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Basilica
basilica
E' una parola di origine greca per definire un edificio rettangolare con una navata centrale fiancheggiata da due (o quattro) minori, più basse, divise da colonne o pilastri, si apriva sul foro della città ed era centro di riunioni, di affari, luogo dove si amministrava la giustizia. Spesso una tribuna per i giudici (tribunal) sorgeva nel fondo della navata centrale, talvolta fornita di abside o esedra. Un vestibolo (chalcidicum) poteva precedere l'ingresso, genericamente situato sul lato breve opposto al tribunal. 
Il vocabolo deriva dal latino basilica, dal greco basilikè, significa reggia. In Roma antica, edificio pubblico destinato a luogo di riunione, tipicamente adunanze giudiziarie, dal cui tipo architettonico è derivato il tipo della basilica cristiana, edificio destinato al culto.
La basilica romana. -
Nell'architettura romana, la basilica era un edificio rettangolare con navata centrale fiancheggiata da due (o quattro) minori, più basse, divise da colonne o pilastri; si apriva sul foro della città, ed era centro di riunioni, di affari, luogo dove si amministrava la giustizia. Spesso un suggesto per i giudici (tribunal) sorgeva nel fondo della navata centrale, talvolta fornita di abside o esedra. Un vestibolo (chalcidicum) può precedere l'ingresso, generalmente situato sul lato breve opposto al tribunal. Si è pensato che nome e tipo derivino dalla Basileios sgoà dell'agorà di Atene, ma più probabile è che il termine derivi dall'aula regia dei palazzi ellenistici; anche la pianta può richiamare forme architettoniche di ambienti ellenistici, le sale ipostile e anche l'oecus aegyptius, diviso in tre navate da colonne a doppio ordine, quale ci è descritto da Vitruvio (VI, 3, 9) che ne nota appunto le analogie struttive con la basilica romana, di cui egli detta le norme (V, 1, 4) riguardanti l'ubicazione e le proporzioni della pianta e dell'alzato.  Livio (XXVI, 27, 3) attesta che nel 210 a. C. non esisteva ancora alcuna basilica in Roma. La prima fu costruita nel 184 a. C. da Catone il Censore e detta Porcia; seguirono la Fulvia et Aemilia nel 170 a. C., poi detta solo Aemilia perché restaurata dagli Aemili, sul lato Nord del Foro, dove tuttora esiste attraverso varie ricostruzioni; la Sempronia (170 a. C.) sul lato Sud, distrutta per far posto alla Iulia dedicata da Cesare, compiuta da Augusto, più volte ricostruita, con 5 navate divise da pilastri e facciata ad arcate; nell'angolo di Nord Ovest la Opimia (121 a. C.); si ignora l'ubicazione invece della Iulia Aquiliana elevata al tempo di Cesare, e della Antoniarum duarum dedicata alle due figlie di Ottavia e di Antonio. Nel periodo imperiale splendide furono la Ulpia nel foro di Traiano (152 d. C.) e quella di Massenzio e Costantino sulla Via Sacra. Altre erano in vari quartieri di Roma: quelle di Marciana e di Matidia, la basilica Neptuni e la Alexandrina di Severo Alessandro. Altre basiliche prendevano nome dalle merci che vi si vendevano: argentaria, vestilia, vascolaria, floscellaria. Fuori di Roma ogni municipio aveva generalmente la propria basilica già al tempo di Augusto; quella di Pompei è anteriore alla guerra sociale, quella di Alatri al 90 a. C. Vitruvio disegnò quella di Fano;  augustea è quella di Ercolano; quella di Ostia a tre navate con portico ad arcate marmoree sul foro è del 2° sec. d. C.; severiana e di grandiose proporzioni, con ricca decorazione, è quella di Leptis Magna, altre si conservano nei centri africani, come per esempio a Theveste, nelle Gallie, in Spagna, in Asia Minore ad Efeso, a Smirne. Anche i collegia ebbero talvolta basiliche proprie per luogo di riunione, come la basilica Hilariana sul Celio o come quella forse di una setta neo-pitagorica presso Porta Maggiore; inoltre i palazzi imperiali ebbero basiliche private come quelle grandiose del palazzo dei Flavi sul Palatino con tribunal nell'abside, quella della Villa Adriana con tribunal entro l'esedra, ambedue con colonnati più avvicinati alle pareti in funzione ornamentale e riccamente decorati di marmi. Anche i più ragguardevoli cittadini potevano avere basiliche nel loro palazzo, come dice Vitruvio stesso (VI, 5, 2). Riccamente decorata di pannelli di opus sectile era quella costruita sull'Esquilino da Giunio Basso durante il suo consolato nel 4° sec. d. C. e trasformata in chiesa di S. Andrea da papa Simplicio (468-483). 
La basilica cristiana. -
Il termine presso gli antichi scrittori cristiani presenta applicazioni varie, collegate per lo più al Concetto di “ casa del Signore “; tuttavia, nella storia dell'architettura, esso è rimasto ad indicare il tipo di edificio che i cristiani del 4° sec. desunsero dall'eredità classica e definitivamente adottarono conformandolo alle esigenze del nuovo culto: edificio a sviluppo longitudinale, diviso da colonne in tre o in cinque navate, terminato da una o più absidi, preceduto da un atrio che aveva, al centro, una fontana per le purificazioni e comunicava con l'interno per mezzo di un nartece. Come esempio di basilica primitive citiamo: a Roma, S. Maria Maggiore e S. Sabina del 5° sec.; a Ravenna, S. Apollinare Nuovo del 4°; a Betlemme, la basilica della Natività del 4°. La copertura era a capriate, forse nei primi tempi occultate da soffitto. Al centro dell'abside era una cattedra elevata ove sedeva il vescovo; ai lati, un bancale girava intorno all'abside, sul quale sedevano i sacerdoti. Innanzi al clero era l'altare a mensa che sostituiva la tavola ricurva dell'antico rito agapico-eucaristico ed era separato dal popolo dall'iconostasi. Talvolta i colonnati si arrestavano a tre quarti delle navate, ove “l’arco trionfale!” segnava la separazione tra clero e popolo; di là dall'arco si crea così un transetto o navata trasversale che può sporgere dalle pareti esterne componendo la forma della croce latina. Mancando il transetto, si recingeva con parapetti marmorei il presbiterio talora esteso verso la navata centrale a formare la schola cantorum della quale per altro non si trova menzione prima del sec 7°. L'altare era spesso sormontato da una edicola chiusa da velari. Ai lati del presbiterio, due absidi minori inclusero altari secondari; più spesso vi furono due piccoli ambienti (pròtesi e diaconico, come in S. M. Antiqua al Foro Romano, forse sec. 7°). Talvolta la basilica ha degli ambulacri che sovrastano le navate laterali, detti matronei. L'ingresso dalla strada è protetto da una specie di baldacchino detto “protiro”, di cui in Occidente non si trova esempio anteriore al sec. 7°. In Oriente, la basilica presenta nelle navate (di preferenza la copertura a botte; presto compare la cupola, all'incrocio del transetto. L'architettura romanica - in Lombardia più vivacemente che altrove - attese a sostituire le travature con campate di volte a crociera e a ricercare elementi atti a bilanciarne la spinta (pilastri multipli in luogo delle colonne, costoloni, contrafforti) e innalzò cupole o tiburi ottagonali all'incrocio del transetto (S. Ambrogio di Milano). L'architettura gotica sviluppò tali premesse fino a dare assoluta preminenza ed evidenza alle energie costruttive tese in uno slancio ascensionale; il Rinascimento tornò, con F. Brunelleschi, a prediligere le ordinanze classiche (soffitto piano o a botte, colonne di sostegno); numerose furono le varianti secondo i luoghi e gli artisti, ma lo schema basilicale rimase ben netto nei suoi elementi essenziali. Esso perdette favore nell'età della Controriforma e nei secoli barocchi; lo riacquistò durante l'eclettismo dell'800. Nell'architettura moderna, più che offrire un preciso paradigma, esso rappresenta un motivo d'ispirazione per le nuove tecniche costruttive. Da un punto di vista canonico, è oggi ufficiale la distinzione tra le basiliche maggiori o “patriarcali”, e le minori. Le prime sono, in Roma: S. Salvatore al Celio o S. Giovanni in Laterano caput et mater ecclesiarum Urbis et Orbis, S. Maria Maggiore sull'Esquilino, S. Pietro in Vaticano, S. Paolo sulla via Ostiense; in Assisi: S. Francesco (dal 1754) e S. Maria degli Angeli (dal 1909). La prima delle basilica romane era in antico officiata durante la settimana dai vescovi suburbicari; le altre tre dal clero dei “titoli”; e così S. Lorenzo fuori le mura, sulla via Tiburtina, parificata in certo modo a esse, anche in quanto l'altar maggiore vi è riservato al papa (altare papale), salvo speciali privilegi. Nel Medioevo, S. Paolo e S. Lorenzo furono affidate ai benedettini; fu costituito un collegio di penitenzieri, affidato (sec. 16°) ai minori (Laterano), ai domenicani (S. Maria Maggiore) e ai gesuiti (S. Pietro; col sec. 18° ai minori conventuali). Caratteristica delle basilica maggiori di Roma è la Porta Santa, aperta e chiusa solennemente, negli anni santi, dal pontefice (S. Pietro), dai cardinali arcipreti (S. Giovanni e S. Maria Maggiore), o da un cardinale legato (S. Paolo). Basiliche minori sono varie chiese in Roma, in base alla consuetudine immemorabile o a concessione apostolica motivata dall'antichità, grandezza o valore artistico della chiesa e dal possesso di mezzi adeguati a mantenere il decoro confacente a tale dignità. Privilegi speciali sono l'ombrellone, con i colori della città di Roma (porpora e Oro), sormontato dal globo con croce dorata; il tintinnabolo (asta poggiante sul petto del portatore e recante in cima una campanella) e la cappa violacea portata sopra il rocchetto dai membri del capitolo, ove esiste.
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