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(dal CdS)
- Per la serie �le ultime parole famose�. Nel
numero del 18 ...
- Per la serie �le ultime parole famose�. Nel numero del 18 maggio
�Variety� quotidiano aveva titolato la recensione del film �Dancer in the dark�: �Von
Trier takes "Dark" misstep� (�Von Trier fa un "buio" passo falso�).
Incipit dellarticolo di Derek Elley: �La leggenda di Lars von Trier, in parte
meritata, in parte autofabbricata, crolla a terra con "Dancer in the dark", due
ore e mezzo di una esibizione di compiacimento autoriale che costituisce una bancarotta
artistica a ogni livello�. Visto che il giornale americano � considerato la Bibbia dello
spettacolo, mentre la Salle Lumi�re risuona ancora degli applausi trionfali per il
regista danese (Palma doro) e la sua travolgente protagonista Bj�rk (migliore
attrice) bisogna concludere che anche la Bibbia pu� sbagliare. Altro che crollare, von
Trier si conferma uno degli artisti pi� innovativi e geniali del cinema moderno. Quello
toccato al collega Elley � tuttavia un incidente che pu� capitare a tutti passando al
setaccio i film in un festival come questo, sempre ricco di offerte e sorprese; e lo dico
serenamente perch� ho corso lo stesso rischio avendo ieri maltrattato il film di Hong
Kong �In the Mood for Love� che ha entusiasmato pubblico e giornalisti. E se invece di
limitarsi a premiare il bravo interprete Tony Leung gli davano la Palma, che figura
facevo?
Il fatto � che dentro il vortice del festival, passando da una proiezione allaltra
secondo ritmi frastornanti (a quando una presa di posizione di cineasti e quarto potere
perch� la razione giornaliera sia ridotta a un massimo di due film in concorso?) siamo
tutti non dico un po pi� stupidi del solito, ma certo impazienti, affaticati e
spesso ingiusti. Perci� va elogiato il lavoro di una giuria altamente professionale,
presieduta da un vero uomo di cinema come Luc Besson (il membro italiano era Mario
Martone), che ha dovuto operare dolorose esclusioni (vedi Liv Ullmann, Oshima, Loach,
Coen, Gitai e altri), eppure nel complesso si � mossa bene sottolineando i valori di film
come �Lavagne� delliraniana Makhmalbaf, �Yi Yi� del taiwanese Yang (davvero
bellissimo), �Il diavolo sulla porta� di Weng (altro cinese di spicco, speriamo che il
premio lo aiuti nella battaglia contro la censura del suo Paese). Sottolineo con un
po di malizia che i francesi, presenti in forze e accolti dalla stampa transalpina
con aggettivi deliranti, non si sono portati a casa niente. Insomma, se la Francia ha
rifiutato il cinema italiano, la giuria ha rifiutato il cinema francese. � irresistibile
la tentazione di parafrasare il padre Dante: cos� sopera in voi lo contrappasso.
Sergio (pampero) |
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