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FANGO (20/11/1999)

 

Fa#m Mi

Fango fuori e dentro il cuore

fango che fastidio, sporca secca come un gatto dalle unghie dure

mentre il tuo disagio s’interrompe poi riprende brusco rapido e improvviso

mentre quella lurida esperienza mal vissuta e mal capita batte dentro e fa rumore

Rido forte a voce alta che mi senta tutto questo cazzo di locale

sbalordito il cameriere calma subito la gente spaventata da cotanta confusione

ma il pianista grasso curvo e indifferente lui continua a suonare

ed allora applaudo la professionalità e bevo tutto il mio bicchiere

 

Fa#m Do# Re Do#

Darai ridai e dai

 

quella sorta di liquore ambrato che mi scalda tutto sento gli occhi miei schizzare

forte odore, intenso gusto, brucia caldo quando scende nelle vene

fumo ancora, controvoglia un altro sorso ora vado...

sto bruciando lentamente e sento calde le budella che magnifico torpore

smuovo tutto con due salti, rutto, rido e grido forte quasi mancano le forze

poi nel pien d’un capogiro mi ribalto scardinando un tavolino e sui bicchieri

Ah ah ah mio Dio che botta dai mi rialzo e m’aggrappo a sto tendone rosso vivo

Via di slancio faccio forza con le mani sul tessuto sento straap (e) un acuto grido

 

Darai ridai e dai

 

Ma che cazzo a sto tendone che risulta essere gonna di fanciulla inviperita

Urla, piange e scappa via abbandonandomi da solo con i resti della stoffa tra le dita

Quattro, cinque ne ho contati poi ho perso il conto son svenuto e rinvenuto

tumefatto e sanguinante sollevato con le ascelle sotto il collo di due giovani robusti

Oh perbacco ecco la Zia anche sta sera porta via ogni malvagia e lussuriosa tentazione

Niente troie, niente viados le mie gambe stanche e lente dalla celere trascinano in prigione