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La via Bascapè unisce la piazza Risorgimento con la via Castellini. E’ lunga metri 68 e larga metri 4,50. Da secoli era detta via san Giacomo per la vicinanza di una chiesa che era dedicata ai santi Giacomo e Filippo e anche per un antico albergo e osteria di san Giacomo. Nel periodo del Risorgimento fu chiamata via del Popolo. Nel 1908 si discusse in Consiglio comunale di cambiare il nome, mettendovi quello di via Felice Cavallotti (“bardo della democrazia a dieci anni della sua morte”, così diceva il relatore della proposta, il consigliere Giovanni Battista Mazzoleni). Ma la proposta fu respinta a maggioranza. Il 30 aprile 1934, per decreto del podestà ragioniere Luigi Moro, fu cambiato il nome via del Popolo in quello di via venerabile Carlo Bascapè. La via che porta il nome di Carlo Bascapè, barnabita e vescovo di Novara è soprattutto importante perchè al suo inizio si trova il palazzo municipale che è uno dei più antichi di Melegnano. Non se ne conosce la data di costruzione, ma si sa che nel 1587 era di proprietà della famiglia Bascapè (chiamata in latino Basilicapetri), avendone essi ceduta una metà alla parrocchia. Nel 1590 la parrocchia a sua volta lo cedette al Comune che vi fece da allora la sua sede. Il palazzo che si rifa allo stile gotico è stato ristruttutayo nel 1964/68, la parte primitiva originaria è quella sul fianco in via Carlo Bascapè, lì si aprono oltre all'arco acuto sul portico, finestre di forma diversa, tre delle quali ad arco a pieno centro, tali finestre sono in cotto finemente modellato e sono state costruite seguendo uno stile che appartiene ad una fase di transizione con l'arte rinascimentale. La facciata presenta al piano terreno rialzato, cui si accede da una gradinata, due archi gotici; al primo piano due finestre ogivali e in prossimità del sottotetto due altre finestre piccole ad arco ribassato. Tutte le linee decorative indicano come data probabile di costruzione un periodo che va dalla seconda metà del 1400 agli inizi del 1500. Una delle finestre del lato su via Bascapè presenta una leggerissima strombatura, segnalata dalla monocordatura ritorta che le dona eleganza e leggerezza; molto spiccata è la mensola con la sua serie di archetti trilobati a supporto dell'arco a sesto acuto. Chi era Carlo Bascapè ? Un sacerdote barnabita, poi vescovo di Novara (1550-1615). E’ la personalità melegnanese di più alto spicco nella seconda metà del 1500 melegnanese. Nacque in Melegnano il 25 ottobre 1550 e morì vescovo di Novara il 6 ottobre 1615. Al fonte battesimale venne chiamato Giovanni Francesco. Si fece barnabita nel 1578 e assunse il nome di “Carlo” in onore a Carlo Borromeo di cui era stato per diverso tempo suo stretto collaboratore per la diocesi milanese. Percorse tutti i gradi della responsabilità della sua Congregazione barnabitica, fino ad essere superiore generale. Il papa Clemente VIII lo nominò vescovo di Novara nel 1593, e come vescovo si diede alla fervida applicazione dei decreti del Concilio di Trento ed alle riforme più urgenti secondo lo spirito di Carlo Borromeo. Fu promotore della canonizzazione di Carlo Borromeo ed ebbe la gioia di vederlo canonizzato nel 1610. Il Bascapè scrisse molte opere ascetiche, giuridiche e storiche. Nell’archivio della cattedrale di Novara stanno alcune delle sue opere e una assai numerosa raccolta delle sue lettere. Nella Chiesa cattolica è stato proclamato venerabile. Su Carlo Bascapè è stata scritta una vita da Innocenzo Chiesa, dal titolo Vita di Carlo Bascapè, barnabita e vescovo di Novara. Di quest’opera il titolo originale è Vita del Rev.mo Mons. D. Carlo Bascapè, vescovo di Novara de Chierici Regolari di S. Paolo, descritta dal P. D. Innocenzo Chiesa, milanese, della medesima Congregazione |
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