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Federico I° Hohenstaufen
 
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Nella prima metà del 12° secolo, dopo la morte di Lotario II°, in Germania, vi erano due sole famiglie che potevano aspirare alla corona del Sacro Romano Impero: gli Hohenstaufen in quanto eredi diretti dei Franconi e Duchi di Franconia e i Welfen  Duchi di Baviera e imparentati con Lotario. Dalla contrapposizione tra queste due fazioni nasce la suddivisione in guelfi da Welf e ghibellini da Weibling che era il nome del castello degli Hohenstaufen sulla Rems.  I principi tedeschi, timorosi della potenza dei Duchi di Baviera, elessero Re di Germania Corrado III° Hohenstaufen. Successore di quest'ultimo fu Federico I°, eletto il 5 marzo 1152 a Francoforte, fece ingresso trionfale, cinque giorni dopo, ad Aquisgrana cinto della corona d'argento, come Rè dei Germani e dei Romani.  Primo affare cui si dedicò Federico fu di consolidare la sua autorità in Germania, cosa che ottenne ridando ai Welfen il ducato bavarese e ridistribuendo i principati a lui contrarii a figli e parenti.  Con il matrimonio aggiunse ai suoi dominii la Borgogna.  Ottenuto il pieno consenso in patria, costrinse i Signori di Danimarca, della Polonia e della Boemia a riconoscere la sua supremazia ottenendone il vassallaggio.  Resa stabile e forte la propria posizione iniziò a preoccuparsi dell'altra parte del suo regno: l'Italia.  Sceso in Italia, proclamò nella prima Dieta di Roncaglia (dicembre1154) l'obbligo dei Comuni a restituire al Rè gli iura regalia, cioè i diritti che questi avevano avocato a sè.  Le Diete rappresentavano all'epoca il potere sovrano, essendo assemblee generali dei regni germanici, dove i dignitari ammessivi prendevano decisioni sulle questioni più importati; l'elezione del Rè avveniva tramite una Dieta.  Per dare forza al proprio editto il Rè si diresse su Tortona che non aveva obbedito e la distrusse.  Nel 1155 Federico I° ottenne la corona del Sacro Romano Impero e fu incoronato Rè d'Italia a Monza.  Il nome con il quale gli italiani lo avevano ribattezzato era il Barbarossa. Andò a Roma e, per cercare un accordo con il Papa, gli consegnò Arnaldo da Brescia, che aveva fomentato una rivolta nello stesso stato pontificio.  Federico non riuscì ad ottenere che la richiesta dichiarazione di sottomissione del papato, da lui sollecitata, venisse accolta.  Con la seconda Dieta di Roncaglia, novembre 1158, emise un ultimatum ai Comuni che non avevano ancora ottemperato a quanto richiesto nella prima Dieta, imponendo loro di restituire i diritti regi di cui si erano appropriati indebitamente e di accettare podestà imperiali scelti da lui.  Le città ribelli furono rase al suolo: prima Crema nel 1160 dopo sei mesi d'assedio, poi Milano nel 1162, dopo due anni di guerra.  Le città concorrenti di Milano, come Pavia, Cremona, Novara e Como si schierarono subito con l'imperatore, accettandone gli ordini. Federico tornò in germania e, mentre lì iniziavano dissapori con Enrico di Baviera, in lombardia i comuni rialzavano il capo formando leghe di contrapposizione al Rè.  Nel 1174 Federico tornò in Italia, ma, privo del supporto dalla Germania, non riuscì a sottomettere le forze comunali che avevano trovato un nuovo coagulo attorno al santo Carroccio e dopo alterne vicende fu sonoramente sconfitto nella battaglia di Legnano 29 maggio 1176 e costretto a firmare la pace di Venezia dove riconosceva il potere temporale del Papa.  Il Carroccio non era solo simbolo della libertà comunale, ma anche della religiosità e del rispetto e obbedienza alla chiesa, era come sempre la contrapposizione fra Guelfi e Ghibellini fra gau e civitas.  Dopo qualche anno, con la pace di Costanza 25 giugno 1183, dovette riconoscere le autorità comunali e la loro autonomia, pur mantenendo la richiesta del versamento di tributi da parte dei Comuni, che dovevano riconoscere all'Imperatore la sovranità su tutto l'impero.  Partito nel 1189 per la terza Crociata, morì per un tragico incidente annegando nel fiume Salef.
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