunicazioni in altro modo di fronte alla forte, prestigiosa personalità del prof. T. M..
Appare, in questa frase, il termine "attore": è riferito a me, come si capisce, ed ha significato di sprone ad "agire" in conformità alla mia sacrosanta individualità e non essere succuba dell?altrui parere. Lo incontreremo spesso, questo termine, lungo tutto il libro, e di volta in volta assume significati diversi. In qualche caso è riferito a Dio stesso e allora ha il significato di "Colui che agisce" in me per farmi operare secondo la Sua parola. Quasi tutte le altre volte sta a sottolineare atteggiamenti negativi di persone e di situazioni.
(8) Penso e mi auguro che mi farà incontrare la persona più idonea a darmi l?aiuto di cui ho bisogno.
(9) S. si è molto impegnato e si adopera per darmi aiuto.
(10)Qui si riferisce ad altri parenti, ma, essendo io molto stanca, la comunicazione ha fine.
TUO MORTO GESÙ ATTUÒ SUO MONDO E DETTE LA SUA VITA PER CIÒ CHE TUO ANTICO AMORE SEPPE ATTUARE IN SUO CUORE. LE TUE ORME, TU NON SAI, SONO IMPRESSE NELLA MIA ANIMA.
6/4/?88
(1) Sono roso dalla santa resa tua corista, piena, seria voce, rondine. Se "memento" è stato, tuo bene è stato. Se nome santo e tanto caro di nessun senso tu detto hai tuo, più alto si è assommato alla rara tua posa, ché sorte tua porta a Me, porta a Mio Regno. Mesta non essere, "anima" di Dio, resa ti ho serena tanto da errore nettamente priva. Sordo non sono alla Santa Madre Mia che tu ora ami (2). Sì, arte tu puoi avere di amare tutto, oro è tuo saper perdonare.
(3) Le sentite note dette possono essere terrene e assai poco, ma sono corrispondenti a senso di degno valore alla storia di oramai tuo caro amore volto a Me.
(4) Se lo chiedi vuol dire che non lo credi, oso dire, possibile. Dunque: se non sei anormale nella mente, sei anche normale nella psiche; se sei normale nella psiche, sei rettamente vigile e, caso non è ma destino, tu anche terreno tuo detto mondo unisci a senso di amore a seme della sapienza e a seme del totale suo valore, valore alto e assai voluto da Me della tua sana mente in sano tuo corpo. Seme unito alla una tantum voce dell?anima verso atto di amore a Mio Santo Spirito rivolto.
Abbi fede nella Mia tutela, abbi fede nella vera tua causa, abbi fede nella tua amata Donna, detta dunque Madonna. Buona Ella è, e vuole Suo alto dono farti e a tuo unico bene, a tuo Dio, bacio della via della tua amicizia, della tua pace, della tua penosa vita dare. D?oro è un?onda avere, d?oro è aver attuata tua sana, corale sorte a tuo coraggio assai avuto di essere oracolo; peso è per amati e sani, sensuali non, Miei attori della Mia attuata via. Abbi dunque non timore ma sicurezza, abbi dunque amore per amore reso a Me, o montanara dura, e tanto amore per amaro calice da tuo atto avuto di bene, ma non compreso dai sacerdoti della Mia Chiesa a tua rara possibile via non solo negata, ma addirittura considerata orrenda sottomissione al demone.
Amasti Mio veto della voce mentale. Sono, rondine, a tua mente sempre presente. Tua mente non tenta di d?oro tua dote avere attuata se non per ubbidire a Me, Dio assai buono ma anche severo.
Vedo nella tua mente amarezza per ciò che a tuo monito è venuto meno, ma non correre a compimento. Tuo monito è stato destinato a dare frutti, perciò valido è stato. Vero suo destato senso ha ? mesta non essere, amata figlia, sono Santo sommo Spirito e tutto ti sarà dato ? tutto ciò di cui è valido tuo noto senso di giustizia. Sappi che tuo morto Gesù dono fece a tutti della Sua Carne, tanto è vero che tutti ne mangiano; a tutti dette Suo Sangue e tutti ne bevono. Una Comunione è sia Carne che Sangue: vera Carne e vero Sangue. Ma, se non è nota tutta tua mentale possibile capacità di dare a tutti ciò che tua mente sa capire, non è a tuo mondo dedicato; ma a coloro, avvenire a tuo mondo, esempio sarà della Santa mano di Dio porta a colei che amò Dio senza data e senza misura.
Abbi coraggio e sii esempio di alto e sommo dono di amore; abbi dono di desto tuo cuore avere per anni di destato senso di Dio e della fede nei tuoi d?oro figli. Abbi dono della tua fase di dura solitudine a senso di amicizia, a senso della tua penosa solitudine a tutto ciò che ami e amavi. Dono per attuare voto della vera via per Mio Regno con a rassegnata, donata a Me sofferenza. Dio della "tua" misericordia è a te vicino e ti darà tutta la forza per andare avanti nella tua destinata via; e possa tua anima, dolente mortale, non avere atto di sorte mortale della ribellione: tuo morto Gesù attuò Suo mondo e dette la Sua vita per ciò che tuo antico amore seppe attuare in Suo Cuore. Le tue orme, tu non sai, sono impresse nella Mia Anima!
(5) Sono, a tuo mare, tutti coralmente visti, tutti destinati ad essere mostrati e valutati per vero amore di Dio per nome antico "uomo" e per nome antico "amicizia di Dio con l?uomo". Tua mano è a Me tanto utile e tua penna lo è altrettanto. Merito non è tuo ma dell?amore che tua anima ha, oro è, per morto Gesù e per tutta la Trinità.
Pace sia non solo nella tua famiglia, ma dentro tuo cuore, dentro unico nome, amico vero e tanto sentito (mistero della sua vera anima) tuo marito.
Detto non è tutto nella Sacra Scrittura, detta non è, non, tutta la Mia vita, e tuo amore per Mia vita di bambino è tanto a Me caro. Ebbene, sappi che un amore tanto alto seppe averlo Santa Teresa del Bambino Gesù. Anche se tu non sei come ella fu, tuo amore Io amo. E tuo Dio ama tuo letto pensiero di umiltà e ti dà molta Sua benevola parte di dote Sua: essere molto giusto e vero, molto legato alla veste avuta di amico vero e leale, derivata dalla Sua volontà, non solo, ma dalla tutela della Santa Madre Mia e della Trinità tutta.
Lo so che i teologi non sanno come spiegare ciò e sono impediti dalla concezione di essere tutori della alta nomea di sapienti; ma dove nome Dio è Tutto, essi si arenano. Tu sei rondine: non conosci le leggi teologiche, ma sai ciò che essi non sanno. Tu Dio lo senti e lo hai nella totale tua anima. Non ti preoccupare se oro tu non sai, ma tutto leggi nella tua anima che è parte della Mia totale Essenza, l?Essenza data a tutta la Creazione.
Dio è tutto e anche parte: una creatura è parte di lui. Meglio: è a Sua immagine creata; perciò è a Lui simile, non uguale. Una opposizione all?idea panteista è che Suo costante terreno vincolo non è tanto la Sua identificazione nelle cose create, quanto, mortale non, vostra possibilità di essere a Me portati nella vostra ultima dimora: a Me, non in senso di Essere, ma a Mia presenza viva, a Mia attuata amicizia, portata a tutta Mia umana, mortale tutela delle anime vostre. Amata figlia, posso a te dare Mio amore, ma non Mio velo alzare sulla Mia volontà ultima.
(6) Vo nella tua cara Teora e ancora amo portare tua esente morte nipote Em. alla tua fede. Reso è a tuo nipote El. tutta umana tutela e umana, sentita corsa alla sua antica amicizia con tuo nome. Sono Dio della vita e non della sua attesa al posto di lavoro, ma tuo dolore non posso non vedere e tanto leggo nel tuo cuore, montanara dura ma buona, che tuo desiderio sono disposto a destinare a fatto avvenire. Vero è, amata figlia, vero è, vero: tuo nipote El. sarà senza dubbio molto presto contento di essere tuo nipote e di avere posto a tuo dono nel tuo nome avuto. Sii "porta aperta" per tuo nipote e abbi dono, per merito tuo, per lui: il dono del suo lavoro.
(7) Se è orario, va?; ma poi torna a Me. Va?.
(ore 17, 00)
(8) Quod est portent sit portent et olens sit olens; portent tenet sortes et olens tenet partes et sortem a satis satis ore, melius oris urologis, non. Ma sommo Mio alito è, asserisco, più derivato da Mio Spirito che da Mio potente volere. Ti detto non Mio sapere, ma Mio amore. Assente è, assente, "attore" della sapienza, ma presente "attore", dentro Suo Cuore, dell?amore. Assente non è anche Suo potente volere, legato alla Sua antica pace terrena. A rendere più degno animo tuo è, asserisco, più oro saper morire amando, che lotta fare per sapere, lotta per vivere bene o per avere nome a tutti noto.
Assente sia da tua notte morte dell?anima, assente sia coro ma non sommo, alto legame con Santo Spirito.
Mosè Spirito Santo curò fosse presente nella sua notte, non solo, ma fece atto di non rovo ardente fosse non sentito. È suo monte ancora tanto meritato da coloro che tuo morto Gesù amano e accoratamente pongono loro Unico Dio alla sommità, là dove sorto è antico documento dell?Alleanza. Sinai è suo nome: ma senza rovo, oracolo non è più.
Rovo è assente dal monte, né rovo sarà più il segno che portare può a voi Mio messaggio. Mio messaggio fu portato da Mio Figlio e senza dubbio è perpetuato dal Mio Apostolo Pietro. L?oro dentro San Pietro è a Me dedicato e portato è stato laddove pace non c?è né voce, ma assente non ansia di Dio.
Sento tuo nodo demoralizzato per non essere stata capace di sentire pena per tua nuora. Barriera tu non puoi, corto suo polo, alzare, ma solo sentire sua pena per mortale suo nome; mortale, perché non sa suo animo elevare al di sopra di se stessa. Vero suo mondo è suo mondo, non altri. Tutto è sorto dopo ben tre anni, tutto è sorto dopo anni che erano non solo insieme, ma anche a te uniti con la loro anima. Morto Gesù pace tua anela.
Alzati: ti benedico nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo.
(9) Asserisco ancora: senza dubbio sole c?era, ma non era sole a rendere bianca la collegata ? occhio tuo non era abbagliato, né tu desti alla cosa pubblicità ? mantellina sul capo di suor R.. Povera donna, sei così onesta da non essere ora sicura della obiettività della tua vista. Sì, devi a suor R. dirlo: è una consolazione, e a lei sarà di aiuto nella sua vocazione alla sua santa via.
Adesso va?. Assai ti amo. Ti costo, ma tuo amore devi attuarlo ai tuoi fratelli. Va?.
Note di Alma
(1) Le astiose critiche, delle quali ho precedentemente parlato, mentre mi hanno irritata per le grossolane inesattezze, mi hanno anche fatto considerare la mia vulnerabilità.
(2) La Santa Madre di Dio e nostra non abbandona i Suoi figli quando sono piegati e avviliti.
(3) Sono stata particolarmente preoccupata di non essere in grado con le mie note di interpretare validamente la parola del Signore. Ma ancora una volta Egli specifica che esse hanno lo scopo di accompagnare il lettore attraverso il rapporto, fondato sull?amore, che si è instaurato fra Dio Padre e una Sua creatura.
(4) Ho chiesto al Signore se è possibile al demone inserirsi durante una Sua comunicazione ed ho chiesto anche se può essere manifestazione del cosiddetto "inconscio".
(5) "..mare" è riferito simbolicamente alla vita e la benevola considerazione usatami nelle varie vicissitudini della mia vita la intende rivolta a tutti, ad esempio dell?antica amicizia tra Lui e l?uomo.
(6) Em. ha subìto un?operazione che, grazie a Dio, è andata a buon fine. El. ha avuto seri problemi di lavoro.
Non ho osato elevare una preghiera, ma il Signore è misericordioso.
(7) È l?ora della preparazione del pranzo.
(8) Traduzione: " Ciò che è meraviglioso portentoso sia, ciò che è odoroso sia aulente; il portentoso governa le sorti e l?odoroso governa le parti e non tenuto è prodigio nella bocca, ma più opportuno di accesa voce molto partecipare ".
(9) In Parrocchia si è svolta la funzione con la S. Messa per ricordare il 50° anno della consacrazione di suor R.. Era inginocchiata, visibile a tutti dinanzi all?altare, nella divisa delle Suore della Sacra Famiglia. Qualche riflesso luminoso cadeva sulla sua testa ricoperta dalla caratteristica mantellina nera. Ma ad un tratto ho visto come sovrapposta un?altra mantellina, bianca, meno liscia, con qualche piega. Mi sono preoccupata, perché temevo che in seguito ad un movimento si fosse rovesciata forse una fodera bianca della sua mantellina. Speravo che qualcuna delle consorelle andasse a sistemargliela. Ma, benché il fenomeno fosse durato parecchio tempo, nessuno pareva occuparsene. Ho infine chiesto a mio marito se anche lui vedesse quella bianca mantellina sovrapposta. Mi ha risposto di no. Poi il fenomeno è scomparso.
ASSOMMO SIA TUO ANTICO DONO DI PURA E NETTA FEDE SIA PURO E NETTO AMORE E TI BENEDICO NEL NOME DEL PADRE DEL FIGLIO E DELLO SPIRITO SANTO: PUO? SANTO DIO SENZA BENEDIZIONE MANDARTI?
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Ritorno a te, urrà, povera, povera, povera. Sono Santo Spirito. Pace tu abbi.
(1) "Attore" ora è a tuo errato, vero non è, senso di quot patent, quot donum dimittes distant. Assente molto è tua pena. Vedo che tua mente passa da suo dolente "attore" a suo estraneo essere a sentimento di vero cordoglio. Quanto ti faccio non rimprovero, ma solo dolente esortazione a sorte tua avere, o Mia povera, povera figlia, dotata di degno amore! Resa ti ho molto triste, portata e assegnata totalmente a netta fede, vera fede e poi destinata a soffrire. Coraggio, anche tuo noto patto per mesto tuo animo, dunque non duro ma dolente, corale è a tuo Dio.
(2) Sono da tua mano levata, dalla assenza tua lottato, ed Io non voglio, non, assenza mai più avere. Patto pare tuo, ma è Mio; oro è tuo patto e oro è a tutto tuo antico amore, morto e vivo Gesù. Porto tuo dolore a tuo Padre, porto tuo dolore a Gesù.
Pace, pace, pace. Uomo "attore" è e attore assai estroso; suo corale nome non ha, ma si detta suo senso. E tu ora sii non passionale, ma non tu sii senza pace. A tuo povero dono non della tua penosa vita attua "Pane e Vino". Senti dentro di te ancora santa resa tua anima da tuo antico Amico amato, tuo Dio Padre e tuo povero Gesù. Vero è, vero è, vero. Abbi Dio a tuo cuore vicino, abbi Dio tornato a sommo, sordo non, "attore"; abbi Dio a tuo cervello attivo sempre accanto; abbi Dio a tuo sommo, coraggioso animo sempre vivo e presente; abbi con tuo spirito Dio, abbi pure Dio nella tua "Opera d?oro".
Può Dio a te ancora corta sorte determinare, dura, pesante e vorticosa; ma Sposo sono, Re, e occaso molto a tuo volto, senza dubbio ? e Me rendo padrone ? tu avrai e (a "nenna Mia" non posso darlo ora) sarà senza esposta, pure se a avanzata età, nuda, corrotta vista. So, so, so (3).
Amata figlia, tuo senso di disagio in chiesa è dovuto a netta differenza, e non atto di poca fede, tra tua partecipazione a Me nella tua dimora e assenza di pura meditazione nella santa determinata Liturgia. Ma sono dove tuo amore è e, anche se non esercito, asserisco, atto di pari peso, sono vicino a tutti voi, assente non, e porto Me a tutti coloro che ne meritano ? mesto sono per coloro che non meritano ? dono.
Assommo sia tuo antico dono di pura e netta fede sia puro e netto amore e ti benedico nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo. Può Santo Dio senza benedizione mandarti?
A tuo corto demone tu hai già risposto e mente tua pace non può, e tuo cuore ora atto di cordoglio non sa, fare: pace ha attuata.
E va?.
Note di Alma
(1) "Attore" viene qui definito mio marito, perché si mostra diverso da come è in realtà, e troppo spesso peggiore. La traduzione possibile della frase latina è: " ...quanto manifesti, quanto tu getti via lontano il dono ".
(2) Tristezza e abbattimento morale mi hanno fatto sentire lontana da ogni bene e distaccata persino dal buon Dio, mentre mi ero ripromessa di non lasciare mai la Sua mano.
(3) Le parole che appaiono incomprensibili sono la risposta ad un mio intimo e larvato cruccio di essere agli altri, nel mio aspetto in morte, molto sgradevole. Con " So, so, so " mi comunica sia la conoscenza di questo intimo pensiero che la comprensione per questa forma quasi vanitosa di pudore. Il vezzeggiativo affettuoso "nenna Mia" è tipico napoletano che si rivolge a giovane donna o a persona cara.