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La geologia
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Oltre a rilevanti differenziazioni morfologiche, la Pianura Padana presenta anche significative differenze relativamente alla natura del suolo a causa della diversità di composizione dei depositi alluvionali (o alluvioni). Da suoli costituiti da materiali grossolani (ciottoli, ghiaie...) dell’Alta Pianura, si passa a suoli costituiti da materiali più fini (sabbie, argille,...) nella zona denominata Bassa Pianura della quale fa parte, appunto, il territorio del Sud Milano. Nell’Alta Pianura il suolo è molto permeabile: l’acqua filtra rapidamente tra i ciottoli e il terreno risulta arido; nella Bassa Pianura, i materiali più fini, trasportati a valle perché più leggeri, costituiscono un suolo più impermeabile e quindi il terreno, grazie alla grande disponibilità di acqua, è più fertile e più adatto allo sviluppo agricolo. Il limite tra l’Alta e la Bassa Pianura è costituito da una fascia ricca di sorgenti d’acqua chiamata zona delle RISORGIVE. Le risorgive sono presenti dove l’acqua, che dall’Alta Pianura filtra negli strati sotterranei permeabili, incontra zone di materiale argilloso impermeabile che ne impediscono l’ulteriore percolazione (scorrimento sotterraneo) fino a provocarne l’affioramento alla superficie. La zona delle Risorgive si estende dal Piemonte al Friuli e in Lombardia prende il nome di LINEA DEI FONTANILI dagli antichi ambiti di raccolta chiamati capi di fonte. Il sottosuolo di Melegnano e dintorni è costituito da formazioni alluvionali, cioè da accumulo di detriti depositati da corsi d'acqua. Vi sono strati di sabbia e di ghiaia; ramificazioni di argilla che affiorano lungo il corso del Lambro, con presenza di ferretto, cioè di detriti arricchiti da materiale ferroso: tutto questo denota che il nostro sottosuolo si sarebbe formato nell'Olocene Terraziano, cioè nel periodo postglaciale (tra i 20.000 e i 10.000 anni avanti Cristo). Nei depositi alluvionali sono presenti alcuni minerali: la calcite, la dolomite, il calcedonio organogeno, oltre a spicule di spugne ed avanzi di radiolari provenienti da micascisti delle prealpi orobiche-lariane. Varie indagini escludono la presenza di acqua fino a 6m sotto il livello del suolo, cioè a livello medio dell'aves, può comunque capitare che già a 1m sotto il livello del suolo si possano trovare infiltrazioni di acqua provenienti da rogge irrigue. Nel territorio di Vizzolo le acque del “Lambro Morto” sono alimentate da acqua sorgiva. Alla presenza dei fontanili è direttamente collegata l’esistenza delle MARCITE o “prati invernali” che fino a qualche anno fa (1960 circa) coprivano vaste aree della nostra zona tra cui quella di fronte all’attuale Ospedale Predabissi. Nel nostro territorio si possono riconoscere tre unità stratigrafiche: il  Diluvium recente, l’Alluvium antico e l’Alluvium recente, disposte secondo lo schema seguente: 
 Il Diluviurn recente consiste, procedendo dall’alto verso il basso, in uno strato superficiale di sabbia mista ad argilla con uno spessore di 25-70 cm a seconda dei luoghi, cui segue uno strato prevalentemente sabbioso. Le sabbie, che nella parte superiore si presentano a grana uniforme con tinta che varia dal grigio al giallo, più sotto sono formate da granuli di quarzo, di feldspati, di mica e da frammenti calcarei più piccoli.  Sotto la superficie freatica le sabbie vengono “lavate” dalla falda acquifera in movimento e quindi sono prive o quasi di argille; prendono così il nome di sabbie vive.  Superiormente e quindi successivi al Diluvium, si possono trovare altri depositi di origine fluviale detti Alluvium.  Quando un corso d’acqua giunge in pianura, per la diminuzione della pendenza dei suo letto, rallenta e quindi diminuisce la propria capacità di trasporto dei materiali. A questo punto inizia la sedimentazione e si formano dei depositi detti appunto “alluvium”.  Si distingue un Alluvium antico, costituito da sabbie e limi e un Alluvium recente, composto principalmente da ghiaie sabbiose, talvolta intercalate da lenti di sabbie, limi ed argille.  In base all’esame della carta geologica e delle stratigrafie dei pozzi d’acqua, si constata però una certa difficoltà a distinguere, nel sottosuolo, le formazioni delle alluvioni recenti ed attuali, di quelle antiche e del diluvium recente data la loro notevole uniformità litologica. 


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