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Ritrovamenti Archeologici
tratto dall'articolo "Nel Sudmilano tutti passeggiano su un tesoro..." Il Cittadino del 15-03-1999
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Nelle campagne fra la Paullese e l'Adda è facile trovare: monete, utensili, ornamenti, frammenti di costruzioni andate perdute chissà quando. E su questi reperti, in realtà, «passeggiamo» senza saperlo, ogni volta che giriamo a piedi o in bici negli spazi verdi del Parco agricolo Sud Milano o in quello dell'Adda Sud, tanto che può capitare di imbattersi per caso in uno di essi, magari una moneta di Augusto non è così impossibile, dato che spesso i reperti affiorano direttamente in superficie, portati dai vomeri dei mezzi agricoli. Dall'età celtica (VIII°-IV° secolo avanti Cristo), quando le popolazioni galliche si stanziarono nella pianura Padana sovrapponendosi alle preesistenti civiltà liguri, venete, etrusco-villanoviane o di Golasecca. I Galli, divisi in tribù, fondarono Medìolanum e diventarono in breve tempo qualcosa di simile ai lombardi attuali: allevatori e agricoltori, molto apprezzati a quanto pare per le carni di maiale salato, in pratica prosciutti ante litteram. Di quest'epoca sono stati rinvenuti elementi in piombo e in cotto, sicuramente parti di ornamenti maschili e femminili, e una serie di enigmatiche “armillae” in bronzo, rotelle che racchiudono un simbolo probabilmente religioso (il tuono dì Taramis il dio che nel pantheon gallico corrispondeva al Thor di tutti i Germani?). La tappa successiva è costituita dall'età «gallo-romana», iniziata con la conquista della Cisalpina da parte dei legionari dopo le guerre puniche. E'certamente il periodo più ricco di testimonianze. Ricostruendo le linee della "centuriazione" romana, cioè la divisione delle campagne in appezzamenti regolari assegnati ai coloni, ancora oggi emerge una gran quantità di monete, innanzitutto, dall'età repubblicana a quella augustea sino al tardo Impero, poi frammenti di vasi in cotto semplice o a "vernice nera" (tecnica originaria dell'Italia meridionale), tessere di mosaico, fibbie di abiti, basamenti di capitelli. Ciò senza contare ritrovamenti più consistenti come la villa romana tardoimperiale, venuta alla luce a Tribiano nel 1995 durante gli scavi per una lottizzazione edilizia, durante i quali vennero pure alla luce i resti della strada romana che si vedono nella foto. Ma perché tante monete? Non certo perché i romani fossero particolarmente sbadati, ma perché la moneta costituiva ll cosiddetto "obolo di Caronte", cioè il pegno che si metteva in tutte le sepolture per favorire il passaggio all'aldilà. Nell'età romana la memoria della cultura celtica nel territorio a sud di Milano, quantomeno nella toponomastica, tende a scomparìre, e c'è al proposito una teoria interessante: a nord dell'attuale Paullese la gran quantità di nomi in ..ate (Pantigliate, Liscate, Capriate, eccetera) giunti fino a noi, testimonierebbe il relativo rispetto accordato dai romani all'organizzazione urbana celtica, mentre a sud, procedendo verso Lodi, i toponimi (fra i quali prevale il suffisso ..ano risultano in gran parte di età romana, in quanto qui i conquistatori si sarebbero dimostrati meno generosi con la cultura dei galli Boi, popolo riottoso a differenza degli lnsubres. La proverbiale "decadenza dell'Impero' a partire dal terzo secolo dopo Cristo, è testimoniata in modo impressionante anche da una ricerca in un luogo circoscritto come il Sudmilano: spariscono quasi i ritrovamenti di monete, segno del regresso economico al baratto o di mutamenti nelle tradizioni religiose inerenti alla sepoltura dei defunti. I reperti trovati sono anche relativi all’alto Medioevo, con oggetti sicuramente di cultura longobarda (fra cui una moneta forata e adibita a pezzo di collana, altro chiaro simbolo di involuzione economica) e una rara moneta coniata sotto Teodorico, il re goto che governò l'Italia sconvolta dalle invasioni barbariche fino al 530 circa. 
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