CORTO

 

INDICE:

CORTO

Fine serata.

La Banda

Ci risiamo!

Zanica

Volare.

Il Fiume.

 

 

 

 

Fine serata.

Non c’era più nessuno, era tardi e Franco, Giacomo ed Albe pensavano già di sbaraccare per dirigersi verso casa quando si aprì la porta del locale. I tre si girarono in direzioni diverse. Giacomo guardò l’ora. Franco si girò di scatto verso la cassa e vide che era già spenta, mentre Albe lanciò un’occhiata al reparto cucina, vide che non era rimasto che un piatto di Narciso e visto che quella sera era ancora a digiuno non avrebbe sopportato che un cliente palloso, a quell’ora di notte, esigesse magari mangiare proprio la sua cena. Erano già pronti per rimbalzare lo sgradito nottambulo quando al rumore della porta che si chiuse sbattendo seguì un colpo di tosse.

Il colpo di tosse era inconfondibile. Era entrato il Best.

I tre si girarono di scatto verso di lui con una sorta di sollievo.

"Bruff."

La luce improvvisa ed intensa, anche se breve, mischiata all’odore dello zolfo emessa dai 3 fiammiferi che presero fuoco, dopo aver grattato la carta vetrata della confezione, gli fece strizzare gli occhi per un attimo. Prese fiato, avvicinò il cannone al fuoco, tirò in maniera decisa e così intensa che già dalle prime boccate sentì la testa girare. Tirò ancora aspirando profondamente tutte le boccate, mentre le gambe cominciavano già a risentirne e prima di rendersi conto che la marijuana era effettivamente forte, emise una nuvola di fumo, che fuoriuscì dalla sua bocca aperta a mo’ di ovale. La nuvola era talmente intensa che la scena ricordava vagamente una macchina ingolfata da anni che riparte miracolosamente all’ennesimo tentativo espellendo con un botto dalla marmitta tutte le impurità in una enorme nuvola di fumo grigio. Tirò di nuovo e fece finalmente un passo avanti spostandosi dalla soglia della porta. Albe, che era seduto su di uno sgabello al bancone si prese la testa con le mani con fare misto tra lo stanco ed il disperato. Franco era seduto sul primo tavolo, proprio davanti alla porta aveva gli occhi sbarrati, un po’ incredulo.

Giacomo, sconsolato, in piedi tra il bancone ed il primo tavolo sbuffò in modo evidente e si avvicinò all’interruttore elettronico che abbassa la claire. I suoi occhi si incrociarono con quelli di Best e prima che riuscisse a dire qualsiasi cosa venne investito da una nuvola di fumo.

"Che badilata!".

Disse Best con voce strozzata e bassissima porgendo la canna verso Giacomo che nonostante la faccia schifata si affrettò ad afferrarla. Giacomo fece un paio di tiri profondi mentre Best avanzava nel locale. Giacomo guardò fuori, fece un altro tiro e schiacciò l’interruttore automatico della claire. Stava finendo un’altra serata...

 

 

La Banda

 

L’orario di chiusura non era lontano. Seduti sul primo tavolo del locale c’erano Kito, Taff, Ele Ciopo e Lourence. Giacomo stava mettendo a posto le ultime cose nell’attesa che i clienti al piano di sopra finissero le consumazioni, pagassero e se ne andassero fuori dalle palle.

"... ma sì è inutile girarci in torno, quello era un coglione." disse Kito con tono grave.

"Lui non voleva andare in America, voleva proprio trovarsi da tutt’altra parte."

"Cioè tu mi vuoi far credere che Cristoforo Colombo, colui che ha scoperto il nuovo continente, è un coglione perché credeva di andare in India" disse incredulo e divertito Taff. "Stai parlando di un uomo che è andato contro tutte le convinzioni del tempo, ha rischiato in prima persona per portare avanti la propria tesi, si è inventato un viaggio che nessuno aveva mai osato prima di allora e solo perché era convinto di arrivare da un’altra parte dici che..." subentrò Ele esterrefatta, anche se il suo tono rimaneva comunque calmo.

"Va beh, ma è come se io per andare a Cologno mi dirigo verso il cimitero maggiore, lo so’ bene che prima o poi ci arrivo, ma mica mi devo fare il giro del mondo?" Kito ribadendo la sua convinzione e cercando nello sguardo di Lourence una sorta di appoggio morale. Appoggio che gli venne subito negato visto che Lourence si girò verso Ciopo e, con una ironica e lenta risata accompagnata dallo scuotimento della testa disse: "Cologno, cimitero maggiore, ma che cazzo sta dicendo! Qui si parla di Cristoforo Colombo e lui..." porgendo la mano con il palmo verso l’alto in direzione di Kito e tenendo la testa girata dalla parte di Ciopo "..mi viene fuori con Cologno.".

Scoppiò un’improvvisa risata da parte di Ciopo e di Ele mentre Taff cercava ancora di portare lucidità nelle idee di Kito. Lourence se la ghignava di suo e continuava, con il solito scialato tono a ripetere, visto il successo ottenuto, la frase scatenante l’ilarità, "Cologno, cimitero maggiore".

"Sì mo’ va beh! Riditela. Tanto lo devi ammettere gli è andata solo di culo" si difese. Kito

"Ma al di là di quello che ha trovato, ha portato avanti la teoria sulla sfericità della terra" Taff l’aveva presa come una missione.

"Bene lì ti do ragione, è stato un grande, ma per il resto gli è andata di culo" Kito.

"Sì, ma poi c’è arrivato a Cologno o no?" chiese Lourence con la voce strozzata dalle risate.

Risate che si amplificarono in fretta contrapponendosi allo stato di incomprensione e delusione di Kito che non riusciva ad uscire da quella situazione. Lourence era ormai divenuto famoso per la calma e la verve con cui tirava le sue "sentenze". Era un tipo tranquillo ma da non sottovalutare. L’ultima frase di Lourence coinvolse

anche Taff che sino a quel punto aveva cercato di contenersi cercando di ragionare con Kito ma sulla sentenza del ‘Giudice’ si alzò di scatto con il suo bicchiere di birra in mano e la bocca piena incapace di deglutire. Si mosse veloce per dare le spalle agli altri e non vedere la faccia di nessuno per trovare la forza di deglutire la birra senza fare danni, quando guardò fuori. Fu il colpo di grazia. La scena che gli si stava presentando era a dir poco apocalittica. Barcollante, con la camicia bianca, mezza fuori e mezza dentro ai pantaloni, con un vistoso che usciva dal petto e da una delle due maniche della giacca nera, armato di bottiglietta stile mignon nella mano sinistra, avanzava Best. Si avvicinava sorseggiando dalla sua bottiglia e barcollando vistosamente. Si fermò davanti alla porta. Prese un bel respiro accompagnato da uno slancio, afferrò la maniglia tirò la porta. La prima volta senza abbassare la maniglia che, di conseguenza, gli scappò dalla mano. A quel punto Taff scoppiò a ridere e la birra gli usci dalla bocca. "Cazzo stai facendo?" lo rimproverò Giacomo indicando per terra dove era caduta della birra. Taff non riuscì a giustificarsi per il piccolo laghetto di birra che aveva causata guardava fuori dalla porta dove Best non si era accorto di nulla ed era pronto per riaffrontare l’ostacolo. Si rilanciò convinto, riafferrò la maniglia, l’abbassò e tirò. La porta questa volta si aprì.

Taff lo abbracciò ridendo come un pazzo, ormai quasi giunto alle lacrime per le due scene assistite, Best si guardò in giro, gli ci vollero due o tre passate panoramiche prima di riconoscere tutti e con tono alto ed allegro salutò la banda: "Buona serata a tutti!".

Dal tavolo Ciopo e Lourence borbottavano sullo stato di degrado fisico del compare appena entrato. Giacomo ridacchiava scuotendo la testa, lo guardò incuriosito per lo strano look e quando i due sguardi si incrociarono e chiese "Weh! Rock star. Da dove arrivi conciato così?’.

Best allargò le braccia, fece una breve pausa che creò una minima suspence e con tono di superiore strafottenza da super figo sillabò: "Che gran sesso!".

E mentre al tavolo scoppiarono i più svariati cori di lamento Giacomo esclamò: ridendosela

"Ci risiamo...ma almeno sta volta eravate in due?"

"...si ma soprattutto, sei stato con una donna?" intervenne Kito. Era normale per tutti sfottersi a vicenda la cosa stimolava la creatività di ciascuno nello stroncare l’altro.

"Ragazzi ridetevela pure tanto la sexy machine di Lambrate a colpito anche sta’ sera". Nel parlare Best gesticolava parecchio per rendere ancora più immediato di quanto già il suo colorito linguaggio non facesse il concetto o la situazione che stava descrivendo.

Alzò fiero e fiducioso le sopracciglia e ricominciò incurante

"sono stato così bravo che ad un certo punto mi ha implorato di smettere, diceva ti prego toro smettila mi stai facendo impazzire...".

Adorava esagerare lo faceva quasi apposta per creare gli stimoli giusti per dare il via alle discussioni più assurde.

"Eh si ed intanto che ti diceva toro ti prendeva per le corna" Lourence sentenziò provocando un boato di risate.

"Ma smettila che ormai lo sappiamo che non ti tira più! Le droghe e l’alcol t’hanno annebbiato tutto, fisico e cervello" disse Giacomo chiudendo la cassa. Anche questa era una situazione tipica. Giacomo svolgeva le ultime mansioni che lo costringevano a girare per il locale e lo si sentiva borbottare in sottofondo. "dai dilla tutta com’è andata effettivamente"

"Effettivamente, è stata una chiavata di merda! A partire da sta’ cazzo di bottiglietta. Allora; mi faccio venire a prendere dalla tipa no, e ce ne andiamo a cena."

"Sciacallo, ti fai venire a prendere non sbatterti troppo" interruppe Taff

"A parte che la cena la ho pagata io, cazzo."

"Mi sembra il minimo cioè pretendi che la tipa ti venga a prendere, ti paghi la cena e magari ti faccia pure trombare" Giacomo che diede il via a quelle scene colme d’eccessi che si amplificano di intervento in intervento.

"Non solo, che paghi il motel e che porti un’amica" intervenne Taff divertito.

"Che ti faccia uno strip e si faccia incatenare al letto" continuò Ciopo.

"Il tutto con amore" sentenziò il Giudice. Risata generale.

"Oh allora! Fatemi finire" Best richiamò l’attenzione sulla storia ma non resistette egli stesso e cambiando tono continuò il gioco delle esagerazioni: "...e che magari sia extraterrestre con 3 tette e 2 bocche in modo da poter soddisfare le mie più perverse fantasie erotiche!".

"Oh finisci sta’ cazzo di storia!" il Giudice era curioso.

"Basta che non cominci a dire che durante la scopata hai salvato la vita ad uno scuola bus e che un noto regista di films porno ti ha chiesto di interpretare tutti i suoi films da qui al 2000 grazie alle tue grandi virtù e qualità di porno divo..." Ciopo intervenne.

"Va beh, zitto!" Best riprese: "Cena. Andiamo in sto cazzo di ristorante in culo ai lupi"

"Si ma tanto la macchina l’ha presa lei no?" chiese Ele

"E’ qui c’è il primo errore. Se mi aveste lasciato finire. Lei è venuta a prendermi..."

"Ed è venuta solo in quel modo" Giacomo ridendosela.

Best si accigliò disgustato e divertito allo stesso tempo "...ma ha posato la macchina ed abbiamo preso la mia. Quindi dopo 30 KM arriviamo in sto’ posto. Aperitivo, e prima boccia di vino. Io ero già sul rinko andante anche perché di vino lei ne ha bevuto un bicchiere. Son lì che penso a come cazzo tornare fino a casa, visto che mi girava già la mela, che non mi ordina mica la seconda! Beh morale finisco la cena che capisco meno di un cazzo." guardò Giacomo e subito disse "Sì come al solito". Sentendosi anticipato Giacomo si mise a ridere.

"finiamo in macchina e dopo i primi ravanamenti capisco che mi sta venendo un infoio da cinghiale inferocito, allora faccio per slinguare quando lei mi frena con la mano e mi dice non qui, andiamo in un posto più comodo, al motel! Che vacca penso io ma ci stavo dentro a bestia, frugo nella tasca della macchina e becco i

goldoni neri da machio sventra imene. Che sesso non le devo fare col cazzo nero ma poi mi viene un dubbio incredibile che tocca a fondo la mia mascolinità"

"A ne possiedi una anche tu?’ intervenne Ciopo.

Best sbuffò ma non spazientito, probabilmente per ripigliarsi un attimo.

"Beh che dubbio ti è venuto?" chiese Ele.

"Il nero non è mica un colore che snellisce?".

"Ma vai a cagare" fu un po’ il commento generale con lancio di tovagliolini di carta appallottolati nei confronti del narratore.

"Andiamo in sto’ motel squallidissimo, che ha pagato lei tra l’altro"

"Ma sei proprio una zicca, ‘na tigna" disse Kito.

"Ma che tigna e tigna mi è partita una gamba per la cena, giusto che lei paghi almeno il dopo no? Comunque visto che sono un signore" si sollevò un mormorio di fondo da parte di tutti. "apro il frigo che c’è in camera, individuo la cosa da bere e dico dai che stappiamo per festeggiare il gran momento, questa bottiglietta la pago io cosa cazzo vuoi che costi?"

"Oh non ti sprecare mi raccomando" Giacomo.

"Non ti sprecare?" Best s’infoiò e progressivamente all’infoio crescevano anche le risate degli altri. "Leggi un po’ cos’è sto’ spumantino. E’ un mignon di Champagne che mi è costato lira più o lira meno come l’affitto della stanza del motel che ha pagato lei. Tutto perché m’è venuto in mente di festeggiare una delle scopate più insignificanti e brutte che io abbia mai fatto prima, tant’è che manco sono venuto questa sera anzi penso di non aver nemmeno raggiunto l’erezione.

"Tanto per cambiare." commentò Giacomo.

"...dico penso perché ero talmente storto che mentre si faceva sesso, o quella roba che ci somigliava, lei, porella, ci mette l’anima per recuperare una chiavata decente. Prova col patting orale, mi viene sopra, appena intravede una possibilità, e comincia con la sua gran cavalcata. Io sotto sono in preda alla confusione più totale e dopo un 10/15 minuti mi accorgo che sono intrippatissimo a guardare il Maurizio Costanzo Show sulla TV del Motel. E per concludere, devo averglielo messo dentro addirittura molle e per far in modo di provocare una sorta di minimo prurito alla sua passerotta l’ho piegato"

"Poveraccia chissà com’era delusa" Ele si schierò subito dalla parte delle donne

"Lei come tutte le altre" subentrò Giacomo.

"Ma che delusa e delusa con sta’ storia che non mi tirava per un cazzo, dopo il Maurizio Costanzo Show, ho preso la situazione in pugno"

"Comunque prima te lo sei dovuto vedere tutto se no non se ne parlava proprio di trombare..." intervenne Ciopo che raccolse i consensi di tutti.

"Sì dopo il Maurizio Costanzo Show ho sbattuto come un forsennato per mezz’oretta ed ho sbattuto così forte che credo che mi siano finite dentro anche le palle"

Scoppiò una risata forte e generale "quindi proprio nulla non è vero che non lo ha sentito, a me è sembrato pure che urlasse".

"Probabilmente piangeva" Lourence.

 

Ci risiamo!

 

"…ma basta non ci crede più nessuno. L’avrò già sentita 200 volte solo quest’anno!" Ciopo protestava vivamente un po’ divertito mentre Best con gli occhi sbarrati alzava le mani cercando di calmarlo e di riattirare verso di se l’attenzione.

"No, no! Guarda che questa volta sono più che convinto questo è amore." gli s’illuminavano talmente tanto gli occhi che quasi pareva vero, inoltre sulla parola amore impostava la propria voce con tono sognante ed angelico quasi a deridere se stesso. "Ma scusa poi, lo sento, cioè sono proprio stimolato. Vuoi che non me ne accorga nemmeno?"

"Sì" Ciopo pacato ed un pochino esasperato "io non vorrei dire ma ho una lista di donne delle quali ti sei innamorato ed alle quali hai dato e detto di tutto per una, massimo due, settimane che sembra un po’ la guida telefonica di Sesto S.G., quindi quando mi dici che sei innamorato non ti stupire se sono, se sono… restio?!".

"O.k. ma allora com’è che non penso ad altro da due giorni a questa parte, mi sento poi così strano"

"Poi tra quattro giorni noti un difetto impercettibile, al quale nemmeno il più pignolo dei più peversi personaggi fetish di questo mondo avrebbe dato peso oppure, lei fa l’errore di sbagliare la tonalità o il vocabolo in una risposta, o ancor peggio passa una tipa della quale ti piace il profumo ed ecco che il tuo amore viene polverizzato!!!"

"E che cazzo! Va beh volubile ma me pari esagerato! Cioè, mi stufo, ma non è mica colpa mia, sono loro che a lungo andare mi risultano banali e scontate, poco vere. Poi se non mi piace più una devo tenermela per forza?"

"A parte che hai anche passato un periodo con la Sara a forzarti, quindi non farla sembrare una cosa tanto impensabile, ma poi… ti senti?"

"Cazzo ho detto?" Best era sbalordito pensando di averne già combinata un’altra.

"Hai detto a lungo andare, ma vai a cagare…" tra i due scoppiò una forte risata che svegliò il terzo personaggio che giaceva addormentato sul sedile posteriore. Antares si sollevò a fatica e con occhio spento e voce baritone chiese "Siamo arrivati?".

"No è che…" Ciopo stava già ridendosela ancora prima di finirla ed indicando Best con la mano che non teneva il volante proseguì "…Lupin qui, dice di essersi innamorato". Ciopo stava stranamente guidando la macchina del Best che aveva voluto sedersi sul posto del passeggero per leggere con calma una lettera ricevuta il giorno stesso, lettera che aveva dato il via a tutta la discussione.

"Strana questa notizia, non mi sembra di averla mai sentita" Antares era addormentato ancora ma già pronto per le provocazioni. "e sono già passati due giorni o no?"

"Oh… coppia di cani morti, ne sono passati ben tre" si difese orgoglioso.

"Wuoouh! Ma allora è vero, questo è amore" Antares cacciò un urlo improvviso.

"Sapete cosa. Credo che dopo tanto tempo passato con una tipa incominci a subentrare un po’ di metodicità e di noia, voi che ne dite?". Era il così detto "LA" ed il Best aveva fatto vibrare il diapaso.

"Lei ne parla di matrimonio?" Ciopo

"Ed i suoi che dicono di tutto ciò?" Antares

"Ragazzi!" Il tono del Best era assai preoccupato. "ha cominciato a parlare di bambini".

"No Gian" intervenne solenne Ciopo. Gian era l’alternativa a Best "prendi il coraggio a due mai e mollala!"

"Ohu, oh frena, frena dev’essere quello" urlò Best indicando un locale con l’insegna verde. "si ma che cazzo di posto"

"Minimo se va tutto bene qui a vederci sono in tre" disse scocciato Ciopo. Ciopo era il chitarrista del gruppo. Con il Best ne aveva viste un po’ di tutti i colori, a partire dal lontanissimo loro primo approccio come musicisti alla tenera età di sedici anni. Aveva visto la nascita e la morte di parecchi complessi musicali nei quali l’unica costante era sempre rappresentata dal carisma e dall’esibizionismo del cantante. Già, Best cantava. Non capisce ancora se bene o male ma compensava con creatività, follia, e soprattutto una forza interiore ed una convinzione fuori dal comune, quelli che potevano essere i suoi limiti. Ciopo era consapevole di questo sin dai primi approcci con il bizzarro elemento, ma ricevette conferma di tutto, quando sciolto un gruppo, fu trascinato dalla voglia e dalle idee del suo cantante e vide ricostruire dal nulla per ben due volte una nuova band musicale. Insieme i due avevano diviso e condiviso gioie, mangiato merda, avevano suonato nei posti più impensabili e nelle maniere più assurde. Suonare senza Best con tutti i suoi pro e tutti i suoi contro non gli sembrerebbe suonare o, sicuramente, non gli sarebbe piaciuto così. Ma non era solo la musica a farli stare insieme, i due, dicono, si compensano. Ciopo è un personaggio fondamentalmente moderato e a tratti responsabile che viene trascinato nei vortici degli sfrenati estremi da Best ma che comunque ne limita l’esubero sia per se che per l’altro. Diciamo che uno sarebbe troppo regolare mentre l’altro non avrebbe freno e risulterebbe meno interessante, un troppo bestia e coglione.

"No per quello io un po’ di gente l’ho avvisata, anche se sta storia del ‘P.R.aggio’ m’ha rotto proprio i coglioni" disse Best seguendo la manovra del parcheggio.

"Oh ma ci pagano qui? Chi è che l’ha trovato sto posto in culo ai lupi?" intervenne Antares già seccato.

"L’ha trovato Cris" Best

"Bom allora suoniamo gratis anche sta sera ho già capito" disse Antares gettandosi sconsolato sul sedile di dietro. Antares era più giovane di tre anni rispetto ai due davanti. Suonava la tastiera, o meglio, il piano elettronico come sottolineava lui seccato ogni volta che veniva etichettato così il suo ruolo all’interno del gruppo. Anche lui ne aveva viste un bel po’ in questi anni con Best e Ciopo. Non arrivava dal primissimo gruppo ma da quello formatosi subito dopo. I tre si erano affiatati in

modo un po’ lento ma il rapporto creatosi era divenuto col tempo abbastanza solido. Notti in giro qua e la a fare quello che passava per la testa, a costruire castelli di carta su sogni di gloria e fama che si sgretolavano con le prime luci del sole. Erano loro la vera anima del gruppo. Best con una serie di disgregazioni di band e di esclusioni di soggetti, in tempi passati, era riuscito a circondarsi finalmente di una serie di musicisti/amici che lo soddisfacevano a pieno e che riuscivano al meglio ad interpretare le sue esigenze. "Ocio, Ocio!" urlò una voce fuori dalla macchina.

Si sentì un suono sordo e Ciopo arrestò immediatamente la retromarcia ma era tardi.

"Ma sei stordito cazzo!" era Cris che dava a Ciopo il ben venuto.

Ciopo non si curò delle lamentele esterne ma guardò immediatamente con una sorta di sguardo terrorizzato e colpevole il Best che però aveva ancora la faccia inebetita ‘dall’amore’.

Buttando la testa fuori da finestrino con una faccia ingrugnita Ciopo chiese "ma cosa cazzo c’era lì in terra?"

"Ecco, c’era, è la parola esatta" Cris non sembrava scocciato più di tanto e mentre guardava Ciopo la portiera s’aprì e scese il Best, non era ancora uscito del tutto quando spuntò smorfiosa per lo sforzo anche la faccia di Antares che cercava di uscire dal posto di dietro e si contorceva per gustarsi la scena. Cris guardò l’allegra situazione non potendo trattenere un sorriso che rivelò a tutti e tre che stava sicuramente esagerando.

"Dicevo c’era, prima che Nuvolari qui travolgesse il mio basso".

"Va beh…ma è nella custodia rigida non fare il drastico!" Ciopo cercava di portare acqua al proprio mulino.

Cris era l’ultimo arrivato in ordine di tempo. Ogni tanto sottolineava, quando il Best lo minacciava di sintetizzarlo o rimpiazzarlo con qualcun altro, che non ci sarebbe mai riuscito, perché, con il caratterino che si ritrovava il cantante, un altro, l’avrebbe mandato affanculo dopo due giorni. In effetti la selezione era stata veramente ardua. Il Best durante i provini risultava veramente odioso, insopportabile ed esigente in maniera impossibile, e quando era un po’ più tranquillo era la volta di Antares. Ciopo era il più composto in queste fasi. Probabilmente il più diplomatico ed educato dei tre. Le selezioni, come ammise Best più avanti, potevano, a volte, divenire veramente frustranti per il soggetto testato. Le fasi insopportabili erano diverse. Atteggiamenti spazientiti del Best che, scuotendo la testa in modo vistosissimo e sbuffando con l’odiosa esasperazione di chi si rende conto di aver buttato via soldi e tempo per provare con un musicista non alla loro altezza e magari cacciando fuori di tanto in tanto qualche frasettina del tipo "…bom! Dai proviamo un po’ di arrangiamenti per i cazzi nostri tanto s’è capito no?!", innervosiva all’inverosimile chiunque; preti e santi compresi. Gli sguardi freddi e stanchi di Antares che, costretto magari a risuonare un brano per più di due volte, si allontanava dal proprio strumento allargando le braccia sempre senza parlare oppure dicendo qualcosa tipo "…va beh, oh…non lo sa’ fare, mi sembra più che palese!". Cris queste osservazioni e questi comportamenti se li era visti tutti addosso ma, grazie all’intervento di Ciopo, che aveva chiesto alle due carogne di concedergli un

po’ più di tempo, non era stato scartato immediatamente. La sera del primo del provino Cris se ne era andato amareggiato, incazzato e depresso e, per non incappare in un’altra frustrazione del genere, la volta dopo si era preparato alla perfezione. Probabilmente aveva interpretato in modo esatto l’atteggiamento che gli altri avevano avuto nei suoi confronti ed al posto di rinunciare alla prima, come era successo per un’infinità di bassisti, l’aveva preso come uno stimolo per dimostrare il suo valore. La seconda prova Best ed Antares era già odiosi prima di entrare il sala prove e frecciatine di insopportabile sarcasmo si sprecavano in continuazione. I due, però, si dovettero ricredere dopo le prove e Cris ne uscì vincente ed esaltato, anche perché il Best, così come per le critiche, non esita mai nemmeno nei complimenti. Così Cris sclero dopo sclero e stimolo dopo stimolo era divenuto col tempo un degno membro degli EX-A.D., pronto a proporre ma soprattutto ad ascoltare.

"Merdina. Qui mi chiedevano come si sviluppava la formalità pecunia, lira, danaro!" il Best incurante del basso e della macchina avanzava le sue pretese.

"Quant’è che ci pagano? Che qui c’è gente che ha fatto un pacco di strada" la voce era lontana ancora e tutti e quattro si girarono di scatto e divertiti e quando videro la scena esplosero.

"Eccolo la" disse Best indicando Dany che sommerso da tamburi, timpani e piatti avanzava a fatica lasciando intravedere nel buio solo la sua inconfondibile pelata. Lui era il batterista, il più venale della band ed anche quello più vecchio, passava di poco la trentina. Dany non aveva passato una selezione bastarda come quella di Cris, era piaciuto immediatamente. Non partecipava molto alla vita della band ma era sempre puntuale e preciso, un po’ come un metronomo. Era uno della vecchia guardia nato, musicalmente parlando, sull’haevy metal prima maniera ed evolutosi sino al pop/rock. Disprezza i percussionisti, il jazz ed i suoi derivati. Pare estraneo a volte ma ci crede.

I quattro non avevano ancora smesso di ridere che Dany ricominciò a protestare.

"Allora quanto? Poi la prossima volta andiamo a suonare a Venezia eh! Tu, dammi una mano al posto di ridere e non fare un cazzo!" ordinò sorridente al Best.

"Lo ripeto una volta per tutte. Ci danno da mangiare una pizza ed un paio di consumazioni a testa e soldi, per sta volta no, ma se andiamo bene, mag…" Cris cercava di allettarli.

"…ma va affanculo!" intervenne dirompente Antares trascinandosi dietro tutti gli altri

"E’ la solita presa per il culo" disse Ciopo

"Oh ma basta la beneficenza, baghai" Dany

"Allora io mi ubriaco!" su quest’ultima frase del Best il rumore di protesta e di sottofondo cessò di colpo e gli altri si girarono tutti a guardarlo.

"Te stai lontano dai super alcolici!" Dany provò la strada violenta e determinata ma non sembrò scoraggiare il cantante.

"Sarebbe meglio evitare, questa volta no?" Ciopo provò la persuasiva.

"Dai, dai scarichiamo" Best troncò la discussione.

 

Zanica

La pizza era stata mangiata in modo rapido e, come al solito, rumoroso ed animalesco, in una tavolata enorme insieme a tutti gli amici-fans che avevano raggiunto la meta giusto ad orario di cena, aiutata da un paio di bocce di vino rosso. Mentre Cris e Dany stavano finendo di montare la strumentazione, c’era stato un breve, ma intenso, aperitivo con gli amici, a base di vino spumante bianco consumato sul bancone del bar assalendo a mo’ di cavallette stuzzichini e tramezzini vari. Tra i fans che si aggiungevano o che si perdevano durante tutti gli anni di musica del Best e di Ciopo, una colonna sempre presente, era rappresentata da Sem. Erano veramente pochi i posti dove non era potuto essere presente. Erano veramente rare (mai) le volte in cui lui ed il cantante se ne erano andati sobri dopo un concerto, ma erano ancora più rare le volte in cui non scoppiava qualche casino o qualche cazzata per ridere o da ricordare come trofeo negli anni a venire. Così, come da copione il Best, che era già belle che rintronato dalle due birre bevute montando la strumentazione, dall’aperitivo, dal vino a tavola e dall’ammazza caffè doppio preso per, come diceva lui, digerire, stava vivamente protestando con il barista perché, in quanto elemento del gruppo musicale che da lì a poco si sarebbe dovuto esibire, esigeva bere qualcosina giusto per schiarirsi la gola. Proteste sorrette, manco a dirlo, dal compare Sem, che sbalordito e dimenando con ampi gesti le braccia borbottava:

"E’ incredibile, un’indecenza, non c’è limite allo sfruttamento, vengono a suonare gratis, portano gente e davanti ad una minima richiesta…"

"Lascia stare Sem. Canterò così, arso, sforzandomi come un pazzo, poi vedremo alla seconda canzone come sarò conciato" Best non poteva fare a meno di ridere e di barcollare prendendosi dentro in continuazione al socio che, del resto, non sembrava veramente scandalizzato e barcollava anch’egli alla grande. L’apoteosi della protesta si raggiunse quando intervenne anche Antares che era rimasto imbambolato a guardarsi la scena, probabilmente per costruendosi mentalmente la prima frase. Intervenne cominciando una campagna filosofica pro stimolazione ed amplificazione delle sensazioni umane. Cominciò in modo abbastanza impastato indicando il Best "Vedi, negando tu a quest’uomo, il raggiungimento dell’apice della sua creatività, non consentendogli di graziare il suo palato e di scaldare la sua gola con quello che per te non è che del semplice liquido dal colore marronciastro mal odoroso tarpi le ali alla poesia ed all’estro del personaggio rischiando un drastico fallimento totale della serata con rischio" prese fiato "di CHIUSURA DEFINITIVA de locale…"

Dopo un momento di incredulità da parte dei tre, barman compreso, scoppiò una risata violenta che coinvolse anche il barista e mentre i due si riempivano di pacche sulla schiena, lasciandone andare di tanto in tanto qualcuna anche ad Antares e si sorreggevano a vicenda, l’uomo del bancone stava versando quattro bicchieroni di

Jack Daniel’s. Antares sconsolato si girò e se ne andò ridendo così i due ingurgitarono brindando con il barista anche il bicchiere del pianista.

"C’è un pacco di gente…" disse Ciopo entrando di scatto nel camerino "…ma come cazzo state messi, cazzo!" continuò dopo aver visto quella scena più che preoccupante. Il Best era in terra con i pantaloni in pelle infilati sino al ginocchio mentre Antares rideva sguaiatamente indicandolo appoggiato al muro di fianco alla porta.

Si intromise di colpo anche Cris dicendo: "Tra due minuti si…" ci restò quasi male e continuò in tono tra lo sconsolato e l’ironico "…Ciopo, dimmi, ma anche tu hai il presentimento che questa sarà una di quelle serate dove suoneremo davvero alla grande???"

"Dai, figa, ripigliati un po’ e tirati in piedi" Ciopo

"No, ma mica sono storto" Best nel giustificarsi non riusciva a trattenere le risate specie quando il suo sguardo incrociava quello di Antares.

"Cazzo! un po’ di rispetto per la star, se dice di non essere ciuco gli si può’ anche credere" Antares aveva cambiato tono ma non risultava molto credibile "rispetto e fiducia, ricorda Ciopo" sottolineò mentre il chitarrista non sapeva se essere più sbigottito per il Best che giaceva in quello stato, oppure, per le cazzate che stava dicendo Antares.

"Tranquillo" disse Best cercando di alzarsi aggrappandosi ad uno scopettone che stava appoggiato di fianco a Ciopo e con tono che somigliava sempre più a quello di un vecchio ubriacone "vuoi che non regga più nemmeno…" cascò nuovamente trascinandosi addosso anche lo scopettone.

Antares si girò accigliato verso Ciopo e con fare serio ma tutt’altro che preoccupato "Rispetto una sega, non gli si crede per un cazzo. E’ pieno come un uovo!" e mentre i due scoppiarono a ridere Best da per terra borbottava impastatissimo "…pieno un cazzo! Sono perfettamente in grado di intendere e di volere"

"Si ma di cantare manco pau’ cazzo!…" intervenne Cris dalla soglia mentre gli altri due aiutavano il cantante ad alzarsi. "…che ne dite" proseguì Cris "di sbatterlo un bel 15 minuti sotto la doccia ghiacciata?"

"Che doccia, oh!" impastato e preoccupato Best protestava ma era divertente vederlo così indifeso e credulone che cominciarono a prenderlo per il culo.

"Sì ma non basta" Antares impostandosi pensieroso e calmo "bisognerebbe fargli fare del footing attorno al locale"

"Footing??? Sport??? Ma siete pazzi, io sto’ benissimo" barcollava che faceva quasi venire il mal di mare.

"Almeno sei o sette giri a gran ritmo" Cris calcava un po’ di più la mano mentre tutti e 3 ridacchiavano sotto i baffi.

"Sì, novanta. Sei o sette, a GRAN RITMO? Io non li faccio nemmeno da sano figuriamoci ora, rischierei un collasso, ma voi ci pensate alla mia salute?"

"Anzi, per farti riprendere in modo più immediato, io ti farei correre NUDO" disse Ciopo ed i tre scoppiarono a ridere

"Ma mi vuoi far scoppiare il cuore, footing, 6 o 7 giri, nudo, ma questi sono completamente pazzi"

Mentre il Best si lamentava si aprì la porta ed infilarono dentro il crapone Dany e Sem. Il primo sollecitò gli altri "Oh è mezz’ora che stanno aspettando la fuori?" ed il gruppo cominciò ad uscire dallo stanzino ancora divertito dallo stato del cantante mentre quest’ultimo continuava a borbottare "…nudo. Figa siamo a Novembre, va a finire che io m’iberno; poi con sto’ freddo mi diventa PICCOLISSIMO" alzava la voce man a mano che il gruppo si allontanava e su ‘piccolissimo’ stava praticamente urlando. Li intravide ridere. Si girò e nel camerino i suoi occhi si incrociarono con quelli di Sem, che ridendo ripeté, senza aver capito un cazzo del resto, "Piccolissimo, eh! Tieni" allungò la mano, che nemmeno a dirlo, sosteneva un bicchiere contenente del liquido ambrato.

"Jack?" domandò Best ancora imbronciato in viso come un bambino dopo una bisticciata.

Sem chiudendo gli occhi fece segno di sì ed il compare, che nonostante fosse ancora in preda alla confusione, ai cazziatoni ed al freddo virtuale provato per il pensiero dei giri di corsa attorno al locale, se lo scolò d’un fiato.

 

L’asta del microfono aveva una base tonda abbastanza pesante studiata per farla tornare in posizione eretta quando la si lasciava anche da inclinata ed aveva avvitato al suo estremo un microfono cromato e grosso con il caratteristico look anni ’60. Immediatamente sotto al microfono erano stati legati 2 boa in piume sintetiche, uno nero ed uno viola abbastanza lunghi da ricoprire quasi interamente l’asta.

Le luci si spensero tutte ad eccezione di un faretto color porpora che illuminava il pittoresco disegno costruito attorno al microfono e sul palco i quattro attendevano il Best che avrebbe dovuto uscire dal camerino da li a poco quando si sentì un tonfo seguito da un rumore di scope e scopettoni che cascavano immediatamente seguito dalla bestemmia che rimbombò pesante nella sala ammutolita. La successione delle scene che si svilupparono poi somiglia ad una sequenza delle comiche di Stanllio e Ollio. Il Best uscì di botto dal camerino cascando su di un lato tirandosi dietro, appunto, la scopa e lo spazzolone che aveva travolto nel buio. Cascando il cappello rotolò via ed il cappotto in pelle gli finì sotto i piedi impedendogli qualsiasi movimento ed imprigionandolo a mo’ di camicia di forza. Mentre lottava con scope e cappotti per rialzarsi incrociò lo sguardo schifato, sbalordito e divertito di Ciopo che era proprio dietro a lui e quando vide Sem che accorreva, ridendo come un pazzo, per slegarlo, scoppiò. Mentre rideva Sem lo tirò su di peso prendendolo sotto le ascelle e sollevandolo sino alla posizione eretta. Best non faceva nulla per aiutare l’omone nella sua impresa di recupero perché il ridere gli aveva completamente azzerato le forze. Sem era stato soprannominato l’omone da Antares perché era lui il più delle volte a prendere o ad andare a recuperare il cantante quando si lanciava sul pubblico, ma non effettuava solo lavoro da body guard, era anche uno dei fautori più

agguerriti di alcuni poghi-pestaggi effettuati tra il pubblico e dal pubblico al Best quando si accorgeva che il cantante era mischiato tra la folla. Antares diceva che l’avrebbe assunto come guardia del corpo se fosse mai diventato famoso e ricco. Liberatosi da scopettoni vari e ripresosi dalla crisi di riso incontrollata, il Best si dirigeva verso il microfono senza essersi realmente reso conto dell’accaduto e fissando con sguardo spento l’asta. Afferrato il microfono, lo accese, esitò qualche istante e disse con voce bassa e calma "Buona sera a tutti voi, fottimadre". Nel preciso istante in cui terminò la frase cominciarono a sentirsi le urla del pubblico in sala, urla che scatenavano ogni volta una sorta di ondata di orgoglio e stimolo in lui. Urla che comunque venivano, in ogni concerto, coperte da quelle esasperate delle "fedelissime". Le fedelissime non sono altro che le donne della combricola. Le donne storiche, quelle che hanno vissuto e condiviso per anni alti e bassi della "Lambrate cattiva", quelle che nonostante storie sbagliate o ripensamenti nei confronti di qualche uomo sono comunque rimaste. Le donne che da sempre seguono gli EX-A.D., o meglio, i loro tre elementi più storici. Fondamentalmente, le scatenatissime, sono tre; succede poi, spessissimo, che diventino nei concerti il doppio, questo dipende da quante donne abbia per le mani il Best in quel periodo. Sì perché il "fenomeno" pare divertirsi parecchio a ingolfarsi di casini e, nelle live-performance, non esita ad invitarle tutte, creando conseguenti attriti e dissapori.

Al di là delle scatenate fedelissime, l’omone ed il resto della combricola di Lambrate, la seconda fazione di irriducibili è composta dagli amici di Antares capitanati dal mitico Massimo Colombo. Il soggetto in questione è un po’ come un orologio. Scompare per mesi interi, almeno agli occhi del Best, e riappare come per magia ad ogni concerto. Anche per lui Best ha riservato, nel suo subconscio, una parte nei suoi show e, ad oggi, è dura per il cantante ed il suo pianista ricordare un concerto senza Max. La band possiede anche un numero destinato sempre più a crescere di fans conquistati di volta in volta sul campo e così capita che i loro concerti presentino un colpo d’occhio, per quanto riguarda il pubblico, dignitosamente numeroso.

Le prime canzoni, solitamente, servono al Best per scaldarsi, affiatarsi e cercare il feeling con il pubblico che, comunque, sembra sempre, grazie alla calorosissima cerchia dei seguaci, arrivare già alle prime tre note.

Con i sui sguardi nel nulla, le facce buffe alternate a quelle sataniche, le sue urla, gli strip, scuotimenti della testa immediatamente seguiti da rapidi capogiri il concerto si protrae in un’atmosfera quasi famigliare.

I membri del gruppo suonano dedicando poco spazio allo show e restando per lo più attenti alle variazioni e le invenzioni sui temi del cantante. Hanno quasi tutti imparato che per evitare fallimenti clamorosi o liti in diretta è meglio cercare di interpretare al meglio il pazzo. Sì perché Best è esigente, pignolo, geniale e preciso caga cazzo da lucido, ma da ubriaco ha bisogno della sua band in maniera pesante. Così, a volte, gli intenditori e quelli che conoscono bene i brani, assistono ad uno show nello show. Le rincorse del gruppo, gli attacchi, gli stacchi improvvisati al

volo per aggiustare le mancanze del cantante rendono gli strumentisti i veri protagonisti.

Si comincia.

Cantò il primo brano ed il secondo in modo un pochino impersonale, forse per riprendersi, forse per scaldarsi. Dopo di che cominciò:

"Ogni volta è una sorpresa per me sentire che c’è un po’ di gente che si è imparata a memoria le mie canzoni. Anzi è quasi uno schock visto che il mio chitarraro, che suona con me da, anno più anno meno, 10 anni, non ne conosce ancora tutti i testi"

Ciopo scosse la testa e disse con tono mieloso ed infastidito "Le so’, le so’ tutte"

"Bom! Allora ti interrogo. Cosa dico dopo al frase ‘dopo tanto naviga…"

"One, two, tree" Dany salvò la situazione

"Il prossimo brano è dedicati ad una troia che m’ha rotto il cuore…"

Mentre parlava camminava avanti ed indietro, sorseggiando ancora qualcosa che gli era stato offerto, senza rendersi conto che la parte strumentale senza voce era da un pezzo finita ed il gruppo stava ripetendo fino all’esasperazione il giro per farlo entrare "…ma se hai la forza di reagire…"

Erano disperati.

"Non la smette più?" chiese Cris ad Antares.

"No, no tra un bel quarto d’ora se ne accorge"

"…la frase che ti passa per il cranio più spesso è DOVE cazzo SEI troia???

‘Eri sincera...’"

Era partito di colpo, all’improvviso, ma soprattutto al momento sbagliato.

"E’ in levare" disse Antares e tutti aggiustarono il giro.

Il concerto proseguì tra scene buffe del Best che si legava con i boa all’asta e rischiava di cadere, palpamenti di tutti i membri (in tutti i sensi) del gruppo, urla, rutti, sguardi satanici (ci provava), balli (per lo più isterici e scoordinati), presentazioni, coinvolgimenti del pubblico e bevute che lo alteravano e lo appannavano sempre di più sino a farlo improvvisare strip man. Restò in boxer ed anfibi a biascicare impastatissimo gli ultimi brani mentre le fedelissime urlavano ‘nudo’.

"…e con questo è veramente tutto anche perché io non mi reggo più in piedi" Best spense il microfono, s’inchinò e si accesero le luci.

Diversamente dalle solite esibizioni dove il gruppo risultava sempre esaltatissimo, questa volta vedeva visi scuri e poco soddisfatti.

Caccia, l’organizzatore della serata, che a metà concerto era esaltatissimo del tiro della band, sembrava il più incazzato. Caccia era una prima donna rompi coglioni ed al Best non piaceva neppure un po’.

Ad aumentare la gran confusione, che già regnava sovrana nella testa del cantante, contribuiva il grande via vai di gente che si era alzata appena finito il concerto.

Gente che veniva a complimentarsi con lui battendogli grandi pacche sulle spalle provocando barcollamenti preoccupanti:

"…complimenti ragazzi avete proprio un gran bel tiro a livello d’immagine, poi musicalmente parlando…" intervenne una prima persona un po’ robusta e forforosa.

"Sì tiro, bravo. Parla, parla musicalmente." rispose Best cercando di aprire il più possibile gli occhi (che rimasero a fessura) e fingendo di essere grato ed interessato agli elogi portatigli mentre in realtà era completamente indifferente.

"Troppo uguale a Jim Morrison" era già un po’ che si sentiva questa voce in sottofondo.

Facevano una gran confusione in lui gli amici che lo abbracciavano:

"…grandioso Gian, mi sei piaciuti troppo. To’, bevi"

"…eh ! Eh!" Best barcollava e perdeva parecchia saliva, sembrava un fattone ma scolò il bicchiere d’un fiato senza accorgersi del sapore.

"Figa! La sua reincarnazione" la solita voce ridente ribadiva concetti da lui già sentiti in precedenza.

Facevano confusione anche le pacche qua e la dei passanti e Dany, che incazzatissimo lo cazziava appoggiato da Cris:

"…Cazzo questa volta hai esagerato. Abbiamo fatto cagare nella seconda metà del concerto." lo aggredì incazzato nero.

"Ha fatto cagare. Noi abbiamo suonato bene" Cris.

"Se devo suonare per fare ‘ste figure di merda io non ci suono più" Dany pareva veramente in collera.

"…e la Madonna! Quanto la state buttando giù drammatica cazzo avrò sbagliato 2 attacchi" barcollava ed era più il tempo in cui i suoi occhi erano chiusi di quanto fosse quello in cui erano aperti.

"Sì due sto’ cazzo prima hai sbagliat…" e, mentre Cris aveva alzato un po’ il tono della voce, una mano aveva preso Gian per le guance e gli aveva girato la faccia dandogli un bacio sulle labbra. Non aveva ancora fatto in tempo a capire chi fosse stata o stato quando si accorse che un’altra mano cercava di richiamare la sua attenzione picchiando ripetutamente sul suo poco spesso pettorale da un 5 minuti buoni provocando un leggero fastidio. Si girò e, dopo un primo istante di appannamento, distinse chiaramente il viso di una sua collega che, scuotendo con l’altra mano un bicchiere, faceva suonare in un piacevole tintinnio il ghiaccio che allungava il Jack. Afferrò il bicchiere ed abbracciò la donna mentre tutto perdeva realismo attorno a lui.

"…sì non cagarmi troppo eh!" la voce era femminile, palesemente infastidita, e proveniva dalla parte dove gli era stato dato il bacio sulle labbra. Voltandosi lentamente poté distinguere chiaramente tutte le voci del gruppetto che lo circondava, voci alle quali reagiva con una mimica facciale differente per ogni situazione ma immancabilmente in ritardo; ovvero, ad una frase che prevedeva una determinata reazione del viso corrispondeva la reazione della frase precedente perché probabilmente era così rallentato che interpretava in ritardo gli eventi.

"…cazzo! Non si può biascicare così per mezzo concerto" riconobbe Dany e proseguì impallato. Cercò di interpretare una risposta con un’espressione del viso

che voleva dire ‘non esagerare, non rompere troppo i coglioni!’ ma quest’espressione gli uscì quando i suoi occhi erano dentro quelli di una ragazza che stava di fianco al batterista ed aveva appena chiesto:

"Mi lasci il tuo numero di telefono?".

Proseguendo con la sua lenta panoramica gli venne l’espressione di panico misto a scusa per aver scagliato la nuova fans quando ormai il suo sguardo l’aveva superata ed era diretto sulla collega del Jack che chiedeva un po’ preoccupata per la faccia:

"Che c’è non, non ti piace? Stai male?"

E chiaramente la faccia come dire ‘figurati! Non potevi scegliere di meglio. Tranquilla sto benissimo’, saltò fuori quando il Best nei sui lunghi ed inarrestabili 180° incrociò l’amico del ciccione forforoso che era ancora più grasso del compare e, voleva rendersi brillante e simpatico a tutti i costi, sottolineando con una risata e scuotendo la testa (in modo da fare una sorta di paternale, però, transigente) la sua frasona:

"…peccato però per la seconda parte. Ma cos’era l’impianto… eh…eh…"

E l’apoteosi del tempismo si concluse quando il suo incrociò lo sguardo interrogativo ed abbastanza seccato della ragazza che lo aveva baciato. Si perché a questo punto della panoramica, Best, non si limitò all’espressione del viso, ma proferì verbo e rispondendo (nel suo cranio) all’amico del ciccione con faccia scoglionatissima e voce stanca disse:

"…ma vaffanculo!"

Inutile spiegare la reazione della ragazza che se ne andò ‘seccata’ mentre il coglione non riusciva a fermare il cranio ed era giunto all’ultimo personaggio con lo sguardo di chi vuol chiedere: ‘scusa, non dicevo a te’.

"…anche tu come Jim davi le spalle al pubblico…".

"Scusa, non dicevo a te!" disse Best dispiaciuto. Poi d’un tratto rinsavì "Ma chi cazzo sei?".

 

La gente aveva cominciato a sfollare il locale ed in terra, sul pavimento oltre al solito fanghiccio causato da versamenti vari di bibite ed alcol si potevano chiaramente identificare un numero impressionante di piume sintetiche perse dai 2 boa.

"…ragazzi io dico che così non va’ bene. E’ rimasto in boxer e poi era completamente sfatto!" era Caccia che in un angolo del palco si stava lamentando con il gruppo che, escluso il Best, era riunito per sentire le sue lamentele. Già il Best! Aveva vagato frastornato e strattonato da tutti per più di un’ora. Ora durante la quale era sfuggito, grossolanamente, alle donne pretenziose che lo seguivano ed aveva continuato, accettando da chiunque, a deglutire alcolici.

"Sì Ok hai ragione, in effetti" Antares cercava di diplomare tranquillamente ma ‘la prima donna’ vedendosi appoggiato ricominciò lo show.

"…se non tiene un bicchiere di vino non fatelo più…" aveva anche alzato la voce e mentre dal camerino si sentiva saraccare, Jenny, una delle tre fedelissime, si stava

avvicinando balzellando allegramente verso l’organizzatore furioso, e proprio mente quest’ultimo fece, tra uno schiamazzo e l’altro, una pausa per respirare lei intervenne: "Allora Caccia, sei contento della serata?" era giuliva come una bambina. La mancanza di tempismo con cui era intervenuta fece sghignazzare sotto i baffi Ciopo ed Antares, mentre Cris e Dany si guardavano preoccupati.

"Non proprio. Lasciamo stare vah!" il tono era secco e volutamente antipatico

Jenny s’incupì in viso non contenta della risposta ed incurante, o meglio, indifferente, dell’aria pesante che s’era creata attorno a quella situazione. Guardò Caccia e cominciò ad esternare a ruota libera tutti i pensieri presenti nella sua testolina, disinibita, anch’essa come un po’ tutta la gente che aveva assistito al concerto, da una buona dose di alcol assunto durante la serata.

"Ma che cazzo vuoi di più! Ti riempiono il locale, quelli che portano bevono come latrine, suonano gratis, hai ancora da dire. Vai a cagare"

Caccia era sbigottito e spiazzato dalla spontaneità con cui era stato travolto dall’evidenza palese. Non avendo contromosse si fece ancora più nero in viso a bassa voce e con ampi gesti della mano destra cacciò la scomoda ragazza.

"Vai per favore. Va’, lasciamo perdere!"

Jenny si girò, guardò Ciopo, alzò le spalle ridacchiando e balzellando sorridente disse: "Oh no Ciopo! Caccia mi caccia!Eh!Eh!". Poi puntò la porta da dove già erano fuoriusciti tutti "…ci vediamo fuori"

Proprio in quell’istante Best usciva dal camerino dondolante (neanche a dirlo) e borbottante.

"Cazzo guarda che sbrego." indicando uno squarcio appena sopra il ginocchio dei suoi pantaloni in pelle "Sono costati 280.000 LIRE e qualcuno è entrato nel camerino e me li ha tagliati! Guarda!"

"Oh no! Povero piccolo" Jenny sghignazzava già di suo ma vedere l’AMICO in quello stato, incapace di articolare in modo fluido una frase, la fece proprio collassare.

"Sono entrati dopo che me li sono tolti per mettermi il Kilt e con un taglierino me li hanno tagliati". Mentre parlava continuava ad indicare lo strappo tenendo la testa bassa, china sul ginocchio bianco alzato che risaltava abbastanza nel contesto in pelle nera. Era scalzo, o meglio, non aveva gli anfibi e le calze non erano completamente infilate, la scena era, a dir poco, raccapricciante.

A quel punto Jenny lo abbracciò baciandolo sul collo e Best tirò su la testa di scatto ed accigliato per vedere di chi si trattasse, quasi preoccupato di poter trovare una delle donne che lo avevano inseguito per mezza serata, e, quando riconobbe l’AMICA, si rincuorò.

"Hai visto i pantaloni me…"

"Giaan…" la voce suonava come al solito. Alta di volume ma con una tonalità grave, molto maschile e sul nome ‘Gian’, il Best, aveva per anni imitato, esasperandone la gracchiosa baritonità, il modo di appellarlo della Jenny, tanto che in compagnia, la si sfotteva in quel modo. "…non è entrato nessuno nel camerino in tua assenza, nessuno ti ha di proposito tagliato i pantaloni.". Il tono era divertito ed

accondiscendente, un po’ materno, come per cercare di convincere un bambino capriccioso senza ferirlo o farlo arrabbiare. Questa situazione non era molto insolita, anzi, per Best pareva normale esser coccolato e tollerato dagli altri, soprattutto dalle Jenny e, probabilmente, quest’ultima era stata così tanto tempo a rincorrere le lune e gli scleri del cantante che ormai aveva adottato questo tipo di atteggiamento materno e rassegnato. Ormai era ben consapevole di avere a che fare con una persona imprevedibile, immatura, mediamente simpatica e brillante ma con gravi ed improvvisi cambi di opinione ed umore. Ormai era temprata a subire le piacevoli o le fastidiose conseguenze dovute alla vicinanza di questo personaggio; ma sia il lungo contatto, sia la massiccia dose di disponibilità e di pazienza la collocavano nell’olimpo delle due o tre persone al mondo in grado di saperlo prendere, gestire ed accettare in ogni momento.

"…m’hanno fottuto il microfono" continuava sborbottare completamente annebbiato dall’alcol. Pareva aver addosso una sorta di vittimismo galoppante.

"Te l’ho messo io nel tuo meraviglioso zaino da bimbo delle medie povero" la frase era palesemente provocante e Jenny sghignazzava aspettando la reazione di Best da un momento all’altro.

"Mi hanno spennato i boa; guarda per terra!" non sapeva più a cosa agganciarsi per molestare e protestare, così indicò le piume sul pavimento. Poi s’arrestò di colpo.

"Il mio zaino è bellissimo, non posso mica alla mia età comp…"

"…comprarne uno tutto colorato come quello degli sbarbatelli e bla e bla. Lo so’ scherzavo! Ma guarda che sta cosa qui mi fa troppo spisciare"

Best la guardò con una faccia che esprimeva tutto la sua incomprensione.

"Sta cosa qui cosa?" era decisamente buffo quando le sue espressioni erano così spontanee.

"Quella che t’incazzi ogni volta che ti toccano qualcosa di tuo" Jenny

"E si mi incazzo. Esagerata. M’incazzo perchè m’hanno tagliato i pantaloni mica per ste’ stronzate!" così dicendo si liberò bruscamente dell’abbraccio e s’indirizzò agguerrito verso l’angolo dove Caccia stava ancora protestando col gruppo.

"Che trottolo!" disse la Jenny dopo esser stata sbattuta brutalmente a lato dal Best. Si girò e saltellante uscì dal locale.

 

 

"…non mi potete far fare ‘ste’ figure le ultime canzoni…" Caccia si agitava come se fosse esplosa una bomba nel locale.

"Un momento. Le ultime quattro canzoni erano dei bis e ce li hai richiesti tu!" intervenne Ciopo un po’ esaurito dalle proteste del pagliaccio.

"Sì ma… oh! Cazzo fa quest…?!"

Era già all’apice dei suoi vulnerabili nervi che sarebbero saltati da soli da lì a poco. Visto che ci sarebbe voluto ancora un po’, ci pensò Best ad affrettare i tempi. Caccia e Ciopo parlavano uno davanti all’altro ed il chitarrista dopo l’ultima frase era rimasto con le braccia piegate a 90° e le mani unite a preghiera come voler implorare l’organizzatore di non esagerare. E sulle mani dell’amico Best, dopo uno

slancio poco ginnico, appoggiò la gamba con lo strappo sopra il ginocchio e la calza mezza sfilata, appoggiandosi con le mani sulle spalle dei due, che stavano ancora discutendo.

"Guardate!" era il tipico tono da sbronzo. "Qualcuno mi ha strappato i pantaloni in pelle da 280.000 lire! Io lo ammazzo quel bastardo!!!"

Davanti a quella scena che era un sunto di tempismo, grazia e lucidità i quattro del gruppo scoppiarono in una risata che pareva un boato mentre Caccia cominciò a sbraitare.

"Che cazzo c’ha?" domandò Best ignaro di tutto volto verso Ciopo che ridente rispose

"Eh… è un po’ incazzato"

Caccia intanto stava tornando alla carica.

 

 

"Guarda che io non ho bevuto un cazzo" Best barcollava in modo nauseante rendendo inverosimili le sue giustificazioni di sobrietà, di conseguenza, più cercava di giustificarsi, più si rendeva ridicolo facendo esplodere in grasse risate gli altri e facendo incazzare Caccia. Era un suo potere quello di esasperare sino allo sclero la gente che non gli piaceva e quell’uomo non gli andava proprio a genio.

"Cioè quello che ho bevuto" vedendosi deriso corresse il tiro "me lo sono portato da casa o me l’hanno offerto, quindi quel conto che stai sventolando mettitelo dritto nel culo!" poi voltandosi verso gli altri, mentre l’organizzatore gesticolava evidentemente e passeggiava nervosamente, domandò brusco:

"Voi avete bevuto molto?"

"Io due coke" Dany

"Io una media ed una piccola" Cris

"Due medie ed una piccola" Ciopo

Lo sguardo interrogativo finale si diresse verso Antares che lo guardava con occhi sbarrati come ad implorare di non domandare nulla. Best, a quel punto, sghignazzò ed Antares fece altrettanto avendo trovato complicità nei suoi occhi.

"E le tre bottiglie dell’aperitivo? E le bottiglie al tavolo?…" Caccia calcava inverosimilmente la mano e nel frattempo si era seduto su una sedia a chiudere un cerchio di persone, composto da lui, il gruppo e l’appiccicoso amante di Jim Morrison, che per comodità il Best chiamava Stefano anche se ne ignorava il nome reale. Cerchio che vedeva nel suo centro il povero Gian additato ed inquisito da tutti, Stefano escluso che continuava nella sua sorta di venerazione.

"…E gli amari? Ma lascia stare, non importa. Facciamo che il bere ve lo mando io!"

"Evvai raga!" urlò il Best voltandosi verso il bancone con l’indice puntato "Se beve a gratis. Per me un Jack".

"Grande Jim! Uno anche per me!" Stefano era forse l’unico che non aveva capito un cazzo della situazione e, mentre Best aveva volontariamente fatto una finta per far incazzare ancora di più Caccia e quindi si era già rivoltato, lui sorridente ed allegro

era corso fino al bancone. Dany si teneva la fronte e si copriva gli occhi con una mano dalla vergogna e dalla disperazione. Caccia si alzò di scatto.

"Oh! Se mi resti in boxer io non ti faccio più suonare. Non puoi farmi scappare la gente!"

"La gente non è scappata!" il tono di Best si stava alterando e viste le sue condizioni non sarebbe stato difficile portarlo alla rissa. Di suo Caccia era fuori dai gangheri già da una buona mezz’oretta.

"I tuoi amici, ma i clienti abituali me li hai fatti scappare. Ora a me non interessa che fai divertire solo una piccola parte del pubblico."

"Sì circa 60 su 63, esagerando, 64 clienti totali. Oh ben 4 abituali!!!" Best, odioso ed ironico.

"Va beh, ma il problema è che è rimasto in boxer, scusa fammi capire?" l’intervento calmo e diretto di Antares riportò un po’ di calma e spezzò un minimo l’aria tesa del momento.

"Il problema è che non è piaciuto!"

"Grande Jim, tieni il tuo Jack" Stefano era tornato sorridente dal bancone e dopo questa frase in tre si girarono a guardare Caccia che sentendosi smentito (Stefano era palesemente un abituale cliente) cambiò argomentazione.

"Hai cantato ubriaco"

"Ma non dire cazzate!" qui però Best non fu appoggiato da nessuno sguardo, anzi, ed allora ritrattò immediatamente: "Forse alla fine ero un po’ allegrotto"

"No va bene Jim non ti preoccupare io sono con te. Che carisma" Best quando Stefano parlava a volte lo guardava ma senza proferire mai parola e ricominciava come se non avesse mai aperto bocca.

"Ma perché ti chiama Jim?" domandò curioso Antares

"E che ne so’. Non so’ nemmeno perché io lo chiamo Stefano" alla risposta così diretta di Gian, Antares, allargò le braccia, sorrise ed aggiunse:

"Non fa una piega. Potevi rispondermi anche che la vacanza di Peniscola è stata divertente, avrebbe avuto, più o meno, la stessa pertinenza…".

Caccia si avvicinò "Ubriaco e biascicavi. Ed io così non te ne do’ nemmeno una delle due date che ti dovevo dare."

"Perché la tua parola vale meno di un cazzo quindi, prima fai il brillante e poi devi cogliere la palla al balzo alla prima occasione per ritrattare… Ma poi non dire cazzate! Adesso biascicavo." Il tono aspro era esaltato anche da movimenti bruschi e, discretamente, rapidi delle mani.

Caccia si allontanò innervosito ed isterico.

"Gian, biascicavi!" intervenne a bassa voce Cris per calmare il soggetto. Cris dava quasi sempre ragione al suo cantante e vederlo convinto del contrario fece capire al Best di essere nel torto.

"O ma non ho cantato così male, minchia!"

"No la prima parte forse no, la seconda di merda!" Dany un bel po’ innervosito.

"Ero ciuco e biascicavo?" chiese in fine ad Antares.

"Sì però; insomma… se te la devi menare così… boom! Non importa. Se diversamente non ti va bene, alla fine son due date, fa niente. Non star li tanto a leccargli il culo. Non ti riesce!"

"Hai ragione. Aspetta!" ed il Best si riavvicinò a Caccia pronto a ritrattare convinto in modo immediato dalla disponibilità dell’amico che non solo metteva completamente nelle sue mani la scelta per le future prestazioni LIVE, ma, soprattutto, valorizzava il concetto a lui più caro: ‘Facciamo quello che vogliamo senza tanto sottostare al volere di nessuno’. Questa totale fiducia e rispetto nella volontà altrui lo fece scendere dal piedistallo del suo punto di vista per cercare di avvicinare quello della sua band.

"Va beh oh Caccia dai forse ho esagerato col bere ma…"

I due si appartarono un secondo, poi Caccia, ricominciò a strillare

"Io non ti do’ le date in giro"

"Mi vien da piangere" scimmiottava Best appoggiandosi i polpastrelli delle dita sotto gli occhi.

"Basta levatemelo da davanti" Caccia

"No levatemi lui dai coglioni o lo prendo a sberle" Best

"Dai Gian fa niente andiamo!" disse Ciopo

"Sto cazzone" Best indicandolo da lontano

"Antares. Parlagli tu" Ciopo

"Cioè ragazzi se mi fate storie perché son rimasto in boxer, non suonate nemmeno più con me!" Best

"Nessuno ti fa para per questo Gian. Bisogna solo essere più professionali. L’alcol!"

"Se è per quello, non ci sarà più problema!"

Ciopo imboccò l’uscita con Best e Stefano mentre gli altri in lontananza sentivano le ultime lamentele:

"…vedi è proprio un segno dritto, come se qualcuno con un taglierino avesse tagliato i pantaloni e…".

"Liti tra primedonne alcolizzate" concluse Antares guardando Best che usciva e Caccia che borbottava al bancone con un suo amico.

 

 

Nel parcheggio del locale, tutto attorno alle macchine, il "BRANCO" si accennava a dirigersi verso casa. Prima di partire gli ultimi commenti, le ultime scene e gli ultimi assalti finali dei marpioni alle tipe corteggiate.

Best aveva già infilato le aste nel baule e sedeva in macchina al posto di guida, mentre Ciopo con lo sportellone del bagagliaio aperto stava caricando chitarra ed amplificatore. Seduto sul posto del passeggero di fianco a quello di guida c’era Stefano che continuava ininterrottamente a parlare con il suo Jim.

"…dai vieni, andiamo in ‘sto posto che conosco io verso Bergamo. E’ a 10 minuti da qui. La c’è un mio amico. Minchia… ci sbarelliamo come dei canguri!!!"

 

"Quanto ci mettiamo?" domandò Best curioso, come se non fosse già abbastanza fuori.

"10 minuti, massimo 15"

"Oh Ciopo! Io vado un secondo a Bergamo. Aspettami qui, torno subito" urlò il Best girandosi in dietro verso il bagagliaio aperto. Ciopo che aveva appena appoggiato l’amply sul bordo del baule dopo uno sforzo della madonna, girandosi verso la Jenny domando incredulo:

"Dove cazzo vuole andare???" poi voltandosi verso il Best "Cazzo vai a fare a Bergamo alle 3:00 di notte?"

"Ci metto un secondo, vado con… coso qui, e torno subito. Tu aspettami nel parcheggio" Best.

"Sì nel parcheggio, al freddo e magari un’ora. Io mi trovo un’altra macchina" e così dicendo risollevò con fatica il pesante amplificatore per scaricarlo.

"Se vuoi puoi venire" Best.

"No. Vado a casa"

"Perchè scarichi, vuoi fartela a piedi con l’amplificatore sulle spalle?" domandò Jenny ridendosela.

"No è che, Gian vuole andare con quello a Bergamo per fare non so’ cosa!!! Mi sa’ che non è tanto una buona idea. Forse è meglio portarlo a casa!".

"Rimetti l’amply in macchina" ordinò Jenny e mentre si dirigeva verso lo sportello del passeggero, che era aperto, dove stava seduto Stefano, Best accese la macchina ed ingranò la retromarcia.

"Ha messo la retro!" urlarono da dietro.

"Spostatevi da dietro!" le voci erano alquanto preoccupate.

"Attento Ciopo" terrorizzati lo avvertivano

Le grida in panico della gente fecero ridere Ciopo, che risollevando per l’ennesima volta l’amply disse.:

"Eh la madonna, ragazzi! M’ha visto, ci sto parlando, non credo che mi travolga".

"Gian! Dove cazzo stai andando?" chiese con tono molto nervoso Jenny che si era appoggiata allo sportello. In suo Best non teneva nemmeno gli occhi molto aperti e prima di poter rispondere fu anticipato da Stefano.

"E’ qui dietro, 5 minuti"

"Vado così mi ripiglio un po’, poi torno. Ce l’hai un passaggio no?" Best

"Ma che cazzo ti ripigli, coglione. Spegni ‘sta macchina"

"Dai c’è là un suo amico, ci metto un cazzo. Ciopo tira giù l’amply" Best

Ciopo risollevò l’amply per scaricarlo.

"Guarda è qua dietro e…" cercò di intervenire Stefano ma Jenny lo interruppe bruscamente.

"Tu scendi immediatamente. Gian, tu non farmi incazzare eh… spegni la macchina. E tu ricarica l’amply" indicando rispettivamente Best, Stefano ed infine il povero Ciopo che da dietro protestava spazientito

"E’ l’ultima volta va bene mi sono rotto i coglioni. Cazzo mi son fatto i bicipiti…"

Nel frattempo Best guardava divertito Stefano per l’intervento decisamente autoritario dell’AMICA e sorridente disse:

"Che caratterino eh!" e contemporaneamente spense la macchina.

"Non ti farai mica condizionare dal volere di una donna, spero!?" Stefano

"Ho proprio idea di sì invece! Fuori da coglioni!" Best divertitissimo ed in balia dell’autorità esercitata dal tono di Jenny.

"ma Jim…" Stefano perplesso

"Jim una sega! Jim è morto. Vai fuori dalle palle! Scendi!" Jenny secca irritata e nervosa.

A quel punto messo alle strette, non vedendosi più appoggiato da nessuno e parzialmente intimorito, Stefano scese, si allontanò e scomparve nella nebbia. Jenny salì sul sedile davanti. Ciopo chiuse finalmente il portellone del bagagliaio con dentro l’amply si avvicinò a Best e chiese:

"Come sei messo? Ce la fai a guidare?"

"Boh!!!…Adesso vediamo!".

Ciopo si sedette dietro ed i tre partirono più o meno contemporaneamente agli altri, appuntamento fisso al Picaflor.

Usciti dal parcheggio imboccarono la statale e Best più che impegnato nella guida sembrava intento a ravanare tra le musicassette alla ricerca dei Blind Melon sbandando vistosamente ed invadendo ripetutamente la corsia opposta.

"Gian. Non è che sei un po’ troppo sulla corsia di sinistra CAZZO?!!" il tono di Jenny cresceva proporzionalmente con la direzione della vettura che, poco alla volta, era completamente finita in senso di marcia opposto. Best sterzò per riportarsi bruscamente nella sua corsia. Pochi istanti dopo nell’altra corsia passò un TIR.

"Oh, ma ci stai dentro! Cioè non l’hai manco visto? Io lo sai che non ti rompo mai il cazzo su ste’ cose ma mi sembra che sei un po’ sbronzetto???" Ciopo un po’ preoccupato.

"Tranquillo l’avevo visto benissimo. Era lontano Ci sto’ dentro" e continuava a cercare la musicassetta

"Lontano una ciuffola di cazzo…" borbottava giustamente preoccupato Ciopo

"Ocio, ocio al fosso!" urlò Jenny mentre Best sterzò di colpo prima di finire nel fosso.

"Minchia che parura!" Best ridendo a squarcia gola ed accostando lentamente

"…visto gli ultimi due zig-zag… è meglio che guidi tu!" aprì la portiera lasciò entrare Ciopo, prese il suo posto dietro, si sdraiò ed ancor prima che il socio ingranasse la prima, s’addormentò in preda ai fumi dell’alcol non distinguendo con gran precisione quando la sensazione di curve era dovuta alla sua testa che girava e quando in realtà queste svolte fossero vere.

 

 

Arrivati al pica Giacomo stava entrando in macchina dopo aver chiuso il locale e si gustò la scenetta. Sem era completamente sbronzo e non stava neppure in piedi così

come gran parte del gruppo. Erano tutti appoggiati alle macchine parcheggiate nella via. Quando Ciopo gli si avvicinò, Giacomo con la sua tipica cadenza chiese :

"Weh! Rcok star. Com’è andato il concerto?".

"Beh!" sospirò Ciopo "Vedi quella macchina con cui sono arrivato?"

"Mm! Sì" Giacomo cominciava a sghignazzare assieme a quelli abbastanza lucidi attorno a lui che avevano colto l’ironia del tono di Ciopo.

"…vedi che è molto simile a quella di Gian, no? Ecco io non ne ho acquistata identica alla sua per emularlo in tutte le sue espressioni. Quella è la macchina di Gian…" Ciopo si stava divertendo.

"Capisco…e risulta strano, o sbaglio, che sia tu a guidarla?" Giacomo voleva arrivarci per piccole dosi.

"Sì è strano ma non insensato poiché vedi quell’ombra là in fondo china su se stessa che pare proprio vomitare…" indicava senza guardare Best che sorretto da Jenny stava effettivamente tirando su l’anima.

"Ecco quello là è il mio cantante" Ciopo

"Quindi un concertone?" Giacomo

"Quindi direi, una prestazione fuori dal normale, molto creativa, molto originale NEL SUO GENERE" Ciopo

"Siamo alle solite era stronato perso e tradito ed ha cantato col culo!"

Ciopo allargò le braccia risbattendole lentamente sui fianchi con fare rassegnato, poi, girandosi alzò un braccio come per salutare tutti e sospirando aggiunse:

"Lo porto a casa io lo straccio… Ci si vede domani!"

Caricò in macchina Best, che dopo un primo momento dove aveva ripreso a borbottare per lo sbrego sui pantaloni in pelle si era addormentato, accese il motore e sparì inghiottito dalle ultime ombre delle notte, con la rock star russante e puzzante di vomito al suo fianco.

 

 

Volare.

 

"Ma non ci credo! Hai veramente così caga di volare? Minchia non ti passa più. Poi va che sfiga che c’hai..."

Best divertito aveva preso di mira il Red.

"In che senso sfiga?" ostentava un tono tranquillo e sicuro ma il suo viso esprimeva chiaramente ansia mista panico che si accentuavano ogni volta che l’aereo prendeva un vuoto d’aria.

"...che c’hai ad esser capitato proprio nel posto vicino al mio" Best aveva lo sguardo bastardo colorato da un ghigno fastidioso di chi sta per esasperare qualcuno sino all’inverosimile. Già perché in vacanza tra i vari soprannomi gli è stato attribuito "Tormento" visto che ogni volta che qualcuno prova a rilassarsi in spiaggia lui ‘deve’ buttarglisi addosso oppure farlo spaventare di colpo oppure bagnarlo. Visto che quando qualcuno prova a socializzare (indifferentemente uomini o donne che siano) e lui non ne ha molta voglia si inserisce e fa la bestia ruttando, scoreggiando e dicendo sconcerie buttando l’argomento immediatamente sul sesso in malo modo rendendosi particolarmente scontato ed odioso agli occhi delle ‘prede’, ma quasi irresistibile davanti agli amici che riconoscono le provocazioni.

Così ‘Tormento’ incredulo di questa manna che arrivava dal cielo (in tutti i sensi) si faceva largo su quest’ultima debolezza per bastonare e vedere sino a che punto avrebbero tenuto i nervi del Red.

 

Il Red è un tipo calmo. Veniva chiamato così per il colore dei capelli, i pochi che restavano ora. Non è estremo come il Best ma ha anche lui la sua buona dose di vette e picchi. I due si conoscono da tantissimo grazie al cugino di.... grazie ad un giro strano e si frequentano da circa 7 anni. Non è la prima vacanza che il Red passa con Gian ma è il primo viaggio aereo che fa al suo fianco. In diverse occasioni il Red ha salvato il culo al compare evitandogli pestaggi e botte poichè troppo ubriaco con conseguenze probabilmente disastrose. I due ne ricordano una in particolare a Jesolo. Il Best correva ubriaco per la spiaggia quando incontrato un omone più che robusto (un culturista) prima a pensato di mandarlo affanculo, poi scoperto che era l’addetto alla sorveglianza della spiaggia perchè di notte nessuno rubasse nulla, cominciò a correre buttando in aria il maggior numero possibile di ombrelloni chiusi. Ora la scena si svolgeva in modo discretamente bizzarro. Il Best correva insultando il culturista prendendo gli ombrelloni incappucciati a due mani e lanciandoli in aria. Il culturista, in accento veneto (che, secondo Gian, non può fare paura), lo inseguiva minacciandolo gridando "se te ciapo te copo".

Al che il Best ricominciava a correre e a fare più danni sfottendo inevitabilmente anche la pronuncia del guardiano "se te ciapo" e rideva "te copo te copo" e sparava in orbita gli ombrelloni. Ed il Red? Beh il Red correva tra il fattone ed il culturista prendendo al volo gli ombrelloni e rificcandoli rapido da dove erano stati estratti con una mano e con l’altra teneva a bada il bestione dicendo "non ti preoccupare metto tutto a posto io".

 

"Capirai adesso; cazzo vuoi che mi freghi di quello che dici..." il Red cercava di smorzare subito la voglia di tormento del Best

"...per me puoi andare avanti anch..."

ma il vuoto d’aria lo tradì e si mosse istintivamente con le mani ad afferrare forte il sedile davanti con gli occhi sbarrati dalla paura cercando di deviare lo sguardo il più velocemente possibile da quello del Best.

"Dio precipitiamo!!!" gridò il Best con voce stridula proprio sul vuoto d’aria volgendosi con le mani al volto il più vicino possibile all’orecchio del Red

"...addio amico mio, compagno di mille avventure ooooohhhh..." e si buttò sul sedile fingendosi svenuto e girando la testa dalla parte opposta rispetto all’amico incrociando lo sguardo divertito della ragazza che occupava il terzo sedile, quello più vicino al finestrino.

"E’ finita!" pensò il Red che era nel panico più totale; vista ridere la ragazza, vista carina la ragazza, vista interessata la ragazza aveva capito che Tormento avrebbe continuato tutto il viaggio, così, mentre Gian era girato, cominciò a respirare profondamente per rilassarsi ed ha girarsi verso il corridoio a sinistra.

"Ti prego l’ultimo bacio prima dello schianto" il Best aveva cominciato lo show con voce fintamente stordita e sofferente.

"Ed ascolta, già che stiamo per precipitare, ti seccherebbe se le mie richieste diventassero un po’ più specifiche ed esigenti?"

"Del tipo?" domandò la ragazza sorridendo a labbra chiuse

" tipo un’ultima palpatina di tette oppure un po’ di ‘petting on crashing down’ o, visto che si sta cascando una gran bella cavalcata sulle ali del vento?"

La ragazza cercò di chiudere un po’ il sorriso e guardò Gian in modo un pochino riprovevole ma si percepiva che la cosa la divertiva nonostante il vicino di volo fosse stato così diretto.

"magari se precipitiamo eh!" la ragazza.

"Red, non vedo l’ora che succeda un’avaria" Gian incurante del colore biancastro del viso del socio.

"Eccola eccola, avaria al motore 2, yuppy" urlava ad ogni vuoto d’aria rendendosi odioso a tutto l’aereo.

"Senti coso sai che al posto di ‘Tom & Jerry’ oggi danno ‘Alive’ e subito dopo ‘Airport 1, 2, 3’ e ‘Sciagura in alta quota’ sono di tuo gradimento?"

"Gian vai a prendertelo nel culo!"

"Oh ma che acido! A te se precipitiamo non ti si può mica mangiare da morto sei troppo indigesto. Al massimo possiamo usarti come combustibile naturale in mancanza di legna, mi sa’ che prendi fuoco anche abbastanza bene ed in fretta visto l’infiammabilità, oppure ti scuoio e mi faccio la pelliccia in pelo rosso"

"Se caschiamo non caschiamo mica sulle Ande, ignorante. Stiamo andando in Spagna ed il computer che monitorizza la rotta dice che siamo sulla pianura francese" aveva trovato la forza di ribattere al colpo ma non era calmo.

"E già cazzo! Allora non servi proprio ad una sega" e così ridacchiando il Best si girò verso la ragazza che fingeva di leggere ma sghignazzava sotto i baffi e continuò "ci sono i Pirenei. Te se caschiamo mi mangi almeno un pochino? Un polpaccio, una chiappa dai?" ora la vicina di posto ridacchiava

"Ti direi anche di mangiarmi il birillo ma se non sono eccitato equivale ad una mangiata di un cetriolino... di un’oliva! Guarda mi è venuta un’idea" la ragazza sbuffava divertita

"Che idea?"

"Visto che è" toccandosi in mezzo alle gambe "in grado di sorprendenti e stupefacenti metamorfosi tu cominci ad eccitarmi in modo che se dovessimo precipitare hai già tutto tuo un metro e mezzo di sasizza da mangiare che, usando come pane le due chiappe del culo del..." indicava con il pollice senza guardare il Red

"...del Barone Rosso qui di fianco, potrebbe sfamarti almeno per la prima notte in attesa di soccorsi" la ragazza arrossì un po’ ed il Best subito la rassicurò "No, no non ti fare dei problemi per lui tanto è abituato a prendere roba nel culo.".

A quel punto la ragazza scoppiò a ridere e non potettero evitare di farlo nemmeno il Red ed i passeggeri subito davanti ai loro sedili ed allora Best continuò.

"Potremmo anche fare il contrario ovvero io metto le chiappe e lui il resto però oltre al pane avresti ben poca sasizza a tua disposizione. Anzi avresti pane e sardine, sardina, marcia ed ammuffita".

"Oh a proposito di mangiare tira giù il tavolino che sta arrivando la hostess" il Red lo stroncò.

 

Stavano mangiando il meraviglioso pranzo ‘offerto’ dalla Swissair quando si accese il segnale luminoso che consigliava di allacciarsi le cinture. Le reazioni furono diverse (manco a dirlo).

Il Red era più che preoccupato e quando al segnale luminoso seguì un annuncio vocale del comandante che annunciava una turbolenza venne pervaso da una sorta di terrore.

"Ma vaffanculo proprio mentre mangio cazzo. Fa a finire che mi sbrodolo tutto." il Best polemizzava a voce alta ed a bocca piena con la testa china sul vassoio affrettandosi a bere il vino nel bicchiere prima che questo debordasse.

Ci fu immediatamente un sobbalzo ed il Red si attaccò impaurito al sedile davanti.

"Oh non ti va più sta roba? Me la piglio?" il maiale aveva la bocca piena ed indicava con la forchetta il vassoio del Red che incapace di rispondere fece cenno di no con la testa.

"No cosa? No prendila oppure no mi va, la finisco io? Cazzo disciulati, parla, dimmi!"

"Prendila Cristo" disse con un filo di voce

"Cioè gli faccio un favore così non si sbrodola tutto e fa l’agitato" il Best si era voltato dalla parte della tipa.

"A proposito tu non mangiare che poi ti passa la fame e va a ramingo tutto il nostro accordo sulla sasizza" mentre parlava con la ragazza sghignazzava e cercava il sacchetto di carta fornito dalla SwissAir per vomitare nella tasca sotto il tavolino mentre il Red era ancora attaccato al sedile davanti guardava verso il corridoio con la testa leggermente inclinata verso il basso e non si era accorto delle mosse del vicino.

Best aspettò il vuoto d’aria successivo ed inscenò la vomitata verso il Red che di suo non ne poteva più.

"Non so proprio se ridere oppure vomitarti addosso davvero" disse il Red mentre l’animale rideva giulivo del suo scherzone poco intelligente ed abbastanza scontato volendo di proposito apparire grottesco.

 

Ritirati i vassoi e bevuto il caffè più lungo mai preso prima il Best ricominciò.

"Sai ho un rimpianto" Gian si era girato dando le spalle alla ragazza

"Cosa?" il tono del Red era comprensibilmente stremato

"Non ho mai fatto sesso in alta quota"

"E va beh! Chiedi..." e sorridente allungò la faccia più volte come ad indicare la ragazza seduta dietro il compare.

"Sì lo so ma vedi" Best gesticolava "se proprio devo fare sesso ad 11.000Km sul livello del mare vorrei qualcosa di speciale"

"Cosa intendi quando dici speciale"

"Non saprei, bizzarro, come deve essere fare sesso ad alta quota"

"Vai a terra e portati su una pecora"

"Non mi sono spiegato, aspetta" si girò completamente verso l’amico

"mi piacerebbe fare una di quelle scopate che di tanto in tanto ti fulminino con quella scarica in più, una sorta di misto tra adrenalina, novità e passione travolgente"

"Ma che cazzo stai dicendo?"

"Red," non poteva più, a questo punto, trattenere un sogghigno " mi piacerebbe trombarti nel bagno!"

"E questa sarebbe la tua scopata speciale?" disse il Red con tono perplesso.

"Non posso che immaginarmi la libidine che deve dare mettertelo nel culo ed aspettare fermo senza far nulla e sentire il tuo buco stringersi ed allargarsi da solo di tanto in tanto per la paura ogni volta che l’aereo prende un vuoto d’aria!"

A quel punto fu un’esplosione ridettero un po’ tutti. Il Red battè forte le mani chiudendole a mo’ di preghiera ridendo a bocca aperta emettendo poco rumore e guardando in alto. La ragazza si era girata verso il finestrino e davanti si dimenavano sul sedile.

Si accesero nuovamente le luci per le cinture.

"Sai Red, la fase che mi fa più paura di un volo è l’atterraggio perchè se si dovesse appoggiare storto potrebbero rompersi i carrelli e succedere un disastro non credi?"

"Oh grazie, era l’unica fase della quale non avevo paura ora c’ho l’ansia anche di questa" ormai rideva in misto di stati d’animo che giravano attorno ad una sorta di esasperato, nervoso e divertito.

L’aereo atterrò senza nessuna sciagura ed il Best guardando il Red cominciò:

"Oh che viaggio rilassante eh?" stirandosi "Peccato che hai rotto tanto i coglioni con sto tuo continuo parlare e protestare, se no sarei riuscito anche a dormire" e poi girandosi di scatto verso la ragazza

"Senti se in futuro dovessi mai stufarti di questo mondo così sfrenato ed avessi voglia di calma ed un po’ di serenità fammi un fischio va bene?"

"Sei simpatico"

"Vuoi dire che ti piaccio?"

"Vuol dire che sei brillante"

"Vuol dire che ci stai?"

"Sei impossibile" e sorridendo prese il suo bagaglio a mano

"Te ne vai?" Best era un po’ deluso

"Il mio ragazzo mi aspetta a terra"

"Questa frase l’hai buttata lì per farmi capire che forse per certi tipi di divertimenti dovrei veramente approfittare del mio amico in alta quota nel bagno?"

"Ciao" sorrideva e muoveva le dita

"Io la amo!"

"Gian..." il Red aveva lo sguardo scocciato ed esaurito "siamo solo al primo scalo".

 

 

Il Fiume.

 

La sistemazione era abbastanza approssimativa in un hostal senza grandi pretese ma pulito. Lo stabile si sviluppava su tre piani ed il gruppo composto da 6 persone era disposto sul primo (Ciopo, Silvia, Red e Pippo) e sul secondo (Uimy e Best). Su ogni piano diversi appartamenti / stanze che restavano sulla destra di un corridoio a forma di ‘C’. Il corridoio aveva l’ingresso in un estremo della sua ‘C’ e la cucina dall’altro. L’ultima porta prima della cucina era il bagno che era comune (come i fornelli) per ogni piano. Prima del bagno una stanza dove dormivano Uimy e Best al 2° piano e Pippo ed il Red al 1°. Sulla sinistra del corridoio diverse finestre che davano su di una tromba interna affacciandosi alle quali si comunicava con tutti e tre i piani. L’hostal era frequentato esclusivamente da ragazzi e ragazze in vacanza oppure studenti.

 

"Jan please sing again with your sexy voice" Dany una ragazzina di 19 anni del 3° piano divertita stuzzicava il Best

"Every beat of my heart...." era uscito dalla doccia nudo, come al solito, attraversando la parte comune del piano e si stava asciugando i capelli con una salvietta mentre camminava verso la stanza dove Uimy si stava truccando.

"Perchè canti sempre sta canzone ogni volta che Dany ti chiede di cantare" Uimy continuava a truccarsi non prestando minimamente attenzione e tantomeno restando scandalizzata dal fatto che il Best girava nudo per la stanza. I due si conoscevano da circa 7 anni, da quando Gian era stato scagliato dal suo primo grande amore, dopo la Grecia, e da quando Uimy aveva cominciato a frequentare Sem. Le loro strade non avevano corso sempre nella stessa direzione, almeno non in modo costante, si erano incrociate e separate più volte, i due si erano scontrati e rappacificati di continuo ma ciò non toglie che fossero sempre presenti e disponibili l’uno per l’altra al momento del bisogno.

Anche per lei non era la prima volta che andava in vacanza con il Best anche se l’altra occasione, circa 5 anni prima, si era rivelata un po’ fallimentare, qualche sclero di troppo tra i due ed un ripensamento improvviso da parte di lei che era partita per raggiungere Sem. Gian cataloga quella vacanza a Peniscola (Spagna), dalla partenza di Uimy (Simona) in poi, una delle più riuscite.

"Canto Rod Stewart perché la bambina di sopra ha detto che gli somiglio con i colpi di sole"

"Che lecca culo! A proposito, te la sei fatta ieri?"

"No, ero sconvolto e la piccola sembrava un po’ spaventata."

"magari anche perchè ne cagavi tre in egual misura e dicevi le stesse identiche cose partendo da una e finendo sull’altra facendoti inevitabilmente sentire da tutte"

"si però in lingue diverse" Best pareva impacciato e divertito

"ah scusa! Con la prima in italiano, con la seconda in spagnolo, e con la terza in inglese"

"E’! cosa ho appena detto. In tre lingue diverse"

"Si peccato che la prima sta finendo il corso di spagnolo ed è inglese, la seconda era italiana e la terza, Dany, sa circa quattro lingue tra cui italiano e spagnolo"

Best si accigliò ingrugnando il viso "le stesse cose?"

"identiche!"

"Gian, Obelix siete pronti il Pupo ha fame!" il Red dal piano di sotto stava sollecitando i due. Obelix era il soprannome che lui aveva dato alla Uimy. Sì perchè la ragazza, che a guardarla pareva anoressica mangiava come un bufalo ed in modo così vorace da far credere che digiunasse da mesi. La sera prima erano stati in un ristorante sul mare dove non esistevano i menu ed i camerieri carichi di piatti passavano per i tavoli gridando la portata trasportata: Calamaros, lenguados ed altre varietà di pesce. Uimy, mentre mangiava a mo’ di cavalletta senza dare tregua al braccio che continuava a riempire la bocca china sul piatto, quando vedeva un cameriere alzava la mano libera per fargli lasciare 2 o 3 dei piatti trasportati. Best che era seduto sul posto subito sulla sua destra era quasi disgustato, il che vuol dire che il colpo d’occhio sull’amica era veramente indecente. Mangiava tanto, sempre ed in modo più che vorace, animale.

 

Il Pupo era il soprannome che Gian aveva dato a Pippo per la sua sorta di svampitaggine cronica che lo rendeva bisognoso di continue attenzioni.

Il Pupo è un personaggio robusto / grasso che ha sempre fame e non c’entra assolutamente con Gian però viene da quest’ultimo, in piccole dosi, tollerato.

Tutto sommato visti i suoi interventi sempre fuori luogo e fuori tempo in vacanza fa ridere. In vacanza.

 

"Io sta sera sono pronta ma... Rod è ancora a bigolo al vento" urlò Uimy in direzione del Red.

"Cazzo senti la contessa come è permalosa. La aspetti per 3 sere a fila oggi che miracolosamente è pronta..."

"Oggi c’è Banderas che fa il discorso di apertura alla feria di Malaga" lo interruppe Uimy

"davanti a ciò, mi sbrigo in un minuto".

 

"Minchia ma come fa sto corpicino a riempirsi con tutta sta roba? Dove la metti? Dove?" il Red rivolgendosi a Simona tra l’incredulo ed il disperato si teneva la faccia con le mani.

"Fortuna che avevi un po’ di problemi allo stomaco!" intervenne Ciopo "mangio leggera!"

"Beh perchè cosa sto mangiando? Riso e carne"

"Sì, a parte che sono 1 chilo ed 1 chilo ma poi che ne pensi dell’etto di curry che gli hai buttato sopra?" Ciopo sorrideva mentre le parlava.

"Un po’ di spezie per dare un lieve sapore al riso bianco che non sa di nulla" era ridicola. Doveva giustificarsi a tutti i costi per tutto quanto e s’intesiva immediatamente provocando il conseguente attacco da parte degli altri.

"E la paella di pesce mischiata al tutto" Ciopo

"Che intenditrice, che palato fino" il Red " pare che hai vomitato nel piatto!"

"Amante della nouvelle cousine" il Best che come gli altri due aveva un tono ed una faccia schifata.

"Ma cosa c’è, è riso, carne e p..." s’ingozzava mentre parlava ed in quel momento tirò fuori dalla bocca prima un guscio di una cozza e poi il mollusco stesso dalla parte del filo verde algoso tipico della cozza non pulita.

"Madre che scena" urlò Ciopo arretrando con la sedia ed alzandosi in piedi "cazzo fai? Ti mangi pure il guscio?".

"Non ci credo, Obelix sei disgustosa. Almeno visto che c’era ancora l’alga non la mangiare!" il Red rideva e cercava di coprirsi gli occhi.

"Mi fai cagare è ufficiale" disse Best restando seduto di fianco alla Uimy che di suo aveva cominciato a ridere perdendo tocchi masticati ed ungendosi il mento.

"Cioè" ricominciò il Best "quando porti fuori una tipa a cena subentrano un’infinità di fattori prima che ti piaccia ma fondamentale dev’essere il fascino, la sensualità che ti trasmettono tutti i suoi movimenti, primi: l’eleganza nel masticare e nel portare alla bocca le pietanze. Tu fai vomitare cazzo! Se dovessi uscire con una così prima la pesto dandole una serie di cazzotti in pancia poi la faccio pagare e poi..."

mentre il Best calcava la mano Uimy era in una vera e propria crisi di riso e risultava sempre più disgustosa cercando di coprirsi con la mano la bocca ma perdendo praticamente gran parte del suo contenuto nel piatto.

"ma dai cosa sta mangiando in fondo" Ciopo intervenne "un po’ di risottino e della carne"

"hai ragione forse sono diventato troppo SNOB!"

Sulla parola SNOB pronunciata da Gian gli sguardi erano diventati più divertiti ancora

"…a voler frequentare certa gente…" Ciopo aveva un tono ironico che andava al di là del discorso attuale e che probabilmente capirono solo loro due.

Dopo una breve pausa per riprendere il filo Best ricominciò.

"Simo, io capisco che visto che stiamo dormendo insieme da 3 giorni e ne dobbiamo dormire almeno altri 10 e tu cerchi in tutti i modi di scoraggiarmi sessualmente parlando giorno dopo giorno ma ti giuro che ho capito. Ti prego basta, non mi sfiora più neppure il pensiero di fare sesso con te."

Uimy, che nel frattempo aveva ingurgitato quel che le restava in bocca del boccone, riuscì a proferire parola

"Chi ti scoraggia sessualmente?"

"Ah no? Il primo giorno mi hai detto che c’hai la passera bollosa ed infiammata causa infezione strana." aumentava il tono e con esso gli sghignazzi di tutti anche di Uimy che nonostante la necessità di giustificarsi in continuazione per apparire sempre e comunque ‘perfetta ed innocente’ agli occhi degli altri era dotata comunque di auto ironia

"Il secondo giorno mi hai raccontato di quando hai avuto il morbillo o la varicella crostosa e pussulenta proprio prima di dormire causandomi nausea già fiorente per l’alcol ed incubi di passere carnivore che m’inseguivano per Malaga.

Il terzo m’hai descritto il tuo uomo ideale e sembrava stessi parlando dell’anti Gianlu. In fine tra ieri ed oggi ti vedo così. Ti prego basta ho capito, abbiamo altri 10 giorni davanti cosa cazzo puoi farmi vedere o dire di ancora più disgustoso?".

A quel punto scoppiarono un po’ tutti e la Uimy per dimostrare il proprio affetto e divertimento accarezzò i capelli a Gian.

"No! Ah ah ah non ci credo!" urlò il Red arretrando con la sedia di colpo e ridendo in modo sguaiato mentre Best restava immobile con un ghigno sottile in viso mordendosi un labbro.

"I capelli… gli ha toccato…" il Red con voce acuta strozzata dal ridere.

"Fai pure mi raccomando." il Best manteneva un tono calmo in mezzo alle risate generali e questo faceva aumentare il divertimento

"Vuoi darti anche una pulitina alla bocca sulla camicia? Se poi hai il mestruo non ti far problemi mi raccomando, strappa pure quel che vuoi del mio vestiario ed adoperalo come assorbente interno."

Risero molto, tutti, bevvero a volontà e si diressero verso la feria.

 

"Un discorso di un’ora e ½, non la finisce più!" Ciopo stanco di stare in piedi parlava con Best.

"Starà parlando della crisi del petrolio, delle balene che muoiono a riva e degli esperimenti nucleari. Fortuna che doveva fare un discorsino di apertura feria"

replicò Best scoglionato.

"Antonio, Antonio mio!" il Red urlava con voce stridula per ridicolizzare le fan che circondavano i tre.

"Ma poi guarda ‘sti cazzoni" Ciopo indicava la massa che, lontana dal balcone da dove stava parlando Banderas, applaudiva verso le casse disposte sui lampioni "mi fa troppo ridere sta cosa"

" Antonio, Antonio mio!" Red

"Ascoltami" il Best si era indirizzato verso una ragazza spagnola

"se vuoi vedere il fratello di Antonio Banderas qui con noi c’è Phelippe Banderitos" ed intanto toccava la pancia di Filippo.

" Antonio, Antonio mio!" il Red si era messo in mezzo al Best ed alla ragazza e continuava con il suo strillo fastidioso.

"Oh ma che onore lo dico anche alle mie amiche. C’è il fratello di Banderas Phelippe!"

Nel mentre Banderas aveva terminato il suo discorso applauditissimo dalla folla ed il Red disperato urlava con una sorta di accento napoletano

"Andonio torna, Andonio mio!"

"Comincia la fiesta!!!" gridò Best

 

 

La piazzetta era piccola ma con una concentrazione di gente incredibile come un po’ tutte le vie di Malaga in quei 7 giorni. In particolare sta piazzetta era devastantemente affollata ma tutti si erano dati appuntamento in un suo angolo perché era più che strategica. Tutt’intorno vi erano locali e da essa partivano diverse vie per raggiungere qualsiasi posto. La combriccola era cresciuta con il passare dei giorni e quella sera erano circa in 15.

"Dov’è l’uomo?" chiese Antonello a Uimy cercando Best.

Anto era un ragazzo che abitava nell’hostal dove stavano Best e gli altri.

"E’ la in mezzo che sta tormentando le solite tre"

"Ma non avrà mica cominciato senza me?"

"Non è ancora pieno ma si è già un po’ portato avanti. Eccolo che arriva"

Faticava a farsi spazio tra la folla appiccicata con il suo maxi bicchierone di cubalitro (ovvero un litro di cuba libre)

"Anto!"

"Bastardo hai già cominciato"

"Vieni ti faccio subito recuperare"

Lo abbracciò per portarlo a bere quando nel tragitto incappò negli occhi di una ragazza.

"Tieni Anto prenditi qualcosa alla facciaccia mia" gli allungò 500 PTS

"Ma non stai venendo anche tu? Poi cazzo fai mi dai la mancia?"

"Hola, hola, hola mi conosco la spagnola!" e girandosi si diresse dando spallate a più non posso per farsi largo. Giunto davanti a quegli occhi s’accorse che erano in quattro ma non s’intimorì.

"Mi chiamo Gianluca principe di Milano" disse in spagnolo cercando di impostare un tono regale e cavalleresco. Tono che tornò immediatamente come quello ‘der Munnezza’ non appena urtato da dietro ribaltò metà del suo cubalitro in terra

"porca d’una puttana lurida! Perdono tesoro. Venite tutte e 4 a bervi una cosa?"

"Quattro non siamo un po’ tante?"

"Ho un cuore grande, grande"

"perché no!"

Si diressero verso un pub sulla piazza subito seguiti da Anto ed altri 2 o 3 ‘sciacalli’. Bevvero molto e si spostarono per parecchi locali. Best come al solito sentiva cambiare gli stimoli a seconda della ragazza che aveva davanti e dovette decidere per la più rapida che gli si buttò tra le braccia.

Tra la confusione, la musica forte ed i continui rifornimenti di alcol che mantenevano in continuazione la gola sempre umida e la testa in perenne intontimento, passavano da locali con luci buie ad altri con luci intense rapide ed improvvise. Passavano da ore per le strade a bere e ballare ad ore in locali a bere e ballare.

Best aveva perso di vista gli altri ed era ormai da ore in giro con un gruppo di spagnoli composto da circa 5 donne e 5 uomini.

"ma non avevi detto che eri innamorato perso di me?" disse Raquel una delle ragazze davanti alla porta del bagno

"ma io sono innamorato di te Virginia è un palliativo solo per farti ingelosire"

"smettila buffone!"

"non ci baciamo?"

"Virgy è una mia grande amica"

"Anche per me Ciopo. Adesso siamo pari come informazioni personali sulle nostre amicizie intime possiamo baciarci?"

Esitò spiazzata dalla frase che era stata detta con brillante immediatezza, divertita ed un po’ rintontita dall’alcol lasciò appoggiare sulle sue labbra lasciandosi scivolare in un intenso bacio. Breve perché dopo 15 secondi il Best, che con la coda dell’occhio stava controllando il bagno degli uomini, la scansò brutalmente e correndo verso il cesso girandosi solo con la testa verso di lei:

"Perdone ma… la va!".

Una volta uscito dal bagno girò per il locale ma non trovava più nessuno, spagnoli, italiani, nessuno.

"M’hanno abbandonato!"

Girandosi si trovò dentro altri due occhi neri. "Que bonitia!" pensò il maiale che di suo era già conciato come uno straccio ed era in giro senza neppure un pesetas (PST).

Si stava già dirigendo verso la nuova ragazza quando si sentì afferrare un braccio.

Ci mise circa come l’ultimo suo bacio prima di mettere a fuoco Virginia che scuotendolo diceva

"A donde vas? Vamos a la playa"

"A la playa? Ma che cazzo di ore sono? Son le 7:00. Cazzo andiamo a fare in spiaggia?"

"Non lo so! Un giro. Non ti va?"

"Sì dai andiamo bello"

Nel tragitto parlava con tutti, cambiava direzione ad ogni persona (uomo donna che fosse) che incrociava e Virginia lo riprendeva ogni volta. Ed ogni volta che lei lo riportava a se Gian la baciava. Così per gratitudine, per vedere se ci riusciva ancora nonostante l’ennesimo sorso di birra e perché in fondo le piaceva.

I due si abbracciarono e risero per molti passi barcollando vistosamente e scambiandosi la lingua e la saliva di tanto in tanto. Raquel non sembrava divertitissima ma neppure incazzata.

Charo era la più carina delle spagnole ed ora era abbracciata sulla parte sinistra di Best mentre Virginia sulla sua destra. Abbracciate è un tantino esagerato, più che altro lo sorreggevano.

"Sentite voi due" Best a questo punto stava biascicando in spagnolo e la cosa curiosa veniva dal fatto che da ubriaco lo parlava anche meglio che da sobrio forse perché dove non arrivava con la conoscenza dell’idioma compensava con la creatività e l’orecchiabilità della lingua e in quello stato ne aveva da regalare. "che ne dite di fare una cosina in tre"

Le due si guardarono un po’ perplesse ma divertite e Charo in tono sorridente e provocatorio disse

"Ma credi di farcela a soddisfare due donne?"

"Assolutamente no!" disse Best senza ombra di dubbio scatenando la risata delle due.

"Ed allora perché vuoi che andiamo via in tre?" Virginia un po’ preoccupata

"Perché quando mi addormento, e visto il mio stato di degrado dovrebbe succedere abbastanza in fretta, andare da solo con una comporta che quest’ultima, porella, dopo la prestazione debba o dormire, o andarsene oppure annoiarsi. In due dopo potete invece farvi compagnia a vicenda!".

Charo si staccò dall’abbraccio e scoppiò a ridere mentre si dirigeva verso un amico spagnolo per raccontare la scena.

Best di suo continuò a proseguire abbracciato a Virginia e voltandosi verso di lei:

"Virgy vieni a dormire con me sta sera?"

"Non ti conosco nemmeno come faccio a fidarmi"

"Fidarti de che?"

"del fatto che… ma dai hai capito!"

"ma ti sembro in grado di violentare qualcuno in questo stato? A parte che ho detto dormire."

"Sì, sì tutti uguali voi italiani"

"che brutta cosa che hai detto… ‘uguale’? A tutti gli ‘altri’? ‘Italiani’?

"mi vuoi far credere che andremmo veramente a dormire?"

"beh… sì, nel senso che comunque ora non ne ho voglia poi magari mi sveglio di notte e…"

"non ne hai voglia? Ma non fare il figo" lo prese per un braccio e si staccarono dal gruppo

 

Si appartarono e le loro labbra si trovavano in continuazione scambiandosi il sapore dagli aliti odoranti di tabacco. Le lingue parevano asciutte e le mani correvano rapide tra i vestiti. Non parlavano ma ridevano spesso e mentre si strusciavano Best chiudeva gli occhi. La cosa è abbastanza rara, solitamente lo fa quando è cotto…dal sonno o dal coma e non riesce a tenere gli occhi completamente aperti. Di tanto in tanto, mentre le sue mani agivano quasi addestrate ed indipendenti, apriva gli occhi per focalizzare qualche particolare onde evitare di cadere in terra. Di suo Virginia pareva più stabile e più agile infatti, mentre Best non si era spostato dal palpeggiare il seno abbondante in direzione del quale faceva versi e facce strane da 10 minuti buoni quasi a parlargli, lei era già avanti nell’opera ed aveva il cazzo del barcollante tra le mani. Di suo il fenomeno si accorse del movimento sottostante solo quando Virginia scomparve scendendo togliendo inevitabilmente dalle sue mani il gioco della manipolazione e lasciandolo perplesso ed imbronciato.

"Dove cazzo vanno?" pensò adirato riferendosi alle tette ed aprendo un occhio per seguire la figura femminile che si inginocchiava.

"Ah, ah! Un pompino…eh ebbene ti ho sgamata!" continuava a pensare, con voce da ispettore che snoda l’intreccio complicato di un caso, quasi a farsi ridere da solo. Scrutò tra le labbra ed i capelli della ragazza per accertarsi che il suo membro, visto l’altissima sensibilità di cui era munito, fosse in splendido vigore e quando vide che la situazione era dignitosa si rilassò chiudendo gli occhi.

Da li a poco, mentre barcollava, si sentì chiamare da non molto lontano, gli venne un dubbio ed aprì in fretta gli occhi. Fu una sorta di shock.

Aprendo gli occhi di colpo ed aspettandosi una sorta di buio appena schiarito dalle luci dell’alba quasi cascò in terra abbagliato dal sole dirompente e dal chiaro del giorno. Sgranò gli occhi due o tre volte per mandare via un fottio di pallini bianchi e neri che correvano per la sua orbita oculare con la dimensione del sole accidentalmente inquadrato alla riapertura di questi ultimi. Sgranò sino a quando riuscì ad acquisire di nuovo i colori ed a quel punto scannerizzò con uno sguardo il luogo dove si trovava. Un giardino ai bordi della via principale di Malaga. Aveva già visto quel luogo andando in spiaggia i giorni scorsi. Il suo sguardo si soffermò su due o tre bambini che ridevano a distanza bisbigliando tra loro ed indicando proprio lui.

"Che cazzo si ridono sempre ‘sti spagnoli. Staranno mica diventando come i cinesi" borbottò con la voce bruciata e tono acido "che ore sono…". Stava compiendo un doppio sforzo: abbassava lo sguardo ed alzava il braccio con l’orologio quando rimase come incredulo.

Due fattori lo scioccarono. Il primo l’orario. Erano circa le 9:30 del mattino. Il secondo il suo ‘abbigliamento’ o ‘look’. Era rimasto con i pantaloni ed i boxer alle ginocchia, il bigolo a penzoloni e quella puttana di Virginia non era nemmeno lì davanti.

"ma quella è esaurita. M’ha mollato qui…così!" borbottava incredulo rimanendo comunque in quello stato di desabillé ed incrociando con lo sguardo i bambini che ora sembravano cinque e facevano ancora più caciara.

"Te credo che ridono" e prima di abbassare lo sguardo per una seconda panoramica "se ce l’ho piccolo faccio finta di essere francese." Abbassò lo sguardo e

"Cazzo ce l’ho piccolo"

"Gian" la voce veniva dalla via principale e si avvicinava sempre più a lui.

Di suo Best pareva imbambolato e paralizzato, non si muoveva faceva solo delle facce strano corrispondenti ad ogni pensiero / borbottata.

"Sembra la voce di mia madre" sussurrò biascicando con se stesso "chissà che motivazione mi darebbe uno strizza cervelli su questo mio ultimo pensiero?" e con tono autorevole e professionale cominciò a divagare (sempre disinteressandosi dei suoi genitali al vento) "Nel suo subconscio lei signor Best desidera farsi una bella scopata con sua madre. Posso concludere che il soggetto in questione è afflitto dal famoso complesso di Edipo. Tale complesso che avrebbe dovuto anche dare il nome al suo complesso musicale in quanto anche tutto il suo gruppo vuole farsi sua madre ma soprattutto…"

"Gian" la voce lo interruppe sul più bello della sua denigrazione nei confronti della madre infastidendolo un pochino. Si girò e riconobbe Virginia che lo stava rivestendo.

"Andiamo è sorto il sole" disse lei

"Cazzo lo vedo che è sorto il sole ma non è che puoi lasciarmi qui così… a fungia al vento per un ora perché ti viene in mente di andare a fare shopping." Calcava la mano ma era divertito soprattutto dal fatto che la ragazza lo stava rivestendo come si fa con i bambini.

"Poi cazzo sei un vampiro…" riprese Best "…che scappi con il sole?"

"non ti ho lasciato qui per un ora mi ha chiamato Charo, sono andata da lei e mi stava dicendo che era il caso di smettere perché si stava affollando un po’ troppo e tu sei rimasto qui addormentato con giù i vestiti"

"Te lo avevo detto di andare in tre che mi sarei sicuramente addormentato"

I due scoppiarono a ridere ed abbracciati puntarono Charo.

Dopo qualche passo Best, che continuava ad insistere per portare a casa sua Virginia, s’interruppe di colpo.

"Virgy mi sa che non puoi venire da me ripensandoci bene."

"Perché hai cambiato già idea? E’ un ora che insisti."

"No non è quello è… che i miei amici… quando ho perso gli altri... la Uimy aveva le chiavi… cazzo! Sono rimasto chiuso fuori di casa"

Non è che non trovava il coraggio per dirle la cosa solo, che il bonus per l’idioma stava finendo e faceva fatica ad esprimersi.

"Ma io dove cazzo abito?" non riconosceva più neppure una strada a questo punto ed era già giorno.

"Siamo vicini a casa tua è dietro quella curva" Virginia indicava un incrocio non lontano che Best riconobbe e puntò immediatamente senza degnare più nessuno e lanciando solo un

"Va beh! Ciao"

"Domani ci rivediamo?"

"Certo ti devo sposare!"

 

 

"Dai cazzo rispondi se no mi tocca svegliare l’intero palazzo" Best pigiava deciso sul citofono. Il citofono era unico per ogni piano e qualcuno si sarebbe dovuto scomodare, avrebbe dovuto uscire dalla stanza per rispondere.

"Gian sei tu?" era la voce di Uimy e non sembrava addormentata. Best capì che di sopra non erano ancora andati a letto.

"Sì Uimy vieni giù ad aprirmi" il citofono non funzionava

"Arrivo".

Best stava appoggiato da un paio di minuti in piedi con le gambe incrociate buttando tutto il peso sulla mano che appoggiava al portone di legno in attesa che qualcuno scendesse ad aprire. Dalla finestra aperta poteva distinguere chiaramente le voci di Anto e Uimy.

"Ma che cazzo fanno perché non scendono e cazzeggiano? Adesso quasi, quasi ricitofono"

Mentre pensava di ricitofonare la porta si aprì di colpo ed il Best, che poggiava completamente il peso sul portone, cadde inevitabilmente travolgendo e terrorizzando la ragazza orientale che stava andando alla sua matutina lezione di spagnolo.

"Sorry!" diceva il Best ridendo senza riuscire a fermarsi da terra. "Sorry ma…" e riscoppiò a ridere sul pavimento freddo del buio atrio vedendosi incapace di districarsi dalla ragazza sconvolta. Lei con un movimento brusco riuscì a liberarsi ed alzarsi. Ora sembrava anch’essa divertita dalla scena.

"Scusa" Best aveva le lacrime

"Nothing"

"no intendevo scusa mi dai una mano. Help me please!" e rideva allungandole una mano. Di suo la ragazza non credeva ancora ne all’accaduto ne al fatto che comunque il travolgente personaggio non sembrava per nulla interessato al suo stato, pareva solo divertito. Lo tirò su ed uscì e Gian continuando a ridere salì le scale, entrò nella porta del suo piano che era già aperta e vide Uimy ed Anto che ridevano.

"No cazzo lasciatemi giù un’ora! Ma non dovevi scendere ad aprire?" aggredì con tono cantilenante Uimy

"Stavamo cercando un modo per buttarti giù le chiavi" parlava in maniera quasi più impastata del Best. Era ciucca.

"poi m’avete mollato in giro senza chiavi per Malaga" aveva cominciato ad importunare.

"che problema c’hai?" Uimy con tono scazzato per stroncare subito il suo lamento "sei entrato? E allora!"

Best s’ingrugnì un attimo e poi disse

"C’hai ragione! Com’è andata la nottata?"

"sono frascica" disse faticando a controllare la saliva "e tu maiale!"

"poi ti racconto"

Best guardò i due un secondo e poi con molto tatto chiese

"vi siete fatti?"

"Assolutamente no" si giustificò tempestivo e preoccupato Anto.

"non ti allarmare era una domanda non ho fini con la mia amica anzi una bella trombata gliela augurerei volentieri…" Best

"Gian" il Red da sotto aveva cacciato un urlo "il Pupo non è ancora tornato io sono un po’ preoccupato"

"va bene comincio a scrivere io il telegramma alla famiglia: Filippo è morto STOP Cercheremo il cadavere STOP una volta recuperato lo spediamo a casa STOP"

"vieni giù che per rilassarci ed ingannare l’attesa ci facciamo un cannino"

"un cannino a quest’ora? Ma sei impazzito??" poi guardando Uimy "a te va?"

Sorrideva e scuoteva la testa ripetutamente in fare affermativo.

"sta cazzo di giornata non finirà mai" Best allargando le braccia

"non abbiamo più 20 anni" disse Anto porgendogli la birra ed i tre scesero al piano di sotto.

Appena scesero anche Ciopo uscì dalla sua stanza per unirsi al gruppo.

Fumarono e manco a dirlo Gian partì con discorsi strani per sfruttare lo stordimento sia per ridere sul modo in cui venivano raccontate le varie cazzate sia per stimolare la creatività di ognuno che in quello stato era particolarmente spiccata. Ridevano, biascicavano e ‘viaggiavano’ già da un bel po’ quando fresco, fresco entrò il Pupo dalla porta.

"Whey la!" Filippo sorridente e paciarotto salutava tutti alzando un braccio.

"Filippo! Quante volte te lo devo dire che se dormi fuori casa devi telefonare!" Ciopo intervenne solenne e con un tono che voleva essere forzatamente aggressivo e di rimprovero, per quel che gli riusciva a quell’ora, facendo sghignazzare tutti.

"E lo so ragazzi, scusate se vi ho fatto preoccupare, ma non avevo le chiavi ed allora sono andato a dormire al terzo piano con…" Filippo, che come al solito non coglieva distintamente lo stato di alterazione degli amici, pareva seriamente dispiaciuto e motivato nel giustificarsi

"basta scuse!" era il turno del Red "sta sera non esci"

"a letto senza cena!" intervenne Uimy

"No dai ragazzi non esageriamo… la cena no!" il Pupo era sorridente ma un po’ preoccupato.

"Filippo" il Best aveva un tono che voleva dire ‘occhio a come rispondi’ ed accentuava calcando ogni particolare

"non ho afferrato bene. Mi vuoi ripetere dove, ma soprattutto, con chi cazzo hai dormito sta notte. Però Pupo attento la tua risposta potrebbe ferirmi."

Gli altri sghignazzavano e Filippo domandò

"perché ferirti?"

"perché? Perché io mi sono devastato, ho conosciuto una marea di gente, ho saltato, ballato, bevuto, fumato per circa 14 ore a fila rimediando un mezzo pompino in un parco durante il quale mi sono pure assopito…"

"perché non hai scopato altrimenti si sarebbe addormentata lei!" intervenne il Red ridendo già di suo come un po’ tutti gli altri. Best sospirò divertito e continuò

"io, bello come il sole… torno a casa e tu, il Pupo, con la stessa maglietta da tre giorni ormai"

"L’omo ha da puzzà" Ciopo intervenne per ‘difendere’ Filippo

"dicevo con la stessa maglietta torni a casa alle…" e guardando l’orologio un po’ incredulo "11:30 (sti cazzi!) dopo magari una notte di sesso e scintille con qualcuno al 3° piano???? Guarda che queste cose ti segnano e ti devastano"

"ma no tranquillo" Filippo sorrideva come sempre "ho dormito con Jurgen"

Scoppiò un boato e Best s’inginocchio davanti al Pupo prendendogli una mano

"grazie di esistere!" e rideva

"Chi cazzo è Jurgen??" diceva il Red ridendo come un pazzo e guardando Ciopo

"Pupo!" alzandosi il Best mise un braccio intorno al collo a Filippo "Forse è tardi ma devo spiegarti due o tre cose sulla natura umana e sui rapporti sessuali. Ne esistono di diversi tipi fondamentalmente però li puoi catalogare in eterosessuali oppure omosessuali…"

"Minchia il Pupo!" Red dirompente e divertito "Gian uno alla volta li stai rovinando tutti. Il Pupo è andato con Jurgen "

"Cazzo Pupo! Sei il mio maestro. Io sono troppo indietro. Ancora qui a farmi fare pompini in giro da donne mentre tu sei già arrivato alle esperienze omosessuali saltando tutta la trafila e la gavetta con l’altro sesso"

"no, no che esperienza omosessuale. Ho dormito su un altro letto ed in stanza con " Jurgen perché le ragazze di sopra mi hanno trovato per le scale ad aspettarvi ma non mi volevano con loro"

"Ma che delusione" Best

"E allora visto che non te lo sei fatto piazzare in culo…" Ciopo solenne "a letto! E senza spuntino".

"Sì ma io mi son svegliato perché avevo fame!" Pippo con tono che ricordava Homer dei Simpson.