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La rete stradale
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Melegnano è una città, ma così come non è sempre stata tale, anche la sua conformazione è mutata nei secoli; vari sono stati i suoi motori di sviluppo, geografici, economici, ecclesiastici,civici.
Primo motore la posizione geografica che la pone al centro di importanti vie di comunicazione, alcune delle quali, l'autostrada del sole, la ferrovia Milano-Bologna, la Via Emilia sono sicuramente di importanza nazionale. Il centro urbano a fatica ha tentato di tenere al suo esterno queste linee di comunicazione, alla fine degli anni 20 sono state create la circonvallazione della via Emilia e della Milano-Sant'Angelo facendo assumere all'assetto urbano l'unico sviluppo possibile tra le due arterie; oggi, con l'estensione che la città ha raggiunto, le due arterie comprimono come uno schiaccianoci il nucleo storico, rendendo indispensabili nuove soluzioni di smaltimento del traffico, quali potrebbero essere una soprelevata che congiungesse la via per Binasco con la via per Melzo, o altre soluzioni mirate a ridurre notevolmente il numero di vetture e soprattutto di mezzi pesanti che attualmente percorrono il tratto cittadino della via Emilia.
Le strade
stat.       9
prov.   50
prov.   17
prov.   39
prov. 138
prov. 165
comunale
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La configurazione stradale di Melegnano è l'eredità di una situazione passata in cui lo schema viario prevedeva una serie di collegamenti tra il centro di una comunità ed il centro di un'altra. La fitta rete di strade all'interno della città è un tipico esempio di questo schema. Le varie amministrazioni comunali che si sono susseguite hanno dovuto confrontarsi con questa realtà.
Dal: Prospetto delle Strade mantenute dallo stato nella provincia di Milano nell'anno 1843
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Postale Mantovana altrimenti detta Romana (da Milano sino al confine con la provincia di Lodi) (Lodi sotto l'impero austriaco era provincia)
Comincia alla Porta Romana di Milano, passa per San Giuliano, San Donato, Melegnano e termina al confine con la provincia di Lodi, all'Olmetto dopo Melegnano. Attraversa con ponti di cotto due volte il Redefosso, la roggia Vetabbia ed il fiume Lambro nell'interno di Melegnano. Serve al trasporto delle merci che provengono dal mantovano, dalla romagna e dal modenese, come pure dal piacentino e dal parmigiano; è lunga metri 17.73, è larga metri 10,7, ha conformazione del profilo traversale ad arco di corda metri 9 sino alla Rampina quindi di metri 8,3 e di saetta variabile da metri 0,2 a metri 0,25. La fiancheggiano 3201 pioli. Il canone annuo di manutenzione è di Lire 40.835,5. La si mantiene con 7.350,8 metri cubici di sabbia e 250,85 di ghiaia.
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STRADA ROMANA 
Chi s'avvia da Milano a Lodi, piglia la strada romana, e fa cammino in mezzo a prati e campi ubertosissimi, singolarmente per la copia delle acque che vi decorrono dal redefosso, dal Lambro, dalla Muzza e da vari canali d'irrigazione.  Fra questi vuolsi, per la lunghezza del corso e per la grandiosità degli edifizii, ricordar quello che si denomina il cavo Lorini dal nome di chi lo fè aprire verso il 1806. Singolar cosa a notarsi! La fortuna non arrise mai fra noi agl'intraprenditori d'opere siffatte: lo attestano Beno Gozzadini e Giuseppe Meda: lo attesta pur questo Lorini, che, fallitagli la speculazione, morì nello stento. Più villaggi e casali s'incontrano su questa strada, ma unico luogo considerevole è Melegnano, che conta tra i borghi più popolosi della milanese provincia. In antico era munito di un castello, del quale vedesi tuttora qualche avanzo: nelle fazioni tra i Milanesi e i Lodigiani, nelle guerre col Barbarossa e con Federico II ebbe parte importantissima: fu campo nel 1515 a quella gran battaglia, vinta da Francesco I sugli Svizzeri assoldati da Massimiliano Sforza, che venne detta la battaglia dei giganti: diè nome al marchesato di che Carlo V investì, dopo la guerra di Musso, il famoso  Gian Giacomo Medici. Ha bel ponte sul Lambro, decente chiesa, istituto di carità. Questo Gian Giacomo, milanese, fu un di que' bravi che, in tempi così irrequieti , faceansi strada colla spada  e raccolto un pugno di maneschi, occupò il castello dì Musso, indi altre terre e Lecco: signoreggiò il lago e la Brianza: e offrendo il suo valore a chi più gli prometteva , tenne in soggezione lo Sforza, i Grigioni e Carlo V, finchè sceso ad accordi, ottenne il marchesato di Marignano. Suo fratello, dopo essere stato qui inquisitore, salì papa col nome di Pio 1V.
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