1999 |
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dicembre 1999 - Zagarolo, venerdì - ore 15 …
dire “attrice” non corrisponderebbe al tormento del mio vivere per
il teatro. La parola
“attrice” porta in sé una folata di svaporaggine, di fatuità, di
splendido mistero che niente ha a che vedere con la realtà. Il mio è
stato un mestiere duro, corrosivo, fatto di lotte di donna sola fra
uomini prevaricatori. Sono stata squadrata, soppesata, misurata… come
si fa nelle fiere del bestiame. Nel
’69 all’arrivo a New York con “Orlando
furioso”, all’aeroporto siamo stati smistati in due gruppi, uno a
destra, l’altro a sinistra: “tu di qua… tu là, tu là…. tu
qua…” , i “belli” e i “brutti”, per la fotografia da mettere
sul giornale… Poveri “brutti”! Non erano sufficientemente
rappresentativi… Che importanza aveva se erano bravi attori e uomini buoni? E se si sono sentiti umiliati per questo? No, non ha avuto nessuna importanza.
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