Novecento e il Liberty

AGOA


Agli inizi del 1900 si andò affermando una ricca borghesia di proprietari terrieri, industriali, commercianti, imprenditori edili e professionisti, tutti desiderosi di manifestare in modo immediato il loro status sociale attraverso il prospetto principale delle proprie abitazioni. Così, alla fine dell'Ottocento e nei primi decenni del Novecento, facciate di palazzine su strada in stile liberty si affiancarono ai muri alti e spogli delle introverse case tradizionali (dove la sola decorazione esterna era spesso costituita dai motivi scolpiti nella chiave dell'arco generalmente a tutto sesto che accoglieva l'unico portale). Bisogna però tenere presente che, se esternamente veniva eseguito con l'applicazione in linea di massima coerente dei canoni del liberty internazionale, il "palazzo" quartese (e campidanese in genere), all'interno, si sovrapponeva senza sostituirla alla casa a corte.
Rivestono particolare interesse: il palazzo Todde (1912), in via Vittorio Emanuele 177, con la sua bella altana dal soffitto affrescato, il palazzo Scalas in via Marconi 374, costruito nell'ultimo decennio dell'Ottocento da Felice Maxia, proprietario delle omonime fornaci, e "rivestito" successivamente dagli eredi, il palazzo Perra (1926), in via S. Antonio 2, il palazzo Xaxa (via Regina Margherita angolo via Umberto 1), impiantato nel 1866 e ristrutturato nel 1915. Alla fine dell'Ottocento e agli inizi del Novecento risalgono due sole "ville storiche", tuttora esistenti: villa Fadda Cappai, in via Marconi 333, e villa Rosas, nella via Bonaria. La prima fu costruita nel 1890-92 in stile tardo-neoclassico, secondo il progetto di un allievo dell'architetto cagliaritano Gaetano Cima; la seconda, più tarda ed ancora abitata, è invece in stile liberty.



Quartu S.E. 13 giu 2000