Giorgio A Ceccarelli nasce a Torino il 25-9-36. Si laurea in Architettura al Politecnico di Milano nel 1962. Segue un periodo di apprendistato presso studi professionali affermati in Italia e all`estero. Prosegue nella carriera accademica e con il supporto di una Mellon Fellowship consegue il Master of City Planning e il Master of Architecture presso la Graduate School of Fine Arts dell` Universitá di Pennsylvania in Philadelphia studiando tra altro sotto la guida del maestro Luis Kahn. |
Vive a lungo all`estero
principalmente in Inghilterra dove all`Universitá di Nottingham insegna
urbanistica per un decennio.
Parallelmente alla
carriera accademica e professionale mantiene negli anni un continuo interesse
nelle arti figurative impegnandosi nel disegno nella scultura e nella pittura.
Esibisce alla "Spring exibition" del Department of Fine Arts dell`Universitá
di Nottinghen nel 198O e 1981. Dal 1982 esercita la libera professione
a Rome con studio proprio mantenendo un continuo interesse e impegno nel
disegno nella pittura e nella scultura. Nel 1994 tiene una personale disegni
e scultura alla Galleria Trifalco in Roma. Dal 1995 visita frequentemente
la Slade Art School, UCL London per Live painting Work Shops. Attualmente
mostra scultura-bronsi- presso la Waxlander Gallery in SantaFe New Mexico
USA e presso la Galleria il Torchio, Campo dei Fiori, Roma.
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Femscape
Scritto da Anthony Brophy per la Inaugurazione della mostra di sue opere, Roma 1994. |
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Questa serie di disegni a
matita sviluppati a tutto volume mi sembra che complessivamente esprima
nel modo migliore una fascinazione artistica umana e virile per il corpo
femminile. I tre aggettivi sono fertilmente radicati in linee nere, nell’immaginifico
e nella totalità dei disegni medesimi in cui essi si completano con evocativa
fluidità.
Giorgio A. Ceccarelli e`
un architetto per vocazione, scultore per aspirazione, artista per indole,
formatosi alla scuola dell’espressionismo astratto, ora si cimenta con
questa serie di disegni che possono essere interpretati come momenti di
transizione esplorativa ed un rinnovato sforzo personale verso una sintesi
umana ed estetica. Qui il passaggio è dall’astratto all’oggettivo-figurativo
ovvero dal cerebrale al sensuoso che entrambi si contengono e si riconducono
uno nell’altro. Non v’è traccia alcuna di artificialità nè di smagliatura
estetica o ideologica. L’opera nel suo insieme e` sicura e unitaria.
Anche` se il consueto procedimento di istruzione accademica si svolge solitamente
in senso inverso e` interessante osservare che qui non vi e` alcuna rinunzia
al passato, ma piuttosto un consolidamento di esso. Piuttosto vi e` un’affermazione
di personale sviluppo e un ampliarsi di visione che possono costituire
una valida lezione per altri. Qualche volta andando indietro, infatti,
facciamo un passo avanti, tanto umanamente che artisticamente.
Una ricca commistione di
umori emerge dalla mano che disegna alternativamente forse desideroso;
addolorato oppure gioioso, intrigato, celebrativo ma sempre esplorativo
e delicato, come restio a intrudersi presuntuosamente o con mano pesante
nella delicata tessitura del mondo che sta esplorando. Il movimento dalla
mano sembra suggerire che forse essa stessa spesso se ne domanda il perché
tant’è che gli "errori" non sono mai cancellati, ma umilmente e commoventemente
incorporati quasi ad enfatizzare la sensibilità e fragilità della ricerca
stessa e degli umori che la ispirano. Questo e` il significato della fatica,
dell’esplorazione insistente del segno in questi multiformi disegni del
nudo di donna.
E` un complesso e accattivante
mondo femminile quello che emerge da questi disegni semplici e forti, un
mondo che esprime la variegata e sorprendente meraviglia e meravigliositá
delle donne nelle loro varie espressioni, pose, stati psicologici, nella
loro forza e vulnerabilità. Troviamo donne sedute, sdraiate, sorridenti,
perplesse, sostenute, ostinate, e persino arroganti; le loro mani sono
a volte indifese oppure esitanti, invitanti, interrogative, melanconiche;
gli attributi sessuali, gambe, glutei, cosce, seni, braccia, schiene, piedi,
tutti sono integrati nell’insieme di un’organizzata visione unificante.
Si tratta invero di uno splendido
e suggestivamente vario "
Femscape" (paesaggio femminile) per così dire, creato nel disegno dal
movimento di una mano che opera secondo quanto e` permesso dall’esigenza
di una necessaria distanza estetica. L’equilibrio delle ambiguità e`
magistrale. Infatti l’impressione complessiva e` quella di una sessualità
gentile; non difensiva, non aggressiva, non civettuola o egoisticamente
invitante ma aperta e potenzialmente seducente in una sensualità senza
volgarità, ma allo stesso tempo estremamente privata come a misurare una
qualche inesprimibile distanza tra il mondo interiore e quello esteriore
o il confine nascosto tra la femminilità interiore e la perpetua irrequietezza
della curiosità maschile, che in questo caso, cerca con sollecitudine
e gentilezza di andare oltre banali convenzioni e barriere superficiali.
La linea e` decisa anche
ove interrotta, l’ombreggio sicuro, suggestivo di mistero, di profonda
tenebra introspettiva che emerge nella circostante raggiante luminosità
esteriore. Corpi, menti, aspirazioni, paure, emergono con e contro le linee
mediante un’attenta orchestrazione di luce e ombreggio e la tensione
tra l’artista e la modella diventa una metafora della tensione emotiva
e sessuale tra il maschio e la femmina, tra l’artista e il soggetto;
tutto qui e` espresso come un inno celebrativo del corpo femminile, un
inno che e` tanto sensibile quanto capace, elevante, decoroso e umanamente
nobilitante.
Come ad enfatizzare tanto
il contrasto quanto la continuità con il passato da cui questi disegni
scaturiscono vi sono a completamento della mostra anche una composizione
architettonica ed alcuni pezzi di scultura. E’ interessante osservare
come il tutto si amalgami in una proposta artisticamente ed umanamente
omogenea. La rappresentazione prospettica del progetto concorso per il
Parlamento australiano in Canberra esprime simbolicamente un ideale politico
di democrazia intesa come un tempio trasparente. Il progetto esprime una
coniugazione di temi classici e romantici integrati con precisi criteri
funzionali. Il palazzo del Parlamento è un monumento di riferimento tanto
architettonico che
filosofico in un’antica
tradizione in cui torri e cupole simboleggiano la sua rilevanza ed autenticità.
Le sculture invece esprimono
un senso di profondità misteriosa e di irrequietezza vuoi attraverso la
distorsione anatomica vuoi con la giustapposizione di forme e spazi evocanti
aspetti della psiche che l’attento osservatore può intuire. Vi è il
riferimento tanto all’interazione, all’interdipendenza del maschile
e del femminile quanto alla loro indipendenza, con silenziosa reciproca
solidarietà nel profondo della solitudine, isolamento e umana impotenza
se non disperazione. Anche nei disegni si sente il bisogno dell’affermazione
di questa solidarietà ove però si avverte sempre il senso, se non la
paura, della insinuante irrealtà della sua possibilità. Troviamo qui
un paesaggio personale in espansione, certo non tetro anche se forse non
eccessivamente ottimistico, radicato in quella speranza sperimentale ed
esplorativa manifesta nei disegni; in tal senso i disegni potrebbero ben
presentare una qualche risposta temporanea o almeno un rifugio ove recuperare
dal tormento dei quesiti e dalle tormentate investigazioni.
Infine la complessiva proposta
umana ed artistica presentata in questa mostra è di ampio respiro, colta
e appagante.
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FEMscape |
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Si tratta invero
di uno splendido e suggestivamente vario " Femscape" -paesaggio feminile-
per cosí dire, creato nel disegno dal movimento di una mano che opera
secondo quanto e` permesso dall` esigenza di una necessaria distanza estetica.
L`equilibrio delle ambiguitá e` magistrale. Infatti l`impressione complessiva
e` quella di una sessualitá gentile; non difensiva, non aggressiva, non
civettuola o egotisticamente invitante ma aperta e potenzialmente seducente
in una sensualitá senza volgaritá, ma allo stesso tempo estremamente
privata a misurare una qualche inesprimibile distanza tra il mondo interiore
e quello esteriore o il confine nascosto tra la femminalitá interiore
e la perpetua irrequietezza della curiositá maschile, che in questo caso,
cerca con sollecitudine e gentilezza di andare oltre convenzioni e barriere
superficali.
La linea e` decisa anche ove interrotta, l`ombreggio sicuro, suggestivo
di mistero, di profonda tenebra introspettiva che emerge nella circostante
raggiante luminositá esteriore. Corpi, menti, aspirazioni, paure, emergono
con e contro le linee mediante un`attenta orchestrazione di luce e ombreggio
e la tensione tra l`artista e la modella diventa una metafora della
tensione emotiva e sessuale tra il maschio e la femmina, tra l`artista
e il sogetto; tutto qui e` espresso come un inno celebrativo del corpo
femminile, un inno che e` tanto sensibile quanto capace, elevante, decoroso
e umanemente nobilitante.
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