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Dizionario biografico dei Melegnanesi (don Cesare Amelli)
 
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Madelberto da Meloniano, sacerdote, appare  nell’anno 830 come teste in un contratto di permuta di terreni. In Codex Diplomaticus Langobardiae, in “Historiae Patriae Monumenta”, Torino, tipografia Regia, 1873, tomo XIII, colonne 205-206, documento 113, dove si legge: “ Anno 830, incertis mense et die. Permutatio praediorum inter Deusdedit abbatem S. Ambrosii Mediolani et Iohannem, cui cognomentum Donnolus. Il contratto avvenne  nel monastero di S. Ambrogio in Milano. Firmarono dodici testimoni, il decimo testimone a firmare così sottoscrisse: “ Ego Madelbertus clericus de Meloniano in hanc cartola rogatus ad Iohannes testis subscripsi”. Sul documento si citano diversi nomi di luogo: Colonia (Cologno Monzese), Vico Roveniasco (Rovagnasco di Melzo), Plautello (Pioltello).
Maestri Giovanni, musicista-  (1878...) Compositore di musica. Si trasferì a Helsinki, in Finlandia, il 1° di settembre del 1905. Giovanni Maestri, professore di fagotto e piano, direttore d’orchestra, Melegnano. Un uomo di forte ingegno e di indole volitiva, teso sempre alla conquista di un’ideale artistico, nonostante il fumo degli arrosti e l’odore acre dei vini dell’albergo melegnanese Il Vapore, gestito dal suo padre Baldassare, che educò il figlio anche alla passione patriottica, lui che aveva indossato la giubba rossa garibaldina dei Cacciatori delle Alpi.  Giovanni conseguì a pieni voti il diploma di professore di fagotto al Conservatorio di Milano. Si trasferì a Malmò, una cittadina portuale di 140.000 abitanti vicino a Stoccolma, come direttore di orchestra e di insegnante al Conservatorio e dove la buona ventura gli fece trovare anche una moglie.  Il 1° settembre 1915 si trasferì a Helsinki come primo fagottista nell’Orchestra sinfonica di Stato. Il suo genio musicale indusse il Consiglio direttivo dell’Orchestra sinfonica, in data 16 giugno 1919, a dare il titolo Orchestra Sinfonica Giovanni Maestri
Maggi Alessandro, scrittore (1848-1930). Alessandro Maggi nacque da modesta famiglia e trascorse tutta la sua vita laboriosa a Melegnano. Da giovane fu assunto presso il Municipio di Melegnano con la nomina di Messo Comunale, un incarico che gli permise di intraprendere con tanto zelo le ricerche dei manoscritti e dei resti della battaglia dell’8 giugno 1959 avvenuta a Melegnano.  on aveva titoli di studio, ma con tanto cuore per la sua Melegnano ebbe il fermo convincimento di aver fatto, se non un’opera buona, almeno d’avere instillato l’esempio perché altri facessero qualche cosa di meglio che ricordasse questa Melegnano, la cui conoscenza storica era alquanto in obìo.  Quando si trattò di innalzare il monumento Ossario in memoria dei caduti della battaglia dell’8 giugno 1859 tra Francesi ed Austriaci, il Maggi si adoperò perché quell’ idea si realizzasse, come difatti avvenne, perché l’Ossario fu inaugurato il 19 giugno 1904, opera dello scultore Donato Barcaglia.  Si racconta che l’allora giovanotto Vincenzo Bettoni, suo parente e già apprezzato artista lirico, fu dal Maggi invitato a tenere un concerto in pubblico per raccogliere i fondi necessari per l’Ossario, e che l’incasso fu di lire 80, una ragguardevole cifra per allora. Maggi morì a Melegnano nel 1930, fra il cordoglio di tutto il paese. Vedi fotografia  su “Il Melegnanese”, anno 7, n. 12 (15 giugno 1974) pag. 1. e “Il Melegnanese”, novembre 1990, pag. 10.
Maghini Enrico, artista teatrale. (1921-1980). Ha dato le sue doti di artista teatrale ogni volta che si trattava di mettere in scena commedie e drammi, con una regia ed una sua interpretazione magistrale. Fu combattente nella seconda guerra e provò la prigionia: a Casablanca, in campo di concentramento,  poté allestire spettacoli per i prigionieri con grande spirito di iniziativa e coraggio artistico. A Melegnano è stato fedele membro della Unione Sportiva Melegnanese Calcio  Più volte diresse la regia e la rappresentazione della iniziativa melegnanese della Pro Loco “Parole e Musica”. Fondò la Piccola Ribalta in Melegnano, e la portò a prestigiosi successi. Scrisse l’architetto Gian Luigi Sala su “Il Melegnanese”, anno XIII, n. 11 (1 giugno 1980) a pagina 5: “Enrico Maghini aveva saputo capire e interpretare il significato di una cultura popolare che deve riscontrare nella gente semplice e modesta un ruolo di partecipe più che di spettatore passivo e distaccato... Alle imprese cerebrali e sofisticate preferiva quelle popolaresche e vive che toccano il cuore”. Vedi “Il Melegnanese”, maggio 1990, pag. 2.
Magni Paolomusicista. (1650 circa-1737) Compositore e organista al primo organo di Milano. Il periodo attivo come organista del duomo di Milano fu da 1686 al 1716. Il suo nome è citato nell’opera dal titolo “Il Duomo di Milano”, Dizionario storico, artistico e religioso, Editrice NED, Milano 1986, pag. 412. Nel Coldani-Saresani, a pagina 156 leggiamo: “Paolo Magno, che iniziato ne’ più sublimi concetti della musica, tanto in breve acquistò e fece progresso, che elevatosi di molto fra non pochi altri che vagheggiarono quel posto, fu scelto organista della Metropolitana di Milano, e maestro di cappella della regia ducal corte della suddetta città”. Ma più ampie notizie stanno in Marco Rossi, nel Dizionario della Chiesa Ambrosiana, NED, Milano 1989, vol. terzo, pagg. 1843-1844, da cui noi stralciamo le seguenti notizie: “Paolo Magni, compositore e organista, compare sulla scena della città ducale in qualità di vincitore del concorso per il ruolo di secondo organista della cattedrale. Dal gennaio 1686 sedette al vecchio organo del duomo (l’Antegnati) e dal 1688 passò al nuovo (il Valvassori) in seguito alla malattia del suo predecessore. Teodoro Casati. I documenti dell’archivio della Fabbrica del duomo, ricordano il Magni a proposito delle richieste per interventi di restauro al cinquecentesco organo dell’Antegnati. Fu prolifico compositore operistico. Ricoprì il ruolo di “maestro di cappella” della Corte ducale milanese contemporaneamente all’attività svolta nel duomo. Tra le sue opere ricordiamo “I sacri sponsali di Maria con San Giuseppe” (Milano, 1691) ed il mottetto “Ad Pugnas o Furie” per voce, composto nel 1689, che è un brano interessante per la struttura di cantata a più sezioni, con alternanza di metri e ritmi contrastanti e fantasia compositiva. Ci restano inoltre circa 15 opere, rappresentate in Milano tra la fine del XVII secolo e i primi del XVIII, composte dal Magni in collaborazione con altri musicisti dell’epoca”.  Vedi anche il già citato Dizionario della Chiesa Ambrosiana, volume IV, pag. 2423. e volume VI alla pagina 3912.
Magnifico Serafina, (...-...), suora missionaria. Fu nella congregazione delle Suore di Carità della beata Capitanio o di Maria Bambina. Partì per la missione in Birmania nel 1925.
Maiocchi Gerolamo, sacerdote benefattore. Fece testamento il 19 aprile 1827, e con il reddito delle sue sostanze, lasciò una forte somma per erogare aiuto ai poveri, specialmente infermi. Fu parroco a Cantù nella chiesa di S. Michele, e morì a Melegnano. Volle anche che tre quarti delle sue sostanze, il cui reddito era di lire 6960,78, fossero devolute ai discendenti poveri della sua stessa famiglia o di altri bisognosi. In Coldani-Saresani, pagg. 
Maiocchi Giovanni, sacerdote benefattore. (...-...). Con testamento in data 21 febbraio 1803 dispose un’ingente somma, come sta in Coldani-Saresani, per “ doti a tre povere nubende del Comune di Melegnano, con la prelazione a quelle, che corressero pericolo nell’onestà del costume, ed in elemosine ai poveri della parrocchia, a dettame del parroco locale”, (pagina 188). Vedi archivio della parrocchia di S. Giovanni, cartella 15, fasc. 5, del 1833 (Causa Pia Maiocchi).
Mangiarotti Ambrogio, sacerdote. Ministro provinciale dei Francescani Minori dell’Osservanza. In Coldani-Saresani, pag. 149. 
Maraschi Leone Luigi Battista, amministratore e politico (1906-1983). Nato da Simone e da Maddalena Zanaboni di Casalmaiocco. Coniugato con Giuseppina Scala nel 1934. Soldato militare di leva, poi richiamato nel 1940. Ebbe forte attaccamento alla famiglia ed ebbe cinque figli. Volle impegnarsi in diversi campi. Nell’attività diocesana e parrocchiale si dedicò all’Azione Cattolica, all’oratorio di Melegnano, al Corpo bandistico dell’oratorio maschile di Melegnano, che era stato istituito nel 1921 per contrastare un altro Corpo bandistico melegnanese, quello chiamato “Giuseppe Verdi”, e che aveva preso il colore politico sovversivo comunista.  Nel periodo della Resistenza (1943-1945) fu membro del Comitato di Liberazione Nazionale. Molto forte fu la sua attività nel settore politico-sociale. Fu tra i fondatori del Partito della Democrazia Cristiana e segretario di sezione, unitamente al segretariato di zona fino al 1961  Consigliere comunale dal 1947, eletto consigliere comunale nel 1951 e assessore nella Giunta comunale con il sindaco Aristide Cavalli (1956-1959).
Il 26 agosto 1959 Melegnano, per interessamento della Giunta comunale (sindaco Aristide Cavalli, assessori Antonio Cremonesi, Giovanni Pelosi, Achille Cozzi, Pasquale Quartiani, Giuseppe Bedoni, Leone Maraschi) mentre Maraschi era anche membro del Comitato zonale della Democrazia Cristiana, Melegnano ebbe dal Presidente della Repubblica il titolo di città.  Fu tra i fondatori della corrente politica democristiana  “La Base”. Ha fatto parte della delegazione milanese presso il presidente del Consiglio, Alcide De Gasperi, per convincerlo e non mettere in liquidazione l’Agenzia Italiana Petroli e a far proseguire l’attività di Mattei che da liquidatore passò all’attività di estrazione del gas e del petrolio greggio nel 1948.  Il figlio Giovanni Maraschi tiene in casa un prezioso archivio sulla persona e sulla attività di Leone Maraschi, tale archivio è stato sistemato da don Cesare Amelli, sacerdote e storico di Melegnano.  Vedi “Il Melegnanese”, anno XVI, n. 15  (1 agosto 1983), pag. 1 con fotografia, e soprattutto n. 16, pagg. 6-7 con diverse fotografie.
Marchini Vitaliano, artista scultore (1888-1971). Direttore e insegnante nell’Accademia di Brera in Milano. Vedi: “Il Cittadino” di Lodi, martedì 24 febbraio 1998. Vitaliano Marchini nacque il 18 febbraio 1888. All’età di 22 anni il giovane scultore melegnanese si impose per la sua scultura, vincendo il premio “Tantardini”. Due anni dopo, nel 1912,  si confermò artista di sicuro avvenire con il premio di scultura “Accademia Fumagalli”. L’anno successivo ebbe la nomina di socio onorario dell’Accademia di Brera in Milano.  La sua produzione artistica, quantitativamente, ha del prodigioso: il Marchini è stato per tutta la vita un lavoratore infaticabile. Le sue opere andarono ad arricchire i musei italiani e stranieri, da Milano a Roma, a Budapest. Partecipò a mostre a Vienna, ad Atene, a Barcellona.  Nel 1927 vinse il Concorso Nazionale e diventò insegnante all’Accademia di Brera, e tale incarico sarà svolto con scrupolosità e competenza fino all’età di 71 anni. Nel 1932 la Biennale di Venezia dedicò un’intera sala a tutte le sue sculture e lo Stato acquistò alcune sue opere  Per la sua serietà e serenità di giudizi e per la sua profonda sensibilità artistica, venne chiamato a presiedere e a comporre commissioni e giurie. 
Per molti anni fece parte della Commissione Edilizia e della Commissione Artistica dei Cimiteri del Comune di Milano. Le sue sculture in marmo, in cotto, in bronzo, in legno andarono ad arricchire diversi palazzi, compresi il Palazzo di Giustizia di Milano, l’Ospedale di Niguarda, gli Ospedali di Garbagnate e di Santa Corona a Pietra Ligure e il Cimitero Monumentale di Milano  Nel centenario di Antonio Rosmini, la Città di Domodossola gli affidò l’incarico per le sculture sulla facciata nuova e per le porte in bronzo del duomo.   Molte sue opere sono in casa del nipote Giuseppe Marchini a Melegnano. E nella stessa Melegnano, qua e là, stanno diverse sue opere pregevoli, tra cui la stupenda Via Crucis in bronzo nella basilica di S. Giovanni Battista.  Per una maggiore conoscenza di Vitaliano Marchini vedi la bella tesi di laurea di Roberta Michelari, presso l’Università di Pavia, nell’anno accademico 1991-92, dal titolo Vitaliano Marchini scultore melegnanese (Melegnano 1888 - Mergozzo 1971). Vedi anche Enciclopedia Melegnanese, fascicolo 172. Anche Archivio Amelli, cartella M-4, fascicolo 1, dove si conservano alcune lettere del Marchini, una monografia ad opera di M. C. Magnani e dove nel fascicolo del Comitato Fiera del Pedone dell’anno 1967 vi è la sua fotografia con molte interessanti notizie.  Oltre aver trascorso ininterrottamente 32 anni presso l’Accademia di Brera in Milano, ed oltre ad avere diretto per 27 anni la Scuola Superiore degli Artefici di Brera, a lui si deve l’apertura e la direzione della Scuola Marmoristi Ornatisti del duomo di Milano, una istituzione che continua e che fiorisce anche oggi. Marchini morì a Mergozzo nel 1971.   Vedi anche l’archivio della chiesa di S. Giovanni, armadio 1, n.n. 69, 70, 71. 104, 238. Vedi “Il Melegnanese” anno 1, n. 5 (1 marzo 1968), pag. 5 con fotografia.  Vedi anche “Il Melegnanese”, anno 4, n. 16 (1 settembre 1971), pagg. 1, 2, 3, con grossa fotografia. Vedi pure “Il Melegnanese”, anno 4, n. 19 (15 ottobre 1871), pag. 3. Vedi “Il Melegnanese”, anno 7, n. 11 (1 giugno 1974), pagg. 1-2. Vedi pure “Il Melegnanese”, anno 21, n. 2 (15-31 gennaio 1988) pag. 5., ed anche n. 5 (1-15 marzo 1988), pag. 3.
Vedi anche “La Campana”, 1929, pag. 395: gennaio 1930. pag. 38; giugno 1930, pag.. 248; 1932, febbraio, pag. 33; 1932, luglio, pag. 31.
Marovelli Antonio, (1896-1943), sportivo ginnasta olimpionico. Già nel 1910 era allievo della “Virtus et Labor” di Melegnano dell’Oratorio maschile che era stata fondata nel 1906.  Nel 1913 a Genova conquistò il primo posto nella gara individuale allievi, aprendo la serie dei suoi successi. Poi fu chiamato al fronte di guerra.  Nel 1919, tornato dalla guerra, si affermò subito tra i migliori ginnasti della Federazione Associazioni Sportive Cattoliche Italiane. Nel 1920, sotto la guida del ginnasta maestro Bianchi, vestì per la prima volta la divisa olimpionica classificandosi con onore alle Olimpiadi di Anversa. Nel 1924 a Firenze, nella massima competizione dei Campionati di Ginnastica Artistica conquistò il titolo di primo assoluto nella categoria superiore.  Dopo la scioglimento della Federazione Associazioni Sportive Cattoliche ordinato nel 1926 dal regime fascista, Marovelli con altri ginnasti melegnanesi fondò l'Unione Sportiva Melegnanese, nella quale il Marovelli si affermò ad Anversa nel 1930, a Venezia nel 1931 e a Melegnano nel 1932.  Più tardi rientrò
nelle file della “Virtus et Labor”.  Chiamato al servizio militare nella seconda guerra mondiale, il 15 agosto 1943 durante un terribile bombardamento su Milano da parte degli Anglo-Americani, venne colpito a morte presso i suoi cannoni della difesa contraerea. Vedi “Il Melegnanese”, anno 6, n. 15 (1 agosto 1973), pag. 1 con fotografia.  Vedi “Il Melegnanese”, anno XXIX, n. 16 (14 settembre 1996), pag.  7 con fotografia. 
Martalliato da Melegnano, notaio. Nel 1199 si trova come testimonio per un certo Arialdo, abate del monastero di S: Ambrogio in MilanoAraldo
Martinenghi Carlo, maestro di scuola elementare. Morto il 29 novembre 1908 all’età di 55 anni. Fu maestro amato in Melegnano per 36 anni.  Vedi "la Campana", anno 1908, pag. 131.
Martinenghi Francesco, scrittore di tecnica bancaria. Attivo negli anni attorno al 1937. Su "La Campana" del gennaio 1937, pag. 11, si legge: "Il nostro concittadino Prof. Rag. Francesco Martinenghi, ora residente a Milano, ha fatto omaggio alla nostra biblioteca, di una copia del libro da lui recentemente pubblicato: "Manuale di contabilità bancaria",.  Manuale essenzialmente pratico dovuto ad uno studioso e competente in materia".
Martinenghi Italo, artista, pittore. Nacque il 16 febbraio 1880. Morì nel 1954. Frequentò  sin dall’età giovanile Cesare Quarenghi e Stefano Bersani dai quali imparò le varie tecniche di pittura a olio. Particolarmente da Stefano Bersani apprese la tecnica dell’affresco, nel quale il Martinenghi divenne maestro. Studiò con intenso amore la figura umana, producendo opere veramente interessanti, fra i quali diversi ritratti e autoritratti: vedi il ritratto del prevosto don Fortunato Casero nella sacristia dalla chiesa di S. Giovanni di Melegnano. Sono 230 le opere ad olio e ad affresco sparse in tutto il mondo.  Per maggiori notizie vedi l’archivio della parrocchia di S. Giovanni, armadio 1, cartella 2, fascicolo 42, dove vi è anche la vita del figlio, pure pittore, Agnolo Martinenghi. Con fotografie. Vedi anche Archivio Amelli, cartella a-2, con fascicoli sia su Italo che su Agnolo Martinenghi.  Italo Martinenghi all’età di 77 anni, a causa di una paralisi progressiva complicata da una trombosi, morì il 21 ottobre 1954 e fu sepolto nella tomba di famiglia nel cimitero di Melegnano.   Vedi “Il Melegnanese”, anno 2, n. 7 (1 aprile 1969), pag. 5 (un articolo scritto dal melegnanese Vitaliano Marchini, con fotografia.
Marziali Gaetano, musicista, compositore.  (1875-1942). Già da bambino si esercitava su una piccola spinetta di casa. Si iscrisse  e si diplomò al Conservatorio di Milano. Compose numerose “Messe” e diversi “mottetti” secondo le indicazioni liturgiche nuove disciplinari volute dal papa Pio X.
Ebbe intensa attività didattica, tra cui l’insegnamento di canto corale, di pianoforte e di organo al Seminario di S. Pietro Martire a Seveso dal 1900 al 1932. Tra le composizioni di indole profana si segnalano “Il Conte di Carmagnola”(1915), “Canzone degli Eroi”(1916), e i “Saturnali”.  Vedi “Il Melegnanese”, anno 3, n. 22 (1 dicembre 1970), pag. 2 con fotografia. Vedi “La Campana”, anno 1925, pag. 341; 1925, pagg. 521-513; 1930, pag. 444; gennaio 1931, pag. 29.
Massironi Leopoldo, artigiano commerciante (1887-1988). Figlio di un barbiere, dopo le scuole elementari lavorò come garzone meccanico nelle botteghe artigiane di Melegnano e di S. Donato, finché nel 1908 aprì il suo negozio proprio per la costruzione, la vendita e la riparazione di biciclette, anche quelle da corsa. il primo in Melegnano. Era il depositario della prestigiose biciclette della ditta Bianchi. Nel 1911 sposò la melegnanese Linda Cavalli ed ebbe tre maschi e due femmine. La signora Linda morì nel 1971.  Nel 1935 iniziò la nuova attività per la vendita e la riparazione delle automobili, dando vita alla ditta Borsa e Massironi che dal  1925 divenne concessionaria della FIAT per Melegnano, come è tuttora. Vedi “Il Melegnanese”, anno XX, n. 1 (1 gennaio 1987), pag.2, con fotografia. Vedi ancora “Il Melegnanese”, anno XXXII, n. 6 (15-30 marzo 1999) pagg. 4-5 con varie fotografie.
Meazza Carlo, politico. Governatore di Perugia sotto il dominio della Santa Sede. In Coldani-Saresani, pagg, 148-149.
Meazza Gerolamo, sacerdote. Membro della Congregazione dei Teatini. Direttore dell’Accademia del suo collegio e autore di molti libri sacri. In Coldani-Saresani, pag.150.
Meda Gaetano, amministratore. Primo sindaco dopo la liberazione antifascista (1945). Nel manifesto pubblico murario affisso per opera dell’Amministrazione comunale annunciante la sua morte, si leggeva. “L’Amministrazione comunale di Melegnano partecipa alla cittadinanza il decesso oggi avvenuto di Meda Gaetano. primo sindaco dopo la liberazione. Figlio del popolo che adorava e per il quale tutta la vita si è battuto, ha sempre mantenuto integra e pura la sua fede socialista anche durante la dittatura. Animo buono e generoso lo addita al ricordo del Popolo di Melegnano. Melegnano, 16 settembre 1947. Copia del detto manifesto in Archivio Amelli, cartella M-4, fascicolo 5.  Vedi anche il libro di Don Cesare Amelli, Vogliamo vivere ancora, dove stanno descritti gli atti amministrativi riguardanti Gaetano Meda, i suoi collaboratori nell'Amministrazione comunale e il primo avvio del periodo immediatamente dopo il fascismo. Il libro si trova nell'archivio di S. Giovanni, armadio 1, n. 231.
Meda Giovanni Battista, artigiano, amministratore (1915-1976). Artigiano del legno. Si sposò con Elena Santi nel 1943. Accanto alla sua attività artigianale di una bottega di falegnameria, svolse con lodevole impegno l’attività pubblica di amministratore dell’Ospedale Predabissi, iniziata nel 1961, e condotta con una presenza quasi quotidiana.  Si dedicò con tutte le sue forze e con la sua indole talvolta esuberante e vivacemente polemica, per la costruzione del nuovo Osepdale. Dimostrò onestà, probità e sincerità nell’amore per la sua Melegnano, vivendo e discutendo i vari problemi che erano titpici e urgenti in una comunità, come quella di Melegnano.   Vedi “Il Melegnanese”, 1977, gennaio, pag. 3 con fotografia. 
Medici Giovanni Battista,  militare. Trombetta e capitano d’ordinanza al servizio della Spagna. In Coldani-Saresani, pag. 161.
Melada Giovanni Battista, artigiano. In Coldani-Saresani, alla pagina 157, leggiamo: “Giovanni Battista Melada, nato cica l’anno 1773 alla Rocca Brivio, venne ad abitare in Melegnano. essendo egli ancor fanciullo. Si diede in qualità di garzone all’arte del costruire trombe idrauliche, e tanto vi profittò che in poco tempo poté egli stesso elevarsi al grado di maestro, e aprir negozio nella città di Milano. Fornito allora dei necessari mezzi, poté recare ad atto i trovati che già si aveva immaginato: e giovando la società di non poche macchine idrauliche, e col più esatto magistero elaborate, si attirò l’attenzione dello stesso Imperial Regio Austriaco Governo, che attestò la sua piena soddisfazione col premiarlo replicatamente”.
Menagliotti Isaia, sacerdote. Ministro provinciale dei Francescani Cappuccini. In Coldani-Saresani, pag. 140.
Merini Paola Costanza, suora. Badessa dell’insigne monastero di Meda. In Coldani-Saresani, pag. 149.
Mirano di Melegnano, commerciante.. Il suo nome appare nella “Matricola” dei mercanti di lana sottile di Milano. La matricola era un registro della Corporazione dei commercianti di lana sottile nei secoli XIV e XV.
Mombelli Dante,(1898-1957) Coniugato il 6 otobre 1934 con Rachele Boneschi e padre di quattro figli. Oltre all'amore per la famiglia, si impegnò nella Azione Cattolica, nelle file del Partito della Democrazia Cristiana, nella sezione ACLI. Fu sempre presente quando lo si voleva in circostanza di urgenza e di generosità.  Rmane nel ricordo incancellabile come solerte presidente del Corpo Musicale "San Giuseppe" dell'oratorio maschile di Melegnano, di cui rimase presidente onesto, preciso, forte, fino agli ultimi giorni della sua vita, una vita nell'occupazione professionale di motorista automobilistico.
Moro Giovanni Francesco,  sacerdote. (+1820) missionario oblato di Rho. Predicatore al clero e al popolo. Fu prevosto del suo collegio degli Oblati di Rho. Nella descrizione della sua vita,  in Coldani-Saresani, a pagina 153, si accenna alla duplice soppressione del collegio dei padri oblati di Rho.
Morosini Leone Gaspare, nato a Melegnano il 28 novembre 1874 da Carlo e da Orsola Martinenghi, sposatisi il 9 maggio 1869 in Melegnano.  Fu tenuto a battesimo da Luigi Martinenghi fu Gaspare e da Maria Quattrini. Si sposò con Adele Bertuzzi il 12 ottobre 1900. Morì a 73 anni il 9 gennaio 1947 all'ospedale Predabissi.  E' un nostro personaggio tipico che si segnalò nelle diverse presenze soprattutto gioiose.  Amante della musica, partecipe nei Corpi musicali e promotore di attività melegnanesi. Le sue doti e la sua passione avrebbero potuto portarlo al grado di maestro e di professore. Ma egli sapeva comporre anche brani di poesie ridanciane, sapide e ricche nei riferimenti curiosi di folklore popolare.  Era invitato molte volte alle feste di matrimonio, alle adunanze di liete compagnie, ai raduni di allegra esuberanza collettiva. Mostrava la sua passione con vivida disponibilità ad un servizio che, a ben considerare, rendeva più brillanti le feste e più sereni gli animi.

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