ENNA 1999

Il mito di Cerere e Proserpina

(Demetra e Kore)

In Sicilia, ed in particolare in Enna, il culto della Dea Madre indigena assimilata poi alle divinit� greco/romane di Demetra/Cerere e di Kore/Proserpina, come testimoniano Diodoro, Cicerone, Livio, Callimaco, Claudiano, Ovidio e lo stesso Aristotele, � il filo conduttore attraverso il quale si sgrana la grandezza e la ricchezza della nostra civilt�, come dimostrano la magnificenza dei nostri siti archeologici e delle nostre tradizioni culturali.
Nei secoli che precedono la colonizzazione greca, nella facies culturale sicana preesistente a quella sicula, � presente il culto della dea madre, divinit� collegata alla terra ed all'esistenza di una produzione spontanea di grano selvatico, succesivamente tale mito si fonder� col culto di Demetra/Cerere la quale insegner� a tutti gli uomini la coltivazione dei cereali sottraendoli cos� alle barbarie e facendoli partecipi di una civilt� fondata sul lavoro.
Demetra/Cerere rimane collegata ad un'altra figura femminile per eccellenza Kore/Proserpina, sua figlia.
Kore/Proserpina, intenta a raccogliere fiori sulle rive del lago di Pergusa, viene rapita da Ade/Plutone; Cerere disperata ottiene da Zeus/Giove che il dio degli inferi restituisca Kore/Proserpina ogni anno tra primavera ed autunno.
Persefone tesser� cos� i destini degli uomini e di tutte le cose viventi scandendo i cicli delle stagioni.
In Sicilia, come in tante parti dell'area mediterranea, Demetra fu onorata con siti religiosi tra i quali Enna era uno dei pi� importanti e famosi in tutto il mondo classico. In questi siti venivano eretti templi, si effettuavano pellegrinaggi, si elargivano donazioni e venivano annualmente celebrate le feste antesforie, anacalutterie e tesmoforie di tipo misterico di indubbia orgine eleusina.
Questi culti celebrati con grande solennit� in Sicila, in particolare ad Enna ed in tutta l'area mediterranea in epoca greco romana, si sono tramandati e trasfusi nelle attuali feste religiose in particolare in onore della Madonna sotto le sue varie attribuzioni quale dispensatrice di grazie e di benessere.
Tale patrimonio, incarnando l'archetipo della Madre assoluta, riteniamo appartenga sicuramente a tutta l'area mediterranea e non solo. Pertanto siamo convinti che la valorizzazione e l'approfondimento di tale mito dal punto di vista: mitologico, storico, archeologico, scientifico possa non solo accentuare i legami culturali esistenti tra diversi paesi del Mediterraneo ma anche dare maggiore consapevolezza al nostro futuro.

Cettina Fontanazza

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