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Dizionario biografico dei Melegnanesi (don Cesare Amelli) |
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Negri Giulio Cesare, sacerdote. (nato e morto - ? ) prevosto coll’uso dei pontificali nella collegiata di S. Omobono di Cremona, il quale rifiutò il vescovato di Borgo San Donnino.In Coldani-Saresani, pag. 149. |
Negri Giuseppe (1900-
), musicista. Nacque a Melegnano il 20 marzo 1900 da Gaetano Natale Ambrogio
e da Teresa Galbiati. Il padre faceva il falegname e la madre, nata a Vigevano
Certosino, era operaia. Il nonno di nome lui pure Giuseppe era “giornaliero”,
cioè operaio manuale assunto occasionalmente a giornata un
po’ di qua e un po’ di là. E il bisnonno appare nei registri della
parrocchia come un “accattone”, cioè un povero mendicante.
l nostro Negri si diresse alla musica e a 22 anni portò a casa la licenza del Regio Conservatorio di Milano. Il giovane musicista incominciò la sua prestazione in molte occasioni cittadine religiose, civili, scolastiche, culturali e benefiche. Nel febbraio 1935 fu assunto come istruttore della Schola Cantorum, essendo morto don Crispino Sala, uno dei fondatori del Corpo Musicale “S. Giuseppe”dell’Oratorio maschile, e maestro della Schola Cantorum. Nel frattempo il Negri dava lezioni di pianoforte, teoria della musica, solfeggio, canto e organo. Il 26 febbraio 1927 si sposò in Melegnano con Tarsilla Brusoni, iniziando la sua esperienza di marito e di padre affettuoso. mentre la moglie potè impiantare un bar, che ancora oggi è chiamato popolarmente e da tutti “El Negrìn”, con tabaccheria e monopòli di Stato. Il cardinale arcivescovo di Milano gli conferì la commenda e l’onorificanza di Cavaliere di San Gregorio Magno |
Oberto da Melegnano, segretario arcivescovile. Sec. XII. Oberto da Melegnano era segretario dell’arcivescovo milanese Anselmo V della Pusterla, al tempo del papa Onorio III, cioè verso il 1125-1126. Oberto visse in un periodo di grosse controversie tra la Curia di Milano e la Curia romana, quando dovette intervenire Bernardo di Chiaravalle (il famoso santo) con i suoi buoni uffici per riportare la pace, arrivando anche a Milano. Anselmo della Pusterla, che visse fino al 1136, è descritto nel Dizionario della Chiesa Ambrosiana, ed. NED, Milano 1987, vol. I, pagg. 167-168, dove si riporta anche la bibliografia, che potrebbe essere utile per conoscere maggiormante la figura di Oberto da Melegnano. vedi Uberto |
Oddone da Melegnano. Ecclesiastico. Sec. XII, Suddiacono ordinario, sottoscrisse una pergamena in un contratto in favore della chiesa di Crescenzago nel 1154. Forse è il medesimo Odone di Melegnano che ha ricevuto dal vescovo di Lodi, Lanfranco nel 1147, il feudo e i benefici per la pieve di Mulazzano e per alcune pertinenze di Virolo e di Lanzano, con il consenso dei più stretti qualificati collaboratori del vescovo. In Codex Diplomaticus Laudense, a cura di C. Vignati, Milano 1879, parte prima, anno 1147, aprile, pag. 154, doc. 23. |
Oldani Enrico, pittore (1914-1970). Insegnante di pittura nelle Scuole superiori. Vedi Archivio Amelli, cartella lettera O - 1,7. Nato il 4 agosto 1914. Frequentò l’Accademia di Brera con i maestri Aldo Carpi e Achille Funi. Divenne insegnante presso l’Accademia di Belle Arti di Brera. Ha partecipato a numerose mostre e concorsi di pittura (oltre 40). Allievo apprezzatissimo di Carpi e di Funi, partecipò attivamente alla vita artistica milanese ed in particolare fece parte del gruppo giovanile di “Corrente”. Nel corso dei suoi studi accademici a Brera, nel gruppo di “Corrente”, nell’ambiente intellettuale di Milano degli anni 1940-1950, gli furono amici pittori Orlotti, Sassu, Migneco, Cassinari, Brindisi, Treccani, Vedova, Guttuso, Usellini, Moro, Motti; e scultori come il melegnanese Vitaliano Marchini, Marino Marini, Agenore Fabbri, Calvelli. Fu apprezzarto e stimato.da critici d’arte come Mario De Micheli e Raffaele de Grada, che con altri non smisero mai di tenerlo in alta considerazione. Insegnò a Lodivecchio, a Sant’Angelo Lodigiano, a Saronno e a Melegnano, a Milano presso la Suore Orsoline. Si stabilì per alcun tempo a Barni, dove la solitudine, la tranquillità, il silenzio e la pace della montagna lo arricchirono nella ispirazione e nella più matura realizzazione delle sue opere maggiori. Richiesto e corteggiato dalle più prestigiose Gallerie d’Arte di Milano, non volle mai legarsi ad alcuna Galleria o gruppo che potesse condizionarlo o limitarlo nella sua libertà di esprimersi. Le sue opere sono diffuse in tutta Italia ed anche all’estero, ma la maggior parte di esse sono in collezioni private milanesi e in Lombardia, alcune delle quali di indiscusso valore. Ha dipinto centinaia di tele quasi tutte di originale ispirazione e creazione con uno stile inconfondibile. Oldani espose la prima volta nel 1940 in una “Collettiva” di Milano, e da lì partì la sua affermazione artistica. Dopo tanta attività, Enrico Oldani morì improvvisamente il 29 novembre 1970 a Melegnano, dopo un breve periodo di degenza all’ospedale, rimpianto da tutti, specialmente da artisti ed allievi, e lasciando costernati i familiari. Vedi “Il Melegnanese”, anno 1, n. 7 (1 aprile 1968), pag. 5, con fotografia. Vedi anche Il Melegnanese, anno 3, n. 23 (15 dicembre 1970), pag. 3. |
Origoni Pellegrino. amministratore di beni pubblici e di enti, consigliere comunale (1868-1934). Vedi: Archivio parrocchia di S.Giovanni Battista di Melegnano, armadio 1. sezione “Storia di Melegnano”, cartella 2, fascicolo 4 ed anche fascicolo 13, dove vi è la pergamena e la Croce di cavaliere dell’Ordine di S. Gregorio Magno. Nel fascicolo 2 sono i vari anni dal 1868, con vita e opere e con la commemorazione del suo 50° di morte e restauro della sua tomba. Vedi anche Archivio Amelli, cartella lettera O- 1, 1. Vedi anche “La Campana” febbraio 1934. Pellegrino Origoni nacque il 20 luglio 1868 da Giuseppe e da Maria Sfondrini, ultimo di numerosa famiglia. I genitori scelsero per i figli i nomi dei personaggi dell’Antico e del Nuovo Testamento, Infatti al fonte battesimale egli ebbe i nomi di Pellegrino, Giuseppe, Daniele. Compì i primi studi in Melegnano e li continuò in collegio a Celana, da dove nel 1892 uscì con la licenza tecnica conseguita presso le Regie Scuole di Bergamo. La famiglia Origoni abitava nell’allora detta Via Lambro, ora via Giuseppe Dezza, e la casa aveva stanzette umili e linde, e un piccolo giardino silenzioso come quello di un chiostro, che faceva della casa Origoni un vero e singolare conventino francescano. Qui, i frati, le suore, i sacerdoti che passavano per Melegnano erano attratti. Entravano come in casa loro, erano accolti cordialmente quasi fossero tutti amici e ricevevano sollecito aiuto per ogni necessità. Il padre Giuseppe gestiva un negozio di stoffe, popolarmente detto dei “Nicolini”, ma oltre al lavoro della bottega e della famiglia suggeriva ai figli di dedicarsi a molte attività benefiche: visite ai poveri, ai vecchi, agli ammalati, cura dei ragazzi handicappati, come il famoso “bìgiu” che passava intere giornate nella famiglia Origoni; altri avevano una presenza attiva negli oratori maschili e femminili, per la catechesi e per la buona stampa. Alla morte del padre, Pellegrino Origoni appena ventitreenne, continuò la gestione del negozio, dando nello stesso tempo il contributo alle opere melegnanesi. Accettò responsabilità nei settori più importanti della vita pubblica melegnanese: politica e amministrativa, religiosa ed ecclesiastica, culturale e civica, benefica e assistenziale. Fu consigliere comunale nelle elezioni del 1897 e del 1904, lavorando nel campo politico per 17 anni. Per circa 40 anni fu amministratore dei beni della parrocchia come fabbricere, Quando il prevosto Orsenigo nel 1894 fondò la Casa di Riposo, l’Origoni fu scelto come segretario. L’oratorio maschile fu il campo dei suoi più grandi sacrifici, del suo cuore e della sua borsa: fu tra quelli che vollero e che sostennero la biblioteca, la schola catorum, la sezione ginnastica “Virtus et Labor”, la sezione filodrammatica. Diede la sua adesione attiva e direzionale per la fondazione e per la conduzione del “Circolo San Maurizio”, dove si tenevano lezioni per analfabeti, per disegnatori, per nozioni di sociologia e di politica: era il prmo ad aprire la sede e l’ultimo ad uscire. Fondò nel 1908 il bollettino parrocchiale “La Campana” che diresse per tutta la sua vita fino alla morte avvenuta il 20 gennaio 1934. Donò per testamento la sua casa alla parrocchia. Il 30 giugno 1925 ricevette dal pontefice Pio XI la Croce d’Oro con la nomina di Cavaliere dell’Ordine di S. Gregorio Magno. Pellegrino Origoni è il laico cattolico più ricco di opere e di partecipazione alle reposnsabilità pubbliche melegnanesi che abbia avuto Melegnano fino ai nostri giorni. Vedi “Il Melegnanese”, anno XVII, n. 2 (15 gennaio 1984), pagg. 6-7 con fotografia. Per altre notizie più analitiche vedi il fascicolo dell’Enciclopedia Melegnanese, fascicolo 101. |
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