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Dizionario biografico dei Melegnanesi (don Cesare Amelli)
 
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Quaini Francesco, sacrista. (1918-1994). Nacque da Giovanni e da Rognoni Piera. Fin da ragazzo fu addetto ai servizi di chiesa, soprattutto nella chiesa dei Servi (Santa Maria dei Servi, in via Piave, dove vi era un convento dei Servi di Maria fondato nel 1515 e attivo fino alla soppressione napoleonica del 1810) presso la casa nella quale abitava, e poi nella chiesa di S. Giovanni. Sempre esemplare nel suo impegno, amato da tutti. Nell’archivio della parrocchia di S. Giovanni in Melegnano, armadio1, cartella 2, fascicolo 35, vi è la sua biografia con fotografia.
Vedi “Il Melegnanese”, anno XXVII, n. 7 (1-14 aprile 1994), pag. 11 con fotografia
Reati Agostino, musicista (1904-1989). Maestro di musica, Diplomato con licenza superiore e magistero di composizione e strumentazione al Regio Conservatorio “Giuseppe Verdi” di Milano nel 1926.  Agostino Reati nacque a Melegnano il 29 luglio 1904 da Giuseppe e da Amelia Massobrio. Le sue radici melegnanesi risalgono al 1733. Nacque da famiglia modesta. Il bisnonno Giuseppe era “giornaliero” cioè manovale generico che lavorava a giornata e pagato al termine del giorno di lavoro.  Dopo gli studi elementari a Melegnano ottenne l’iscrizione al Regio Conservatorio di Milano dove, nel 1925, riportò il diploma di clarinetto. L’anni dopo, 1926, ottenne il diploma di licenza superiore e magistero di composizione e strumentazione ancora al Regio Conservatorio di Milano  Ebbe due mogli, la prima, Annunciata Orini fino al !958 e, alla morte di questa, sposò nel 1959 Antonietta Gabbini a Milano. Verso gli anni 1972-73 si trasferì per sempre a Cernusco sul Naviglio. Diventato vecchio fu ospite in una Casa di Cura a Pallanza sul lago Maggiore, fino a quando morì all’Ospedale di Cernusco il 9 giugno 1989.   A Melegnano nel 1928 aveva assunto la direzione del Corpo Musicale “S. Giuseppe”, portandolo a rigorose pregevoli affermazioni pubbliche, anche nei concorsi.  Per le istituzioni melegnanesi compose e diresse operette, inni, mottetti per varie circostanze di celebrazioni pubbliche, sempre ammirate e gustate.  Agostino Reati era uno studioso. Aveva seria coscienza professionale, rivolgeva la continua attenzione ai “grandi” che aveva conosciuto nelle aule di scuola musicale. L’ammirazione per i “grandi” della musica si tramutava nella assimilazione costante e fervida, e questa sua maturità  artistica veniva trasmessa ai suoi discepoli, dai quali esigeva una esecuzione meditata, sorvegliata, frutto di una convinzione interna.
Il posto di Reati nella storia di Melegnano è contrassegnato da una intensa attività compositiva e didattica nella musica strumentale e nel canto. L’anima delle sue migliori ispirazioni musicali, affascinante quanto esigente, ha istruito ed arricchito nel canto e nel suono centinaia di Melegnanesi delle scuole elementari, delle orchestre e orchestrine, degli appassionati dell’arte musicale.  Vedi lo studio storico fatto da don Cesare Amelli in Archivio Amelli, cartella R-2, nella quale cartella vi sono alcuni numeri de “Il Melegnanese” con la sua fotografia. Vedi anche archivio della  parrocchia di S. Giovanni, armadio 1, numeri 271-272.
Recagni Giuseppe, artigiano, sindacalista, amministratore. (1921-1990). Conduttore di una importante officina meccanica fondata dal padre Antonio. Nel 1950 era stato uno dei promotori e realizzatori della Delegazione di Melegnano dell’Unione Artigiani Lodi e Circondario, aderente alla Confederazione Autonoma Sindacati e Artigiani. Nel 1986 fu eletto  presidente regionale della Federazione Regionale dell’Artigianato della Lombardia, una carica che ricoprì con passione fino alla sua malattia mortale.  Fu presidente del Comitato Fiera del Perdono per diversi anni. Per tanti anni fu presidente dell’Asilo Sociale che da lui fu cambiato in  “Scuola Sociale Accademia delle Arti” quando si dovette annullare l’asilo per decrescita demografica. Vedi “Il Melegnanese”, ! dicembre  1990, pag. 2, e 15 dicembre 1990, pag. 2. La sua fotografia è esposta nell’atrio della Scuola Sociale Accademia delle arti. 
Restelli Alfonso Maria, sacerdote. Superiore provinciale dei Chierici Regolari di San Paolo, detti anche Barnabiti. La notizia è in Coldani-Saresani, pag. 140. 
Restelli Caterina contessa Schiaffinati, nobile, benefattrice. Sec. XIX. Lasciò in eredità le proprie sostanze a favore dell’orfanatrofio di Milano, il quale orfanatrofio doveva assicurare due doti matrimoniali ogni anno a due signorine povere di Melegnano in procinto di sposarsi. Vedi archivio della parrocchia di S. Giovanni, cartella 15, fascicolo 7 degli anni 1833-86. Anche in Coldani-Saresani, pag. 176. 
Restelli Giovanbattista,  sacerdote e dottore in legge. Sec. XVII. Protonotario apostolico. Vicario generale di Tortona e di Imola, indi vicario del tribunale civile e criminale per 25 anni sotto l’episcopato dei cardinali di Milano, Cesare Monti cardinale nel 1633 e morto nel 1650, e del cardinale Alfonso Litta che fu a Milano dal 1652 al 1679. In Coldani-Saresani, pag. 149.
Ricardi Basilio,  sacerdote. Sec. ?. Priore della Certosa di Pavia e visitatore generale del suo Ordine certosino. In Coldani-Saresani, pag. 146:
Rivetta Romeo,  artista pittore. (1868-1824) Nato da  Pietro e da Cherubina Dallù dimoranti in Melegnano. Al fonte battesimale gli furono imposti i nomi di Giovanni Battista Romeo. Si sposò con Paolina Spreafico. Sul giornale “L’Italia” di Milano, del giorno 17 aprile 1924, nella notizia della sua morte, si scrissero le seguenti parole: “Romeo Rivetta, il valente pittore che in questi ultimi anni ebbe troncata la sua fervida attività artistica da una grave e lunga malattia, è spirato ieri l’altro, nella nostra città,  tra il pianto della moglie e dei suoi quattro figli.  Nato a Melegnano 56 anni orsono, il Rivetta studiò all’Accademia di Brera, dove fu allievo del celebre affreschista Valtorta. Si dedicò con speciale e intelligente amore all’affresco; in varie chiese della Lombardia si ammirano delle sue pregevoli opere; così a Cavenago d’Adda, a Corbetta, a Seregno. a Treviglio, a Brignano, a Luino, e in molte parrocchie del Lago Maggiore e di Lecco e della Vallassina, come Orno, santuario di Campoè, ecc.   Su “La Campana”del 1° maggio 1924, a pagina 206, sta scritto: “Mentre si disponeva per gli affreschi da rinnovare nella cappella dell’Immacolata, nella nostra prepositurale, il pittore, nostro concittadino, Romeo Rivetta, rimaneva vittima del malore che già da anni lo tormentava, e che egli, vero appassionato dell’arte, cercava di vincere, raggiungendo il vero eroismo del lavoro.
Su “La Campana” del dicembre 1911 si dà notizia che il Rivetta affrescò nel nostro cimitero la cappella della famiglia Gandini di Calvenzano.” il Salvatore risorto con angeli e donne accanto alla tomba abbandonata del Signore risorto”. Vedi anche “La Campana”, 1911, pag. 269, e dicembre 1911, pag. 268.
Vedi “Il Melegnanese”, anno 7, n. 13 (1 luglio 1974), pag. 3. Vedi “Il Melegnanese”, anno XXIX, n. 18 (12 ottobre 1969, pag. 4 con fotografia.
Il figlio Paolo ne continuò l’opera artistica stabilendosi a Milano, vedi Archivio Amelli, R-1,2.
Rossi Giovanni Pietro, benefattore. Nel testamento del 20 aprile 1589 lasciò alla confraternita di san Giuseppe la somma per allestire due doti da distribuirsi annualmemte a due ragazze povere di Melegnano pronte per sposarsi. In Coldani-Saresani, pag. 168.
Rossi Davide,  sacerdote, storico. (1846-1932). Ordinato sacerdote nel 1870. Rettore e professore per 50 anni del Collegio  Rotondi di Gorla Minore, primo parroco di Colturano per 13 anni. Notizie della sua famiglia e delle sue opere sono in archivio della parrocchia di S. Giovanni di Melegnano, armadio 1, cartella 2, fascicolo 16, dove si ricorda che un suo fratello, don Giambattista Rossi, è morto missionario in India. Nel fascicolo vi è la fotografia di Davide Rossi.  Su “La Campana” del 1 agosto 1909, pag. 127, leggiamo. “Ringraziamo di cuore l’ illustre nostro concittadino M. R. Don Davide Rossi, membro della Società Storica Lombarda, che ci ha favorito la splendida e completa memoria sulla guerra del 1859, e ci ripromettiamo altri lavori...”. Questa osservazione si riferisce ad una serie di articoli che sono apparsi su “La Campana”  dell’annata !909
Rusconi Donato,   amministratore. (1859-1932). Consigliere di Enti pubblici  Amministratore di spiccata onestà e di intelligente dedizione. Consigliere comunale.  Su “La Campana” dell’anno 1932, mese di febbraio, alla pagina 35, leggiamo: “Un lutto cittadino fu veramente la perdita dell’esimio Sig. Donato Rusconi, Cav. della Corona d’Italia e Cav. Uff. al Merito Agricolo di Francia. Fu per molti anni presidente della Congregazione di Carità, dell’Associazione contro l’accattonaggio. Assessore e Consigliere comunale sempre benviso e apprezzato per le preclare doti di cuore e d’intelletto. Di profondi sentimenti cristiani e francescani, fu sincero praticante e sostenitore delle opere buone, di cultura e propaganda. Fine cultore d’arte ed amico d’artisti, aveva trasformato la sua abitazione in una vera pinacoteca. Fu promotore e animatore l’animatore della Esposizione Agricola Industriale del nostro Mandamento nel 1909 in occasione del 50° Anniversario della Battaglia dell’8 giugno 1859. Fu largo sempre di consigli e di soccorsi con tutti, senza eccezione di caste o di partiti. I suoi funerali sono riusciti una vera dimostrazione di stima e di riconoscenza verso il compianto benefattore di tante opere buone”. In Archivio Amelli, cartella R-1, 2 vi è l’immaginetta funebre con fotografia.

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