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I Caragnòn de San Peder
San Pietro
La scena della deposizione di Cristo compare nell’arte cristiana assodata alla rappresentazione della crocefissione verso il princi pio del secolo V°. Bisogna però giungere al secolo IX° perché gli artisti, stimolati dal desiderio della varietà storica, rappresentino la scena della deposizione nel suo realismo e la includano nell’intero ciclo figurativo della Passione. Per deposizione, però, bisogna intendere, a stretto rigore iconografico, il momento nel quale il corpo di Gesù viene calato dalla Croce per essere avvolto nella sindone e rinchiuso nel sepolcro. Non sempre infatti gli artisti si attennero a questo preciso momento, e spesso estesero l’episodio a quello immediatamente successivo del pianto della Vergine, della Maddalena, di Giovanni e di altre donne sul Cristo già deposto dalla croce. Da questa rappresentazione derivò poi l’altra, anche più concisa, della Pietà. A Melegnano, nella chiesa di San Pietro, noi abbiamo una Deposizione in terracotta volgarmente chiamata dal popolo “i caragnòn de san Péder”, i piangenti di san Pietro.  La parola “Caragnòn”: tipicamente dialettale. Francesco Cherubini nel Vocabolario milanese-italiano, stampato a Milano dall’Imperial regia stamperia nel 1839 e ristampato anastaticamente nel 1978, a pagina 222, così scrive: Caragnòn: piagnistone, pecorone, belone e ricorda che anticamente era in Milano la festa così detta dei Caragnòni. Ma il Cherubini non mette l’etimologia del nome caragnòn. Don Cesare ritiene che questo termine caragnòn derivi dal latino quérulum, che vuol dire: lamentoso, piangente.  La parola quérulum avrebbe dato il dialettale caragnòn Come sinonimi abbiamo i dialettali: Caragnà, piangere - Caragnàda, lungo pianto - Caragnént, piangente.  Il gruppo che forma la scena della Deposizione era originariamente posto come pala d’altare di uno dei due altari, quello di sinistra della prima chiesa dedicata ai santi Pietro e Biagio che era la chiesa della Confraternita dei Disciplinati detti anche Batuti. La chiesa di San Pietro è nominata nel Liber Notitiae Sanctorum Mediolani ex manuscripto saeculi XIII° a cura dì Marco Magistretti con la collaborazione di U. Monneret de Villard, stampato a Milano nel 1917. Quindi nel 1200 la chiesa di San Pietro a Melegnano esisteva già. Nell’archivio della Curia arcivescovile di Milano, sezione X°, voi. 4, parte 13, anno 1579, vi è lo schizzo a penna della pianta della primitiva chiesa. Un altro disegno, più ampio perché descrive anche l’ospedale dei Pellegrini annesso alla chiesa, pare sia del 1572 ed è conservato nel volume 7. La chiesa si presenta lunga cubiti venti e larga cubiti dieci, circa metri dieci per metri cinque, quindi una semplice cappella. Essa era divisa in due navate a capo delle quali vi erano due altari: a sinistra l’altare del sepolcro con la Deposizione di Cristo, a destra l’altare che nello schizzo più grande porta la dicitura “sancti petri”. Sulla parete della navata di destra vi era una nicchia con un altare dedicato a Santa Maria, e nel 1591, quando fu demolita la chiesetta di san Biagio presso la Vettabia, fu eretto un altare sulla parete di sinistra con la dedica a san Biagio: da quel momento la chiesa si chiamò dei santi Pietro e Biagio. La chiesa attuale è stata costruita nel 1666. Il gruppo scultoreo della Deposizione venne trasportato nel 1678 in fondo alla chiesa, a sinistra, in una sua cappelletta dove sta tuttora.
L'opera
Cristo, morto, è circondato dalle Marie, da Nicodemo, da Giuseppe d'Arimatea e dà altri discepoli. Questo gruppo formava la Pala d'altare della antica
cappella del Sepolcro. Fa trasportato qui, in sede definitiva nel l678, e più volte ritoccato non sempre con fine sensibilità estetica. Il gruppo storicamente si ispira al racconto evangelico degli ultimi momenti prima che Cristo venisse chiuso nel sepolcro. Ricordiamo che, al momento della morte, molte donne quelle stesse che avevano seguito Gesù dalla Galilea per assisterlo, erano là. Tra ai loro vi era Maria Maddalena, Maria madre di Giacomo e di Giuseppe, e la madre dei figli di Zebedeo (Matteo, 27, 55-56).  Venne là sera e Giuseppe d'Arimatea, illustre membro del Consiglio, andò da Pilato e gli chiese il corpo di Gesù, e lo ottenne. Venne anche Nicodemo, portò una miscela di aloe e di mirra. Giuseppe comprò la sindone, depose Gesù dalla Croce, l'avvolse nella sindone, pose Gesù in un sepolcro scavato nella roccia; ed anche le donne, quelle che erano venute con Gesù dalla Galilea, raggiunsero Giuseppe ed osservarono come era stato deposto il corpo di Gesù.  Ispirandosi a questi fatti, l'ignoto scultore ci ha dato questo gruppo della Deposizione che, come si vede,  è la sintesi di diversi eventi che si sono svolti in successione di tempo: gli artisti, nel raffigurare la Deposizione di Cristo non sempre si attennero al preciso istante dello stacco dalla Croce, ma compresero nell’espressione artistica il pianto della vergine, della Maddalena, di Giovanni e delle donne sul Cristo già deposto dalla Croce.  Il gruppo della nostra Deposizione della chiesa di San Pietro ha una sua struttura geometrica come supporto alla interpretazione del dramma evangelico: il piano principale, centro e riferimento e base della scena é il Cristo morto, il corpo di Cristo, clinicamente cadaverico ma non languido, esanime ma ancora trasparente di divina viva bellezza.  Al lati estremi ecco i due ebrei amici di Cristo, Giuseppe d'Arimatea e Nicodemo, che esprimono l'ultimo atto di riconoscenza e di affetto a Cristo, amorosamente sorreggendolo. Nell'interno vi sono le quattro Marie: Maria Maddalena, la Madonna, Marta madre di Giacomo, Maria dei figli ai Zebedeo. La Vergine vive in sé il suo dramma in primo piano, con intima commozione materna, affranta nell'angoscia, a differenza della Maddalena, una creatura che anche in questa occasione manifesta la sua passionalità dolorosa per la perdita di Cristo-uomo e per l'oltraggio a Cristo-ideale dell'uomo. E' per questo che lo scultore, con felice intuito, ha voluto separare e collocare a sé stante la Maddalena dalle altre Marie, proprio perché il dolore di lei ha diverse motivazioni psicologiche ed il suo mondo femminile é diverso da quello delle altre tre donne.
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