Mozione di Roberto Quaglia per la realizzazione di un congresso di fantascienza a Genova


Mozione di Roberto Quaglia per la realizzazione di un congresso di fantascienza a Genova

Mozione ed intervento in aula
di Roberto Quaglia


I due documenti che seguono costituiscono il primo tentativo riuscito, effettuato in una grande città italiana, di coinvolgere le istituzioni pubbliche ad impegnarsi per la realizzazione di un importante congresso incentrato sulla fantascienza. Ne è autore Roberto Quaglia, nella sua veste di Consigliere Comunale di Genova. Il primo documento è costituito dal suo discorso, pronunciato il 22 gennaio 1996 nell'aula del Consiglio Comunale di Genova, a sostegno della mozione da lui stesso presentata (che ha ottenuto la firma della maggior parte dei gruppi consiliari), la quale costituisce il secondo documento contenuto in questa pagina.
Durante la discussione in aula, la mozione ha dovuto subire la soppressione dei primi tre paragrafi di premesse (nei quali vengono messe nero su bianco alcune note problematiche di Genova, che ben pochi a Genova riconoscono o ammettono di riconoscere). Ha inoltre lievemente patito un paio di emendamenti, i quali lasciano aperta la possibilità, per la giunta, di eventualmente non attuare quanto proposto nella mozione, qualora non riuscissero a farlo (incredibile, ma vero! prendere, o lasciare...) Infine, è stata votata all'unanimità....
L'approvazione, da parte del Consiglio Comunale di Genova, di una mozione finalizzata all'organizzazione di un grande congresso sul futuro e la fantascienza, ha riscosso parecchia risonanza e commenti positivi da parecchie parti d'Italia e pure dall'estero. Curiosamente, la stampa cittadina genovese ha invece particolarmente trascurato la notizia. Inconsueto e mirabile riscontro è invece pervenuto da Bari, dove Rocco Eugenio Ragone ha ritenuto addirittura di comporre un'interessante sonetto, dedicato alla presente mozione nonché all'autore della medesima.



Intervento di Roberto Quaglia (L. Pannella)




Presidente, signor Sindaco, colleghi...

Oggi siamo qui riuniti, finalmente, per una discussione incentrata sulla cultura. Da quando faccio parte di questo Consiglio, si è parlato di molto, ma la parola "cultura" si è finora udita poco, e non sempre a proposito.
Vorrei innanzitutto soffermarmi qualche istante, se mi permettete, tanto per farcire ben bene i venti minuti a mia disposizione, sull'importante significato di tale vocabolo, così che gli argomenti che seguiranno, da parte di tutti i partecipanti alla discussione, non si prestino ad equivoci e confusioni.

L'IMPORTANZA DELLA CULTURA

Noi sappiamo che la cultura è importante, poiché la nostra stessa natura di esseri umani sorge dalla cultura che nei secoli abbiamo sviluppato. Tolta la cultura, ed è bene che questo sia chiaro, avanza nell'Uomo la bestia che esso sempre fu, per decine di millenni sino a quando, non troppe migliaia di anni fa, la cultura non lo fece emergere dal suo inconsapevole sopravvivere, ovvero da una condizione difficilmente differenziabile da quella di qualsiasi altro mammifero superiore. E' stato questo curiosissimo fenomeno, la cultura, a generare in noi quel prodigioso sistema rappresentazionale della realtà che chiamiamo linguaggio verbale, il quale ci ha fornito, nel tempo, quel complesso criterio di analisi relazionale dei contesti che ha reso possibile il generarsi in noi della consapevolezza umana, così come oggi noi la esperienziamo. Ah, già, poi la cultura ha reso anche possibili tutti i miracolosi prodigi della tecnica, ma in questa sede ci interessa più la mente dell'Uomo che non le sue conseguenza materiali.

LA CULTURA � IL PRINCIPIO DELL'EVOLUZIONE

La cultura è quindi intrinsecamente il principio stesso dell'evoluzione della vita espresso... direi quasi "incarnato"... nell'evoluzione dell'Uomo. Senza cultura, quest'aula sarebbe oggi una caverna buia e noi staremmo ciondolando qua e là senza progetti, bofonchiando fonemi malarticolati richiamanti pochi e confusi significati tribali.
La realtà, così come noi ne abbiamo esperienza e consapevolezza, è quindi il diretto prodotto della cultura, che ci ha fornito i vocaboli e le categorie mentali per distinguere ed ordinare e comprendere ed essere consapevoli di tutto ciò che esiste, noi compresi.
Non è allora poca cosa, la cultura, se ha prodotto tutto ciò.

LA CULTURA CHE VIENE DAL PASSATO E LA CULTURA CHE CREA IL FUTURO

La realtà è generata dalla cultura, ma la cultura genera la realtà. Cosa vuol dire questa frase? Essa significa che possiamo dividere la cultura in due categorie ben diverse tra loro. La cultura che c'è stata ed ha prodotto ciò che esiste e ciò che siamo, e poi la cultura che c'è adesso, che agisce ora, hic et nunc, la quale produce la nuova realtà che segna il prosieguo della nostra evoluzione.
Sono due aspetti ben diversi, uno dall'altro.
La cultura che c'è già, ammassata dall'umanità in millenni di storia, è stabile, non muta, è scritta, è nota, è riconosciuta in quanto tale, è in un certo senso il fossile dell'evoluzione umana, ma è un fossile attivo, funzionante e funzionale, che conferisce senso ad ogni nostro pensiero ed azione. Essa è non solo utile, ma fondamentale per il mantenimento della civiltà mentale e reale che abbiamo ereditato dai nostri antenati. Essa è la forza stabilizzatrice sia nella mente di ciascuno di noi, che nella nostra organizzazione sociale, ci mantiene umani e ci permette una più o meno serena e civile ed interessante convivenza. Qualsiasi iniziativa che qualunque amministrazione di società umana intraprenda, per proteggere, conservare, mostrare, insegnare il patrimonio culturale esistente, è preziosa, doverosa, benedetta. Ma in sé, ciò, non è sufficiente.
Non è sufficiente perché esiste anche quell'altra categoria di cultura, cioè la cultura che si verifica ADESSO, la cultura che non solo mantiene, bensì prosegue ora, in questi anni, in questi giorni, in questo stesso momento, quel cammino evolutivo che l'umanità da sempre percorre inarrestabile. In questo aspetto, la cultura è instabile, ignota, raramente riconosciuta in quanto tale, essa è viva quanto e più della vita umana poiché è da essa che la vita umana - come noi la intendiamo - sorge, e non viceversa. Questa cultura in trasformazione è instabile e crea instabilità nel presente, ma è un'instabilità feconda, poiché sta costruendo la stabilità del futuro. In questo aspetto la cultura non viene solitamente riconosciuta in quanto tale, sino a quando non la si sia riusciti a circoscrivere e comprendere, ovvero sino a quando essa non abbia cessato di evolversi, divenendo finalmente lo stabile fossile di se stessa. Un'amministrazione matura di una società umana incoraggia e sostiene questo secondo aspetto della cultura non meno di quanto celebri e rinforzi il primo.
La prima categoria di cultura che abbiamo definito è l'espressione dell'influenza stabilizzatrice del passato sul nostro presente.
La seconda categoria di cultura che abbiamo definito è l'espressione dell'azione creativa e trasformatrice ed evolutiva del futuro sul nostro presente.
Non dobbiamo chiudere gli occhi di fronte al passato, né di fronte al futuro. Questa può essere la somma sintesi che riassume in estrema semplicità la dissertazione astratta appena conclusa.
Ma è indubbiamente più facile e confortevole sbilanciare la propria attenzione verso la contemplazione del passato, anziché verso quella del futuro. Questo sbilanciamento, in sé non è male, ma è causa di un aumento di inerzia nel processo dell'evoluzione. Vi sono contingenze, nelle quali tale inerzia può rivelarsi addirittura fatale. E' bene che di ciò ci si renda consapevoli.

IL PROBLEMA DI GENOVA

Genova oggi, indubbiamente soffre a causa di un'inerzia di tale categoria. E' palpabile, a Genova, una diffusa fatica ad immaginare un futuro migliore per chi in questa altrimenti mirabile città risieda. Molti fenomeni oggettivi, quali ad esempio la ben nota "fuga dei cervelli", confermano questa sensazione. Prima che economico, prima che industriale, prima che turistico, il problema di Genova è quindi di tipo culturale, essendo la cultura, nella sua più ampia accezione, l'essenza stessa dello spirito di un popolo.
Con ciò, nulla si vuole togliere al sublime valore della cultura consolidata di questa città. Genova ha una storia grandiosa e tradizioni eccelse. Ha una grande cultura del proprio passato, ed è bene che sia così. Ma in termini di cultura del futuro, di plasticità di adattazione ai contesti mutandi, l'inerzia preponde.
Contro tale sterile inerzia, oggi, noi dobbiamo muoverci. Dobbiamo far valere, sulle nostre vite, per la nostra città, l'influenza del futuro come e più di quella del passato. E' la cultura dinamica, la cultura in trasformazione che sulle basi della cultura affermata e consolidata crea la nuova realtà, e creando la nuova realtà risolve i nuovi problemi. Ogni progresso, ogni evoluzione reca con sé infatti il carico di nuovi problemi, i quali possono essere affrontati e risolti solo con una nuova invenzione, solo con un nuovo passo avanti della cultura umana.
Ci troviamo oggi, a Genova, a fronteggiare il malessere conseguente ad una insufficiente abilità della città di porsi in modo creativo rispetto ai nuovi problemi generati dalla società moderna. Il mondo, che nel tempo in cui Genova dominò era vasto e frammentato, oggi è piccolo e più unitario. Viviamo in un Villaggio Globale, come già decenni fa McLuhan definì la società moderna. Ed è un Villaggio Globale meraviglioso e terribile, il quale offre molto a chi voglia e sappia farne parte con la forza della creatività, il quale però emargina impietosamente chi invece non sappia proporsi ad esso con la indispensabile consona brillante visibilità.
Recentemente, è apparso sul New York Times un corposo inserto sulla nostra città, il quale ne ha magnificato gli splendori che noi bene conosciamo. Nello stesso articolo si evidenziava però, con una certa costernazione, ciò che nessuno di noi può negare, e cioè che Genova, ancora oggi, fa ben poco per non dire nulla, rispetto a ciò che dovrebbe fare, per rendere le proprie grazie visibili al mondo, per avere piena e fruttuosa cittadinanza nel Villaggio Globale.
Vi fu forse un tempo, in cui per costruire un ottimo presente, ad una città come Genova, era sufficiente il proprio passato. Oggi non è più così. Per costruire il presente migliore che noi tutti ambiamo costruire - ed è per questo, voglio sperare, che ritualmente ci ritroviamo in quest'aula - oggi è imperativo strigliare le nostre coscienze affinché volgano energicamente la loro attenzione al futuro, e dal futuro traggano le nuove idee, la nuova cultura e la nuova forza che occorrono per creare quella nuova realtà, quel nuovo e migliore presente, che nelle parole tutti diciamo di desiderare.

UN GRANDE CONGRESSO SUL FUTURO E SULLA FANTASCIENZA

Per questo è di estrema importanza che si realizzi subito un progetto concreto e lungimirante. Abbiamo proposto, in questa mozione, che la giunta si impegni a reperire, tra tutti gli enti, le istituzioni e le associazioni locali, le forze in grado di organizzare a Genova un grande congresso incentrato sul futuro e sulla letteratura e cinematografia di fantascienza.
Vedete, la fantascienza, soprattutto nella sua veste letteraria, più di qualsiasi altro prodotto intellettuale di questo secolo, è l'espressione dell'accentuata sensibilità dell'essere umano verso le sconvolgenti trasformazioni che il progresso dispensa alla nostra società ed alla nostra vita di tutti i giorni. La fantascienza nacque soltanto alla fine del secolo scorso. Sino ad allora il progresso era proceduto con relativa lentezza, ed in genere appariva poco ragionevole, soprattutto alla gente comune, immaginarsi che esso potesse trasformare radicalmente il futuro. La fantascienza è nata, e poi è cresciuta e cresciuta e cresciuta, per tutto questo secolo, perché sempre più persone hanno scoperto nel gesto di immaginarsi il futuro quella forza che genera un nuovo presente. Tutti sappiamo che Jules Verne raccontò del viaggio sulla luna più di mezzo secolo prima che ciò avvenisse. Ma la fantascienza raccontò anche delle bombe atomiche prima della seconda guerra mondiale, ipotizzò i buchi neri prima degli scienziati, vide e previde migliaia degli incredibili miracoli tecnici che sono oggi realtà, anticipò di lustri e di decenni il dibattito etico rispetto a taluni di essi. Quando nel 1933 Aldous Huxley scrisse "Il Mondo Nuovo", narrò della televisione in ogni casa, dell'ossessivo martellamento pubblicitario, dei farmaci tranquillanti. Era fantascienza. Oggi è cronaca.
Immaginare un futuro diverso. Questo è ciò che fa la fantascienza. Questo è ciò che si propone Genova per darsi una realtà più consona al contesto mondiale odierno e futuro.

UN SEGNALE IMPORTANTE

L'organizzazione a Genova di un grande congresso incentrato sul futuro e sulla fantascienza sarebbe un segnale fecondo e importante, sia all'interno che all'esterno della città. Porterebbe a Genova alcuni fra i più significativi scrittori del mondo, il cui contributo di discussione fornirebbe un potente stimolo di confronto e riflessione per la nostra cultura. Richiamerebbe appassionati da tutta Italia, con immediati ritorni positivi di ordine turistico. Inoltre, dischiuderebbe a Genova concrete opportunità ulteriori a più lungo termine.

I CONGRESSI DI FANTASCIENZA NEL MONDO

Perché vedete, congressi di fantascienza non sono una novità, nel mondo. I primi convegni furono organizzati negli Stati Uniti, mezzo secolo fa. Erano saltuari, e frequentati da poche decine di persone. Una di esse si chiamava Isaac Asimov. Forse qualcuno lo ha già sentito nominare. Ma negli anni questi convegni sono cresciuti di numero e di grandezza. Oggi, in ogni nazione ove la fantascienza sia diffusa, si tiene almeno un congresso annuale, e in ogni continente, almeno un congresso continentale. Se Genova si dimostrasse in grado di organizzare un buon congresso, ed io sono certo che ciò sia possibile, non sarebbe difficile, in uno dei prossimi anni, ottenere l'assegnazione del congresso europeo, e ripetere l'esperienza con potenziata efficacia ed utilità.

UN EXPO DEL FUTURIBILE PER IL NUOVO MILLENNIO

Ed infine... non so voi, ma a me piace sognare. Non sono il primo, e di sicuro non sarò l'ultimo. Ed io non vedo proprio perché in futuro, magari all'inizio del prossimo millennio, Genova non possa dimostrarsi all'altezza di ottenere addirittura l'assegnazione del congresso mondiale. Perché... vedete: il cambio di millennio non è un evento frequente, per i nostri parametri. Il cambio di millennio è un momento topico nella storia dell'umanità. E l'inizio del terzo millennio che si sta apprestando è un momento cruciale, imprescindibile e ideale per lanciarsi in un maestoso bilancio degli avvenimenti accaduti e gettare le fondamenta della storia futura. Ecco allora che un tale congresso mondiale a Genova, all'alba del terzo millennio, travalicherebbe gli argini già vasti della fantascienza, offrendosi al mondo come sito ideale di un più onnicomprensivo Expo del Futuribile, un'occasione unica al mondo e grandiosa per un incontro ed un confronto estrapolativo sui futuribili urbanistici, tecnologici, ecologici e sociali, ove si potrà tentare una sintesi olistica dei problemi dell'umanità, riproponendo così energicamente Genova tra le città vive del mondo.

IL CONGRESSO MONDIALE DI FANTASCIENZA IN EUROPA

Quest'anno il congresso mondiale si è tenuto in Scozia. Cinque anni fa si tenne in Olanda. Pochi anni prima approdò altre due volte in Europa, rispettivamente in Germania e in Inghilterra. Non vedo proprio perché non lo si possa fare giungere anche in Italia, e allora, perché non a Genova? Si tenga conto che un congresso mondiale richiama, soltanto dall'America, dai 5 ai 10.000 partecipanti. E' superfluo menzionare i vantaggi di una tale eventualità.

GENOVA CAPITALE DEL FUTURO

Ma nell'attesa che il sogno di fare di Genova per un anno la Capitale Mondiale del Futuro acquisti sostanza, torniamo con i piedi per terra. Genova Capitale del Futuro deve procedere per gradi. Siamo certi che questa giunta potrà trovare, fra tutte le forze che agiscono in questa città, quelle capaci di dare forma e corpo a tale intenzione, e siamo convinti che debba farlo. Fra tutte le priorità della città, quella di affrontare il futuro faccia a faccia, chiamandolo per nome, esplorandolo pubblicamente, ci pare di non trascurabile urgenza.
Non so a voi, ma a me, alle mie orecchie, "Genova Capitale del Futuro" suona meglio che "Genova Schiava del Passato".

Roberto Quaglia, 1996


Ill.mo Sindaco
del Comune di Genova

MOZIONE

Il Consiglio Comunale di Genova

accertato che

- la città di Genova palesa, a memoria d'uomo, per ragioni storiche, un atteggiamento generale di chiusura verso l'esterno, atteggiamento che in tempi moderni risulta causa di precise sofferenze per la città stessa, quali un'evidente difficoltà a rendersi soggetto di iniziative atte a richiamare l'attenzione nazionale ed internazionale, così precludendosi, tra l'altro, l'opportunità di finalmente vedere il turismo fiorire e conseguentemente il proprio benessere crescere

- tale disposizione di chiusura, nell'epoca presente ed ancor di più in quella futura, è, e sempre di più sarà, incompatibile con un mondo che l'accresciuta efficienza dei sistemi di comunicazione rende necessariamente "aperto", mondo che McLuhan, già alcuni decenni or sono, non a caso battezzò "Villaggio Globale"

- come risulta da pronunciamenti ripetutamente espressi dalla maggioranza delle forze politiche genovesi nonché dal programma del sindaco e da numerosi suoi interventi verbali pubblici, la città di Genova ha intenzione di superare tale propria disposizione di chiusura e mostra volontà di vedersi rinascere, recuperando quel suo posto nel mondo che un tempo le valse il soprannome di "Superba"

riconosciuto che

- il motore di ogni cambiamento in meglio è il lucido esercizio dell'attività mentale, e che tale funzione nell'essere umano è il risultato di quell'importante categoria di fenomeni che conferiscono significato alla migliore accezione del vocabolo "cultura", e che quindi è in prima istanza una viva attività culturale lo strumento irrinunciabile per conseguire tutti quegli obiettivi di "apertura mentale" e di apertura al mondo e al Nuovo in genere indispensabili ad innescare quel rivitalizzante cambiamento in meglio che la città più che mai in passato oggi fortunatamente auspica

considerato che

- Genova, più di qualsiasi altra grande città italiana , patisce una profonda crisi legata al drammatico deterioramento, nella mente dei suoi cittadini, delle aspettative circa un futuro favorevole, condizione che causa il ben noto e dimostrato fenomeno della "fuga dei cervelli" verso lidi più promettenti, privando Genova, per il presente ma soprattutto per il futuro, di quegli individui brillanti di cui essa ha e avrà vitale bisogno

- la sopraddetta condizione psicologica di molti genovesi di non riuscirsi ad immaginare un futuro favorevole è la principale causa del fenomeno del disagio giovanile ed in particolare delle tossicodipendenze, fenomeno questo nel quale Genova primeggia in Italia (mentre l'Italia primeggia in Europa)

- per le considerazioni sopraddette è la ricostruzione di un immaginario positivo circa il nostro comune futuro l'ovvia ed incontestabile via principale per opporsi al progressivo degrado psicologico e conseguente disagio giovanile e non solo giovanile

- per fornire ai cittadini opportunità di sviluppare in sé un immaginario positivo circa il futuro è logicamente da ritenersi positiva qualsiasi iniziativa atta a volgere, innanzitutto, l'attenzione pubblica verso il futuro, e che per tale motivo risulta di sicuro strategicamente più utile organizzare manifestazioni incentrate sull'immaginazione del futuro anziché, ad esempio, sulla mera celebrazione del passato

appurato che

- esiste nel mondo, ormai da più di un secolo, un campo letterario interamente volto alla speculazione circa le trasformazioni che il progresso inferirà sulla vita umana in futuro, che tale letteratura è universalmente etichettata con il termine inglese di "science fiction" (="narrativa di scienza"), che tale campo letterario è costantemente in crescita in tutto il mondo, sia per quantità di scrittori, che di lettori, a dimostrazione di una montante necessità e passione degli esseri umani a volgere i loro pensieri verso i misteri e le incognite che il futuro cela

- l'importanza di tale campo letterario è dimostrata dalla creazione, in importanti università degli Stati Uniti, del corso di laurea in science fiction , nonché dalle consulenze che il Pentagono regolarmente richiede ai più importanti scrittori di fantascienza, nonché dalla recente attribuzione, da parte della NASA, della Medaglia per Alti Meriti Pubblici al celebre scrittore di fantascienza Arthur C. Clarke

- tale campo letterario è soltanto il fulcro e il cuore di una più vasta attivazione di interesse nelle persone verso i temi del futuro e del futuribile, fenomeno che si rileva osservando il crescente successo di produzioni cinematografiche e televisive di fantascienza e la loro conseguente proliferazione numerica, nonché l'insorgenza di veri e propri fenomeni di costume correlati

- il campo della fantascienza ha generato e genera personalità di particolare spessore e notorietà, e citiamo gli esempi di Isaac Asimov e William Gibson, nonché afferma, in campo cinematografico, le pietre miliari dell'immaginario collettivo, e citiamo gli esempi di "2001 Odissea nello Spazio" e "Blade Runner"

- esiste nel mondo una vera e propria comunità organizzata di appassionati di fantascienza, estesa in tutta Europa, nelle Americhe, in Asia ed in Australia, la quale organizza annualmente un congresso mondiale, un congresso continentale in ciascun continente nonché congressi nazionali e locali in tutti i paesi

- la predetta comunità organizzata di appassionati di fantascienza è in costante aumento da cinquant'anni, come in costante aumento risultano essere le partecipazioni numeriche ai predetti congressi, i quali raggiungono spesso le migliaia di iscritti, e che tale crescita è fatalmente destinata ad accelerare nel prossimo futuro in virtù dei nuovi potenti mezzi di comunicazione rappresentati dalle reti informatiche (Internet in testa) alle quali la gran parte degli appassionati di fantascienza è già connessa o lo sarà tra breve

valutato che

- l'organizzazione a Genova di un congresso incentrato sullo studio del futuro, ed in particolare sulla letteratura e cinematografia di fantascienza, sarebbe fortemente vantaggioso per la città per molteplici motivi: poiché innanzitutto rappresenterebbe un forte e chiaro segnale di una precisa volontà della città di guardare al futuro con rinnovata e rinvigorita fiducia; poiché offrirebbe ai cittadini lo stimolo e l'occasione pratica di aprirsi ad un area di pensiero - l'immaginazione del futuro e delle implicazioni connesse al progresso della scienza - utile e necessaria per rimanere al passo con lo sviluppo intellettuale del mondo; poiché attrarrebbe a Genova appassionati di fantascienza da tutta Italia ed anche dall'estero, con ovvie positive ricadute di ordine turistico ed economico, sia di breve che di lungo termine; poiché restituirebbe all'attenzione e alla valutazione nazionale ed internazionale un immagine di Genova fortemente positiva

- nessuna amministrazione di grande città italiana si è sinora mai posta come obiettivo l'organizzazione di un tale congresso, e che quindi Genova sarebbe, in tal senso, la prima in Italia, ruolo che accentuerebbe l'importanza della manifestazione e che amplificherebbe la pubblicità positiva che ne deriverebbe

- la buona riuscita di un tale congresso porrebbe in essere la quasi certezza di poter fare assegnare a Genova, in uno dei prossimi anni, l'organizzazione del Congresso Europeo, ponendo inoltre in essere la possibilità, non troppo remota, di poter fare assegnare a Genova, nel prossimo decennio, il Congresso Mondiale

- tutte le maggiori case editrici italiane, specializzate in letteratura di fantascienza, si sono già dette interessate a collaborare e partecipare ad una tale manifestazione

- il particolare carattere di un tal genere di manifestazione si presta particolarmente a trovare eco su tutti i mass media, garantendo specialmente quel ritorno di immagine di cui già si è detto

- Genova sta ormai da anni, nelle intenzioni espresse, guardando al futuro con la speranza di un rilancio della propria immagine, agli occhi propri e a quelli del mondo, speranza sempre viva e vivida sebbene venata da un'atavica attitudine al mugugno sterile e dalla delusione rituale circa le numerose occasioni perdute in passato, attitudine storica che ora si dice pronta a sconfiggere

- i proponenti s'impegnano a mettere a disposizione della giunta le competenze in proprio possesso, per favorire la miglior pianificazione possibile di tale manifestazione

impegna il sindaco e la giunta

- ad attivarsi alacremente per reperire fra gli enti pubblici, l'Università, le case editrici e le associazioni, le forze in grado di organizzare, a Genova, una grande manifestazione incentrata sull'immaginazione e lo studio del futuro, sulla letteratura e cinematografia di fantascienza e su quant'altro abbia attinenza al tema, da realizzarsi possibilmente entro il termine massimo di un anno

- a provvedere affinché in detta manifestazione sia previsto un aspetto congressuale, ove si possano attuare dibattiti di notevole spessore intellettuale, ed un aspetto spettacolare, che valga da motivo di forte richiamo e risonanza

- a provvedere affinché siano presi contatti con significative personalità, nazionali ed internazionali, competenti nelle materie pertinenti al tema, al fine di assicurarne la partecipazione all'evento

- a valutare la possibilità di una cooperazione con uno o più cineclub cittadini, per quanto attiene all'aspetto cinematografico della manifestazione

- a studiare ogni possibile modalità di rendere la manifestazione anche un evento televisivo a livello nazionale, al fine di garantire a Genova la massima visibilità sulla scena nazionale, avviando fin da subito contatti in tal senso con i responsabili delle principali reti televisive italiane

- ad attivarsi al fine di assicurarsi la collaborazione di Provincia e Regione e per trovare sponsorizzazioni per la manifestazione, di modo da gravare il meno possibile sul bilancio comunale

- a tenere costantemente informato il Consiglio Comunale circa il prosieguo dell'organizzazione di tale manifestazione, portando eventualmente in Commissione il progetto nelle sue varie fasi





pagina realizzata da Roberto Quaglia

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