LA SOL

Io ho cercato di svelare i segreti dell’immenso

MI FA#-

disegnando i contorni di figure senza senso

LA SOL

descrivendo le emozioni che s’infrangono nel vuoto

FA MI4

di silenzi sopportati dalle menti inconcludenti.

LA SOL

Tu sognavi un nuovo modo per creare un falso mondo

MI FA

colorando spazi eterni, l’uomo, il mare ed il tramonto

LA SOL

e sperando nella forza che infondevi nelle forme

FA MI4

alle quali tu affidavi la tua vita e la tua sorte.

DO LA7+

Ma sapevo che alla fine ci saremmo ritrovati

FA MI7

forse insieme in una stanza dai tappeti consumati

LA RE

e mentre gli occhi indiscreti delle mille pareti

RE SOL LA RE

fisseranno il tuo sorriso dolce e irrequieto

SOL RE LA RE

guarderanno il tuo corpo sottile e malcelato

SOL RE LA RE

leggeranno i tuoi pensieri più profondi ormai svelati

SOL RE LA7 RE

rideranno senza freno del dolore della gente.

 

FONTANE DI PIAZZA

re / sol / re / mi-

si- / la / si- / sib

re / sib / do sol / re

si- / fa# / sib / la

si- / sib / la-7

re / do re /sol re

si- / la si- / mi si re

re sol sib la7

sol fa# sib la

RE RE/SOL

Ho visto palazzi trasparenti

RE RE/MI

ho visto case senza tetti

RE RE/FA#

la gente affacciata alla finestra

SI- SIb LA / LA7

guardava su nel cielo con gli occhi stanchi.

Per le strade illuminate

solo in un angolo nascosto

un vecchio ragazzo di trent’anni

cerca invano il suo passato lontano.

I cani calpestano incoscienti

i verdi prati custoditi

mentre le anziane educande

non sanno più che pesci pigliare.

Una donna porta a spasso

il suo bimbo in carrozzella

lui sembra quasi che le chieda

"ma tu chi sei, che ci sto a fare io qua?"

Lungo il viale affannato

dieci cento mille volti

vòlti sempre alla ricerca

di una maschera che li faccia sparire.

Poiché il mondo è fatto a scale

c’è chi scende e c’è chi sale

ma a salir son sempre quelli

una cruda battaglia ci allontana dai nostri giochi.

I campanili della grande chiesa

sovrastano imponenti la fiera piazza

migliaia di infermi colombi bianchi

cercano ristoro nelle mani dei passanti.

In mezzo a formiche nere luccicanti

nel sole d’agosto che bagna le strade

una sirena è il richiamo a distanza

di quelli che han perso l’orientamento nel mondo

Vecchi discorsi senza storie

tristi ricordi di un tempo andato

a piedi nudi sopra la terra

degli eroi e dei briganti

Freschi eserciti di condottieri

armati ai denti per le feste

riducevano i fondi a polveri bruciate

e i contadini sconfitti a guardare le stelle.

I tiepidi venti autunnali

asciugavano le torte alle finestre

rivolte e sommosse popolari

è la storia vista in cassetta.

Ora la piazza è deserta

l’acqua zampilla senza sosta

i vetri riflettono rossi fuochi

per un’eterna vendetta.

 

PAURE

LA 7+ MI

Alzare gli occhi in quei momenti e vedere in te il colore

LA 7+ MI

di una notte senza luna, e il coraggio è già svanito,

FA#- SI 7

ricoprirti di carezze non serve a molto poi,

MI LA

se la luna non sorride e non ci porta via.

MI 4 SI

Riprendiamoci per mano e parliamo del passato

FA#- LA MI

il futuro può aspettare, devo dirti tante cose.

Dici che dovrei parlare, che non si può cambiare

accettarmi in questo modo non risolve i tuoi problemi

ma la sicurezza che tu cerchi e dici non trovare

fa parte dei tuoi sogni io ti voglio aiutare

e raccontare tante storie, scoprir le nostre voglie

ci potrà portare ad un tranquillo nido, sai.


Gli orizzonti che vediamo sono linee insicure

la vita ci costringe a non avere più paure

gli amici e i dolci affetti soccorrono i rimpianti

ed ecco che domani noi saremo veri amanti

e ci ricorderemo dei giorni infelici

senza rattristarci, e guardando alla vita.

La vita che ci han dato, che possiamo consumare,

sprecare in un tramonto e sparire con un grido...

Ma una cosa è più forte, che ci può salvare adesso

tra le lacrime amare di un discorso senza voce

Sale il suono acuto e lento di un dolore a volte spento

ed i giorni che verranno copriranno i nostri errori.

 

LA COSCIENZA DELL’UMILTÀ

LA- SOL DO

Guarda quella casa, lassù in collina, c’è ancora gente questa sera

LA RE- MI

la luce accesa, la finestra aperta e una verde bandiera

LA- SOL DO

verde di speranza verde di dolore, qualcuno alla porta

LA RE- MI

dice "è inutile cercare tra queste mura c’è solo un’anima morta",

LA- SOL DO

e tu che stai ascoltando attento, senza emettere un sospiro

LA RE- MI

vedi lontano ombre di santi che si piegano verso il cielo scuro

LA- DO SOL MI

scuro rosso sangue di corpi imbalsamati che non sanno più parlare

LA- SOL MI MI7

ricordi di una vita, nudi ai ceppi incatenati, nel risveglio della primavera.

Guarda quella strada ormai da tempo abbandonata, non sai dove ti porterà

conosci il tuo destino, non sperare nella sorte o in giorno lontano

lontano come Dio da secoli nascosto appeso ad una croce in un’umida parete

di una vecchia trattoria senza più luci ed insegne con la porta sbarrata

sbarrata come gli occhi di un bambino spaventato alla vista di un fantasma

coricato in un letto si copre il volto con le coltri e sogna di andare

via dai sentieri impolverati, dalle vetrine di fresco imbiancate

via dagli incroci ormai deserti, dai palazzi che brillano spogli di vita

E i discorsi giù in cantina così pieni di entusiasmo e di degna civiltà

il postmoderno qualunquismo, metafisica e empirismo nell’odierna società

credevamo di volare, eravamo più che certi che non avremmo sbagliato

ma era solo un’illusione, ora comprendiamo il nostro errato passato

imposto dagli schemi di un’effimera reazione, mentre in cuore ridevamo

eravamo dei ribelli, degli spiriti moderni, ma solo a metà, perché

infine abbiamo visto che era inutile scherzare, in mare gettavamo dei fiumi di parole

vedi ormai vicina la luce del giorno, la coscienza dell’umiltà

Guarda quella casa, lassù in collina, non c’è più gente, questa sera

il buio la nasconde agli occhi dei passanti, che se ne vanno via, lontano.

 

PRIMO MARZO

MI LA7

Eravamo inseguiti come cani bastonati

MI RE7

ma felici senza paure

trasportati da entusiasmi di una storia da iniziare

senza una meta, senza pensare

tra la gente era vergogna, la saliva senza peso

asciugava le mie labbra

di nascosto in una stanza ho incontrato il tuo viso

già in calore come il mio

SOL RE

Ed è per questo che a volte ho mentito

ho provato a celare i rimpianti

ma alla fine mi sono deciso

SOL LA RE

ho scelto la strada più lunga che porta all’amore.

Lunghe ore sopra i libri tentando

invano di isolarmi, un pensiero m’irretiva

quel mattino in una stanza ho saputo imparare

un mondo nuovo di dolci affetti

non valeva alcuna pena crearsi un futuro

senza cuore né dolore

tristi cose mi han costretto a fare scelte importanti

ma io sono sicuro

e non posso rimproverarmi

sono contento, questo basti

col passare delle ore, io mi sono convinto

che questo è amore

e dolore.

 

ERA UN GIORNO

RE DO SOL RE DO SOL

Era un giorno d’inverno avanzato e le foglie spuntavano già

RE DO SOL RE DO SOL

su quei rami imbevuti d’asfalto tra i palazzi in centro città

DO MI- RE DO MI- RE

il lamento di un cane tradito, senza ristoro nessuna pietà.

Le case ascoltano in silenzio le note di questa canzone

testimoni di un amore violento consumato dietro la stazione

mentre un ragazzo dalla vita deluso, si inietta il sangue della sua perdizione

Era un giorno assolato d’inverno, la luce bianca riscaldava i tetti

le vie eran colme di gente normale, per la strada massaie e studenti

agenti in divisa e poi negozianti, le vetrine straripanti di giochi.

Il tuo viso riflesso nel vetro, i tuoi occhi d’intenso colore

il mondo nelle tue mani gira veloce e non si ferma mai

se lo vuoi, ci possiamo provare, sento battere forte il tuo cuore.

Era un giorno diverso da un altro o fors’era un giorno come tanti

non ricordo quel che dicesti, io non sapevo come parlarti

ma sentivo un pianto da dentro salire, e scoprire affanni passati.

Quell’incanto non si è spezzato sotto il peso di mille sventure

come un bosco imbiancato di neve rischia la morte ma non finirà

e lo spirito di queste mura non sarà mai sazio di noi

e lo spirito di questo mondo si prenderà cura di noi.

 

CANTO

LA-9 DO7+ DO-5/9 FA

Il canto delle sirene accoglie inquieti i caldi venti

SI7 SOL-

e i marinai sono contenti

LA RE- SIb7

Senti fischiare una nuvola in cielo, credi all’amore,

MI7

a quello vero

Il mare in tempesta affascina i cuori, rivela il calore di un sonno profondo,

è la vita che scorre d’un fiato

Non ti lascia il tempo e sei già passato.

I cani ballano soli, non comprendono quello che hanno imparato,

non sanno trasmetterlo ai figli, né agli amanti dal cieco candore

È il treno che fa tremare i binari d’acciaio

temprato al passaggi di mille convogli

già senti l’affanno

Le serrande di questo baraccone si chiudono in fretta

non filtrano più le voci che per anni ti han fatto ascoltare

E non sai più cosa a pensare.

Ti copri il volto con un giornale

leggi per caso di un pazzo infoiato che perso la luna nel pozzo

e non sai cosa fare

Provi a chiedere a un aguzzino, a una puttana, ad un bambino

ma la musica è sempre quella,

ha perso la luna e ha perso l’amore.

E grida forte nella notte buia

sale sopra un tetto e grida più forte dei grilli

più in alto delle montagne

Lo sentono in tutta la valle

Lui resta senza respiro, una voce sottile sottile:

"piuttosto che un vecchio ed infermo governo,

meglio la morte, e vado via.

Saluta’ a’mammeta. Ohibò!"

 

VALE UNA VITA

la si- sol / do9 la9 / re

RE LA

Una tempesta da tempo attesa

SOL SI

è arrivata, devi cambiare

SOL MI7

Non puoi fermarti ad aspettare

LA9 LA7 /RE

sulle panche d’una fredda chiesa.

In un giorno così sereno

mi ritrovo in pieno inverno

come un viaggio giù all’infermo

la chitarra, un pezzo di legno.

Dentro ai sogni di un bambino

è così facile giocare

ma la vita è un’altra cosa

niente onori, poca gioia

In un momento d’incertezza

diverse vie hai da provare

E la scelta la devi fare,

nessuno poi ti potrà aiutare

Con estrema decisione

la bilancia non ti serve:

da una parte, ignoto e amore,

e dall’altra, sicurezza

Ma in fondo l’incertezza

di un futuro aperto e dolce

rompe il filo che ti lega

e per questo vale una vita.

 

LAUDATIO TEMPORIS ACTI

RE / LA7

I nostri avi si arrangiavano a campare ogni ora

poi il progresso li ha cresciuti a pensare sempre meno

Più in fretta l’esistenza si consuma senza tempo

l’età media si sta alzando, ma si invecchia sempre prima

Lo stress e il consumismo sono spalti di una guerra

che tutti noi abbiamo davanti, ma combattiamo isolati

SOL / RE7

L’aiuto che può darci un sereno trapassare

per lo più, è solo un bel sogno e si vuole solo dormire

E fermarsi per un’ora a trascendere gli eventi

che ci bloccano il pasto e dobbiamo riposare

in quell’ora sospirata la mente va a ritroso

riconquista un terreno che ai più sembrava perduto

DO / SOL7

I ricordi dell’infanzia si stratificano leggeri

una casa, un cancello e il vecchio cane Fido

la paletta il secchiello ci sovvengono nel buio

e la spiaggia di un tempo è svanita come l’aria scura.

E i canti che innalzavamo nel tepore di una sera insieme

fanno parte di quel passato che a volte fatico a soffrire

RE / LA7

La chitarra scossa dal vento emana un flebile messaggio

come il richiamo a distanza di un amico che ti cerca invano

Alla fine ti ritroverai dentro a un folle calderone

e i ricordi sono un perno sicuro per alzare il dito al domani.

 

ESORDÌ QUEL GIORNO CON IDEE MALSANE

RE SOL RE

Sono entrato in questo mondo pensando da gigante

RE SOL RE

ho visto le mie idee dominare chi è potente

SI- FA# SOL

sto per ricominciare, per donarmi alla gente

RE SOL RE

senza più frenare i miei istinti da elefante

FA DO Sib RE-

E forse è per questo che mi cimento adesso

FA SOL Sib DO

in un gioco senza norme dove il fuoco più non brucia

Son cresciuto in questo mondo con le palpebre abbassate

ma i miei occhi incandescenti non sapevano subire

molte cose ho imparato: primo, non volere troppo

secondo, quando serve è necessario abituarsi

terzo, sai che il vento ti trascina via nel freddo buio

e infine non ti scaldi se non sei riconoscente.

Ora sono pronto all’esame decisivo della vita

so di esser preparato, non ci faccio molto caso

la riproduzione non dà spazio a crude riflessioni

ecco che il momento fa tremare i sogni andati

Prendi quanto più non puoi, hai bisogno di nutrirti

bevi e rigetta ciò che non potrà servirti.

 

LA RE FA SOL

Prendimi la mano e ascolta il fiero vento

Sib DO SOL / RE

che soffia da lontano dentro noi

LA SOL FA DO

Risveglia i tuoi istinti e riportali alla luce

RE LA RE

accendi la tua bieca oscurità.

Fatti noi non fummo per viver di nascosto

condanna la tua storia, emendala se puoi.

Il maggior tiranno di tanto sentimento

non, non è il dolore, ma la nuda volontà.

 

THE SPIRIT OF THE WORLD

RE LA

I can’t forget the time we first met

RE LA MI- SOL

the radio was on and we both belonged

RE LA

to the spirit of the world that lies behind our eyes

RE- LA-

and lights our solus as shadows in wet summer nights

MI- SOL SOL/RE

and I was strolling about lonely outside

RE LA

Now you were searching for a reason to be glad of your life

RE LA MI- SOL

turn your head and look back, you find just worn-out days

RE LA

your past has been a kind of merry fair

RE- LA-

Well, the nailsman smiles at you and asks if you’d like to try

MI- SOL

shooting gallery glitter in the sun

RE LA

and sell you what you knew

RE- LA-

Neither jingles in the air they’re just hanging to your doors

MI- FA#- FA#

whitewashed windows are controlled by hardliving gangs

RE LA

guns blast over the streets are like spikes through your hands

RE LA MI- SOL

and the force of growing young is just striving to win your bed

RE LA

None of us was so close to men

MI- SOL RE

many have gone, many lost their fights struggling hard

SOL RE

against the crimes of City nights.

 

SOLO TU

Sono stato 10 anni in questa cella pensando a cosa fare

le strade eran buie, non riuscivo a vedere più in là

Notti dietro le sbarre di una lurida baracca

gli occhi illuminati da prati foreste e un focolare

Come stai tra quelle mura, lì ti trattano bene?

perché non ritorni a casa, tuo padre ci ha lasciati, sai

Ci manchi tanto, perché l’hai fatto, Rosy chiede sempre di te

È un’indicibile follia che ti ha spinto a questo gesto

È una malattia, un’inarrestabile mania

che ti tasta il polso, che ti ha fatto fesso

Quanta gente che si deve scannare

mentre il mondo va avanti, nelle tonnare

Questo è un gioco di baracconi,

ricordi in campagna, non ci pensavamo

volevamo le stelle, i palazzi, la vita:

rimane nient’altro che una storia finita.

Sono stanco di questi discorsi, non c’è ragione che mi possa salvare

devo stare in silenzio per ore per poi dormire e non pensare più

solo tu, solo tu sei qui ancora... Torna a casa, vedrai

il sole canta, chiudi gli occhi, ci sei solo tu.

 

ULTIMA NOTTE

LA- SOL RE DO

Ho incontrato in un locale una sera tarda e fredda

LA- SOL RE MI-.

due occhi incavati sopra un mucchio d’ossa

era solo senza amici con i gomiti piegati

sul bancone appoggiati e i vicchieri pieni di veleno.

Non parlava con nessuno, restava fisso a pensare

a crearsi dei ricordi di tempi mai esistiti;

un’immagine sfocata di una vita ormai lasciata

gli correva sotto i polsi e il freddo marmo lo gelava.

Ma un tempo era diverso anni fa sotto il cielo

coperto e rabbuiato senza sole poi sereno

in un mondo a lui ostile ha perduto il suo conforto

e richiama alla memoria occhi grigi densi di pietà.

LA SOL FA# SI-

E fu proprio in quell’istante che il vento dirompente

SOL LA RE MI

entrò improvviso nella stanza e lo colse senza avviso,

a quel punto, senza niente, lui decise di lasciare

ritornare alla sua terra, il suo nido era là.

Due angeli infuocati lo portarono in alto

si svegliò come d’incanto e sulle ali si avviò

verso il cielo e le valli sempre verdi, in mezzo al mare

una musica tonante lo spronava e diceva "va!"

Vai verso il fuoco, verso l’aria o verso il mare

ricorda che nessun’altro sarà in grado di volare

la folla da lontano assomiglia a un esercito

di formiche nere indaffarate, solo da bruciar!

Al di sopra di ogni tetto, al di là delle frontiere

vedi i pascoli e i torrenti fluire ai tuoi piedi

le città e le foreste sono nulla al tuo sguardo

con un soffio se lo vuoi potrai spazzarle via.

I sogni, caro amico, sono belli quando sogni

ma poi, al risveglio, l’odore della notte

ti ha colpito senza sdegno e tiriporta alla realtà,

con i gomiti piegati stai seduto in un vecchio bar,

e la gente ti osserva con sospetto e se ne va.

Rimani solo nella notte senza senso

ti rialzi e respiri l’atmosfera del silenzio,

il silenzio di un’ultima notte al bar.

 

SOTTO IL CIELO DI MEKNES

RE / LA / RE / SOL

Ormai ho dimenticato da dove sono uscito

il luogo che ho lasciato, il volto che ho vestito,

una luce alla finestra mi diceva: "Vai, è tardi..."

sopra i colli una ginestra cresceva lenta in mezzo ai cardi

Nell’orto di mio nonno ho trovato un quadrifoglio

sono andato in autostrada, ho guidato senza soste.

In una lunga scia d’asfalto ho incontrato molti fari

mi guardavano negli occhi, quante volte mi han gelato

Una lucida berlina mi ha strappato alla mia terra

tra i valichi e i fossi non sapevo dove fòssi.

Mi han fermato in piena notte, ero perso in mezzo al buio,

ho cercato di spiegare, non volevano sentire

Ho deciso di cambiare, mi son dato all’autobotte

trasportando gas metano, olio, latte e benzina

molta gente mi scherniva, non potevano capire,

pioggia battente sulla strada, nuvole scure

su nel cielo di Meknès.

Cielo azzurro, amico mio, mi hai seguito fino ad ora

sempre in alto a custodire le mie azioni e i miei detti

le parole a torso nudo a una gracile ragazza

le ciabatte consumate e le scarpe quasi rotte

quegli occhiali da cerbiatta li conservo nel mio cuore

non ti perdo tanto in fretta tanto so che c’è l’amore

con i denti impiombati ti ricordo con dolore

e le gonne mozzafiato mi facevano morire

Un’animale incandescente han trovato, era da solo

gli hanno chiesto "tu chi sei", ha risposto "sono il Solo",

e con voglia e con dolo ho infilato la mia testa

in un giogo troppo grande, e do ragione alla maestra

che all’asilo ti diceva "tu pasticcia su quei fogli,

non ti devi preoccupare, il tuo scopo è giocare"

solo quando sei cresciuto non ti sfuggono le note,

non avrai più aiuto, paga quello che ti han dato

sotto il cielo di Meknès.

Sei partito per un viaggio che ti avevano augurato,

ma dovevi proprio andarci, e adesso che ci sei entrato

te la senti di provare, se ti sembra giusto.

Molte cose hai calpestato, con i piedi senza suole,

sotto quell’ombrosa tenda un tè alla menta ti hanno offerto

non potevi rifiutare, come puoi contraccambiare,

io mi sento della musica alta a tutto volume

non mi importa più di niente, neanche del cerume

che mi ostacola l’udito, e fatico ad ascoltare,

ma tanto già so le parole e le canto a squarciagola

mentre le stelle stanno a guardare in questa notte da briganti

le montagne all’orizzonte disegnano giganti

Quanto conta nella vita non si sa dove cercare,

ho girato mille valli, mille verdi prati in fiore

sperando di trovare qualche cosa di diverso

ed infine ciò mi è apparso nella veste di un ricordo

sotto il cielo di Meknès.

 

DO FA

Solitario cavaliere, rincorri i tuoi sogni

DO SOL

per ore senza fine sotto il cieco sole

FA LA-

risveglia i tuoi sonni un grido di vendetta

RE- SOL

va’ veloce incontro al tuo destino

Sulle strade della vita hai percorso pochi passi

molte volte hai scalciato grigi sassi

finché un giorno hai incontrato una nuova luce

che splendeva lontano nella gente

LA- FA

un pensiero ricorrente la ghermiva

SOL DO LA-

poteva donare

FA

ma non sentiva

SOL LA-

non sapeva amare

SOL DO

ma lei non capiva.

Vergine di ferro pensa al tuo passato

ricorda quante sere hai dedicato a me

ed io che solitario vago e mi lamento

ricordo tutto di te.

Così mercenario il fido cavaliere

canta alla luna i suoi peccati

il primo era stato tornare da lei

la luce fredda che incenerisce il cuore

e presto lui dormiva

sapeva amare

poteva donare

ma lei non sentiva

poteva morire

e lei dormiva.

 

 

DO- FA-

Persi tutto il giorno tornando da Est

SOL7 DO

il fuoco le vene la malinconia

MI7 LA-

trovai una medaglia sulla strada di Fez

RE-7 FA SOL

il caldo mi fece stare male

Quel giorno si prese cura di me

volle condurmi dentro i sogni più antichi

mi portò dritto al cuore di un monte

il cui nome mai pronunciò.