UN SABATO POMERIGGIO INSOLITO

Autrice anonima

Era un sabato pomeriggio di qualche anno fa, io avevo 17 anni e dovevo uscire con quello che fu il mio primo ragazzo. Come al solito presi di nascosto i guanti di mia madre: erano quelli di pelle nera sottile senza fodera del modello corto che arriva solo fino al polso.Me li infilai come in un rituale e come di consueto provai quella strana e misteriosa sensazione che provo tuttora quando indosso un paio di guanti. Era comunque la prima volta che li mettevo per uscire col mio ragazzo e mai pi� immaginavo quello che sarebbe accaduto. Infatti mentre passeggiavamo per la strada notai subito che lui anzich� camminare al mio fianco cingendomi come sempre le spalle, mi teneva per la mano ed ogni tanto me la baciava con devozione facendomi provare un'irresistibile sensazione di potenza e sensualit�. Faceva di tutto per farsi accarezzare sul viso, vedevo che era stranamente agitato e che moriva dalla voglia di chiedermi qualcosa ma non riuscivo a capire cosa. Ad un certo punto mi port� in un luogo appartato e balbettando in preda al pi� grande imbarazzo, mi chiese se ero d'accordo a masturbarlo senza levarmi i guanti. Ovviamente lui si aspettava una reazione negativa da parte mia e ti lascio immaginare il suo stupore quando vide che cominciai a fare quello che mi aveva chiesto senza farmelo ripetere 2 volte. Lo guardai negli occhi e mentre gli accarezzavo una guancia con il dorso delle dita guantate, gli abbassai la lampo dei pantaloni e gli afferrai dolcemente il pene duro come una sbarra. Ansimava paurosamente, sudava e sentivo il suo cuore battere all'impazzata. Anch'io ero presa da un'eccitazione fortissima e continuavo a bagnarmi tra le gambe: ci� che mi faceva eccitare di pi� era l'idea dell'enorme potere che quei guanti mi conferivano. Lo masturbai a lungo e lentamente per farlo godere il pi� possibile e alla fine venne con spasmodica violenza gemendo come un animale ferito; per fortuna evitai di sporcarmi i guanti di sperma perch� erano di mia madre e se li avessi macchiati sarei sicuramente finita sotto processo. Rimanemmo per diverso tempo in un religioso silenzio, come se avessimo appena consumato un rito voodoo, alla fine mi chiese se potevo lasciargli i miei guanti, che me li avrebbe riportati a scuola il luned�, dovetti dirgli di no e lui ci rimase un po' male. Rincasai all'ora di cena, mi sfilai i guanti e li riposi come una reliquia nel com� di mia madre che non si accorse mai di nulla: HE HE! Se solo lo venisse a sapere...