Discussione sulla legalizzazione delle droghe illegali
Questa pagina contiene la discussione integrale (con le relative mozioni, O.d.G, emendamenti, e votazioni) effettuata il 19 dicembre 1996 nel Consiglio Comunale di Genova sul tema della legalizzazione delle droghe e politica di riduzione del danno. Si è giunti a tale discussione un paio di mesi dopo la presentazione da parte di Roberto Quaglia, per la Lista Pannella, di una mozione a riguardo, alla quale si sono successivamente aggiunte mozioni del P.D.S., della L.N.I.P. e del P.P.I. di Roberto Quaglia Inerzie che hanno resistito benissimo anche alla seconda discussione, cos� che ora se ne dovr� discutere a riguardo una terza volta, quest'estate. Attendiamo quindi fiduciosi che questo necessario passo verso la vera e completa trasparenza degli atti amministrativi si compia, e che al più presto il Comune di Genova si metta in grado di fornire in modo sistematico ai cittadini quel servizio di trasparenza sulle attività consiliari comunali che sinora, con questa pagina (e altre simili), a mo' di esempio, solo io ho provveduto a fare. Roberto Quaglia Ecco un sommario dei documenti contenuti in questa pagina:
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Introduzione all'argomento del Presidente del Consiglio Chiara Formentini (L.N.I.P.)
Mozione Lista Pannella Ill.mo Sindaco del Comune di Genova
sulla necessità e urgenza di incardinare politiche cittadine di normalizzazione in tema di droghe e di tossicodipendenze.
PREMESSO CHE:
SI RITIENE CHE
SI IMPEGNA IL SINDACO e la GIUNTA
Mozione Lega Nord (stesura definitiva) Al Signor Sindaco Comune di Genova Prot. n. 461
Genova, 18 Novembre 1996
PREMESSO
RITENUTO:
TUTTO CIO' PREMESSOIl Consiglio Comunale di Genova aderisce all'iniziativa della Conferenza per le città CONTRO LA LEGALIZZAZIONE DELLE DROGHE, approvando la risoluzione allegata alla presente. Al contrario DISAPPROVA E CONDANNA LA MOZIONE DEL CONSIGLIO COMUNALE DI TORINO.
INOLTRE IMPEGNA IL SINDACO E LA CITTA'a farsi promotore presso il Governo italiano per una intensificazione nella qualità e quantità degli sforzi mirati alla prevenzione degli stupefacenti, attraverso le Associazioni e le "COMUNITA' TERAPEUTICHE" che agiscono in tale campo, dando la priorità a quelle che condividono questa impostazione.
IL CONSIGLIERE COMUNALE Intervento di Roberto Quaglia (Lista Pannella) Avremmo voluto che il Sindaco fosse presente a questa discussione così importante per la città, considerato che Genova ha il problema più grave, in Italia, riguardo a questo argomento, tuttavia proprio per la gravità del problema siamo costretti a insistere sul fatto che venga discusso adesso, visto che peraltro in tutta Italia, in questo momento, stanno venendo discusse queste tematiche da analoghi comuni. L'argomento di cui discutiamo oggi è vastissimo, assolutamente incontenibile nella nostra breve discussione che andremo a fare. Per questo, sarà decisamente opportuno che il sindaco e la giunta si assumano l'impegno, così come richiesto in uno dei punti della nostra mozione, di organizzare nella nostra città nei prossimi mesi una Conferenza Nazionale sui temi della riduzione del danno, alla quale siano chiamati a contribuire i rappresentanti delle città europee che abbiano maturato esperienze a riguardo. Detto questo, entriamo nel tema, con una panoramica generale. Osservando negli anni e nei paesi evoluti il mutare delle impostazioni in merito al problema della diffusione di droghe illegali, notiamo un progressivo sgretolamento della posizione proibizionista. Nell'approccio al problema, grave, gravissimo, tragico, della diffusione delle tossicodipendenze, l'approccio proibizionista si fonda sull'infantile preconcetto che si possa eliminare una cosa che non ci piaccia con la bacchetta magica, per solenne decreto. Il modo di una bambino di risolvere il problema di qualcosa di mostruoso che gli appaia alla sua vista, è di chiudere gli occhi. Un sol gesto, e il problema magicamente scompare. Fino a quando non si sia costretti a riaprire gli occhi. Di fronte a certi problemi l'umanità è spesso un bambino isterico, pronto, prontissimo a chiudere gli occhi al cospetto di ciò che non piaccia, al prezzo di dover poi ritrovarsi lo stesso temuto mostro ingigantito, quando necessità impone di riaprire fugacemente gli occhi. Oggi, questo succede con l'uso che taluni fanno di certe sostanze vegetali o chimiche. Si tratta di sostanze variabilmente tossiche, che assunte in modalità erronea nuociono alla salute. Altre sostanze analoghe, di similare tossicità e comparabili effetti, sono tuttavia dispensate da proibizione, regolamentate nell'uso e nel commercio. Nei secoli e nei vari luoghi del mondo, altre sostanze e alimenti vennero e vengono banditi per motivi che oggi a noi paiono sciocchi o infondati. Il caffè era ad esempio vietato, in certi paesi d'Europa, mentre contemporaneamente si consentiva l'uso e il commercio di coca. L'oppio fu lecito negli Stati Uniti, non molto tempo prima che proprio lì si vietasse l'alcol. Pare propio che l'umanità non possa fare a meno di trasferire su certe sostanze o alimenti il male e la colpa che evidentemente risiedono decisamente altrove, ovvero, in misura variabile, dentro di noi. E cosa dire del fatto che l'eroina nacque e fu messa sul mercato intorno all'inizio del XX secolo, secondo uno studio del sociologo Blumir, niente di meno ad opera della casa farmaceutica Bayer, la stessa che ancora oggi si prende cura di noi fornendoci l'aspirina, nonchè insetticidi vari? Si chiama infatti "eroina" perchè essa venne commercializzata, in farmacia, quale "eroina dei farmaci", da prescriversi a iosa per eliminare qualsiasi sintomo. Funzionava... Sfortunatamente, la Bayer si sarebbe dimenticata di includere sul foglietto delle modalità d'uso le controindicazioni del prodotto. Ma lo sfacelo dell'agonia moderna che flaggella sempre di più i nostri giovani nelle nostre strade, non è causata dalla sostanza in sé. L'eroina, chimicamente, è pressochè identica a quella molecola, l'endorfina, che la nostra ipofisi dentro il nostro cervello produce per mantenere in equilibrio la soglia del dolore e per dispensarci piacere quando ce lo meritiamo. Il disastro è causato dal tipo di uso che dell'eroina si fa, per il fatto che non lo si consideri il farmaco che è. L'eroinomane moderno, quando si fa un buco, si inietta, in genere, un miscuglio di porcherie costituite in genere solo per il 5%, o anche di meno, della sostanza di cui noi stiamo parlando, l'eroina. La variabilità di questa percentuale, come qualsiasi esperto conferma, trasforma ogni buco in una roulette russa che talvolta uccide e, nel lungo periodo, non lascia pressochè scampo. Faccio un'esempio, che sembrerà fuorviante, ma ritengo che non lo sia: immaginiamo che un medico ci prescriva, per un esaurimento nervoso, di assumere cinque pastiglie di tranquillanti al giorno, diciamo cinque pastiglie di "Tawor", un prodotto che parecchi fra i presenti probabilmente conosceranno ...... (interruzioni) ..... Immaginiamo però, che queste pastiglie di Tawor ci vengano ogni giorno servite tutte insieme in un grande pentolone, tutto pieno di centinaia di altre pastiglie indistinguibili dalla nostra, e che noi le si debba sempre inghiottire tutte per assicurarci la nostra razione di Tawor. Di solito, la maggior parte delle pastiglie intruse è neutra e non troppo nociva. ...... (interruzioni) ..... Con l'indulgenza della Presidenza rallenterò il ritmo della mia eloquenza, riservandomi di usare il tempo che mi mancasse traendolo dalla mia dichiarazione di voto successiva. Di solito, la maggior parte delle pastiglie intruse è neutra e non troppo nociva. Porcherie, insomma, ma non letali. Ogni tanto, però, ce ne scappa una o due di stricnina o di altri veleni. Quasi mai, inoltre, ci sono esattamente cinque pastiglie di Tawor, nella nostra razione. Una volta ce ne sono tre o quattro, un'altra volta ce ne sono una o due, un'altra volta ancora ce ne sono 12.. diciamo... e quella volta ci cucchiamo dodici pastiglie di Tawor in una botta!... talvolta poi non ce n'è neppure una. E una volta o l'altra, prima o poi, fatalmente, nella nostra pentola ci sono d'un tratto cinquanta pillole di Tawor! E noi, abituati ad una media di cinque, questa volta ci lasciamo le penne. Ebbene, questo è il modo in cui oggi l'eroina viene assunta. Anziché il pentolone, si usa la siringa, e il disastro della variabilità della dose diventa così ancora più letale. Assunto a questo modo, il Tawor produrrebbe tante vittime quanto ne produce l'eroina oggi. Se poi esso avesse anche i prezzi dell'eroina, i consumatori di Tawor sarebbero in gran parte quei criminali nei quali oggi siamo riusciti a trasformare gli eroinomani. Perché, miei signori, gli eroinomani non gli abbiamo forse inventati noi, ma i criminali, sì. Coloro che a dispetto della nostra deplorazione, cadono nella trappola dell'eroina - perché l'eroina, come già fu la morfina fin dal secolo scorso, è una trappola dalla quale non si scappa facilmente - di criminale non hanno proprio nulla, in principio. Vengono costretti al crimine dalle modalità in cui sono costretti a procurarsi la sostanza di cui non sanno più fare a meno. L'antiproibizionismo nasce dalla adulta presa di coscienza circa il fatto che il problema del consumo delle droghe ESISTE, e che con tutta probabilità continuerà ad esistere anche in futuro, ragion per cui vanno prese tutte le misure legislative necessarie affinché tale consumo possa essere regolamentato di modo da ridurne al minimo il danno procurato. Coloro che avversano quest'idea, così ovvia a chi comprende i reali termini del problema droga, si dividono prevalentemente in due categorie: quelli che non hanno capito un accidenti della faccenda, e della propria conseguente indecisione si fanno poco pregevole vanto, e coloro che pur comprendendo la validità dell'idea, la negano in tutto o in parte per purissime ragioni di loro convenienza politica. Ed entrambe queste categorie ricorrono in modo direi sistematico, quasi sempre, e ripeto quasi sempre, alle ignobili armi della mistificazione, per pretendere di non perdere una ragione che non hanno mai avuto, o per gli altri vantaggi che così facendo contano di estorcere alla realtà. Essi mistificano deliberatamente le nostre parole, sostenendo che noi si voglia "LIBERALIZZARE" l'use delle droghe illegali. Menzogna! Noi se ne vuole legalizzare l'uso. LE-GA-LIZ-ZA-RE. La parola "liberalizzazione" non l'abbiamo mai pronunciata. Eppure appare sempre su tutti i giornali. E' un parto della loro malafede o incompetenza. Non possiamo volere liberalizzare le droghe illegali, perché esse - non so se ve ne siete accorti - sono già libere! Se ne può comprare di qualsiasi tipo a qualsiasi ora del giorno e della notte! Chiunque le cerchi, le trova quando vuole! Le droghe illegali sono già libere! Alle cinque di notte, se me ne viene voglia, io non posso comprarmi una bustina di zafferano, ma di eroina sì! Il mercato nero è aperto 24 ore su 24! L'eroina è più reperibile dello zafferano! Le droghe illegali sono sempre a portata d'acquisto di chiunque le cerchi, e lo stato si limita a mimare il gesto di proibirle, per placare le coscienza di chi si accontenti di un atteggiamento così. Se una sola persona in quest'aula, nella discussione che seguirà, ritenesse d'argomentare che non sia vero quanto ho appena sostenuto con l'enfasi che avrete notato, chiedo senz'altro che mi sia data l'opportunità di dimostrare inequivocabilmente la veridicità della mia asserzione, convocando un sopralluogo della Commissione Servizi Sociali nelle aree della città dove notoriamente avviene il libero spaccio di sostanza illegali, ove i comissari constateranno in prima persona quanto il commercio illegale di droghe sia attualmente completamente libero e florido. Se sarà il caso, i commissari, i quali avranno facoltà di camuffarsi da consumatori per una miglior riuscita del sopralluogo, potranno eventualmente tentare l'acquisto di sostanze illegali, al solo scopo di comprendere se e quanto sia semplice ottenerne, come io sostengo che sia. Quindi, per favore e per rispetto, che nessuno più dica o scriva che noi si voglia "liberalizzare" le droghe. Esse non ne hanno bisogno, perché sono fin troppo libere. Noi vogliamo semplicemente che il loro uso, che la società si dimostra sempre più incapace di impedire attraverso la prevenzione - cioè nell'unico modo teoricamente praticabile, una strada da seguire anch'essa con tutte le forze - venga finalmente legalizzato, ovvero che venga compreso, come dev'essere, all'interno delle regole che disciplinano i comportamenti possibili degli esseri umani che fanno parte della nostra società civile. Ho detto "comportamenti possibili", non comportamenti "auspicabili". Quantunque non sia auspicabile, drogarsi è possibile. Succede. Molte decine di migliaia di giovani in Italia si iniettano eroina, decine di migliaia - sono stadi interi! - senza che nessuno riesca ad impedirlo. E nessuno, ahinoi e ahiloro, riuscirà mai a impedirlo semplicemente dicendo loro che è vietato farlo. Allora è semplicemente idiota che si continui a voler considerare fuorilegge un comportamento che, così facendo, non si riuscirà comunque a eliminare, ma del quale si amplificheranno invece in misura drammatica le conseguenze negative che conosciamo. Proibizionismo sull'eroina significa infatti microcriminalità endemica! Oltre metà della popolazione carceraria italiana è detenuta per reati connessi al commercio di eroina! Epidemia di AIDS! Se una seria politica di riduzione del danno fosse stata iniziata 15 anni fa, invece che ostinarsi nel delirio proibizionista i quali effetti sono sotto gli occhi di tutti, oggi avremmo migliaia di infetti da virus HIV in meno. Un'epidemia che dai tossicomani oggi si propaga per le vie sessuali al resto della popolazione. Un disastro, una strage silenziosa e strisciante, regalataci dall'ottusità e dalla malafede proibizionista, che solo gli ingenui ancora ringraziano e invocano. Non basta "vietare" una calamità perché essa scompaia. Le calamità, tutte le calamità, vanno fronteggiate con sapienza adulta, cercando innanzitutto di ridurre il danno. Non mi stupirei se un giorno la stupidità umana spingesse qualche legislatore a vietare addirittura la morte, nella convinzione che a tal modo diverremmo tutti immortali. La morte vietata per legge. Sciami di virtuosi manifestanti, della stessa qualità di coloro che oggi avversano le nostre riflessioni, che indignati sfilano protestando contro la morte, chiedendo a gran voce che essa sia messa al bando, fuorilegge, bandita, come si converrebbe che fosse in una società civile. E perché no? Non viola forse la morte i nostri diritti umani? E se non li viola la morte, cos'altro può farlo? Allora proibiamola! Rendiamo illegale la morte! Proibizionismo anche per la morte! Ma non siamo forse già su questa strada? Non è forse già vero che ad ogni minimo lutto o disastro in genere, si apre in società subito la caccia alle streghe per snidare il colpevole che per forza ci vuole? Non è a caso che ho usato l'espressione "caccia alle streghe". Fin dai primordi dell'Uomo, le ansie umane hanno evocato capri espiatori sui quali scagliarsi, nel rito tribale della demonizzazione e distruzione del primo simbolo del male a portata di mano. Al tempo del proibizionismo sul caffé, esso fu chiamato - e non per scherzo - "la bevanda del diavolo". E oggi, in questa nostra epoca sbruffona, assistiamo alla tragicomica demonizzazione di alcune piante e delle loro sostanze derivate, credendo che esse siano la causa del problema di cui oggi discutiamo. Le vietiamo così come - sono certo - ci piacerebbe vietare la morte. Arroganza e stupidità. Il problema rimane, e peggiora. Sarebbe come se, dopo che un zelante legislatore avesse dichiarato la morte illegale, una legge vietasse di sepellire i morti, perché sepellendoli si riconoscerebbe il loro diritto di essere morti. Vi sembrano i miei argomenti troppo surreali per questo consesso? Di cattivo gusto perché menzionano i morti? Signori, ma noi siamo qui a discutere proprio del fatto che c'è gente che muore, che muore di eroina e di AIDS connesso, e che muore perché la legge vieta (almeno in teoria) loro di compiere azioni che potrebbero nuocere alla loro salute, senza però poterle impedire, così forzando le stesse a divenire letali! Senza una politica così ciecamente proibizionista, negli ultimi decenni migliaia di ragazzi e ragazze non sarebbero morti di overdose e di AIDS. E sulla pelle dei ragazzi e ragazzi eroinomani, la criminalità organizzata ha imbastito un commercio ogni anno più florido, che fattura migliaia e migliaia di miliardi. Il che pone un nuovo interrogativo inquietante: Tangentopoli ci ha illustrato come in Italia, per decenni, nulla si muovesse senza che tangente ci covasse. E noi possiamo davvero credere che in questo contesto, dove non si muove foglia che tangente non voglia, le migliaia di miliardi veicolati annualmente dal commercio all'ingrosso dell'eroina illegale sfilassero nella loro immensa appetibilità davanti agli occhi dei nostri ingordi partiti, senza che questi ultimi trovassero il modo di servirsene una fetta? Crediamo davvero che certi politici della prima repubblica, così abili a succhiare soldi da ogni transazione economica, fossero così scemi o così virtuosi da non toccare il boccone più succulento di tutti? Mai vorremmo che dietro l'ostinazione proibizionista, oltre ad una pura e semplice difficoltà a comprendere i termini del problema, si celasse, ben nascosto, anche il vergognoso interesse di lucrare e mungere dal più nero dei nostri mercati neri! Un sospetto che in verità è ben difficile da accantonare, non fosse altro perché da qualche parte quelle decine di migliaia di miliardi saranno ben finite e... non so voi, ma io credo che decine di migliaia di miliardi non si nascondano facilmente. Probabilmente, infatti, sono sotto gli occhi di tutti. Ben travestiti. Ho sinora parlato prevalentemente dell'eroina. Una materia grave e complessa, che non si esaurisce nelle parole che ho detto. Un'intensa e costante attività di mutuo scambio di argomenti e opinioni fra persone e movimenti con differenti concezioni, è assolutamente necessaria. Per questo, lo ripeto, la giunta deve al più presto organizzare una grande Conferenza Nazionale, nella quale, con serenità, pazienza e intelligenza, si possano costruttivamente incontrare le persone che in Europa stanno lottando contro la piaga causata dall'uso che dell'eroina si fa. Due parole vorrei anche spenderle sulla cannabis e i suoi derivati. Nella casistica medica, non è riportato alcun caso di decesso in seguito all'assunzione di marijuana o haschish. Tabacco e alcol, insieme, uccidono centinaia di migliaia di persone ogni anno in Italia. Altrettanti, se non di più, muoiono per un'overdose di colesterolo, o per aver respirato gas di scarico di automobili e fabbriche, o per aver viaggiato in autostrada. Chiunque consideri sensata la proibizione dei cannabinoli per questioni di salute, andrebbe internato per incapacità di intendere e di volere, a meno che contemporaneamente non esiga la proibizione di alcol, tabacco, patatine fritte, automobili, industrie e autostrade, e mille altre fonti di malesseri e morte, il che però lo renderebbe ancor meno sano di mente. L'altro argomento, che dagli spinelli si passerebbe alle droghe pesanti, è in piccolissima misura vero, per i due seguenti motivi: chi vende haschish, vende di solito anche eroina. E voi mandereste i vostri figli al bar a comprare una bottiglia di vino, se il barista cercasse ogni volta di rifilargli anche una bustina di eroina? Il secondo motivo che favorisce il transito dalle droghe leggere e quelle pesanti è l'associazione simbolica che le accomuna. Entrambe sono vietate. Entrambe sono trasgressive, quindi facile polpa da mito. Quando un ragazzo prova uno spinello, e nota che non gli fa più effetto di un bicchiere di vino, capisce che sulla faccenda della marijhuana gli hanno sempre raccontato un sacco di balle, e quindi, generalizzando, è portato a estendere questa considerazione anche alle droghe pesanti. Due cause, per il passaggio dai cannabinoli agli oppiacei, che scompariranno con la legalizzazione. Sono stimate in alcuni milioni le persone che in Italia hanno nella loro vita fumato spinelli. Milioni! Città intere. Sono tutti fuorilegge? Sino a pochi anni fa si poteva fare anche molta galera, per uno spinello. Se si rinchiudessero tutti coloro che fumano o hanno fumato spinelli, ci vorrebbero dieci volte i campi di concentramento di Hitler per contenerli tutti. Allora, cosa facciamo, li arrestiamo? Sono o non sono fuorilegge? Io dico che non lo sono. Vediamo se si esprimerà in tal senso questo Consiglio, e successivamente, il nostro parlamento. Per fortuna il proibizionismo ha probabilmente i giorni contati, e si possono iniziare a riparare i danni. Dopo anni che sosteniamo queste tesi, inascoltati e oltraggiati, oggi in molti confluiscono sulle nostre posizioni. Non possiamo che dire: "Benvenuti. Siamo un po' in ritardo, eh? Beh, meglio tardi che mai. Certo che, se foste arrivati prima, saremmo forse più avanti nel nostro lavoro. Pazienza. Non si può avere tutto. Coraggio. Guardiamo al futuro." L'importante è procedere, e prendere delle decisioni, senza ancora procrastinare. Il fronte antiproibizionista è sempre più ampio, in Italia, come è naturale che sia, ed è ormai un movimento trasversale che non teme i dogmi di alcuna ideologia politica. In Italia... Massimo D'Alema, Walter Veltroni, Cesare Salvi, Luigi Manconi, Marcello Pera, Franco Corleone, Tiziana Maiolo, Giovanna Melandri, Gloria Buffo, Grazia Zuffa, Vittorio Sgarbi, sono alcuni dei parlamentari più noti che hanno mostrato di condividere la soluzione antiproibizionista. La nostra città ha avuto l'occasione di porsi all'avanguardia, in Italia, per ciò che riguarda ad iniziative concrete nella direzione della riduzione del danno nelle tossicodipendenze. Nel programma elettrorale del sindaco erano infatti scritte, a chiare lettere, precise affermazioni a riguardo, anche in ragione delle quali egli ottenne l'appoggio del nostro movimento per la sua elezione. Dobbiamo tuttavia annotare che l'occasione di essera all'avanguardia, purtroppo, è in buona parte sfumata, anche se non è ancora svanita l'opportunità di tenere fede alle buone intenzioni. Il consigliere che mi ha preceduto su questa poltrona, Vittorio Pezzuto, diede le dimissioni quando il sindaco mostrò di non voler dare attuazione ad una politica di riduzione del danno nella misura in cui da noi richiesto. Ricordo bene le sue parole. Il sindaco sostenne la necessità, prima di intraprendere concreti atti in tal senso, di verificare la disponibilità ad agire nella stessa direzione da parte di altri comuni italiani, poiché un'azione concertata sarebbe stata più sensata. E' un argomento in sé valido. Al patto che allo stesso sia dato un seguito, però. Tuttavia, non ci è dato sapere se il Sindaco abbia effettivamente verificato in giro tale disponibilità, e con quali esiti. Ci è però dato di sapere che vari importanti Comuni italiani, recentemente, hanno ufficialmente espresso, con l'approvazione di ordini del giorno affini al nostro, non solo la disponibilità a prodedere nella direzione della riduzione del danno, ma l'auspicio che il parlamento italiano finalmente legiferi in materia, regolamentando il settore come si deve. Ora Genova, troppo tardi per costituire un'avanguardia, può tuttavia accodarsi alle altre città italiane - e parlo di Torino, Venezia, Savona, ma ce ne sono altre - esigendo a gran forza dal parlamento che faccia il proprio dovere discutendo le leggi in materia, così che la legislazione finalmente fornisca alle amministrazioni locali gli strumenti per meglio operare nella direzione della riduzione del danno. Speriamo vivamente che non prevalga ancora una volta, come così spesso in passato, la tattica del temporeggiamento. Ostinarsi a non prendere decisioni equivale a decidere di non decidere, e comporta non trascurabili responsabilità. Roberto Quaglia |
Intervento di Sergio Rossetti (Assessore alla Promozione Sociale) "Il fenomeno di cui si è così ampiamente dibattuto è sicuramente un fenomeno estremamente complesso e che erroneamente all'interno del paese rischia di focalizzarsi solo su di uno scontro che vede tra le parti contendenti chi immagina un percorso di liberalizzazione e legalizzazione dell'uso delle sostanze leggere e pesanti e chi, invece, difende un assetto oggi evidentemente normativo non solo all'interno del nostro paese di tipo proibizionista. La prima doverosa riflessione è quella che questa èuna semplificazione molto politica e molto ideologica che riduce la possibilità tecnica, giuridica e normativa di affrontare il problema così come invece si presenta ossia estremamente articolato, complesso, dentro cui operano variabili assolutamente diverse, quali le variabili di intervento sanitario e di politica sanitaria, le variabili di politica preventiva e di educazione come la scuola e tutte le agenzie educative, le variabili dei servizi sociali e dell'intervento della promozione della qualità: qualcuno citava il lavoro come causa-effetto del disagio e della difficoltà dei nostri cittadini. Non posso non citare allora e non approfondire alcuni di questi aspetti per evitare di entrare subito nel grosso dilemma "proibizionismo o meno", "sperimentazione o meno". E veniamo agli aspetti normativi. E' decaduto il decreto 309, il testo unico sulle tossicodipendenze, e giacciono diverse proposte di legge che non sono affrontate anche perché l'acuirsi di questa difficoltà e di questa banalizzazione "depenalizzare o penalizzare", "punire o educare", come se fossero solo possibilità di antitesi giuridica ed applicativa, fanno sì, però, che gli strumenti normativi del paese siano strumenti assolutamente deboli. Chi chiede oggi l'immediata discussione delle leggi e quindi una posizione e una linea normativa precisa sul tema credo che faccia un'operazione assolutamente legittima all'interno di un paese che evidentemente rimuove o preferisce evitare di affrontare il problema in modo serio e in modo definito da parte del legislatore. Non posso non denunciare che il fondo nazionale per le tossicodipendenze del '94 e del '95 attende ancora da parte della competente Presidenza del Consiglio nel suo Dipartimento degli Affari Sociali una risposta. Questo ha fatto saltare ogni possibilità di programmazione di tutte le Amministrazioni e quindi il Ministero del Lavoro, il Ministero della Sanità, gli Enti Locali, le Regioni, le comunità che hanno portato avanti progetti, che non ne hanno attivati altri e che non sanno ancora oggi se le attività del '94 e del '95 saranno e in che misura finanziate. Non posso qui non ricordare un grosso limite della nostra Regione. La Legge Regionale n. 14 sulle tossicodipendenze è stata emanata nel 1984; questa non cita la parola A.I.D.S. perché nell'84 non se ne era ancora sentito parlare. E' una legge evidentemente buona ma, ovviamente, datata che non affronta le articolazioni, le complessità, i cambiamenti del fenomeno; una legge che dovrebbe essere all'attenzione del Consiglio Regionale e dovrebbe essere evidentemente modificata, ampliata, riaggiornata. Esiste all'interno del processamento del fenomeno "droga" la necessità di una maggiore attenzione a quella che è la politica di prevenzione. In questo paese noi abbiamo visto nascere ed oggi vediamo attuare con molte incertezze e difficoltà una riforma sanitaria. Se - uso questo termine di paragone - il n. 833 richiamava una legge discussa, dibattuta, che richiama a grandi momenti di conquista storica rispetto ai diritti dei soggetti deboli, dei malati, il 502 e il 517 per la gente richiamano numeri sconosciuti. Siamo di fronte ad una riforma sanitaria che mette all'interno del sistema nazionale degli strumenti e dei metodi ancora estranei alla nostra cultura, i cui risultati sono ignoti, ma su cui possiamo già evidenziare grandi rischi e gravi preoccupazioni. Da una parte la cura di chi non è destinato alla guarigione (penso soprattutto ai malati cronici, anziani) e dall'altra la parte di prevenzione già poco attuata a partire dalla 833 non ritrovano riconoscimento economico e quindi non troveranno attuazione e investimento da parte degli organi competenti. Non posso non soffermarmi non polemicamente ma evidentemente con uno sconcerto. In quest'aula ho sentito quest'oggi richiamare al diritto alla cura, sancito dalla Carta Costituzionale, e ho sentito richiamarsi al diritto della salute citando l'Organizzazione Mondiale della Sanità, ma l'ho sentito fare da qualcuno che poi ha sempre trovato un buon motivo per dire che non si dovevano aprire i SERT e che non si dovevano aprire i servizi di metadone, che rappresentano un diritto alla cura dei cittadini tossicodipendenti. Costui ha sempre trovato un buon motivo per dire di no. E confermo l'impegno di questa Amministrazione, impegno che ha determinato anche situazioni di incomprensione e di non comunicabilitàall'interno della città e forse anche di preoccupante divisione, a far sì che i servizi riconosciuti dalla legge come i servizi deputati all'intervento preventivo di cura, di riabilitazione e di riduzione del danno cioè i SERT debbano essere sostenuti. Dopo diversi anni di latitanza regionale, l'attuale assessore regionale in materia ha attivato i concorsi finanziati dal Ministero. Oggi abbiamo finalmente sanato la situazione del metadone a Sampierdarena e proseguiremo con l'apertura dei SERT così come sono necessari. Abbiamo accolto con grande favore, il giorno sabato 14, l'annuncio da parte del SERT della U.S.L. n. 3 di aprire una equipe interdisciplinare del SERT all'interno del carcere per i trattamenti non solo metadonici dei detenuti all'interno dei nostri penitenziari. Abbiamo la necessità di ripuntualizzare come la politica della riduzione del danno sia una politica che non può essere né strumentalizzata, né può essere oggetto di dibattito politico-ideologico da parte di chi intravede nella riduzione del danno un primo traguardo per arrivare alla legalizzazione o da parte di chi ne intravede solo i rischi perché teme che possa essere strumento per traguardare la liberalizzazione. Noi abbiamo bisogno che chi ha comportamenti a rischio come i tossicodipendenti, le prostitute, gli eterosessuali che vanno con le prostitute, gli omosessuali venga aiutato e quindi è necessario che anche i tossicodipendenti siano aiutati a capire che tipo di comportamento stanno mettendo in atto e come possano, a fronte di quel comportamento, operare per evitare i rischi che sono insiti e che non sono solo in riferimento all'A.I.D.S. ma che sono anche in riferimento alle malattie infettive e al deperimento fisico e psicologico dovuto ad un certo tipo di uso di sostanze e ad un certo tipo di comportamenti. In questo senso l'Amministrazione si è impegnata utilizzando i fondi nazionali e propri all'interno del progetto "Fenice" che vede per la prima volta il cartello "U.S.L. n. 3, Comune di Genova, Associazioni e Comunità" impegnate unitariamente in un progetto di riduzione del danno che io ritengo possa essere fortemente migliorato, ampliato, meglio articolato e che rappresenta una novitàsia sotto il profilo dei rapporti "pubblico-pubblico"/"pubblico-privato", sia anche rispetto al merito, alle attività intraprese quali, ad esempio, la Comunità per i senza dimora tossicodipendenti e le Unità di strada, di notte, nelle nostre strade e nei nostri vicoli. Non posso in questo senso non dimostrare anche qui, senza polemica, qualche contraddizione. Più volte, a fronte di un riconoscimento regionale di realtà private ossia le cosiddette comunità che si occupano del reinserimento sociale, che maldestramente la legge dell'84 attribuisce ai Comuni mentre invece avrebbe senso riattribuirla alla U.S.L., in quest'aula abbiamo visto votare contro questo tipo di convenzione, e anche qui proprio da coloro che poi hanno, invece, richiamato i diritti alla cura, l'O.M.S. e la necessità di sostenere le famiglie. Sono stati presentati, oggi, punti di vista molto diversi all'interno della nostra maggioranza. Ebbene, credo che gli aspetti che avvicinano la maggioranza siano superiori a quelli che la dividono. Ci sono stati interventi di preoccupazione rispetto alle politiche sanitarie, rispetto all'attivazione dei SERT, all'attenzione ed alla prevenzione e quindi il richiamarsi alla scuola come primo momento forte insieme alla famiglia, da coinvolgere in tutti gli interventi, e il riconoscere che su alcuni strumenti ci sia ancora il rischio di vedere come uno strumento buono o cattivo il metadone. Questo può essere stato utile in alcune situazioni, può non esserlo stato in altre, comunque è previsto dalle norme ed è utilizzato in tutta Europa e certamente deve essere inserito all'interno di un progetto individuale della persona. Credo che in questo senso non si debba anche qui andare nella direzione di vedere in uno strumento ciòche è bene o ciò che è male. Si tratta di valutare il tipo di capacità dei servizi e non solo dei SERT di costruire rapporti di intervento e di sostegno psicologico, di relazione, di solidarietà, di coinvolgimento e quindi anche di disintossicazione ed eventualmente anche di uso del sostitutivo e quindi di cura, di riabilitazione e di reinserimento. Sono stati presentati, nelle differenze del dibattito all'interno di una maggioranza abbastanza composita rispetto ad alcuni argomenti, delle mozioni e degli emendamenti. La Giunta non condivide l'impostazione della premessa, del preambolo della mozione della Lista Pannella, infatti riteniamo che sia una interpretazione semplificatoria per quello che dicevo prima e che semplifichi anche degli aspetti che sono stati piùventilati che affrontati, ossia gli aspetti sociali e morali della materia. La Giunta prende atto che gli emendamenti sul documento della Lista Pannella vanno nella direzione del miglioramento di questo documento, anche se siamo abbastanza perplessi ad esempio quando si chiede al Governo di partire dalle proposte di legge, ma da alcune proposte di legge piuttosto che da altre. Si condividono gli argomenti proposti dalla mozione del Partito Popolare e dall'ordine del giorno del P.D.S. e sotto questo profilo il Sindaco ha sempre sostenuto che non si sarebbe dichiarato contrario ad una sperimentazione anche di uso dell'eroina, se questo però fosse stato inquadrato all'interno di un lavoro definito a livello nazionale, coinvolgente molte città italiane e possibilmente anche europee. Personalmente credo sia corretto affermare che condivido di più le posizioni dell'Ulivo e quindi rimando a quelle tesi per la mia posizione personale, ma la Giunta e il Sindaco si esprimono quindi d'accordo con questo tipo di impostazione. E' chiaro che il compito dell'ente locale non è un compito normativo, non abbiamo nè gli strumenti, nè le possibilità per traguardare percorsi futuribili. Abbiamo però una sensazione che questo argomento, come altri, non solo nella nostra città, sia un argomento dibattuto laddove si vanno a intravvedere delle situazioni di scontro o delle situazioni di emergenza. Negli atti presentati e sottoposti ai consiglieri per il voto si richiama molto alla gravità della situazione genovese che è realistica e credo che su questo ci si possa un po' soffermare tutti, cioè sulla necessità che affrontare questi argomenti debba essere un impegno non episodico e non legato a situazioni di conflitto o di emergenza. Troppo spesso abbiamo parlato di questo argomento perchè si cercava di sviluppare un percorso o piùpercorsi tesi alla cura e alla condivisione della situazione di difficoltà dei tossicodipendenti e delle loro famiglie piuttosto che andare in una situazione di non conflittualità a capire quali interventi integrati fosse invece più opportuno operare: integrazione tra le diverse Amministrazioni, la scuola, la sanità, i servizi sociali, la connessione complessa e articolata del problema del lavoro e della situazione dei rapporti che si vengono a creare all'interno delle famiglie laddove c'è carenza di lavoro o c'è stress da lavoro. Io credo che questo sia un richiamo doveroso e opportuno perchè questo rischia di essere un argomento in alcuni momenti storici alla moda, in altri momenti invece strumento per dividere e separare o per posizionare questa o quella realtà politica, questo o quel partito. Ringrazio perchè, dopo un inizio insostenibile, la discussione è stata interessante. Il Sindaco non c'è e quindi io non posso col voto esprimermi, ma penso di aver chairito quali siano le posizioni della Giunta e del Sindaco." Sergio Rossetti Dichiarazione di voto di Giovanni Bernabò Brea (A.N.) "Premetto che non ho capito se la Giunta è a favore o contro la sostanza della cosa e cioè liberalizzare sì o liberalizzare no. In secondo luogo sia il P.D.S. che l'Assessore hanno citato non so quante volte il problema dei SERT. Io chiedo se all'ordine del giorno dei lavori del Consiglio c'è una mozione sul SERT o sul problema della distribuzione della droga. Riguardo ai SERT io vorrei precisare che sicuramente sono convinto della necessità di un servizio pubblico a favore di questo tremendo problema, però siamo contrari, come forza politica, prima di tutto alla distribuzione del metadone perchè secondo noi combattere una droga con un'altra droga non ha senso. A parte questa considerazione noi non riteniamo ammissibile che i SERT vengano messi sempre in mezzo alle scuole come è avvenuto a Sestri ponente e Cornigliano. La Giunta e il P.D.S. hanno sempre sostenuto l'installazione di SERT che, come è noto, attirano comunque spaccio in mezzo alle scuole. Questa è la nostra posizione. Ritornando sul problema, noi riteniamo che l'idea di ricorrere a soluzioni semplici per un problema che è difficilissimo sia veramente poca cosa. L'illusione di una soluzione comoda a nostro avviso toglie credibilità alla lotta contro la droga. Io non capisco cosa voglia dire "senza pregiudizi ideologici". Non credo che esista una soluzione intermedia: o si è a favore o si è contro. Noi siamo contro. Se questo vuol dire avere dei pregiudizi ideologici, noi siamo contro qualsiasi liberalizzazione della droga comunque sia camuffata. E siamo contro anche perchè siamo convinti che attraverso questa strda in realtàsi vanno ad aprire mille varchi nella lotta contro la droga. Credo che attraverso una liberalizzazione si aggravi il problema e a me sembra che nei paesi dove la si èliberalizzata, come in Olanda, non si è avuta una diminuzione della microcriminalità o della criminalità. C'èil caso della Svizzera veramente emblematico e sotto gli occhi di tutti per cui l'esperienza di questi anni va, se mai, verso la necessità di incrementare la lotta a qualunque costo contro lo spaccio della droga, va contro la necessità di una politica proibizionistica. Si diceva " .. ma la Bayer ha creato l'eroina". Ma quante vittime ha fatto l'eroina? Vogliamo credere che l'eroina sia come lo sciroppo per la tosse. La droga è un fenomeno che, a nostro avviso, va combattuto sempre e comunque." Giovanni Bernabò Brea Dichiarazione di voto di Enrico Serra (Gr. San Giorgio) "Mi scusi, Presidente, ma non ho capito qual è l'indirizzo dell'Assessore sulle mozioni e sugli ordini del giorno perchè il parere del governo della città è necessario." Dichiarazione di voto di Lorenzo Bevegni (L.N.I.P.) "Ovviamente anche noi abbiamo evinto dalle parole dell'Assessore una particolare attenzione al lessico, alla forma, però non abbiamo evinto nell'esplicito la posizione che chi rappresenta il Sindaco avrebbe dovuto assumere nel bene o nel male cioè essere a favore o contro la liberalizzazione. E' stata un po' a nostro avviso una dichiarazione tecnica, ma non certamente chiara. Noi invece notoriamente arriviamo al dunque senza tanti giri di parole, siamo noti per non avere dubbi. Noi siamo fortemente contro qualunque tipo di legalizzazione o di liberalizzazione delle droghe siano esse leggere o pesanti perchè riteniamo che questo flagello non abbia bisogno di essere sponsorizzato neanche da uno Stato. Noi non vogliamo che uno Stato, sia esso nazionale o padano, diventi spacciatore legalizzato. I nostri figli, i figli dei cittadini genovesi non devono poter comprare la droga da dei pusher legalizzati. Noi crediamo e siamo convinti, come hanno detto autorevoli studiosi e scienziati, che l'85% di consumatori di cannabinoidi sia poi approdato alle droghe pesanti e noi non ci possiamo rendere giammai complici di nessuna proposta indirizzata in tal senso. Questo è il nostro fondamento, questo è quanto noi vogliamo portare avanti. Io vorrei che facessimo una riflessione etica. Oggi si vive un momento particolarmente triste per l'umanità e specialmente per la nostra realtànazionale ...... (interruzioni) ..... a differenza di chi sponsorizza politicamente extracomunitari, spacciatori, drogati e quant'altro, .... a differenza di chi sponsorizza .... la Lega Nord a differenza di chi protegge e sponsorizza extracomunitari illegali e quindi spacciatori perchè sappiamo che ci sono 60.000 disoccupati a Genova e voglio le prove che questi extracomunitari siano dei lavoratori integrati ..... (interruzioni) .... mi esprimo sui documenti, sul perchè noi arriviamo a questa determinazione di voto: è un fatto politico, Presidente, e credo di poterci arrivare, in base anche al regolamento, con gli indirizzi politici che il nostro partito e movimento ritiene di adottare. Quindi c'è un fatto etico perchè in un mondo dove gli uomini si vestono da donna, dove ci si sposa tra uomini, dove lo spaccio è tollerato, riteniamo ci debbano essere dei movimenti politici che mettono un freno politico al dilagare del malcostume e della droga. Noi non svendiamo la nostra famiglia a chicchessia. La Lega Nord non permetterà la svendita dei principi morali dei nostri figli e delle nostre famiglie. Quindi saremo sempre contro qualunque tipo di legalizzazione o liberalizzazione della pur minima sostanza cannabinoide o di droga." Lorenzo Bevegni Dichiarazione di voto di Mario Tullo (P.D.S.) "Io ritengo che il richiamo all'etica sia un richiamo sacrosanto. Il mondo adulto nei confronti dei più giovani dovrebbe essere un esempio. Un po' di tempo fa, discutendo con alcuni ragazzi protagonisti di atti di violenza negli stadi, rimproverandoli ovviamente per quegli atti sbagliati, mi fu rinfacciato un aspetto della politica italiana: in Parlamento era stato usato il cappio e si erano picchiati; "Se lo fanno loro perchè non possiamo farlo anche noi?" mi fu obiettato. I protagonisti di quella vicenda politica in Parlamento non sono stati di grande esempio per le nuove generazioni. Noi crediamo che sia necessario ascoltare i più giovani, andare incontro alle loro esigenze e anche alle esigenze delle famiglie che vivono drammaticamente questo problema e non dobbiamo speculare su questo dramma. Noi abbiamo presentato un emendamento alla proposta della mozione della L. Pannella che, se accettata dai proponenti, vedrà un nostro voto di astensione sulle premesse e a quel punto un voto favorevole sul dispositivo. Per quanto riguarda la proposta della L.N.I.P. c'è il nostro voto contrario. Per quanto riguarda la mozione del P.P.I. dirà la consigliera Morgano. Sul nostro ordine del giorno voglio fare una correzione. Questo ordine del giorno è stato prodotto per il Comune di Genova e per la Provincia di Genova per cui occorre trasformare la dicitura "c'è un interesse del Consiglio Provinciale" in "c'è un interesse del Consiglio Comunale"." Mario Tullo Dichiarazione di voto di Roberta Morgano (P.D.S.) "Per la mozione dei Popolari noi avevamo chiesto alcuni piccoli emendamenti sui quali vorrei che il consigliere Basso si esprimesse." Dichiarazione di voto di Claudio BASSO (P.P.I.) "Rispetto alla mozione che è stata ridistribuita perchè ho presentato alcune modifiche di coerenza, ci sono state delle osservazioni da parte di colleghi del P.D.S. che mi sento di accogliere. Nel primo capoverso della seconda pagina cambia la parte finale con "possono essere dannose alla salute psicofisica;". La parte impegnativa diventa: "Pertanto impegna il Sindaco e la Giunta a vigilare perchè ogni intervento e ogni strategia in materia di tossicodipendenza siano rispettosi della dignità delle persone.". In terza pagina il primo capoverso diventa. "a vigilare perchè i messaggi in riferimento alle droghe cosiddette leggere non vengano intesi come un incentivo all'uso". Il resta mi sembra rimanga invariato. Andando invece alla dichiarazione di voto sulle altre mozioni e sull'ordine del giorno presentato io ho da fare tre richieste ai proponenti dell'Ordine del giorno del P.D.S.. Una è di modifica del punto g), alla pagina 2, che verrebbe così formulato: "Sulla somministrazione controllata dell'eroina, cecità o schizofrenia politica rischiano che ci si dimentichi degli aspetti tecnici e professionali ..... ". Il resto rimarrebbe invariato. Nella parte dispositiva chiediamo che il punto 1) venga formulato in questo modo: "L'interesse del Consiglio Comunale a che: 1) si predisponga da parte del Governo una proposta da discutere al più presto congiuntamente alle diverse proposte di legge parlamentari o di iniziativa popolare depositate da oltre due anni relative all'argomento". Il terzo punto riguarda il comma all'inizio di questa pagina: "Per quanto riguarda alcune proposte" fino "ad altissima professionalità" abbiamo tentato anche una possibile diversa formulazione, ma non c'è stato il tempo sufficiente probabilmente per arrivare ad una condivisione del concetto per cui noi chiederemmo che questa parte venga soppressa. Se dovesse essere mantenuta noi chiederemmo di poter votare per parti separate questo ordine del giorno. Votiamo contro la mozione della L. Pannella e della Lega Nord." Claudio Basso 2. Dichiarazione di voto di Mario Tullo (P.D.S.) "Per quanto riguarda il punto g) siamo d'accordo, cosìcome per quanto riguarda il punto 1) del dispositivo. Invece per quanto riguarda il comma di inizio pagina lo riteniamo dal nostro punto di vista immodificabile per cui siamo d'accordo sulla richiesta di votazione per parti separate." Mario Tullo 2. Dichiarazione di voto di Enrico Serra (Gr. San Giorgio) "Voterò contro sia agli emendamenti del P.D.S. sulla proposta della L. Pannella, sia alla mozione della L. Pannella. Sull'ordine del giorno del P.D.S. vi sono alcuni punti valutabili certamente in modo positivo; ve ne sono altri però che non considero completi, che portano anche una certa visione del problema troppo pesantemente verso la terapia farmacologica e non si citano assolutamente ad esempio i buoni risultati delle attività delle comunitàterapeutiche. Anche la terapia dei SERT dovrebbe essere considerta solo una terapia di attesa di cure riabilitative e quindi come un passaggio, non l'obbligo di una permanenza sine die con l'utilizzo di farmaci come il metadone che di fatto sono dannosi. Non possiamo volontariamente cronicizzare una situazione patologica senza considerare appunto che un intervento del genere deve essere solo transitorio in prospettiva di una possiiblità di riabilitazione e di guarigione. Inoltre al punto d) si continua ad esempio a parlare sempre di "numero di morti per overdose". Sappiamo che le droghe vendute così sono tagliate male, però in realtàquando si fanno delle statistiche e si dice 550 morti per overdose di eroina, non è vero. Basterebbe mettere soltanto "morti di eroina" perchè anche la morte di un tossico morto per dose tagliata male è dovuta al fatto che sono eroinomani, quindi sono morti per eroina. Non creiamo quel famoso alibi per cui uno dice: "Sarò molto più furbo, faròla dose giusta, prendo l'eroina buona". Si crea in realtàun alibi che porta al disastro e alla morte. Quindi sono morti di fatto di eroina, chiamiamoli per quello che sono, purtroppo. Quindi o lo votiamo per parti separate perchè alcuni punti sono certamente apprezzabili, altrimenti dovrò votare contro. Devo anche dire che al V capoverso delle premesse sta scritto: "Gli aspetti sociali del fenomeno negli ultimi anni sono stati sottovalutati in quanto gli atti legislativi, le norme di indirizzo erano e sono orientate verso la punibilità del tossicodipendente". Mi sembra che gli aspetti sociali e i fenomeni degli ultimi anni sono stati magari eventualmente sottovalutati anche per questo aspetto, ma non solo perchè c'era la punibilità, solo perchè c'era il proibizionismo. Sono d'accordo sul punto che dice: "L'intervento repressivo rispetto al fenomeno della droga si è rivelato poco efficiente". Che sia poco efficiente, che anche la repressione non è stata applicata nei modi dovuti, siamo d'accordo. Riguardo poi alla mozione della Lega mi esprimo per un voto favorevole. La mozione dei Popolari è molto apprezzabile tranne che nel VI capoverso delle premesse che crea un po' di ambiguità quando dice: "Il problema della legalizzazione delle droghe non va assolutamente disgiunto dalle problematiche educative rivolte ai giovani". Sembrerebbe quasi che voi subordinaste l'educazione ai giovani al fatto che possano essere liberalizzate le droghe. Può darsi benissimo che le droghe non vengano legalizzate, ma l'informazione dei giovani deve essere determinante e un fatto disgiunto. Non mescolerei i due fatti perchè sembra quasi implicitamente che il problema della legalizzazione delle droghe non va assolutamente disgiunto dal fatto educativo. E' un po' ambiguo. Se il collega Basso riesce a modificare il testo per renderlo meno di difficile interpretazione, io voto a favore con molto piacere." Enrico Serra 2. Dichiarazione di voto di Claudio BASSO (P.P.I.) "Relativamente all'osservazione fatta dal collega Serra, vorrei dire che il problema della legalizzazione delle droghe va affrontato insieme alle problematiche educative rivolte ai giovani, però mi sentirei di dire che nel contesto di tutta l'argomentazione e di tutto il testo della mozione si capisce chiaramente che non è una questione ...... (interruzioni) .... Chiederei al consigliere Serra di lasciare il testo in questo modo, sapendo che il senso del punto è quello che si ricava dal contesto dela mozione." Claudio Basso Lettura degli emendamenti del Presidente Chiara Formentini (L.N.I.P.) "Prima di passare alla votazione darò lettura degli emendamenti presentati:
Emendamento n. 1 - dispositivo - punto 1): "si discutano al più presto tutte le proposte di legge parlamentari e di iniziativa popolare depositate in Parlamento a partire da quelle che richiedono la legalizzazione e la regolamentazione dei derivati della cannabis e del'uso terapeutico degli oppiacei".
Proponente: Tullo M. (P.D.S.)
Proponente: M. Tullo (P.D.S.)
Proponente: M. Tullo (P.D.S.) Esito delle votazioni Esito della votazione dell'emendamento n. 2: approvato con 17 voti favorevoli, 7 contrari (L.N.I.P.) e 2 astenuti (Deleo: P.D.R.C.; Quaglia: L.P.). Esito della votazione dell'emendamento n. 1: approvato con 19 voti favorevoli, 7 contrari (L.N.I.P.). Esito della votazione dell'emendamento n. 3: approvato con 19 voti favorevoli, 7 contrari (L.N.I.P.). Esito della votazione della mozione n. 1215 eseguita per parti. I parte: dall'inizio fino a "delle politiche delle droghe": respinta con 4 voti favorevoli e 11 contrari (P.D.S.; Verdi). Esito della votazione della mozione n. 1215 eseguita per parti. II parte: da "si impegna il Sindaco e la Giunta" fino alla fine, comprensiva degli emendamenti: approvata con 19 voti favorevoli, 9 contrari (L.N.I.P.; A.N.; P.P.I.) Esito della votazione della mozione n. 1265: respinta con 8 voti favorevoli e 21 contrari. Esito della votazione della mozione n. 1280: approvata con 16 voti favorevoli, 6 contrari (A.N.; L.P.; L.N.I.P.) e 4 astenuti (Verdi: Dallorto, Gaggero; L.N.I.P.: Formentini; S. Giorgio: Serra). Presidente Chiara Formentini (L.N.I.P.): "Darò adesso lettura delle due mozioni approvate nella loro stesura definitiva: Mozione Lista Pannella (stesura definitiva) "Il Consiglio Comunale impegna il Sindaco e la Giunta
Proponenti: Roberto Quaglia (L. Pannella) Mozione Partito Popolare Italiano (stesura definitiva) Il Consiglio Comunale
PREMESSO CHE:
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"Il Secolo XIX": titolo sbagliato, e un paio di imprecisioni fuorvianti. |
"Droga libera, Tursi dice no" titola "Il Secolo XIX" Venerdì 20 dicembre 1996, mentre contemporaneamente "Il Corriere della sera" titola: "Eroina controllata: Genova vota sì". Evidentemente un curioso errore de "Il Secolo XIX" (dico "curioso" perché è singolare che l'errore consista nel sostenere nel titolo l'esatto contrario di quanto riportato nell'articolo, con buona pace di chi sfoglia i quotidiani leggendo soltanto i titoli...) L'articolo, di Andrea Casazza, è invece nella sostanza abbastanza corretto, anche se in esso spiccano un paio di inesattezze: la Lista Pannella, per la quale ho presentato la mozione, non viene mai nominata, sostituita dall'etichetta "gli Antiproibizionisti" (con la "A" maiuscola). Come aggettivo lo si può accettare, ma non come il nome proprio della Lista alla quale apparterrei, dato che non è così! Inoltre, viene sostenuto che il mio documento sarebbe stato "...approvato con un emendamento della Quercia che auspica la discussione immediata delle leggi sulla legalizzazione delle droghe leggere e sottolinea come la somministrazione controllata di eroina si possa ipotizzare solo se adottata a livello nazionale..." E io che non me n'ero accorto! Mi risulta infatti che "l'auspicio" sulla legalizzazione ci fosse nella mia mozione ben prima che il PDS l'emendasse (e si tratta, come chiunque potrà verificare, di un piccolo emendamento pro-forma e di scarsa rilevanza contenutistica), mentre l'argomento della somministrazione dell'eroina a livello nazionale è del tutto assente dall'emendamento PDS alla mia mozione (ve n'è un accenno solo nelle premesse dell'OdG pidiessino). Si legga in proposito tutta la documentazione che questa pagina Web contiene. | "Il Corriere della Sera": titolo corretto, buon articolo di Anna Maria Coluccia, preciso e sintetico. |
L'articolo che "La Stampa" pubblica Venerdì 20 Dicembre, a firma di r.s. (la redazione de "La Stampa", da noi interpellata in proposito, ci ha comunicato che l'articolo sarebbe di Alessandra Pieracci) è, secondo una mia opinione, notevolmente delirante, oppure, secondo criteri di valutazione più oggettivi, un'ammasso di falsità. Già nel "cappello" si sostiene che sia passato il testo "di minima" del PDS, dimenticando che pure il nostro dispositivo è stato approvato, ma è nell'articolo che viene il bello: Secondo l'articolista, infatti, la votazione genovese "...si differenzia per un deciso colpo di freno da quella votata dal PDS in Consiglio Comunale a Torino...". Chiunque si vada a leggere il dispositivo approvato della nostra mozione vedrà che anziché un "colpo di freno" si tratta semmai di "un'accelerata", dato che tutte, e ripeto TUTTE le voci del dispositivo di Torino erano contenute nel nostro, e in più ce n'erano delle altre ancora più impegnative che abbiamo aggiunto noi. Di bene in meglio, l'articolo de "La Stampa" continua con una vera e propria menzogna, sostenendo letteralmente: "La mozione pannelliana sulla legalizzazione della marijuana e l'utilizzo terapeutico degli oppiacei, identica a quella approvata aTorino, è stata bocciata per l'astensione del PDS." FALSO! Il PDS si è astenuto sulle premesse, ma l'impegnativa - cioè la parte che conta - è stata approvata! E inoltre: "...Com'è già accaduto in Consiglio Provinciale, il PDS l'ha emendata nella parte relativa alla somministrazione dell'eroina." FALSO! C'è poco da aggiungere. In pratica viene raccontato il contrario di quanto è accaduto. Complimenti. |
Don Gallo e Baget Bozzo messi a confronto da Giacomo Cambiaso, per "Il Giornale", nell'edizione di Sabato 21 Dicembre. Un contributo serio e corretto alla discussione. |
Ecco di nuovo "Il Secolo XIX" offrirsi in un quadro francamente distorto dello stato delle cose, sempre a firma di Andrea Casazza. Siamo a Sabato 21 dicembre 1996, ci sarebbe stato il tempo di correggere il tiro rispetto allo sfortunato ed impreciso esordio del giorno prima. Invece, il "sì" di Tursi alla legalizzazione viene improvvisamente chiamato "nì". Viene reiterata la curiosa tesi che gli emendamenti del PDS alle risoluzioni della mia mozione sarebbero state "sostanziali". Per chi voglia fare un rapido confronto fra le risoluzioni del testo originario, e di quello emendato, ecco i vantaggi dell'ipertestualità. A chi riesca a scorgere tracce di sostanzialità negli emendamenti che ho accettato dal PDS, offro volentieri un bel cono gelato. |
Roberto Quaglia
Altri documenti politici a cura di R. Quaglia.
Homepage di R. Quaglia.