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Gli Ostrogoti
Gli Ostrogoti
Comunque ora, con gli Ostrogoti, guidati da Teodorico, penetrava in Italia e vi si insediava un'intera popolazione straniera, in famiglie già costituite. Era la prima esperienza che le popolazioni romane d'Italia facevano di una vera e propria invasione con successivo insediamento permanente di genti barbariche. E vennero nella pianura padana, ma il loro stanziamento non si limito' alla pianura padana, ma si diffuse un po' anche in tutta la parte centrale della penisola, esclusa la Toscana meridionale e il Lazio, ed esclusa tutta l'Italia meridionale (Campania, Apulia, Lucania, Bruzzio e Sicilia): Teodorico si presentava, cioè, come espressione di un popolo, non solo di accozzaglia di armati, anche se il suo popolo ne convogliava altri o piuttosto elementi di altri.  Teodorico si presentava anche come appartenente ad una famiglia di capi, gli Amali, in cui la successione ereditaria della dignità regale si era già affermata; non era, quindi, un nuovo venuto; e poi Teodorico si presentava come inviato imperiale di Bisanzio, come patricius, capo dell'amministrazione pubblica. Per questo fu accettato da una parte dell'aristocrazia romana e dai capi della Chiesa: un presule eminente come Epifanio di Pavia, non esitò ad andare a Milano a prestare omaggio all'uomo potente. Ma i rapporti tra i Romani ed i Goti divennero tesi, per motivi politici, amministrativi e religiosi: la tentata fusione tra Goti e Romani fu il clamoroso fallimento di Teodorico. Quando Teodorico morì a Ravenna, il governo bizantino, pressato da continue richieste romane, decise di intervenire militarmente, per spedizione punitiva e per riconquista del terreno perduto in Italia: scoppiò la Guerra Gotica, terribile ed infausta, anche per la pianura padana, guerra di distruzione.  Gli Ostrogoti, o semplicemente Goti, mostrarono allora il loro vero volto feroce: si comportarono non più come massa di invasori, ma come tutti i barbari.
Severino Boezio
In questo periodo, l'anno 524, noi dovremmo registrare la morte a Calvenzano di Severino Boezio, il filosofo e ministro di Teodorico, studioso e ammiratore della romanità. Caduto nei sospetti di tradimento a Teodorico, fu incarcerato ed ucciso. Siccome la cronaca riportata dall'Anonimo Valesiano, dice che fu ucciso in loco Calventiano, si ritenne che fosse il luogo dove sorge la nostra vicina basilica benedettina, accanto al priorato dei frati, sulla strada tra Melegnano e Mulazzano.  Purtroppo la critica storica non sembra decidere per il nostro Calvenzano, perchè non si tratterebbe del nostro Calvenzano, ma di quello di Pavia.
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