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Il Castello Mediceo (4)
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IL CASTELLO NELLA BUFERA DELLA GUERRA
Dopo la conquista della Lombardia da parte di Francesco I° in seguito alla battaglia di Marignano del 1515, detta dei giganti, la dominazione francese durò fino al 1521.  Nella primavera di quell’anno iniziarono le ostilità tra la Francia e la Spagna nei Paesi Bassi, nella Navarra e in Italia: i Francesi non ebbero fortuna. Il 19 novembre Odet de Foix, conte di Lautrec, governatore francese in Milano, abbandonò la città che fu subito occupata dalle truppe dell’esercito spagnolo, e fu rimesso sul trono ducale milanese Francesco Sforza II°, figlio minore di Ludovico il Moro.  Sulla fine del 1523 un nuovo esercito francese aveva tentato di riprendere la Lombardia e riuscì a rioccuparla quasi tutta, compreso il paese di Melegnano Tra i comandanti dell’esercito anti francese vi era Giovanni de Medici detto dalle Bande Nere il quale, durante la controffensiva, ebbe l’ordine di rioccupare Melegnano e il suo castello “la quale terra insieme con la fortezza si arrese” nella primavera del 1524.  Ma Francesco Sforza II° da insinuazioni pesanti e continue fu accusato di non essere più amico degli Spagnoli e segnatamente dell’imperatore Carlo V e le accuse dicevano che era passato dalla parte avversaria. Perciò fu costretto a lasciare Milano nel luglio 1526, ritirandosi nei suoi castelli.  Stava anche nel ‘castello di Melegnano dove ai primi di giugno del 1527 fu attaccato dal governatore Antonio de Leyva, il quale, scrive lo storico Francesco Guicciardini, “uscito di Milano co’ fanti tedeschi con ottocento spagnuoli e aitanti italiani” venne a Melegnano e scacciò il duca Francesco Sforza II° e i suoi alleati Veneziani.
Gian Giacomo Medici
Viveva a Milano da molte generazioni, nella zona del quartiere di Nosigia, la famiglia Medici - o De’ Medici - detta appunto dei Medici di Nosigia. Uno di quella famiglia, Gian Giacomo, nato in Milano nel 1495, divenne famoso per le sue imprese e per il territorio di Melegnano.  All’età di sedici anni uccise, per vendetta di una precedente aggressione ricevuta, un suo nemico e per salvarsi dalla giustizia fuggì sulle rive del lago di Como, unendosi ad una compagnia di militari autonomi e al servizio di chi pagava di più.  Proprio sul lago di Como il suo gruppo combattente, del quale Gian Giacomo incominciava ad essere uno dei capi, si mise a lottare contro i Francesi invasori della Lombardia e fu proprio per suo volere e sua iniziativa che convinse gli altri suoi compagni soldati ad appoggiare Francesco Sforza II° quando doveva salire al ducato. L’atto di prestazione militare procurò a Gian Giacomo Medici il conferimento della prefettura del lago di Como come rappresentante del duca Francesco Sforza II°.  Era comunque una prefettura difficile perchè i partigiani dei francesi e nemici del duca ancora occupavano alcuni posti chiave come Lecco, Musso e Menaggio.

Il Medici iniziò l’opera di riconquista a favore del ducato di Milano usando anche violenza e inganno. Il castello di Musso divenne la sua residenza preferita. Da li partiva per le sue azioni belliche anche contro gli Svizzeri in diversi luoghi, fino ad occupare anche Chiavenna strategicamente importante per le strade che collegavano il lago con le zone della Svizzera e delle valli.  Intanto, a livello militare più alto, gli eserciti spagnoli attaccarono i Francesi a Pavia e li sconfissero duramente: il re Francesco I°, catturato, venne considerato prigioniero e condotto in Spagna. Era il 1525.
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 (Onofrio Panvinio, vita di Pio IV°;, 1562 vi è un'appendice dove si annotano le indicazioni fornitegli dai familiari del papa - trascritti in Codice Vaticano latino: “la famiglia Medici ha usato il termine Marignano, perchè la parola Melegnano è "vulgare nimis et etiam depravatum, nam Melegnanum dicitur vulgo, latinior vox esset Melenianum", ma meglio è Marignano).
IL CASTELLO CONSEGNATO A Gian Giacomo Medici
Nel 1525, quando a Milano si era insediato il governo spagnolo imponendo il suo dominio su Milano e sul territorio del ducato, sorse una grave controversia: tutte le fortezze dovevano essere consegnate ai plenipotenziari militari spagnoli, dal fatto che il duca Francesco Sforza II° dovette cedere. Gian Giacomo Medici non si piegò. Non volle sapere del nuovo corso politico, non ubbidì e non consegnò Musso agli spagnoli arrivati per occuparlo. Anzi, appese alle forche gli incaricati per il trapasso del castello.  Fatalmente da questo momento Gian Giacomo Medici si trovò ad agire da sovrano autonomo. Nel 1527 prese l’Alta Brianza, Castelmarte e Monguzzo e nei territori occupati diventava legislatore, giudice, esecutore. Un vero piccolo dittatore.  La sua potenza sul lago fu discussa a Milano in sede governativa e la diplomazia si mosse mediante importanti personalità. Gian Giacomo fu riconosciuto ufficialmente castellano di Musso e signore dei dintorni, padrone della terra di Lecco con piena sovranità. Il tutto fu steso su un diploma imperiale del 31 ottobre 1528. Da questa data Gian Giacomo ebbe il titolo di “marchese di Musso” e di “conte di Lecco”. La pace con gli spagnoli e con il duca di Milano era fatta.  Ma grossi motivi di disaccordo con il vertice politico sorsero nuovamente per Gian Giacomo. Per il trattato di pace del 23 dicembre 1529 inseguito all’accordo di Bologna tra il papa Clemente VII° e l’imperatore Carlo V°, tutto lo stato di Milano doveva essere integralmente restituito al duca Francesco Sforza II°, ivi compreso il territorio del lago di Como.  Anche questa volta Gian Giacomo non ubbidì e si gettò all’avventura del ribelle e fu inevitabilmente la guerra, chiamata guerra di Musso. Contro di lui fu stretta una Lega detta Lega dei Grigioni o Lega Grigia tra gli Svizzeri e il duca. Le prime azioni furono favorevoli a Gian Giacomo, ma sulla prospettiva del tempo si profilava una sua sconfitta.  Ancora una volta si mosse la diplomazia e si arrivò al trattato di pace del 13 febbraio 1532. Come conseguenza del trattato di pace il duca Francesco Sforza II° con diploma del I° marzo 1532 erigeva il castello di Melegnano e tutto il territorio del paese in marchesato. Il diploma fu confermato dall’imperatore Carlo V° da Ratisbona in data 1l giugno 1532. I Medici divennero proprietari del castello, feudatari di Melegnano, padroni di molte terre nel circondano e signori autorizzati alla riscossione di parecchi dazi.  Dal 1532 al 1982, per 450 anni, il castello rimase proprietà dei membri della famiglia Medici di Marignano, con preferenza per il nome Marignano invece di Melegnano perchè ritenuto più nobile e meno plebeo.
LA QUESTIONE TESTAMENTARIA DEI MEDICI
Gian Giacomo Medici, primo marchese di Melegnano e primo proprietario del castello dopo la consegna ducale, nelle intenzioni chiare stese in strumenti notarili rogati negli anni 1548 e 1549, aveva nominato suo erede il fratello Agosto.  Ma i rapporti tra i due fratelli furono turbati e divennero addirittura ostilmente deteriorati per una serie di fatti che portarono Agosto in carcere e sotto tortura. Gian Giacomo allora annullò ogni concessione ereditaria che aveva fatto in favore di Agosto e nominò suo erede universale il fratello Giovanni Angelo cardinale con testamento scritto in data 29 agosto 1550.  Questo testamento rimase in vigore e alla morte di Gian Giacomo avvenuta l’8 novembre 1555 Giovanni Angelo ricevette tutta l’eredità, compreso il castello di Melegnano.  Il cardinale Giovanni Angelo fu eletto pontefice la notte tra il Natale e Santo Stefano del 1559, e pure lui dopo alcun tempo fece il suo testamento. Ovviamente nel testamento si doveva sistemare accuratamente anche la proprietà del castello di Melegnano. Pio IV°; stese un primo testamento che non ci è pervenuto, e stese un secondo testamento in data martedì 8 febbraio 1564 che ci è pervenuto per intero.  Eredi del papa Pio IV°; sono nominati per una quinta parte il proprio fratello Agosto e per le altre quattro parti i figli delle sue sorelle, cioè il cardinale Carlo Borromeo e il cardinale Marco Altemps coi fratelli Annibale e Gabriele con vincolo di trasmissione ai loro discendenti maschi.  Intanto Agosto, reintegrato nella sua dignità umana, assopite le calunnie e per ripensamento di Pio IV°; ottenne il titolo di marchese di Melegnano il 20 marzo 1556. Continuò con lui la discendenza dei Medici.
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