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Epoca Preromana
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Sulla storia della pianura padana non esistono tracce prima del terzo secolo avanti Cristo, non vi è un grande interesse alla sua descrizione e alla sua conoscenza da parte di storici dell'epoca. Con la conquista romana, verso la metà del secondo secolo avanti Cristo nascono i primi interessi e si ricercano le culture antiche preromane.  Oggi, accanto ai racconti di due storici romani, Polibio (+ 120a.C.) e Tito Livio (+ 17 d.C.), disponiamo di reperti e di rinvenimenti archeologici, di indagini e di analisi linguistiche, nonchè di considerazioni sui nomi dei paesi padani, contribuendo a rendere più completa la conoscenza sulla storia della nostra regione.  Le prime tracce di abitatori della pianura padana sono state lasciate dai palafitticoli, la cui origine è così incerta da far ritenere agli antichi che fossero stati generati dalla stessa terra.  Il grande Virgilio li definisce "nati dalle dure quercie"; questi primi abitanti furono sopraffatti da genti opo-montane (da ops = terra) che vennero identificati dagli antichi come Liguri scesi dalle Alpi.  Nel quattordicesimo secolo a.c. la pianura padana fu invasa dai Celti.  I nuovi venuti si unironoi in una federazione detta degli Ombrii o "degli uomini per eccellenza" o dei forti: e la terra da loro occupata fu chiamata da loro Is-Ombria, o Insubria, o bassa Ombria. I Liguri e i primi Celti ci tramandarono un monumento vivo e sonante che possiamo rintracciare nei nomi propri delle località e nel dialetto. Confrontato l'idioma dei Celti con altri idiomi antichi, si arrivò a conoscere che il celtico ha radici comuni con il sanscrito, la lingua sacra degli Indiani, da duemila anni sparita dall'uso dei popoli. Somiglianza di voci, di forme grammaticali e perfino il sistema eufonico, uniscono celtico e sanscrito: ciò che fa credere alla derivazione dei Celti dall'Asia, donde pure erano venuti i primitivi Liguri. I nomi propri dei paesi, scrive Cesare Cantù, sono i documenti più antichi, perchè sono i meno mutevoli. Vediamo infatti da ar celtico che indica sopra ed an acqua, derivare Arona: da al vicino e mann monte, Almenno; da bru, bro, bruig significanti terra o villaggio, si hanno Brusuglio, Bruzzano, Lambrugo; da bron fontana, Broni; da cean promontorio o estremità derivano Geno promontorio in faccia a Como, Genova, Canobbio; da com seno e in senso figurato protezione, derivano Como, Comabbio; da mag palude, Magenta, Maggianico. Var in celtico significa esso pure acqua, e molti luoghi, perchè vicini alle acque, vantano questa radice. Abbiamo così Varenna sulle acque del lago di Como; a ponente di Como c'è Varese sul fiume Olona; a Dervio sbocca nel lago il fiume Varrone, ecc. E il fiume Varo in Francia non ha forse la stessa origine e il lago di Varano? e Varedo? e i primi Normanni (popoli del Chersoneso Cimbrico non chiamavano sè stessi Varenghi, uomini abitanti vicini alle acque? I Celti chiamavano la quercia casnum e da questo vocabolo abbiamo Casnate e Casnedo nei dintorni di Como. Alcuni scrittori del medioevo usarono la parola casnetum per indicare un querceto, a conferma che presso il popolo si era conservata la radice della parola nel suo antico significato. Punti fermi della storia della lombardia sono l'invasione gallica e l'invasione romana.  Nel sesto secolo avanti Cristo la pianura padana è abitata da tribù celtiche che, originarie dei territori compresi tra la Senna e la Garonna, si erano portate fino alle nostre terre. Poco dopo il 400 a.C. un'invasione di Insubri, Boi e Senoni, (tribù galliche) spezza la resistenza degli Etruschi nell'Italia Settentrionale. Folti gruppi di Galli si sparsero nella valle del Pò. I Levi ed i marici fondarono Ticinum (Pavia); i Boi fondarono Laus Pompeia (Lodivecchio); gli Insubri guidati da Belloveso fondarono Milano. I Galli Boi si fermarono in una zona delimitata dal fiume Pò, dall'Adda e dal Lambro. Un sottogruppo di costoro, chiamato Ambroni, abitava sulle rive dell'Ambro (Ambrus deriva da una voce celtica che significava lucente che poi è diventato Lambro lo stato attuale delle sue acque mal si addice a questa sua origine) e dal nome di tale fiume sembra che fosse derivato il loro nome.
la zona di Melegnano si trovava tra lo stanziamento dei Boi a Laus Pompeia e quello degli Insubri a Mediolanum e forse il fiume Lambro a Melegnano poteva essere considerato una specie di confine.  Lungo la strada che da Mezzano porta al Vettabiolo sono state rinvenute nel 1881 alcune tombe, appartenenti ad una vera e propria necropoli gallica, confezionate con mattoni bruciati, ornate con vasellame e argille di diversa fattura, con oggetti di metallo, utensili di ferro e di bronzo, la cui origine è stata datata tra il 300 e il 200 avanti Cristo.  Anche il Marchese Brivio, nelle sue terre di Zivido, rinvenne in epoca più recente tracce e oggetti attribuibili a popoli celtici.  Nel comune di San Giuliano Milanese si trova una frazione agricola denominata Sesto Gallo il cui nome potrebbe essere derivato da sestum milium gallicum trovandosi al sesto miglio da Milano e potendosi ritenere che vi fosse stanziata una popolazione gallica.  Parecchi vocaboli della lingua italiana o del dialetto locale sono derivati dal linguaggio gallico, ad esempio: bec (becco delle galline), pez (pezza o pezzo), sebun (sapone),  cam (cammino), pair (paiolo), brog (braghe,pantaloni).  Le tribù galliche del Sudmilano, gli Ambarri, Arverni, Boi, Carnuti, Erdui, Lingoni, Senoni erano prevalentemente dediti all'allevamento del bestiame e il nostro territorio anche allora si prestava alla loro attività, essendo ricco di erba, fieno e con acqua in abbondanza.
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