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Il Palazzo comunale
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Il palazzo dell'Amministrazione Comunale,  chiamato anche impropriamente Broletto, sorge in piazza Risorgimento angolo via Bascapè. Non se ne conosce la data di costruzione, ma si sa che nel 1587 era di proprietà della famiglia Bascapè (chiamata in latino Basilicapetri), avendone essi ceduta una metà alla parrocchia. Nel 1590 la parrocchia a sua volta lo cedette  al Comune che vi fece da allora la sua sede. Il palazzo che si rifa allo stile gotico è stato ristruttutayo nel 1964/68, la parte primitiva originaria è quella sul fianco in via Carlo Bascapè, lì si aprono oltre all'arco acuto sul portico, finestre di forma diversa, tre delle quali ad arco a pieno centro, tali finestre sono in cotto finemente modellato e sono state costruite seguendo uno stile che appartiene ad una fase di transizione con l'arte rinascimentale. La facciata presenta al piano terreno rialzato, cui si accede da una gradinata, due archi gotici; al primo piano due finestre ogivali e in prossimità del sottotetto due altre finestre piccole ad arco ribassato. Tutte le linee decorative indicano come data probabile di costruzione un periodo che va dalla seconda metà del 1400 agli inizi del 1500. Una delle finestre del lato su via Bascapè presenta  una leggerissima strombatura, segnalata dalla monocordatura ritorta che le dona eleganza e leggerezza; molto spiccata è la mensola con la sua serie di archetti trilobati a supporto dell'arco a sesto acuto..
.Il palazzo Comunale o Municipio
Il Municipio è l'edificio che si erge sulla Piazza Risorgimento, nel centro storico, dirimpetto alla chiesa di San Giovanni, impropriamente detto Broletto.  L'edificio, attraverso i secoli, ricevette molte trasformazioni tali che oggi è quasi impossibile delinearne la primitiva fisionomia. La parte più antica, tuttavia, rimane il lato nord entro la Via Bascapè: le finestre ogivali con arco a sesto acuto sono caratteristiche dell'arte gotica, e le cordonature in cotto esprimono un incontro tra gli stili romanico, gotico e rinascimentale.  Nel palazzo del Municipio di Melegnano questi elementi stilistici rappresentavano una meditata accoglienza in provincia dei caratteri dell'architettura sforzesca, non solo nel riviverne il senso delle proporzioni, ma nel riprendere i valori costruttivi ed i significati morali e politici di glorificazione.  Il Palazzo del Municipio è preceduto da un porticato a due lati, il più antico e forse originario è quello frontale, con il ricordo delle forme a sesto acuto cui si accede mediante diversi gradini dalla piazza.  Già verso la fine del 1400 sono documentate le adunanze dei rappresentanti della Comunità melegnanese in questo edificio, e come tale era chiamato Palazzo della Comunità. Fino alla seconda metà del 1700 la facciata conservò il suo aspetto primitivo, nello stile rinascimentale lombardo: due ampie finestre con lesene di marmo, e sopra di esse erano gli stemmi dell'imperatore, della Comunità di Melegnano, della Famiglia Medici; tali stemmi risulterebbero collocati per iniziativa di Carlo Cosimo Medici, marchese di Melegnano nel 1738 d'accordo con gli amministratori.  Nel 1874, a cura dell'ingegnere Gerolamo Maggioni, fu redatto un progetto generale per la sistemazione dell'intero Palazzo, con una spesa di preventivo di lire 13.879. Ma il progetto fu abbandonato perchè troppo costoso.  Nel 1928 il Consiglio Comunale, al tempo del fascismo, era del parere di vendere il Palazzo Comunale per lire 150.000 perchè progettava una costruzione nuova in Piazza IV Novembre che comprendesse gli uffici comunali, l'ufficio veterinario, l'ufficio daziario, l'ufficio sanitario, il comando delle Guardie Civiche, il comando del Corpo dei Pompieri, l'ufficio sindacale, la sede della Milizia volontaria sicurezza nazionale, ed altri servizi minori.  Dopo lunghe discussioni si decise di installare ogni ufficio più necessario nel Castello Mediceo, iniziando dal novembre del 1929.  Il Palazzo si trasformò in botteghe, case e locali pubblici; alcune sale divennero la sede del fascio; tre locali furono usati per la sede delle sezioni combattentistiche e dei mutilati ed invalidi di guerra dal 1931. In tal modo il progetto per il nuovo Municipio svanì per sempre: esso doveva avere una fronte di trentatrè metri, un sotterraneo, un piano rialzato, un piano superiore, per un totale di trentasette locali; un progetto ambizioso redatto dall'ingegnere Mario Belloni di Milano.  Ma gli uffici municipali in Castello diventavano ristretti, tanto più che il tetto del castello non era sempre in buone condizioni. Si pensò di ricuperare il vecchio Palazzo Municipale. Tuttavia occorreva una certa prudenza burocratica ed una sapienza estetica nella sistemazione, perchè dal 1912 il Palazzo Comunale era stato dichiarato di importante interesse artistico dalla Sovrintendenza ai Monumenti.  Nel maggio del 1952 gli inquilini che abitavano nell'interno del Palazzo erano invitati ad uscire per lo stato di progressivo deperimento non senza contrasti. Le polemiche e gli interventi politici e sindacali ebbero termine quando fu dato il primo colpo di piccone per una generale ristrutturazione: botteghe ed appartamenti privati scomparvero nel 1959. Anche le sedi combattentistiche e la sede del Partito Comunista, concessa nel 1945, furono lasciate vuote.  Il progetto della trasformazione del Palazzo fu presentato in Consiglio comunale nel 1964. Quattro anni dopo, il 17 gennaio 1968, la Giunta poteva approvare il certificato di collaudo dei lavori di completamento della nuova sede del Municipio. La spesa totale fu di 260 milioni. 

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