La cronaca del Gaucho
Pascetevi, o voi genti barbariche, delle luminose verba del sommo prosatore (e mai prosaico) Fabio.
Una mattina limpida mi sorprende mentre
sto seduto nel letto rigirandomi tra le mani il futuristico
databank di mio fratello mentre mi chiedo perche' non abbia
suonato. Quando il trillo elettronico squarcia il silenzio della
casa, per poco questa breve cronaca non si trasforma nella
cronaca di una giornata passata all'ospedale a causa di un
infarto e delle susseguenti botte amorevoli di mio fratello per
il databank distrutto. Cosi' alle 7.00 balzo in piedi, pronto ad
affrontare la giornata; ma soprattutto con appena quei 18 minuti
per fare colazione, lavarmi e vestirmi. I due minuti restanti li
riservo per eventuali problemi. Dieci minuti mi servono per il
tragitto casa stazione. Due minuti per il biglietto, tanto chi
vuoi che ci sia in stazione a quell'ora. Infine finalmente il
treno, alle 7.34 spaccate. Organizzazione di Fabio: piccolo
zainetto adatto a contenere al massimo quattro libri formato
tascabile, ciabattine antiustionamento dei piedi, telo mare
residuato di una vacanza e oramai totalmente scolorito, costume
boxer tipo avvolgente, finta crema solare protezione 8, maglietta
di ricambio per evitare eventuale ritorno semi nudo, occhiali da
sole, occhiali da vista, set completo del piccolo oculista. Al
terzo tentativo di chiudere lo stramaledetto zainetto, ormai dopo
aver superato il tempo limite delle 7.20, inizio a vagliare
diverse possibilita': utilizzare la valigia, fare il bagno nudo
e/o in mutande, rischiare il ritorno a petto nudo, non asciugarmi
affatto. Dopo alcuni secondi di panico e la ricerca di un
marsupio, nel quale travaso gli occhiali da vista e il set
completo del piccolo oculista; riesco a chiudere lo zainetto
facendo assumere alle ciabatte strane posizioni derivate dal
kamasutra indo-vietnamita. E sono fuori. Le 7.26. Sei minuti
oltre la tabella di marcia, inizio a camminare a passo spedito
verso la stazione. Nella via centrale inizio a incrociare strane
presenze inquietanti di donne cariche di borse, bambini, ma
soprattutto ombrelloni ...... il problema e' che a Novi non c'e'
una spiaggia ..... il problema e' che il mio treno fa tutta la
riviera genovese ....... il problema e' ........ la coda! Inizio
a correre, non uno scatto improvviso, ma piuttosto un crescendo
stile partenza dei 10000 metri piani. Ma arrivo primo. Alle 7.32
in punto. Salgo sul treno diretto per Livorno, e scopro che il
treno in questione effettuera' fermate eccezionali, declassando
al rango di carro trainato dai buoi. Subito dopo Genova Quinto e'
la fine. Le stazioncine nascono spontaneamente. Sembra quasi un
autobus, si ferma dove vede un crocchio di persone. Alle stazioni
delle cinque terre rasentiamo la farsa. Queste stazioni sono
intelligentemente poste sotto un galleria. Per questo motivo
bisogna attendere che tutte le persone scese siano uscite per far
ripartire il treno. Il che e' frustrante, soprattutto quando una
signora ha deciso di portarsi tutto il salotto, parte della
cucina, ed il bagno al mare ........ totale: quindici minuti di
fermata! Finalmente Forte dei Marmi, poi Viareggio ...........
Gia' dalla porta intravedo il Frusta, poi scendo e posso
finalmente conoscere Sky (dal cappellino) e Paliddo (per
esclusione). Intanto stanno circolando voci incontrollate sul
treno della dea Mae*. Frusta tenta di allietarci il tempo
offrendoci patatine. Scopriremo piu' tardi che e' solo un'abile
mossa commerciale per farci cadere vittime della sete, avendo lui
una percentuale sulle bibite della stazione. Inverno e Paliddo
cadono subito nel tranello recandosi al bar locale. Intanto
arriva la Sere, avvertita via apparizione divina dalla Dea Mae*.
Poi finalmente tra squilli di trombe e festoni, arriva il treno
della mitica Dea*. La trepidazione attanaglia i nostri trepidanti
adepti, poi una cascata di capelli neri si avvia decisamente
verso di noi. Ed e' tripudio. Scopriamo che la dea Mae* ha
passato ore guardando foto, perche' ci riconosce al volo,
compreso Paliddo che nessuno aveva mai fotografato prima, poi
Inverno si prostra ai suoi piedi offrendosi di portargli la
valigia. Inverno regge a fatica il peso
della valigia, scopriamo cosi' che il Colosseo non e' stato
danneggiato dal tempo, e' Mae* che commercia illegalmente i suoi
pietroni, trasportandoli durante i suoi viaggi. Fuori dalla
stazione Inverno ci mette dieci minuti per spiegarci il suo piano
di spostamento, che prevede l'utilizzo di quattro macchine, otto
motociclette, un elicottero e un cocchio dorato trainato da fan
di Chicago Hope. Il tutto per otto persone. E l'allegra brigata
parte. Capo fila e' la Sere-Hakkinen che, protetta dal suo fido
scudiero Inverno-Choultard, riesce a dileguarsi al primo
semaforo. Per fortuna la luthor-mobile e' provvista di radar e
riusciamo a riagganciarli. Forte dei Marmi e' una bolgia vivente,
pieno di gente, macchine, motorini e vigili che fanno portare via
macchine. La Sere ci porta al bagno Felice, entrando nel
parcheggio privato. Notiamo l'incredibile botta di fortuna di
Inverno che parcheggia esattamente davanti al bagno, mentre a noi
ci tocca affrontare una lunga camminata. Davanti al proprietario
del bagno la Sere sfoggia la sua faccina alla George Clooney,
cercando di intenerirlo e fare entrare quell'orda di assatanati.
Ma e' l'intervento della dea Mae* che si eleva a mezzo metro da
terra che risulta decisivo. Dopo una foto degli adepti in
adorazione della dea Mae*, il gruppo di adepti occupa
abusivamente l'ombrellone della famiglia Rosati. Mentre tutti si
svestono pronti a buttarsi a mare, Inverno inizia a fare strani
riti propiziatori. Inizia cospargendosi il corpo con la crema
sacra di Prato, poi decide di tenersi lo stesso la maglietta,
salvo capitolare quando l'allegra brigata si tuffa in mare. Dopo
aver preso confidenza col mare toscano, si decide di cercare un
pallone. Subito la Sere si presta volontaria disperdendosi
immediatamente nella spiaggia. Dopo essere usciti dall'acqua ed
aver affrontato la pericolosissima prova della doccia fredda, la
Sere si ricongiunge a noi. Si incomincia a parlare del piu' e del
meno, si iniziano a scattare foto alla dea Mae* fino a quando
qualcuno inizia a dubitare. Sara' veramente lei? Si decide di
porre alcune domande chiave su George Clooney, tipo qual'e' il
suo numero di scarpe, in quale lato del letto preferisce dormire,
se preferisce gli slip o i boxer. Per la gioia di Inverno, a
questa domanda risponde il guardaspiaggia Mitch che stava
passeggiando per caso da quelle parti. Mentre tutti si domandano:
ma ci sono anche le bagnine? viene l'ora di pranzo e l'allegra
brigata si sposta al bar del bagno. Qui tra bigliettini che
spariscono e focaccine che sono tutte pronte ma arrivano alla
spicciolata, si continua a parlare e fare foto alla Dea
riconosciuta. Mentre Inverno da' una lezione medica spiegandoci i
problemi di una congestione dopo pranzo, il discorso si sposta
sull'universita', cercando di dissuadere i poveri ragazzi che
vogliono iscriversi ad ingegneria. La Dea Mae* continua ad
insistere sulla favola secondo cui a ingegneria a Roma, ci sono
un sacco di belle ragazze. Ovviamente nessuno le crede e mentre
Luthor e Sky ci intrattengono con aneddoti sull'universita'
milanese, la Dea Mae* decide di dare una prova della sua potenza
scaricando un fulmine su un pennone a pochi metri dal gruppo di
adepti. Subito il panico si diffonde nella spiaggia. I bagnini
fanno chiudere ombrelloni, i bagnati escono dall'acqua, mentre
gli adepti si prostrano facendo vedere alla Dea l'articolo su
Ciak riguardante George Clooney. Finalmente la Dea si placa e
l'allegra brigata puo' fare il secondo bagno. Dopo l'ultima
chiacchierata, le ultime foto, devo lasciare l'allegra brigata e
affrontare il viaggio di ritorno. Inverno decide di accompagnarmi
alla stazione, salvo poi accorgersi delle sue scarse cognizioni
della viabilita' di Forte dei Marmi. Cosi' si offre la Sere per
accompagnarmi. Grazie alle sue notevoli capacita' di pilota, ed
alla sua conoscenza delle vie di Forte dei Marmi, che ci portano
ad attraversare un ponte tibetano ed a superare una jeep del
Gamel Troophy, riusciamo ad arrivare alla stazione in tempo per
il treno. Tutto il resto e' storia.