Affondato Bertinotti |
I
nostri articoli
Leggere prima dell'usoIncredibile N.A.S.A.Risolto il contratto dei falegnamiUn passatempo emozionanteUn poco di economia che si impara qualcosaUn fatto incresciosoProblema extracomunitari, a modo mioUomini alle prese con lo sperma indelebileSiamo meglio della Michelin, noiA domande sceme, risposte dementiFatti la tua bella repubblica indipendente Le 35 ore: sotto a chi
tromba
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Finalmente ci sono riusciti. Dopo anni di
inutili ricerche, condotti dai più valenti politologi del mondo affinché
- pagati con lauti compensi sborsati dagli immensi portafogli di grandi
magnati del capitalismo occidentale oppure con i soldi delle tasse dei
contribuenti - riuscissero a far contraddire il Partito della Rifondazione
Comunista. Ma tutto questo denaro speso inutilmente non è servito: Bertinotti,
Cossutta e Salvato hanno firmato un armistizio per presentarsi uniti alle
lotte campali che li attendevano. Ma è proprio sul loro benamato terreno
dello scontro di classe, dell'inculata al padrone viscido e corrotto,
dell'inchiappettata all'operaio lavoratore, che sono scivolati. Finalmente
si sono contraddetti da soli. E ora, probabilmente, meditano il suicidio
politico. Perché questa volta l'hanno fatta veramente grossa. Cosa? La
stronzata, logico. E non si sono nemmeno puliti, dopo. Come educazione
comanda. Subcomandante Fausto, altro che fare il fighetta in tweed nei
salotti televisivi e alle tavole imbandite della maggiore contraddizione
mondiale - la borghesia rossa - , forse è meglio che ti ripassi il bon
- ton. E che ciumbia, siamo uomini o politicanti? Ma veniamo alla cronistoria
del fattaccio. Tutto ha avuto origine dalla battaglia per le fatidiche
ed erculee 35 ore. Dopo aspro dibattimento e litigi maneschi, il prode
Fausto e il presidente del consiglio Romano Prodi, convergevano sull'ideale
rifondarolo di far lavorare ogni povero impiegato salariato solo e solamente
35 ore, con grave nocumento all'economia del grande capitalismo italiano
e della grassa e tronfia borghesia. Ma i due non si erano accorti, accecati
come erano dalla brillantezza della loro genialata, che sarebbe sorto
un problema. Cosa avrebbe fatto il povero dipendente - operaio, amministrativo,
quadro, cerchio e filotto di terza sponda - durante il tempo libero che
sarebbe loro rimasto? Come avrebbero riempito quel buco temporale che
si era improvvisamente venuto a creare nella loro quotidiana esistenza?
Non esisteva, allora, che un solo rimedio: trombare come ricci al calar
del sole nelle tiepide serate australi mentre la brezza marina increspa
le onde e s'ode, in lontananza, lo stormire degli alati upupa della Mesopotamia
anteriore, importati in quelle remote terre da un valente condottiero
- mercante - medico condotto - ginecologo dilettante di nome Luigi. Con
il passar del tempo, però, la situazione prese la piega che nessuno, a
parte l'insigne ed eminente dott. Bigazzi, si aspettava. I nostri valenti
politici, infatti, si erano dimenticati che la materia sessuale era una
quasi esclusiva dei disoccupati, che così avrebbero smesso di tirarsi
seghe alla stragrande. Infatti,in tempi remotissimi, venne segretamente
disposto che i disoccupati; le persone in cerca di prima occupazione;
i cassintegrati, i preti e ogni tipo di prelato; in pratica tutti quelli
che, per un motivo o per l'altro, non facevano un beato nulla durante
la giornata, avrebbero potuto colmare il vuoto grigiore della giornata
con una sana ciulata. E con chi, se non con le solinghe, disponibili e
ben remunerate mogli degli operai? Che, senza saperlo, ma soprattutto
senza comprendere come o chi o quando, ricevevano sul televisore di casa
la BBC e anche la CNN. Era quasi la fine: operai contro disoccupati, disoccupati
contro operai, operai contro Prodi, disoccupati contro Bertinotti, disoccupati
e operai contro Prodi e Bertinotti. Allora, in segreto e di gran fretta,
venne - eccome se venne - promulgata una nuova legge che i Cossuttani
di ferro riassunsero nello slogan: "Trombare meno, trombare tutti". A
tutt'oggi un sogno nel cassetto. T.O.M.A. |