2001

Zagarolo, 23 gennaio 2001 - sera

… sto maturando la decisione di comperarmi un computer…

Mi intimidisce molto l’idea, ma il tempo va avanti ed io sono ferma alla penna d’oca… Devo ben cercare di capire la mia epoca, e di che cosa si tratta.

È una buona cosa e mi tiene lontana dai magoni.

 

Zagarolo, 30 gennaio 2001, - ore 24

Oggi ho compiuto sessantacinque anni. Mamma mia, come sono tanti!

Eh sì, sono diventata una “vecchia e rispettabile” signora…

Ma... se devo ancora vivermi l’infanzia!

Zagarolo, 9 febbraio 2001- ore 23

… e i giorni passano veloci uno dopo l’altro…

Il mio rassegnato silenzio e accettazione, non mi servono per star meglio.

Sono arrivata a pesare quarantacinque chili. Dove sono finiti gli altri cinque? Possibile che io abbia pianto cinque chili di lacrime?

Per fortuna l’ironia mi sostiene un poco.

Zagarolo, 15 febbraio 2001 - ore 19

… mi sembra di non provare più niente, neanche dolore.

La mia solitudine è rotta da voci che partono da tutte le stanze: tutti i televisori accesi, perché non riesco a sopportare questo silenzio che c’è dentro e fuori di me. Li sintonizzo tutti sulla medesima rete… e le voci m’inseguono su per le scale, si allontanano un attimo… ed eccole di nuovo.

Mi ritrovo anche a parlare da sola…

Che vuol dire questo? Mi sto forse rimbambendo? Parlare da sola, chi l’avrebbe mai pensato!…  Ma… non è troppo presto? E ad ottant’anni che farò? 

Poi mi dico che forse è solo per tenermi compagnia, per sentire che sono viva…

Zagarolo, 18 febbraio2001 - ore 10

Mi sento meglio: le medicine funzionano.

Com’è semplice in fondo! Un farmaco e il dolore si assopisce…

Guardo la mia casa… È così piena di colori!…

I miei libri, l’armadio della musica, i miei collages alle pareti, il gattone di ceramica rosa shocking sopra l’armadio… Ricordo quei contadini toscani che me lo regalarono perché mi piaceva tanto! Ne avevano due. Dissero: “Uno ciascuno, no?”, e fu un macello portarlo sino a Roma, perché è lungo quasi mezzo metro e abbastanza pesante. Da allora, è sempre stato lì e da lassù ha seguito tutte le mie vicende di questi ultimi trent’anni.

È un “figlio dei fiori” questo micione rosa shocking: difatti ha tutta la schiena e il petto dipinto a grandi fiori gialli, come usava allora.

Sì, mi sento meglio e sto riscoprendo i colori che ho attorno. Per tanto tempo è stato così tutto grigio!… I colori e lo spazio. Non me n’ero accorta, prima!.. Ho tanto spazio e tempo adesso! Più spazio negli armadi, nei cassetti… e più tempo per me: posso fare ciò che voglio, ciò che mi piace! Nessuno mi corre appresso. Posso dormire finché mi pare, mangiare solo quando ho fame: sono libera insomma! Strano che non me ne sia resa conto prima… Sono una “single”! 

Eh, sì… una “single”…

Zagarolo, 25 febbraio 2001 - ore 12

Stamattina mi hanno portato il computer. L’ho fatto mettere in mansarda.

Ora possiedo un pc, una stampante e uno scanner.

Questa “botta” di modernità fa bella mostra di sé sulla scrivania del nonno sulla quale anche mamma ha studiato quando era bambina. E c’è un contrasto così grande fra la delicata scrivania con i piccoli intarsi in legno più chiaro e questi “cosi” rozzi, squadrati, di materiale plastico, orrendi, ma… ma moderni. Già: moderni.

Adesso addirittura il computer… Mah!… Che m’ha preso?

Zagarolo, 26 febbraio 2001 - pomeriggio

Stamattina è iniziata la mia grande avventura.

Con molto riguardo, mi sono seduta alla scrivania del nonno.

Il computer era lì… Io lo guardavo, lui guardava me.

Ero molto intimidita. La sua presenza era imperiosa, per niente incoraggiante.

Con titubanza ho premuto il pulsante del “case”… poi quello del video… E miracolosamente è uscita l’immagine di Windows 98… … ho premuto “Start”… “Programmi”… ”Word”… e la pagina bianca era davanti a me, pronta per essere scritta.

Ho passato tutta la mattinata a trascrivere le mie poesie, a salvarle in memoria, a metterle in una bellissima cartelletta gialla dal nome “Documenti”. Ero soddisfatta di me e del mio coraggio: sì, del mio coraggio! Non so quante donne della mia età sono capaci di volere tanto.

E adesso mi sento più giovane.

Zagarolo, 3 marzo 2001 - ore 21

Passo le mie giornate al computer, sono come impazzita. Faccio molti progressi. Adesso disegno, scrivo, stampo…

Sto facendo un piccolo libro delle mie filastrocche: ogni filastrocca un disegno che l’accompagna… Sono fiera di me.

Sono proprio ancora piccola! Ho il mio nuovo giocattolo, nuovo di zecca, tutto da scoprire… E mi sembra di essere felice.

Zagarolo, 21 marzo - ore 9

Oggi è il primo giorno di primavera.

Nel cielo ci sono già i primi voli e il vento profuma di terre lontane. Che bella cosa essere vivi! E averne coscienza.

Zagarolo, 10 aprile 2001 - pomeriggio 

… il mio computer! Lo adoro lo adoro lo adoro!…

È miracoloso quello che riesco a fare, fantastico!

Ora vado anche in Internet, e non la smetto di girare, curiosare, guardare… Finalmente vedo il Borneo tanto sognato, e le isole di Capoverde… e il pack!

Il pack!… Che gioia!

Mi si è aperto veramente un mondo: l’altro giorno ho fatto una partita di “backgammon” con un ragazzo cileno di trentadue anni. Abbiamo parlato un po’ in francese e un po’ col mio spagnolo da film western.

Emozionante.

Zagarolo, 28 aprile 2001 - ore 17

La mia tazza di tè è qui, pronta a lasciarsi bere.

La finestra è aperta: per tutto il pomeriggio il sole ha inondato la mia casa.

Il giardino è un fiore da portare all’occhiello.

La mia Violetta sente la primavera e ha voglia di fare all’amore. Tobia, pazzo di lei, la segue ovunque, col nasone infilato sotto al suo codino.

È proprio una strana coppia: quando lui è in piedi fermo, lei gli cammina tranquillamente fra le zampe. Per lei, la pancia di Tobia, non è altro che un ponte sotto il quale passare.

Eppure sono “marito e moglie” da più di dieci anni. Come facciano ad accoppiarsi lo sa solamente il buon Dio.

No, veramente lo so anch’io. Sono buffissimi.

Lei resta sempre “appesa” a lui, con l'unica zampetta posteriore che fluttua nell’aria, per tutto il tempo che restano uniti.

Eh, la mia piccola Viola! È piccoletta, ma ha una “ficottina” molto generosa per lasciare il passo a quel gigante del suo sposo!

E i diamantini hanno fatto le uova. Il maschio e la femmina si danno il turno per covarle. A giorni si schiuderanno.

E così, tutto si muove: il sole, il giardino, gli animali… E anch’io.

Anch’io mi sento rifiorire, dopo il lunghissimo inverno di dolore.

La mia anima riposa, finalmente.

Ogni tanto, ancora, un piccolo sussulto… ma poi… dolcemente s’acquieta.  

Zagarolo, 14 maggio - ore 5 del mattino

Che strano è tutto questo bisbiglio notturno!… È come quando vai in treno e ai tuoi compagni di viaggio ti ritrovi a raccontare tutta la tua vita  senza pudori. Non sanno chi sei e tu non conosci loro, eppure un legame sottile si crea, fatto di confidenza e comprensione. Ognuno poi scende alla propria stazione e via per la propria strada.

Ma tu ti senti come liberato, il grosso nodo che avevi allo stomaco non c’è più, stai bene. E non sai perché.

… Che ci fa un uomo, in piena notte, incollato al computer, se non perché è solo, miseramente, senza possibilità di riempire il suo silenzio, se non attaccandosi a chi gli passa vicino e a chi, come lui, ha bisogno di una parola?

Ho incontrato molte persone, in queste notti…

Una signora di Pordenone, settantaquattro anni, sola, i figli lontani… E poi Mario di Milano, divorziato da quattordici anni, con l’epatite, lo scarso lavoro e un grande rimpianto per la figlia lontana. E ancora quell’anziano signore, italiano che vive a Buenos Ayres, con la figlia professoressa di matematica che abita qui, in un paese vicino al mio, e lui non può, non riesce a raggiungerla perché la moglie ha un tumore…

Quante vite, quante storie… e dietro ogni persona trovo il dolore e il silenzio… Ci incontriamo, ci parliamo e il giorno dopo ci cerchiamo per poter parlare ancora… Affidiamo i nostri segreti alla notte, scarichiamo le nostre tensioni, le nostre lacrime a chi ci sta ascoltando, si riesce persino a sorridere, alle volte… Si sta insieme!

Poi, quando il cielo rischiara, ci rendiamo conto che la notte che ci faceva tanta paura è passata in un soffio…

La bocca si schiude in un sorriso riconoscente…

Adagio… chiudiamo i nostri amati computer e… con un tocco leggero della mano, come in una carezza, bisbigliamo con pudore: 

“A domani!”…