Saluto del Cappellano |
"Io sono la vite, voi i tralci. Chi rimane in me e io in lui, fa molto frutto, perché senza di me non potete far nulla" (Gv 15,5). Vivere in Cristo, rimanere in Lui o ritornare a Lui non è soltanto listanza evangelica fondamentale ma deve essere anche il progetto di vita di ogni cristiano che, dopo aver incontrato Cristo ed averlo riconosciuto come lunico Salvatore di tutti gli uomini, non lo abbandona più e si lascia guidare dalla Chiesa.
Gesù pazientemente esorta, e avverte, a non limitarsi a vivere una vita semplicemente umana ma a spostare verso lalto il livello esistenziale ed a ricercare soltanto in Lui la sorgente inesauribile della vera vita e lo scopo finale del "fare" quotidiano. È in tale prospettiva che vanno lette le parole "senza di me non potete far nulla". Pensare e fare diversamente, senza Cristo, sarebbe progettare e costruire il nulla; da Lui dovrà partire ogni iniziativa di rinnovamento, ogni proposta cristiana, ogni offerta di un progetto formativo e salvifico.
È vero che una rigorosa concezione cristocentrica si presta facilmente ad accuse, o insulti, di fondamentalismo o di integralismo; ma in fondo il primo fondamentalista è proprio Gesù che ha istituito la Chiesa perché continuasse la sua missione fino alla fine del mondo: "Come il Padre ha mandato me, anch'io mando voi" (Gv 20,21); perciò Cristo e la Chiesa, nessuno escluso. La stessa teologia deve essere cristocentrica dal momento che Dio si è rivelato a noi in Cristo; in Lui la storia diventa storia della salvezza e ogni attività umana trova in Lui il vero senso profondo e salvifico. Cosa dire allora di quella cultura, umanistica o tecnologica, che, più o meno consapevolmente, dichiara di poter fare a meno di Cristo? La stessa cosa vale per leconomia, la politica e qualsiasi altra dimensione della vita: senza Cristo tutto diventa più difficile e, poi, impossibile.
Alla vigilia del Grande Giubileo la prospettiva cristologica e cristocentrica guida lumanità ad una corretta celebrazione del compleanno di Cristo e ad una messa a punto della civiltà che non può non dirsi cristiana.
La nostra Cappellania che già altre volte ha rivolto, tramite il cappellano, appelli ed esortazioni in tale senso, oggi più che mai rinnova linvito a restituire lanima cristiana allo studio, alla didattica e al lavoro, in modo che Cristo sia tutto in tutti, senza sconti, arrangiamenti o interessi incompatibili con la professione cristiana.
In questa vigilia giubilare linstancabile figura del Santo Padre Giovanni Paolo II appare agli occhi e alla coscienza di tutti come la più alta testimonianza di fede e di speranza; il suo insegnamento, illuminato e incessante, rivela con forza linesauribile sorgente dello specialissimo carisma di grazia e di divina sapienza a lui donato per il bene della Chiesa e dellumanità. Mentre fervono in ogni dove iniziative e si organizzano, programmate nei minimi dettagli, modalità e tempi delle celebrazioni giubilari, non è possibile restare inerti, per vedere come andrà a finire. È necessario che ogni cristiano si mobiliti, avverta con chiarezza e segua con determinazione il richiamo interiore che lo possa aprire a Cristo Salvatore, alla Chiesa e alla comunità. Alla base della gioia giubilare va posta una sincera conversione, un ritorno vero, sostanziale, duraturo. Si tratta di unoccasione unica, per una svolta decisiva della propria esistenza cristiana, pena quel "nulla" così perentorio di cui parla Gesù.
La Cappellania missionaria di San Pietro in Vincoli, ormai al suo sesto anno di vita, alla vigilia del Grande Giubileo del 2000 rinnova a tutti il suo invito alla conversione, alla partecipazione, allimpegno per fare dellUniversità un centro propulsore di un nuovo umanesimo, quello che accetta di camminare con Cristo.
Questo umile foglio, al di là delle indicazioni concrete, delle date e degli appuntamenti, vuole essere anche un cordiale invito e un augurio sincero rivolto a tutti, per vivere al meglio un anno di grazia che prenderà il via solennemente la notte di Natale, quando il Santo Padre aprirà la porta santa della Basilica di San Pietro.
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