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Aneddoti
Per rendere meglio l'idea della perfezione dell'esercito e dei comandanti, e per scoprire la saggezza di grandi romani come Cicerone o Catone sono riportate di seguito frasi o aneddoti su questi personaggi
Lucio Cornelio Silla - condottiero e dittatore romano -
Conquistata Atene, voleva raderla al suolo; ma molti ufficiali el suo esercito si interposero ricordando l'immensa gloria della città al tempo di Pericle e Platone. Allora Silla disse: "Perdono ai vivi in grazia dei morti."
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Ulpio Traiano - imperatore romano -
Una matrona andò da Traiano e accusò il marito: "Vedi", gli disse ", "come sono ridotta? Un tempo ero grassa e ora, per i cattivi trattamenti di lui, sono sparuta e magra. E si è mangiato tutto il mio avere!"
"E che importa a me di questo?" rispose l'imperatore.
"Non è tutto", riprese la donna, "dice sempre male del tuo governo e critica aspramente ogni cosa che fai.
E l'imperatore: "E che importa a te di questo?"
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Essendo un giorno salito a cavallo per una spedizione, una vedova, presogli il piede, piangendo chiese giustizia all'imperatore per l'uccisione di suo figlio; ed egli: "Me ne occuperò quando tornerò." E quella: "E se non farai ritorno?" E quello: "Se ne occuperà il mio successore." E quella: "Io come lo so? Poniamo che lui (il tuo successore) lo faccia, cosa te ne verrà se lui fara questo che gli chiedo e bene? Tu che mi sei debitore, sarai responsabile di ciò che fai. La giustizia altrui non libera te, e se il tuo medesimo successore se ne occuperà, a lui ne gioverà. Mosso da queste parole l'imperatore scese dal cavallo, fece giustizia alla vedova e, andato in battaglia, vinse in nemici.
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Giulio Cesare - politico condottiero e scrittore romano -
Sbarcato a Cadice, Cesare vide una statua di Alessandro Magno; guardandola sospirò e si mise a piangere. Interrogato perchè piangesse rispose: "Piango perchè alla mia età Alessandro aveva già soggiogato la maggior parte del mondo".
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Mentre si recava in Spagna come proconsole, Cesare riposò in un piccolo villaggio nei Pirenei. I suoi amici ridevano di quel minuscolo paese, ma Cesare, serio, disse loro: "Eppure io vorrei essere il primo magistrato di questo paese, piuttosto che il secondo a Roma
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"Veni, vidi, vici." (sono venuto, ho visto, ho vinto) Queste sono le famose parole con le quali
Cesare annuncio' al Senato la velocità con la quale vinse contro Farnace,
re del Bosforo a Zela.
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"Alea jacta est" (Il dado è tratto) fu pronnunciato da Cesare mentre si preparava a valicare, con il suo reggimento, il Rubicone nelle notte tra l'undici e il dodici gennaio 49 av. C.
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Quando Cesare fu rapito dai pirati si comportò in modo a dir poco coraggioso. Innanzitutto suggerì ai suoi rapitori di alzare la cifra del riscatto che avevano chiesto, e che erano andati a raccogliere i suoi amici; poi prese a trattarli da ignoranti quando non apprezzavano i versi che componeva per ingannare la noia. I pirati lo prendevano per uno spirito faceto, ma in realtà lo avevano sottovalutato. Appena libero, Cesare raccolse, pagandoli moltissimo, uomini delle città litoranee, sorprese i pirati e li fece crocifiggere tutti
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Marco Tullio Cicerone - politico e scrittore romano -
Historia magistra vitæ. (La storia è maestra di vita)
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Lucio Anneo Seneca - filosofo romano -
Nerone aveva già cominciato a sospettare di tutti e a condannare qualcuno a morte. "Puoi uccidere un'infinità di persone" gli disse Seneca "Ma per quanti ne potrai ammazzare, non potrai mai sopprimere il tuo successore.
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Publio Marone Virgilio - poeta latino -
Virgilio era molto timido. un giorno che era al cospetto dell'imperatore Augusto, un tale per per scherzo gli chiese se per caso fosse muto. il poeta rispose: "E' vero io non parlo, ma le mie opere parlano per me." La risposta piacque molto all'imperatore
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"Parcere subiectis, debellare superbos!" (risparmiare chi si sottomette, distruggere chi si ribella). Questa è la celebre frase che è detta da Anchise nell'opera di Virgilio l'Eneide e che riassume la secolare politica dei Romani verso gli altri popoli.
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Lucio Licinio Lucullo - generale romano -
Lucullo mosse contro Mitridate con poche legioni. Vedendo l'esercito nemico, Tigrane, genero di Mitridate, esclamò ironico: "Non capisco. Se vengono come ambasciatori sono troppi; se vengono come soldati sono pochi!". I Romani sconfissero tuttavia il numerosissimo esercito avversario.
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