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Nasce a San Miniato il 23 luglio
1401, figlio primogenito di Iacopo Muzio Attendoli Sforza e di Lucia Terziani.
Erede della fortuna e delle armi di suo padre divenne celebre e potentissimo
condottiero, Gonfaloniere della Chiesa e Marchese di Ancona; fu nel 1437
supremo comandante delle truppe fiorentine e venete. Sposò in prime
nozze Polissena Ruffo di Calabria che gli morì nel 1420, successivamente,
il 24 ottobre 1447 sposò Bianca Maria, figlia naturale del Duca
di Milano Filippo Maria Visconti, che morì poi vedova a Melegnano.
Quest'ultima gli portò in dote Cremona e Pontremoli e gli diede
il motivo di diventare Duca di Milano il 26 febbraio 1450, dopo aver sconfitto
e debellato l'Aurea Repubblica Ambrosiana, che era succeduta al Visconti.
Suoi figli furono il Duca Galeazzo Maria, Filippo Maria Duca di Bari, Sforza
Maria Duca di Bari, Lodovico detto il Moro, Ascanio che divenne vescovo
di Pavia e poi Cardinale, Ottaviano, Ippolita Regina di Napoli ed Elisabetta
Marchesa del Monferrato. Così gli scrive il Guidabono per sollecitarlo
ad intervenire a Milano contro la repubblica Veneta:"
Vegniti senza veruna dimora. Zonto che siati qui, lo mezo del gioco è
fatto. Credo in questo: questo popolo criderà: Viva Santo Ambrosi
et libertade! et vi manderanno ambasserie. Non altro excepto che: vegniti,
vegniti, vegniti". E Francesco si schiera contro i veneti e
riconquista tutto il territorio tranne Lodi. Dopo aver sconfitto a Caravaggio
il grande esercito con cui Venezia pensava di conquistare Milano, lo Sforza
pensò che continuare a combattere per il governo di Milano non gli
convenisse e con un trattato firmato il 14 ottobre 1448 a Rivoltella si
impegnò a sgombrare i territori di Bergamo e Brescia, a rinunciare
a Crema e alla Ghiara d'Adda ottenendo per contro tutti i territori del
Ducato di Milano con Lodi, Brivio e Lecco ed un aiuto contro la repubblica
Ambrosiana per la quale stava combattendo, ma cui era ormai inviso. |