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Dizionario biografico dei Melegnanesi (don Cesare Amelli) |
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Gian Antonio da Melegnano, amministratore. Sec. XV. Il suo nome appare negli “Annali della Fabbrica del duomo di Milano” nel 1496. |
Giovanni Antonio da Melegnano, secondo vescovo melegnanese, suffraganeo del cardinale Ippolito d'Este arcivescovo di Milano, Nel 1534 aveva il titolo di vescovo di Laodicea. Era canonico della chiesa di Santa Maria alla Scala. |
Giovanni da Melegnano, amministratore. Sec. XV. Il suo nome appare negli “Annali della Fabbrica del duomo di Milano” per l’anno1450. |
Giovanni da Melegnano, Medico. Sec. XV. “Magister Johannes de Melegnano”. Studente di medicina all’Università di Pavia in data 28 aprile 1444. In Codice Diplomatico dell’Università di Pavia, Ed. Forni, Bologna 1915, vol. II, parte II (anni1441-1447). |
Giuseppe Antonio di S. Benedetto, sacerdote. Priore generale della Congregazione dei Fatebenefratelli Questa scarna notizia è in Coldani-Saresani, pag. 149. |
Gnecchi Giovanni Battista, industriale. Sec. XVIII. Aprì in Melegnano una fabbrica di cappelli. Poi la trasportò in Milano in seguito agli ottimi risultati nella perizia dell’arte di fabbricazione. In A. Bertarelli - A Monti, Tre secoli di vita milanese, Milano 1927, pag. 279. |
Gramatica Rosa, (1680
circa -1739) religiosa terziaria francescana, scrittrice di mistica.
La sua vita, la sua opera e i suoi tempi sono stati oggetto di una tesi
di laurea da parte della suora domenicana Rosanna Polonini (suor Luciana)
che era in Melegnano, nella tesi di Magistero in Scienze Religiose presso
l’Istituto Superiore di Scienze Religiose di Milano, nell’anno accademico
1994-1995. E’ da notare che nella tesi vi è la descrizione di come
era organizzata l’opera della dottrina cristiana in Melegnano e molti accenni
del convento di Santa Maria della Misericordia dei Francescani in Melegnano.
Una copia della tesi di laurea è nell’archivio della parrocchia
della Natività di S. Giovanni Battista in Melegnano nell’armadio
n.1 scaffale superiore e un’altra copia è pure nell’armadio n.1
nello scaffale inferiore tra le opere di altri melegnanesi e che
porta la targhetta n.196. Rosa Gramatica è nata nel territorio
di Melegnano, forse nella frazione della parrocchia nostra, in Pedriano.
Le tradizione riporta che il suo matrimonio fosse stato infelice
perché il marito era un poco di buono, ed ella scappava sul solaio
della sua abitazione nella attuale Via Castellini dove - si dice - avesse
la consolazione da parte degli angeli, per cui quel suo cortile fu chiamato
La curt di àngiul. Frequentava il convento dei Francescani
Minori dell’Osservanza in Melegnano e tenne una fitta corrispondenza con
uno di loro, e le sue lettere sono state donate e conservate nel nostro
archivio parrocchiale alla cartella n. 131. Fu vice priora della Dottrina
Cristiana.
Alla sua morte fu sepolta, in un primo termpo, nella chiesa del convento francescano, poi, alla soppressione del convento nel 1810, venne trasportata nella chiesa di S. Giovanni nella cappella del Rosario, dove tuttora è sepolta. Su Rosa Gramatica stanno notizie sul Coldani-Saresani alle pagine 141-145. Un suo ritratto(a modo di fotografia) ad olio sta nella sacrestia della chiesa di S: Giovanni in Melegnano. Sul manoscritto di Giacinto Coldani, alla pagina 81, si legge precisamente così: “Rosa Gramatica del Terz’ordine del Serafico Padre S. Francesco, donna di segnalate virtù e molto illuminata dal Signore, passò in concetto di santità da questa a miglior vita il dì 14 Aprile del 1738”. |
Grancino da Melegnano, sacerdote artista. Sec. XV. Era un frate che ha miniato un messale di rito romano nel 1477. Il messale è conservato nell’archivio del Capitolo della Cattedrale di Novara. Vedi l’opera La corte di Ludovico il Moro, vol. III, pagg. 297-208. Vedi anche Carta-Cipolla-Frati, Atlante Paleografico, ed. Bocca, 1899. In una lettera scritta dallo scultore melegnanese residente a Mergozzo di Novara, Vitaliano Marchini, in data 22 febbraio 1966, al sacerdote don Cesare Amelli di Melegnano, sta così annunciato: “Rev. Don Amelli. Mi scrivono da Novara quanto segue: Frate Biagio Grancino di Melegnano nel 1478 scrisse e illuminò con stupende miniature un Messale Romano conservato nell’archivio di S. Maria della Cattedfrale di Novara”. Nell’opera di D’Ancona - Aeschliman, Dictionnaire des miniatures, Hoepli, Milano, pag. 32, alla voce “Biagio frate Grancino da Melegnano, leggiamo: “Il mit son nom dans un Missel de la cathédral de Novare, écrit par lui, daté 1478, et enluminé de médiocres miniatures contemporaines qui, par leur style, remènent au centre lombard et, peut-etre, appartiennent au copiste meme”. |
Guerci Bartolomeo, vedi De Guerci Bartolomeo |
Guglielmo da Melegnano,. consigliere. (Guillelmus). Sec. XIII. Nel 1215 tra i governanti di Milano e di Vercelli si stabilì un patto di confederazione che fu steso nel palazzo del Comune di Milano. Era presente a firmare anche Guglielmo da Melegnano. Egli fu pure consultato nel 1217, quando gli ambasciatori di Vercelli permisero ai Milanesi di trattare la pace con i Pavesi, con la mediazione dei Piacentini. In C. Manaresi, Gli Atti del Comune di Milano, Milano 1919, pag. 511, doc. 10. |
Guido da Melegnano, amministratore e politico. Sec. XII. Al 23 agosto 1181 è tra i consoli milanesi per dirimere una controversia tra il monastero di S: Vittore in Milano ed alcuni affittuari abitanti a Grancino, una località presso Cesano Boscone, per un diritto di pedaggio. Vedi. C. Manaresi, Gli atti del Comune di Milano, Milano 1919, pag. 170, doc. 35. |
Guido da Melegnano, nobile. Il 26 novembre 1159 è nominato come possessore di beni immobili nella località di Maleo, insieme con un certo Alberto. Detti beni passarono ai loro eredi, ma Federico Barbarossa, nemico dei Milanesi, confiscò detti beni che erano “in curte et castro loci Malei”, e li assegnò al vescovo di Cremona. Vedi Archivio Amelli, cartella “Cronologia”, fascicolo 1-5, col testo in latino e anche in tedesco. La fonte storica è in “Monumenta Germaniae Historica”, Diplomata Regum et Imperatorum Germaniae”, tomo X, pars II, Federici I Diplomata inde ab anno MCLVIII usque ad annum MCLXVII, Hannover, Hahniani, 1979, pagg. 99-100. |
Ippolita da Melegnano, Monaca. In Cenni storici... del Coldani e Saresani, opera citata sopra nelle fonti storiche, alle pagine 139-140, si legge: “Beata Ippolita, che ricolma di virtù e di zelo singolare per religiosa osservanza, riposò nel Signore il 28 aprile del 1230 nel monastero di Santa Chiara del luogo di Mortara”. Su questa notizia si cita il Martirologio francescano parte 2, foglio 313. |
Lazzari Leo, politico. amministratore, sportivo (1907-1991), Nacque da Giuseppe e da Adele Spaghi. Dopo gli anni delle scuole elementari e di aiuto pasticcere e garzone in una officina meccanica, fu assunto dalla ditta Silvestrini di Milano per la fabbricazione di biciclette e dove vi rimase per 20 anni. Nel 1934 si sposò con Ernesta Sclavi e in questo periodo si dedicò in Melegnano al commercio del vino. Grande appassionato della bicicletta, fu direttore sportivo dell’associazione Pedale Melegnanese. Ma Leo Lazzari si segnalò per la sua intensa attività politica e amministrativa. Era iscritto al Partito Socialista di Unità Proletaria di cui fu uno dei fondatori, e già nel periodo della resistenza organizzata al fascismo (1943-1945) fu attivissimo nel collegamento tra le forze antifasciste e nella propaganda clandestina. Negli ultimi giorni di guerra, alla fine di aprile 1945, salvò Melegnano da una probabile distruzione che i Tedeschi in ritirata avrebbero potuto compiere. Egli si offrì di guidarli attraverso la circonvallazione fuori paese tra il forte sospetto dei Tedeschi stessi che, non avendo carte topografiche aggiornate di questa zona, sospettavano qualche tragico tranello. Dopo la liberazione (maggio 1945) entrò nell’Amministrazione comunale di Melegnano, diventando vice sindaco e assessore ai Lavori pubblici, mentre era stato eletto anche Giudice popolare nella Corte di Assise del Tribunale di Milano. riscuotendo elogi per il suo onesto comportamento. Ha sempre rifiutato riconoscimenti pubblici, elogi o titoli di benemerenza. Una vita dedicata alla famiglia, al lavoro, allo sport, alla politica, a Melegnano. Vedi “Il Melegnanese”, anno 20, n. 8 (15 aprile 1987), pagg. 5-7, con fotografie. Vedi anche il libro di don Cesare Amelli, Vogliamo vivere ancora, dove sta descritta ampiamente la vicenda tra i Tedeschi e Leo Lazzari nelle giornate della liberazione dell’aprile 1945. |
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