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lillo&greg:
telenauti nel vecchio mondo del bianco e nero

Le due Iene tornano su Italia1 e si danno al variet� mettendo a confronto la televisione del passato con quella di oggi frenetica e a colori

di RITA CELI
(tratto da Musica! n.238, inserto de "La Repubblica")

    Un viaggio nel tempo, guardando il futuro dallo schermo di una tv in bianco e nero di trent'anni fa. Fa scalpore l'uscita di un film, Easy Rider, crea il panico lo scioglimento dei Beatles, mentre Bobby Solo-Iva Zanicchi vincono a Sanremo con Zingara. E' il 1969 visto da Lillo & Greg. Dopo le incursioni da Iene, le due anime di Latte e i Suoi Derivati sono tornati su Italia1, questa volta con un programma tutto loro, Telenauta69 (in onda il marted� alle 23 circa). Un variet� che tornal al passato, in bianco e nero appunto, messo a confronto con la tv a colori del 2000. Cinque puntate che ricostruiscono esattamente uno studio televisio degli anni passati, con tanto di valletta, Morena De pasquale, perfettamente in parte, e ospiti musicali, tutti inventati ma in stile. Sono loro a scrivere e interpretare le canzoni dei Blues Willis, e sono ancora loro a interpretare le scenette, con una tale attenzione ai dettagli che sembrano veramente "recuperate" da qualche archivio della Rai. Certo, a sentire Lillo (Pasquale Petrolo) e Greg (Claudio Gregori), il motivo principale che li ha spinti a costruire un programma in bianco e nero � stata la voglia di presentarsi in smoking - come Luttazzi, Panelli, Walter Chiari - con la valletta e i balletti, gli stacchi, le coerografie, i costumi e le "scenette". <<Io e Claudio siamo nati come ideatori di gag>> racconta Lillo <<ma oggi la scenetta in tv sta sparendo, e noi volevamo tentare di renderla di nuovo viva e interessante>>.
    Detto questo, i due si dichiarano appassionati di quel modo di fare variet�: <<E' impresso nella memoria, e lo rivediamo volentieri quando a notte fonda trasmettono vecchie puntate di Studio Uno o Canzonizzima. Nel nostro programma proponiamo quel modo di fare tv, senza parodiare o esagerare, ma ricalcandone soprattutto il ritmo diverso, i tempi pi� rilassati che permettevano di inserire momenti comici, di presentare con tutta calma, insomma niente a che fare con la frenesia dei tempi odierni>>.
    Il tutto senza voler fare revival o trattare il tema con nostalgia, ci tengono a precisare, ma solo ricreare una certa atmosfera tipica del variet� degli anni Sessanta, messa a confronto con quella che si vive nei programmi della tv di oggi, tra televendite, spot, talkshow. La differenza tra le due � talmente netta che persino la regia � distinta: affidata a Alessandro Baracco per la parte in bianco e nero, mentre quella del "futuro", a colori, � firmata da Giambattista Avellino, che � anche coautore.
    L'unica cosa vera sono i frammenti di programmi degli ultimi tempi, cui si aggiungono i falsi "a colori" come gli intermezzi di mago Forforella e Topo Lillo (che hanno riporposto solo una parte di Otto il passerotto, un hit di LSD), la "Barzelletta triste" o la rubrica sportiva "la palla � rotonda". Un ulteriore nesso tra le due epoche televisive � sottolineato anche dal fatto che i conduttori del '69 guardano il futuro (attraverso il "futurello", un marchingegno che permette di muoversi nel tempo) e vedono come sono cambiate le cose, non solo in tv. La mancanza di tempo e di soldi per poter ingaggiare ospiti ha di sicuro aumentato il loro impegno, visto che interpretano tutti i personaggi, sia del passato che del presente, ma ha anche dato la possibilit� di vedere Lillo & Greg in azione in tutte le loro sfaccettature, peraltro collaudate per anni con i Latte e i Suoi Derivati. I loro concerti erano cabaret, musica, spettacolo, seguiti da numerosi fan romani. Poi � arrivata la tv, e si sono messi in proprio: <<Dopo otto anni di concerti e spettacoli, avevamo bisogno di un diversivo>> concludono i due, che non hanno alcuna intenzione di chiedere al futurello cosa accadr�. <<Per ora va bene cos�, l'importante � divertirsi>>.

                                               

                                                                                                            Sergio (pampero)

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